Nel centenario dell’ordinazione sacerdotale di Giovanni Battista Montini (29 maggio 1920), l’Istituto Paolo VI pubblica un documento che illumina il periodo della sua formazione e gli inizi del suo ministero. A partire dal mese di settembre 1919 il giovane Montini ha infatti annotato su una piccola agenda pensieri e riflessioni che accompagnano l’ultimo tratto della sua preparazione bresciana all’ordinazione e il primo anno di studi romani. I Pensieri giovanili di Giovanni Battista Montini presentano un grande interesse anzitutto dal punto di vista storico perché contribuiscono a comprendere l’ambiente familiare ed ecclesiale, ma anche culturale e sociale, in cui è cresciuto.
Permettono inoltre di vedere gli effetti del singolare percorso educativo che ha compiuto. Ma i Pensieri sono prima di tutto un documento che permette di conoscere la spiritualità coltivata fin dagli anni giovanili da colui che il 21 giugno 1963 sarebbe stato eletto alla Cattedra di Pietro, con riflessioni profonde sulle condizioni per una matura scelta di vita, sulla preghiera e sulle virtù della vita cristiana e del ministero pastorale.
La Pontificia Accademia di San Tommaso d'Aquino propone un percorso selettivo nel tomismo novecentesco a partire da alcune opere maggiori che ne hanno segnato la storia. In conformità con lo spirito dell'Accademia, la cui missione è di unire gli sforzi degli studiosi per promuovere la conoscenza di san Tommaso e della tradizione tomista, diversi membri dell'Accademia presentano ciascuno un'opera che ha segnato la storia del tomismo e che conserva un autentico valore per la filosofia o la teologia contemporanee. Attraverso ventidue note, che si succedono secondo l'ordine cronologico della pubblicazione delle opere, questa raccolta permette di farsi una giusta idea dei temi e delle tesi caratteristiche del tomismo contemporaneo, di identificare le "scuole" dentro la Scuola e di riscoprire opere che non hanno perso nulla della loro attualità.
Uno degli economisti di punta del panorama italiano e internazionale scende in campo per chiedere al mercato di essere non solamente un produttore di ricchezza, e di assicurare una crescita sostenibile, ma anche di porsi al servizio di uno sviluppo umano integrale, contro tutte le forme di disuguaglianza.
Il "Dialogo della Divina Provvidenza" è uno dei capolavori della letteratura mistica. È il frutto dei colloqui che santa Caterina aveva con l'Eterno Padre durante le sue estasi. Nonostante fosse illetterata, anzi analfabeta, dettò il Dialogo ai suoi discepoli. Molteplici sono i temi trattati: il peccato, i vizi e le virtù, il desiderio e l'amore, la discrezione e la misericordia, la preghiera, la meditazione interiore e la ricerca della verità. Centrali e appassionanti sono le pagine dedicate alla misericordia del Padre che si manifesta nell'incarnazione di Gesù Cristo, il quale è chiamato da Caterina «ponte» tra Dio e l'umanità intera. Caterina da Siena è stata proclamata da papa Paolo VI «Dottore della Chiesa» proprio in ragione del Dialogo. Presentazione di Raimondo Spiazzi.
L'originalità di questa Grammatica della lingua ebraica consiste nel mettere in luce la continuità e le differenze tra l'ebraico biblico e l'ebraico contemporaneo. Gli esempi semplici e le espressioni tratte dalla conversazione quotidiana, cui fa costante riferimento questa grammatica, rendono particolarmente agevole e appassionante lo studio di questa lingua antica e ancora oggi viva. Dopo una parte riservata alla Fonologia segue quella sulla Morfologia, dotata di alcune osservazioni sintattiche. Una terza parte contiene gli Esercizi di traduzione dall'ebraico e dall'italiano. Seguono i Paradigmi verbali, e una Sezione antologica di brani tratti dalla Bibbia e di pezzi in ebraico moderno elementare. Infine, un agile Glossario potrà permettere al principiante di trovarsi a proprio agio nella comprensione e traduzione dei testi proposti. Questo volume contiene le nozioni per un primo approccio alla lingua ebraica; senza dilungarsi in approfondimenti specialistici, non tralascia però indicazioni utili a penetrare maggiormente nella mens della lingua ebraica e dei testi che la esprimono.
Il Museo di Topazia sta per ricevere il prestigioso Premio Crosta Fossile, un riconoscimento che viene dato ai migliori musei del mondo! Ma mancano tre reperti archeologici... Non ci resta che salire a bordo della Bananakronos, la nuova Macchina del Tempo, e partire subito per un nuovo viaggio, alla ricerca di antichi tesori. Incontreremo Alessandro Magno, Cleopatra, Francis Drake e il giovane Mozart. Che avventura stratopica! Età di lettura: da 7 anni.
Un classico della cultura giuridica che ha fatto dire a Norberto Bobbio: «Finalmente esiste in Italia (dico in Italia, ma potrei dire sulla faccia della terra) una storia della filosofia del diritto, non angustamente scolastica, non puramente nozionistica e per di più completa». Il lettore vi troverà un panorama rapido, ma chiaramente delineato, della storia della filosofia del diritto occidentale; il ricercatore potrà farne il punto di partenza di una ricerca approfondita. Carla Faralli, allieva di Fassò, ha curato quest'edizione aggiornandola fino ai giorni nostri.
Le Perle dei Padri del deserto raccolgono un gran numero di brevi e folgoranti frasi di alcuni dei Padri del deserto più amati. Sono perle attraversate da un unico «filo»: l'amore. Le parole più belle delle grandi figure spirituali di tutti i tempi. Perle preziose da meditare. Perle preziose da regalare. Perle preziose da vivere. «Chi impara a conoscere bene se stesso incontra dio e trova pace».
A bordo di un sottomarino giallo, un gruppo di bambini in tuta da sub è in gita scolastica sotto l'oceano. Gettata l'ancora, la scolaresca inizia a fare conoscenza con le creature marine: calamari luminescenti passano sulle loro teste e crostacei giganti fanno capolino da un vecchio relitto abbandonato sul fondale. Ma quando è il momento di tornare al sottomarino, un bambino si attarda a fare una foto a un forziere del tesoro e, all'improvviso, sprofonda in un crepaccio... Il piccolo verrà presto ritrovato ma, nel frattempo, avrà fatto amicizia con una creatura marina misteriosa e avrà trovato niente meno che le rovine dell'antica città di Atlantide! Età di lettura: da 4 anni.
Vissuto al culmine della civiltà medievale, negli anni in cui Dante scriveva la sua Commedia, il tedesco Eckhart (1260-1328 ca.) è unanimemente riconosciuto come il più profondo mistico occidentale e, insieme, come grandissimo pensatore. Non a caso i contemporanei lo chiamarono meister, ovvero magister, non tanto per la cattedra universitaria che aveva tenuto a Parigi, quanto per la sapienza dispiegata sul tema cruciale per ogni intelligenza umana: conoscenza dell'anima e conoscenza di Dio. Eckhart infatti da un lato recepisce in pieno la lezione della filosofia classica: conosci te stesso e conoscerai anche Dio, perché uno solo è il logos, umano e divino; dall'altro rivendica per ogni cristiano quel che Gesù afferma di sé stesso: l'essere una cosa sola col Padre. Rovesciando così completamente il dualismo biblico, per cui c'è un Dio lassù nei cieli e un uomo quaggiù in terra, il maestro domenicano insegna invece che l'anima e Dio sono una cosa sola. Questa paradossale verità la comprende però soltanto l'uomo interiore, ovvero l'uomo completamente distaccato, che ha evangelicamente rinunciato a sé stesso e ha così scoperto l'essenza dell'anima, il suo "fondo", ove essa diventa spirito, così come Dio è spirito. Si apre allora per lui, "uomo nobile", già qui nel tempo la luce abbagliante dell'eternità, e già qui nel molteplice la dimensione beatificante dell'Uno.
Siamo stati abituati a ritenere che all'uomo, in quanto essere dotato di razionalità, sia sufficiente tenere a freno l'istinto e l'emotività per essere in grado di valutare in modo obiettivo le situazioni che deve affrontare e di scegliere, tra varie alternative, quella per sé più vantaggiosa. Gli studi sul processo decisionale condotti ormai da molti anni dal premio Nobel Daniel Kahneman hanno mostrato quanto illusoria sia questa convinzione e come, in realtà, siamo sempre esposti a condizionamenti - magari da parte del nostro stesso modo di pensare - che possono insidiare la capacità di giudicare e di agire lucidamente. Illustrando gli ultimi risultati della sua ricerca, Kahneman ci guida in un'esplorazione della mente umana e ci spiega come essa sia caratterizzata da due processi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (sistema 1), e uno più lento ma anche più logico e riflessivo (sistema 2). Se il primo presiede all'attività cognitiva automatica e involontaria, il secondo entra in azione quando dobbiamo svolgere compiti che richiedono concentrazione e autocontrollo. Efficiente e produttiva, questa organizzazione del pensiero ci consente di sviluppare raffinate competenze e abilità e di eseguire con relativa facilità operazioni complesse. Ma può anche essere fonte di errori sistematici (bias), quando l'intuizione si lascia suggestionare dagli stereotipi e la riflessione è troppo pigra per correggerla.