I fondamenti della psicologia dinamica e clinica sono sempre più necessari nelle professioni educative. Un manuale rivolto a educatori e insegnanti che mostri come le dinamiche affettive e relazionali con gli alunni e i contesti istituzionali influenzino la capacità di apprendimento e di adattamento lungo lo sviluppo è fondamentale. Il testo esplora il ruolo delle emozioni, degli affetti e delle relazioni nel processo di apprendimento-insegnamento, fornendo strumenti di lettura teorici e pratici che possono guidare educatori e insegnanti nella loro prassi professionale. L'atto di apprendere comporta cambiamenti nella relazione con se stessi, con i pari e con il mondo degli adulti. Il libro analizza le dinamiche sottese a questo processo, considerando l'insegnamento e l'educazione come opportunità di condividere esperienze e promuovere la disponibilità ad apprendere all'interno di un contesto facilitante. Il testo si suddivide in tre parti: la prima esplora i processi emotivi nell'apprendimento, la seconda analizza le dinamiche relazionali nei contesti istituzionali, mentre l'ultima parte si concentra sulle traiettorie evolutive adattive e disadattive.
Per il solo fatto di esistere, necessariamente desideriamo essere felici. L'interrogativo sullo scopo ultimo e più profondo dell'esistenza trova risposta nella contemplazione: in essa risiede il compimento autentico, non solo per il filosofo, ma per l'uomo in generale, "nella sua materiale umanità". È felice colui che vede ciò che ama. La contemplazione terrena, in particolare per il cristiano, rimanda a una beatitudine eterna che la trascende. È una felicità che può accettare anche il dolore, perché consapevole del mistero del male e della distanza tra l'oggetto del desiderio, infinito, e le proprie capacità limitate. Attingendo alla sapienza degli antichi e agli scritti di Tommaso d'Aquino, Pieper propone riflessioni ancora capaci di illuminare la natura dell'uomo e la sua perenne ricerca di senso.
L’intelligenza artificiale non è nata nella Silicon Valley. Esiste da millenni, da quando l’umanità ha iniziato a creare sistemi artificiali per mediare il rapporto fra la natura e il pensiero. Il linguaggio, la scrittura e la matematica sono esse stesse forme primordiali di intelligenze artificiali, strutture che abbiamo inventato per dare forma ai nostri bisogni interiori. André Ourednik ci guida tra le rovine archeologiche dell’IA: dal primo abaco mesopotamico ai neuroni artificiali, dalle formule magiche incise su carapaci di tartaruga agli algoritmi che oggi compongono musica e dipingono quadri. Scopriamo così che quella che chiamiamo «rivoluzione digitale» è in realtà l’ultimo capitolo di una storia iniziata quando i nostri antenati decisero di affidare la memoria alle tavolette d’argilla piuttosto che agli impulsi nervosi. Robopoiesi è molto più di una storia alternativa dell’intelligenza artificiale. È una rivoluzione concettuale che smonta il mito contemporaneo della macchina come alter ego del tecnoimprenditore solitario, mostrando come ogni intelligenza artificiale sia sempre stata il prodotto di intelligenze collettive, ecosistemi di sapere che trascendono l’individualità. E se l’IA del futuro, invece di replicare i nostri pregiudizi e le nostre ossessioni di controllo, ci aiutasse a ritrovare quella connessione con il mondo vivente che abbiamo perduto? Un libro essenziale per comprendere non solo da dove veniamo, ma soprattutto dove potrebbero condurci le macchine che stiamo creando.
Nell'Italia del '900, una Cerchia di donne si riunisce per trovare la propria libertà. Alla Rocca, paesino del Lazio meridionale, tutti conoscono i Maletazzi, i signori che vivono nel più bel palazzo del centro. Però solo Camilla, la più giovane della famiglia, sa quanti segreti si nascondono tra quelle stanze, quanto dolore. Un dolore che lei custodisce in silenzio finché, nell'autunno del 1920, Peppina, la levatrice e chiudiocchi del paese, non l'accoglie nella Cerchia, un gruppo di donne che si ritrova per condividere fatiche e saperi. Alla Cerchia si preparano decotti e medicamenti, si fila la lana, si raccontano storie e si scambiano confidenze, senza timore di essere giudicate o rifiutate: che siano ricche o povere, giovani o anziane, tutte le donne trovano nella Cerchia rifugio e comprensione, in nome di quella femminanza che da sempre è scintilla di vita e legame di sorellanza. E che per Camilla diventa il balsamo capace di curare le ferite del passato, permettendole finalmente di aprirsi all'amore di suo marito. Dopo di lei, anche sua figlia Viola trarrà conforto dal sapere antico della Cerchia. Cresciuta tra le rovine della guerra e l'entusiasmo della ricostruzione, Viola è divisa tra il desiderio di studiare e affermare la propria indipendenza e la passione per un uomo che invece vorrebbe relegarla al ruolo di moglie e madre. E ancora una volta saranno le donne della Cerchia ad aiutarla, facendole capire che il vero amore non limita, ma libera. Attraverso una scrittura palpitante, capace di restituire la materia viva delle emozioni e la forza concreta del quotidiano, Antonella Mollicone compone una saga familiare al femminile che attraversa mezzo secolo di storia italiana, dall'ascesa del fascismo al boom economico, passando per la seconda guerra mondiale e il bombardamento di Montecassino.
Hanno un sogno, Ferdinando e Luigi Bocconi. Dopo aver visto il padre consumarsi fra strade e cascine con la gerla delle stoffe sulle spalle, un negozio vero, che venda abiti "bell’e fatti", significa futuro. A Milano però, vicina eppure così lontana dalla loro Lodi. Poi, il piccolo sogno diventa realtà conquistando giorno per giorno il cuore dei milanesi; si fa grande come quella piccola bottega che si trasforma nei primi grandi magazzini, aperti proprio in piazza del Duomo. Correva l’anno 1889. Bice, figlia di un magazziniere dei Bocconi, ha già otto anni ma non ha mai visto bambole così belle, con i vestiti veri, e salendo le infinite scale decide che quel mondo di meraviglie diventerà un po’ anche suo. La famiglia delle sarte all’ultimo piano, che ogni giorno crea magie, la accoglierà e Bice ricambierà con la dedizione e l’affetto di tutta una vita. È il 1917 quando il sogno passa al capitano d’industria Borletti, che di nome fa Senatore e scorge in quella fabbrica dei desideri molto più di un buon investimento: anche quando i grandi magazzini vanno in fumo, dalle ceneri risorgerà, splendida fenice, la Rinascente. È dietro quei banconi che lavora Eleonora, figlia di Bice, cresciuta nei saloni che conosce meglio di casa sua. E con lo sguardo alle guglie del Duomo, anche Cristina, figlia di Eleonora, troverà un modo tutto suo di proseguire la strada di famiglia. Davanti alle vetrine e agli occhi delle Ragazze della Rinascente sfilano gli anni della campagna d’Africa, delle guerre mondiali, dei tumulti di piazza, della ricostruzione. Eventi straordinari e terribili che lì si fermano, toccando le loro vite o scorrendo via. Ma nulla intaccherà la certezza di aver realizzato, proprio lì, il loro piccolo sogno: un sogno che si chiama indipendenza e libertà.
Chi è stato davvero il santo più amato e patrono d'Italia, divenuto per tutto il mondo - grazie al suo nome per la prima volta scelto da un papa una guida esistenziale nei difficili tempi del presente? A ottocento anni dalla morte, Francesco d'Assisi ancora ci affascina con il suo mistero. La sua vita, nei secoli, è stata di volta in volta incasellata negli episodi esemplari delle biografie ufficiali, magnificata nel capolavoro degli affreschi giotteschi o cantata da Dante. Ora Vittori- no Andreoli psichiatra, narratore e profondo conoscitore dell'animo umano, scavando nella storia del Basso Medioevo e attingendo a piene mani alla cultura e alle condizioni dell'epoca, ne tratteggia un ritratto vivido, capace di parlarci con forza e attualità. Quello di un giovane inquieto, ribelle, assetato di senso; un uomo brutto, scomodo, fragilissimo, ma con una forza interiore che porta i segni dell'estasi e perciò in grado di avvicinarci a Dio. In queste pagine, costellate da una serie di acute digressioni che arrivano fino a noi, assistiamo al viaggio straordinario con cui Francesco ha cambiato per sempre il volto della spiritualità. Dalla conversione con l'abbandono degli ideali cavallereschi dell'adolescenza alla spoliazione, dall'incontro quasi amoroso con Chiara fino al sigillo delle stimmate, l'autore ricostruisce la figura di un folle radicalmente lucido nel seguire la propria verità. E se Francesco decise di spogliarsi di tutto per vestirsi solo di amore e libertà, in sintonia con la natura a cui apparteniamo, il suo messaggio fa da tramite tra la missione di Gesù di duemila anni fa e ciò che avviene sul nostro pianeta oggi. Età di lettura: da 11 anni.
Un padre scomparso. Una verità nascosta. Un viaggio di scoperta che cambierà per sempre la vita di Jacopo. Dopo il pluripremiato "Adelaida", Adrián N. Bravi firma un romanzo potente sull'identità di genere, l'amore e il coraggio di essere se stessi. Quando riceve una telefonata che lo informa della morte di suo padre Pietro, annegato in un fiume in Portogallo, Jacopo non immagina che questo evento darà inizio a un viaggio che stravolgerà ogni sua certezza. Lui, che lavora in un cimitero ed è un quarantenne goffo e impacciato, parte accompagnato dall'amico Quinto alla ricerca di risposte, portando con sé solo un'armonica e i pochi ricordi sfocati di un padre sempre assente. A Rio Salgueiro, Jacopo scoprirà una verità sorprendente. Tra le strade lastricate della cittadina portoghese, e i ricordi di una madre che ha custodito troppi segreti, dovrà confrontarsi non solo con il proprio dolore, ma anche con una rivelazione capace di mettere in discussione tutto ciò che credeva di sapere sulla sua famiglia e su se stesso. Attraverso una narrazione intima e profonda, con delicatezza e poesia, Bravi esplora temi universali come l'identità di genere, le relazioni familiari e il ruolo delle cose non dette. La nuotatrice notturna è un romanzo intenso e commovente capace di affrontare tematiche complesse intrecciando le vite dei personaggi in un mosaico di emozioni e rivelazioni. Un romanzo sulla ricerca delle proprie radici e sull'accettazione di verità inaspettate che possono cambiare il corso di una vita.
Tra il XIX e la prima metà del XX secolo si compí anche in Italia la rivoluzione silenziosa della conquista dell'alfabeto e della diffusione della conoscenza presso fasce sempre più ampie della popolazione. Questo complesso fenomeno fu possibile grazie a un nutrito numero di protagonisti spesso in competizione ideale tra loro, ma uniti nella lotta contro l'ignoranza: uomini di governo, burocrati illuminati, filantropi, massoni, socialisti. In questo contesto operarono la Chiesa e la militanza cattolica impegnate sui due fronti della difesa della libertà scolastica e della diffusione dell'istruzione, in particolare quella popolare. La scuola, secondo questa visione, non poteva essere puramente "laica", rinunciando al cordone ombelicale che la legava non solo a secolari prassi comunitarie, ma anche al confronto con la verità espressa nella fede. Il volume presenta alcuni momenti di questa affascinante storia e documenta l'impegno di alcune personalità politiche e scolastiche protagoniste dei dibattiti educativi e scolastici del secondo Novecento.
Il numero 5/2025 di MicroMega è dedicato al tema del turismo e del viaggio, con l'intento di esplorarne le molteplici sfaccettature: dall'impatto su città, territori e paesaggi alle implicazioni più ampie sulla vita sociale. Un fenomeno tanto pervasivo quanto complesso, che negli ultimi decenni si è trasformato da esperienza elitaria a pratica di massa, fino ad assumere i tratti quasi parossistici dell'overtourism, con tutte le contraddizioni del caso e le conseguenze che ne derivano.
Questa è la storia di un "atleta dell'anima". Un pensatore che sfidò ogni luogo comune, per dare ai posteri la possibilità di rimettere sempre in gioco la vita, l'ordine delle cose.
Questa è la storia di Platone. Una storia d'amore
Amare sempre, per sempre. Lottare per la giustizia con tutto l’amore che c’è. Di Due Uno. Terra e Cielo. Non c’è altro da fare.
"Lo scrittore maneggia la materia con sapienza storica - Tucidide, Sofocle, Aristofane, la politica della guerra del Peloponneso e la vita nei quartieri di Atene entrano in scena con naturalezza." - Michela Marzano
"Il filosofo torna nella caverna perché deve convincere quelli che si sono assuefatti alle ombre." - Espresso
È un mattino d’estate del 415 a.C. e su un masso che sporge sopra il porto del Pireo sono appollaiati quattro ragazzini. Il canto delle cicale copre il brusio della folla. C’è aria di festa, ma la guerra incombe, e i quattro tacciono, assorti. Tra loro c’è un dodicenne dallo sguardo febbrile. Si chiama Aristocle e, cinque anni più tardi, per via delle ampie spalle, prenderà un nome destinato all’eternità: Platone. Accanto a lui, in quel mattino decisivo, l’uomo che ne racconta la storia. Questa storia. Una storia d’amore. È un romanzo di verità, quello che avete in mano. Un romanzo che per la prima volta ripercorre la vita del più grande filosofo di sempre. Bambino timido e facile all’ira, all’inizio. Sofferente per la morte prematura del padre, dominato da una madre onnipresente, e accudito da una sorella che lo accompagna nel mondo senza darlo a vedere, il ragazzo scruta le vicende del suo tempo con occhi onnivori e assiste attonito alla sconfitta di Atene contro Sparta. Gli zii lo invitano a partecipare a un’operazione politica sanguinaria, ma resiste. Ha conosciuto Socrate, infatti, l’uomo più strano di Atene, e con lui si consegna alla filosofia. La filosofia però non basta, Socrate viene condannato a morte. Platone allora parte verso Cirene e l’Egitto per trovare la sua strada. Sarà una strada retta e tortuosa assieme. Ciò che la segna, tuttavia, è l’eros, l’amore sensuale vissuto con ragazzi lascivi e uomini dalla mente brillante, e l’amore totalizzante, la passione sublime, il motore più potente dell’animo umano. Con il suo stile inconfondibile, Matteo Nucci ci regala un romanzo fuori dal tempo, frutto di anni di studio e di sana ossessione, con cui riesce a farci superare di nuovo la linea d’ombra della letteratura, rendendo la nostra esperienza di lettori un capitolo di vita epico, erotico, illuminante. Scopriamo in Platone un uomo sempre in lotta per realizzare giustizia e felicità, un “atleta dell’anima”. Seguendone dolori, fallimenti e amori, alla fine di questa lettura travolgente, ci ritroveremo diversi: cambiati nel profondo da uno scrittore filosofico capace di sfidare ogni luogo comune pur di dare a noi la possibilità di rimettere sempre in gioco il nostro modo di vivere il tempo che ci è concesso.
"Perché abbiamo perso": questo interrogativo dà il titolo all'ottavo numero di Limes del 2025. Il quesito incorpora una certezza: abbiamo perso la pace, intesa come idea che violenza e disordini internazionali fossero usciti per sempre dal nostro orizzonte scrutabile. Ma conserviamo un bene prezioso: l'assenza di guerre che ci coinvolgano direttamente, condizione da preservare a tutti i costi. Ma come? Con quali strumenti e quali formule politico-strategiche? La prima parte del volume - Europa, la giungla dei riarmi - va dritta al punto con riferimento all'Europa: un continente che, almeno nella sua parte occidentale, da tre generazioni è invidiabilmente assuefatto a una pace e a una sicurezza a garanzia statunitense. Garanzia imperfetta e figlia della rovina bellica, ma introiettata come irreversibile. Donald Trump, Vladimir Putin, Xi Jinping - i leader delle potenze dalla cui interazione dipendono oggi, in buona misura, le chance di contenere i conflitti in corso e di evitarne di nuovi - ci segnalano, ognuno a modo suo e con proprie agende, che quella fase storica è terminata. Alla conseguente incertezza, gli europei rispondono con il riarmo, i cui modi e fini suscitano più di un interrogativo. Di certo si sa che si sta chiudendo una lunga fase storica. Il resto del mondo non appare più disposto a subire passivamente i contraccolpi dei problemi, delle tensioni e delle ambizioni di potenza euro-atlantiche. Questo è uno dei messaggi che arriva dalla seconda parte del volume - La Russia da paria a star - dove, insieme alle incognite e ai problemi che gravano su Mosca, voci russe di diverse estrazioni segnalano la sopraggiunta indisponibilità della Federazione a essere tenuta fuori dalla futura equazione di sicurezza europea. Da qui la terza parte - Quali Ucraine dopo l'Ucraina - che, riprendendo in parte i temi del volume 7-2025 ("La pace sporca") interroga analisti ucraini e non sui modi realistici di porre fine alle ostilità per non alimentare ulteriormente una guerra distruttiva (soprattutto) per l'Ucraina, senza tuttavia vanificarne il sacrificio e il diritto a conservare indipendenza e sicurezza.
Non ci sono parole per descrivere il distacco del giudice Froget, che dall'inizio dell'incontro non aveva modificato di una virgola il suo atteggiamento. Di solito i giudici istruttori fanno domande su domande, si accaniscono a confondere l'indagato e solo così riescono a strappargli la frase che costituisce una confessione. Lui invece lasciava all'interlocutore il tempo di riflettere, persino di riflettere troppo. I silenzi duravano parecchi minuti, le domande appena pochi secondi. Fino a quel momento ne aveva formulate solo due. Anni dopo, un esperto si sarebbe tolto la curiosità di contare le parole uscite dalla bocca di Froget nel corso di quel cruciale interrogatorio.