Negli ultimi anni enormi progressi sono stati fatti nell'ambito dell'educazione emotiva: la letteratura in materia si è notevolmente ampliata e gli interventi oggi disponibili sono numerosi ed eterogenei. Il volume risponde al bisogno di tracciare un aggiornamento degli ultimi esiti della Terapia Razionale Emotiva Comportamentale (REBT), la metodologia a cui il volume si ispira e da cui trae la prospettiva teorico-applicativa, per presentarne le particolarità e potenzialità nell'applicazione con soggetti in età evolutiva. Il volume presenta a genitori, insegnanti e educatori, un programma di educazione emotiva specificamente pensato per la fascia d'età tra i 4 e i 7 anni. Il materiale proposto permette di strutturare un intervento completo, dalla conoscenza delle principali emozioni all'apprendimento di efficaci strategie cognitive per superare e gestire i pensieri e gli stati d'animo negativi. Grazie alla guida dell'adulto, a esercizi divertenti e illustrazioni accattivanti, i bambini impareranno a conoscere i sentimenti, sentirsi felici, riconoscere le emozioni, gestire la rabbia, affrontare la paura, reagire alla tristezza, riconoscere i pensieri.
L'autore compie un viaggio nell'universo interiore dei bambini cercando di comprendere le ragioni di tanti comportamenti a prima vista inspiegabili. Perché, ad esempio, rifiutano regole comuni o usano strani espedienti per raggiungere i loro scopi? Perché sembrano timidi o arroganti? Il libro analizza il pianeta bambini sollecitando quella voglia di ragionare spesso accantonata dagli adulti per lasciare spazio a risposte preconfezionate e fuorvianti. Se è vero, infatti, che c'è una logica nei bambini, resta necessario e fondamentale individuarla caso per caso.
Eugen Bleuler (1857-1939), uno dei più importanti psichiatri europei del Novecento, presenta in questo scritto una difesa del metodo psicanalitico non trascurando tuttavia alcuni rilievi critici. In forma autonoma rispetto alla gran parte della letteratura scientifica del suo tempo, Bleuler offre una lettura e una interpretazione spassionata delle teorie freudiane dimostrando di saperne recepire gli elementi di novità alla luce di una più complessiva proposta di etica clinica e di "alleanza terapeutica" tra medico e paziente. La pubblicazione, per la prima volta in italiano, di questo saggio a cento anni dalla sua apparizione in tedesco intende rivalutare la profondità e l'originalità interpretativa di uno psichiatra che ricostruzioni storiografiche unilaterali hanno talora ingiustamente inteso come mero esponente di una psichiatria repressiva.
Quali caratteristiche hanno coloro che si avvicinano al mondo della donazione di sangue? E quali sono gli elementi che possono favorire questo gesto? Il volume, nato da una pluridecennale collaborazione con diverse sezioni AVIS, intende sottolineare in maniera innovativa la valenza sociale e le ricadute applicative connesse al gesto di donare il sangue, offrendo al lettore un'analisi psicologica attenta che collega fra loro elementi di personalità, valori familiari e caratteristiche organizzative. Leggendo la donazione tanto con lo sguardo del ricercatore quanto con gli occhi, le voci e le riflessioni dei donatori e dei diversi livelli associativi, il testo mostra la rilevanza di una ricerca sociale applicata che combini una rigorosa metodologia di ricerca con la necessità di rispondere a domande sociali concrete. L'augurio è che il volume, sintetizzando quanto emerso dalle analisi dei dati e proponendo ricadute possibili in termini operativi ed organizzativi, possa esser d'aiuto a donatori, organizzazioni, ricercatori, e a tutti coloro che a vario titolo si occupano di ricerca e interventi legati alla donazione di sangue.
Dalla Presentazione: «nella copertina di questo saggio un’immagine di Amore che si avvicina a Psiche (tratta da un celebre quadro settecentesco di François Gérard) rievoca il mito greco che il poeta latino Lucio Apuleio ha ripresentato con grande efficacia letteraria nelle sue Metamorfosi. Il mito dell’anima che viene attratta irresistibilmente dall’amore – un mito di tipo platonico, ricco di premesse metafisiche e di simbologia antropologica – consente all’Autore di rifarsi più di una volta, nel corso della sua trattazione, alla teoria psicoanalitica di Carl Gustav Jung. Tanto la mitologia quanto le teorie psicoanalitiche che la utilizzano come indice della sapienza naturale (il mito, come ha spiegato Pareyson, esprime sempre le certezze originarie del “senso comune”) servono ad Alberto Spatola per parlare di quello che egli denomina “principio interiore”, ossia l’anima, e per parlarne in termini epistemologicamente corretti e coerenti, ricorrendo anche a concetti metafisici oggi spesso pregiudizialmente rifiutati».
L’autore
Alberto Spatola (Caltanissetta 1952) è dirigente psichiatra, responsabile del modulo di Psichiatria n. 9 del DSM dell’ASP di Palermo. È socio della società italiana di Psicologia individuale (SIPI) ed è stato magistrato onorario del tribunale dei Minori di Palermo.
Ha pubblicato saggi scientifici sulla Rivista sperimentale di freniatria e ha curato la voce “Psicofarmaci” per il Dizionario
di bioetica; nel 2000 ha pubblicato la monografia L’uomo che ride (Edizione universitarie Romane), che anticipa alguni argomenti trattati in modo sistematico in questo libro.
In questo libro sui rapporti fra religione e psicanalisi l'autore si propone di mostrare che è errato sia concepirle come due discipline opposte, sia pretendere di identificarle del tutto. Entrambi questi punti di vista sono semplici e comodi: mentre un esame approfondito e imparziale rivela che i rapporti tra la religione e la psicanalisi sono molto più complessi.
"L'Essenza dell'Essere - La Psicoterapia Ipnotica Ericksoniana nella malattia in fase avanzata" esplora uno dei temi più affascinanti a cavallo tra psicologia, scienze mediche, scienze sanitarie e sociali. E lo fa in maniera esaustiva non solo dal punto di vista teorico ma portando un'ampia casistica clinica, particolareggiata, e colta non solo nel suo aspetto biomedico ma anche in quello umano ed emotivo.
Come diventiamo quello che siamo? In che modo i geni e l'esperienza plasmano ciò che portiamo nel mondo? Veniamo al mondo con potenzialità immense. Davanti a noi si aprono percorsi di sviluppo apparentemente infiniti. Molto presto, però, questa infinità viene meno e cominciamo a esibire i tratti unici dovuti al nostro patrimonio genetico e culturale. In che modo le esperienze plasmano ciò che portiamo nel mondo? Jerome Kagan esplora il rapporto fra biologia e ambiente passando in rassegna i progressi più significativi degli ultimi trent'anni nel campo della psicologia dello sviluppo. Lungo il cammino si interroga, fra l'altro, sull'odierna infatuazione per le neuroscienze, sui fondamenti delle teorie dell'attaccamento genitoriale, sulla diffusa tendenza a patologizzare il comportamento dei giovani. Questo libro è il risultato delle ricerche compiute nell'arco di un'intera vita da uno studioso deciso a scoprire come si diventa ciò che si è. L'opera si rivelerà una guida sia per i giovani genitori desiderosi di comprendere quale influenza possano avere i loro geni e il mondo sul proprio bambino, sia per l'educatore motivato a costruire relazioni proficue con i propri allievi, sia, più semplicemente, per chiunque voglia addentrarsi in questa affascinante tematica.