Si parla molto di amore nelle poesie di Wislawa Szymborska: ma se ne parla con una così impavida sicurezza di tocco e tonalità così sorprendenti che anche un tema sin troppo frequentato ci appare miracolosamente nuovo. «Sentite come ridono – è un insulto» scrive di due amanti felici. «È difficile immaginare dove si finirebbe / se il loro esempio fosse imitabile» – e ad ogni modo «Il tatto e la ragione impongono di tacerne / come d'uno scandalo nelle alte sfere della Vita». Anche parlando d'amore la voce della Szymborska sa dunque essere irresistibilmente ironica: non a caso Adam Zagajewski diceva di lei che «sembrava appena uscita da uno dei salotti parigini del Settecento». Ma sa anche essere, dietro lo schermo della colloquiale naturalezza e dell'ingannevole semplicità, grave e trafiggente, come quando affida a un panorama divenuto ormai intollerabile il compito di proclamare l'assenza («Non mi fa soffrire / che gli isolotti di ontani sull'acqua / abbiano di nuovo con che stormire») o all'amore a prima vista quello, ancor più temerario, di smascherare il caso-destino che ci governa: «Vorrei chiedere loro / se non ricordano – / una volta un faccia a faccia / in qualche porta girevole? / uno “scusi” nella ressa? / un “ha sbagliato numero” nella cornetta? / – ma conosco la risposta. / No, non ricordano».
Parigi, anno 1266. Bonaventura da Bagnoregio, generale dell'Ordine francescano, impone di distruggere tutte le biografie di san Francesco, morto quarant'anni prima. In ognuno dei quasi millecinquecento conventi dell'ordine e dei quattrocento monasteri di Clarisse, le vecchie biografie vengono sostituite dalla nuova, redatta proprio da Bonaventura, chiamata Leggenda Maggiore. Monastero per monastero, convento per convento, si fanno sparire le precedenti testimonianze dagli archivi, dagli studia, dalle sale di lettura dei frati. Da quel momento l'immagine di Francesco diviene quella di un frate ingenuo e senza cultura. Solo secoli dopo, nel 1890, il pastore calvinista Paul Sabatier si mette alla ricerca dei testi scomparsi. Una ricerca testarda, durata per decenni e che, alla fine, ha successo. Chiara Mercuri ricostruisce, sulla base delle fonti non ufficiali, la vita e l'insegnamento di Francesco. Ne emerge il ritratto inedito di un uomo di profonda cultura, deciso fino alla durezza, ma amorevole verso i suoi compagni - Leone, Chiara e gli altri - che furono con lui il motore di una straordinaria stagione di rinnovamento dello spirito.
Confezione da 50 gr. di incenso profumato della Terra Santa.
Fragranza Nardo.
Questo volume propone un'accurata ricostruzione della storia di san Francesco d'Assisi, insieme con tutte le sue opere. Già nei testi pratici e della predicazione ("Le regole" e gli "Ammaestramenti", le "Preghiere" e le "Laudi", il "Testamento"), che ne racchiudono il cuore e la dottrina, la forza poetica di san Francesco emerge in tutta la sua intensità. Una forza che si fa travolgente nel "Cantico delle creature", la più grande poesia della letteratura italiana prima di Dante. I "Fioretti", che tracciano la vita e la leggenda del santo e dei suoi discepoli, offrono una raccolta degli episodi più significativi di un vita di povertà e perfetta letizia.
Come fecero due ragazzini a salvare il Natale dall'avidità dei pubblicitari? Sapevate che i Re Magi erano sette ma arrivarono solo in tre? E dove finirono l'oro, l'incenso e la mirra che portarono in dono? Perché a Natale si fa l'albero e si appendono un po' dappertutto fili scintillanti?... Le storie di questo volume svelano i "retroscena" del primo Natale e raccontano favole tenere ed edificanti. Un libro per "farsi compagnia" nel tempo più dolce e familiare dell'anno.
Dal desiderio di raccontare il Cristianesimo all’uomo di oggi, riportando quanto esso ha fatto dire agli uomini di ieri, è nata un’antologia della spiritualità cristiana, che va dai primi autori cristiani a quelli dei nostri giorni, in rigoroso ordine cronologico secondo la data di nascita di ciascuno. L’avvicendarsi dei vari autori rende ben visibile come il Cristianesimo costituisca, nelle varie epoche, la vera anima dell’umanità, perché è ciò che in ogni epoca ha saputo parlare alla parte più intima e segreta di ogni persona, alle inquietudini del suo tempo, per dissetarlo e orientarlo sempre con il medesimo insegnamento, fondato sull’amore e sulla chiamata all’amore. Da ognuno di questi autori, anche dopo secoli, zampilla ancora oggi l’insopprimibile amore per Gesù, secondo le parole che lo Spirito ha suggerito loro. Nel primo volume gli autori dal I secolo al XVI secolo.
Alberto Ponticello, nato a Gela (CL) nel 1959 ma poi trasferitosi a Venezia, è laureato in Sociologia. Ha lavorato dapprima come educatore penitenziario, presso gli Istituti Penali di Venezia, e successivamente presso la Corte di Appello di Venezia come direttore e responsabile del personale fino al pensionamento, avvenuto nel 2021. Ha inoltre svolto attività sindacale. Nel tempo libero si dedica da sempre allo studio della filosofia e delle religioni, approfondendone la spiritualità, la mistica e le loro evoluzioni storico-sociali.
Dal desiderio di raccontare il Cristianesimo all’uomo di oggi, riportando quanto esso ha fatto dire agli uomini di ieri, è nata un’antologia della spiritualità cristiana, che va dai primi autori cristiani a quelli dei nostri giorni, in rigoroso ordine cronologico secondo la data di nascita di ciascuno. L’avvicendarsi dei vari autori rende ben visibile come il Cristianesimo costituisca, nelle varie epoche, la vera anima dell’umanità, perché è ciò che in ogni epoca ha saputo parlare alla parte più intima e segreta di ogni persona, alle inquietudini del suo tempo, per dissetarlo e orientarlo sempre con il medesimo insegnamento, fondato sull’amore e sulla chiamata all’amore. Da ognuno di questi autori, anche dopo secoli, zampilla ancora oggi l’insopprimibile amore per Gesù, secondo le parole che lo Spirito ha suggerito loro. Nel primo volume gli autori dal I secolo al XVI secolo.
Alberto Ponticello, nato a Gela (CL) nel 1959 ma poi trasferitosi a Venezia, è laureato in Sociologia. Ha lavorato dapprima come educatore penitenziario, presso gli Istituti Penali di Venezia, e successivamente presso la Corte di Appello di Venezia come direttore e responsabile del personale fino al pensionamento, avvenuto nel 2021. Ha inoltre svolto attività sindacale. Nel tempo libero si dedica da sempre allo studio della filosofia e delle religioni, approfondendone la spiritualità, la mistica e le loro evoluzioni storico-sociali.
Questo libro riporta in luce un personaggio dimenticato, legato al Papa e alla Chiesa, a Roma e alla sua gente, cui si dedicò interamente con intelligenza e cuore, distinguendosi fra i grandi protagonisti del suo tempo.
«Come ministro delle armi, l’arcivescovo de Mérode fu colui che costituì l’esercito pontificio prima della campagna del 1860 che portò alla conquista, da parte del Piemonte, di Marche e Umbria, riducendo lo Stato della Chiesa al solo Lazio. In seguito trasformò la città di Roma, dandole un’impronta moderna e splendida». - Alberto Leoni
Xavier de Mérode è stato definito dai suoi detrattori scaltro, approfittatore, fazioso fino alla violenza. Un carattere ruvido, irruento, sempre pronto alla risposta. Di nobile famiglia belga – suo padre Felix è considerato uno dei padri fondatori della Patria –, ha vissuto il suo ministero nella Roma di Pio IX attraversando tutta la parabola dalla Repubblica romana (1849) alla Legge delle guarentigie (1871). Un periodo non facile, che lo ha trovato strenuo difensore del potere temporale della Chiesa. Durante il suo servizio come elemosiniere, è riuscito a salvare dalla distruzione molte catacombe e cimiteri cristiani dall’invadenza dei piani regolatori del nascente Regno d’Italia. Accusato di essere un “palazzinaro” senza scrupoli, in realtà ha posto con sapienza le basi per gran parte dell’urbanizzazione di Roma e del comprensorio pontino, realizzando opere tutt’ora visibili.
Questo volume offre una panoramica sintetica sugli aspetti più rilevanti e più incisivi che hanno determinato la fisionomia del pontificato di ciascun papa dei Giubilei. La trattazione, da Bonifacio VIII (1300) fino al 2015, segue l'ordine cronologico con cui gli Anni Santi sono stati indetti e celebrati; individua e sottolinea il contesto storico nel quale si staglia la figura del pontefice come protagonista di molteplici attività che segnano il carattere e lo sviluppo dei tempi. I dati informativi, strutturati in un inquadramento storico, sono articolati in forma semplice e chiara e puntano a far comprendere la funzione che ciascun pontefice ha svolto nel processo storico. Ampio spazio viene riservato al Giubileo sia come evento storico-religioso sia come "opera d'arte": un'occasione straordinaria per promuovere e realizzare opere urbanistiche e artistiche che hanno abbellito la Roma dei papi, rinascimentale e barocca. Il richiamo, infine, a qualche particolare che sa di curiosità rende il testo un utile strumento di conoscenza di base e di facile consultazione.
La scelta di Romolo, che dopo aver sconfitto i Sabini in guerra ne fa altrettanti cittadini romani, è solo il primo caso di un'attitudine all'incorporazione di genti ed etnie diverse che caratterizza Roma sin dalla sua fondazione: nei secoli successivi il processo continua fino a comprendere tutti gli abitanti di un impero esteso su tre continenti. Chiamando a raccolta saperi diversi, il volume esplora alcuni momenti di questo percorso, raccontando storie di uomini e donne, ma anche vicende di dee e dèi venuti da lontano e accolti nel pantheon di Roma, e giungendo al rapporto con gli stranieri più estremi, stanziati nel cuore dell'Asia, eppure coinvolti in uno scambio commerciale capace di stabilire relazioni e cancellare distanze.
Salute, potenziamento dell'intelligenza e immortalità sono le principali mete da raggiungere secondo le nuove correnti di pensiero denominate Transumanesimo e Post-umano. I più recenti sviluppi della genetica, della nanotecnologia, della robotica, della neurofarmacologia, della bionica e delle scienze informatiche consentirebbero, infatti, di creare un homo novus in grado di raggiungere perfezione, resistenza e stabilità psico-fisica esercitando nel contempo un controllo totale sull'evoluzione. Gli interrogativi teologici suscitati da queste nuove correnti del pensiero si rivelano inquietanti e attualissimi e si sommano a quelli sollevati dagli inevitabili aspetti collaterali dell'eugenetica e della manipolazione biotecnologica. Si può sostituire l'amore con il perfezionismo e la tecnologia? E la salvezza cristiana con una versione secolare di immortalità prodotta dall'uomo? Si può concepire la redenzione limitandola al solo corpo? E sostituire il creatore con esseri che si ritengono a tutti gli effetti co-creanti e non più bisognosi di alcun Dio?