Scritto durante il suo esilio in Svizzera (1943-1945), questo saggio di Giorgio Scerbanenco vede qui la luce per la prima volta in volume e viene ad arricchire l'articolato mosaico della produzione letteraria di uno dei più prolifici scrittori italiani del Novecento. Si tratta di un.efficace analisi della storia della psicologia popolare italiana di fronte al fascismo e alla Seconda guerra mondiale. Concentrandosi sul comportamento delle persone, e non solo su questa o quella ideologia politica del passato, Patria mia assume un valore paradigmatico e non cessa di costituire un monito per i lettori del presente e del futuro.
Dalla crisi educativa si può uscire. Per farlo dobbiamo riacquistare il coraggio di vivere da adulti, perché non possiamo nascondere ai nostri occhi una verità che i ragazzi sanno leggere benissimo: la crisi educativa è una crisi degli adulti. E poi dobbiamo recuperare il coraggio di rischiare, di esporci in prima persona. Il coraggio di farci domande, di capire meglio il tempo nel quale ci è toccato vivere, per comprendere sempre più i ragazzi che di questo tempo sono i più autentici rappresentanti. Questo libro vuole essere un aiuto per tutti gli educatori che devono fare i conti con la tirannia del tempo. Un aiuto che prende la forma di 365 riflessioni sull'educazione, molte delle quali sono state pubblicate periodicamente dall'autore sulla pagina Facebook del sito lasfidaeducativa.it. Sono 365 punti che potrete leggere tutti d'un fiato o meditare, uno al giorno, per tutto l'anno. Oppure entrambe le cose. Un libro che vuole essere un aiuto per tornare a fare il mestiere più difficile ed al contempo più bello del mondo: quello di aiutare un cucciolo d'uomo a diventare ciò che è chiamato ad essere sin dal momento in cui è stato concepito. Il mestiere di educare.
Desde hace más de veinte años Giorgio Nardone viene desarrollando con éxito modalidades de intervención especificas basadas en el modelo del problem Solving Estratégico, cuya aplicación va de la psicoterapia a la resolución de situaciones problemáticas en las organizaciones. La aplicabilidad del modelo contempla situaciones tan diversas como los trastornos alimentarios, las fobias, los ataques de pánico, el coaching individual y la consultoría empresarial, escolar y deportiva.
Estas páginas describen la «tecnología» del Problem Solving Estratégico, síntesis de conocimiento y arte prácticos, de teoría e investigación empírica, para despertar al problem solver que hay en cada uno de nosotros y aprender a «ser realmente artífices y no víctimas de nuestro destino».
* Si hay un problema también hay una solución
* Definir el problema
* Determinar y acordar el objetivo a alcanzar
* Evaluar las soluciones intentadas que mantienen el problema
* Introducir el cambio de forma estratégica
L'esoterismo e i suoi rapporti con la cultura politica e il potere; da Scientology al nazismo, da Reagan e l'astrologia al papato, dalle società segrete statunitensi alla politica italiana. Giorgio Galli conduce un'indagine sulla genesi dei miti storici e sui rapporti tra storia e mito svelando le procedure di costruzione del consenso che si celano dietro alcune ideologie politiche che hanno avuto presa nel tempo.
Sin dalle prime, pionieristiche ricerche della metà degli anni '80 del Novecento condotte sui villaggi riuniti sotto la cura della Parrocchia di Comeglians, gli studi di Giorgio Ferigo si sono contraddistinti per la dialettica costante fra l'aspetto quantitativo e qualitativo dell'indagine. Con questa prospettiva, risultati particolarmente illuminanti sono stati raggiunti sulla storia della mobilità dei carnici in età moderna - i 'cramârs'/merciai e mercanti e i 'tessêrs'/tessitori, che con le loro attività per tre secoli almeno hanno concorso all'ossatura economica della montagna friulana - contribuendo al ribaltamento degli stereotipi sulla storia della popolazione e dell'emigrazione nelle Alpi orientali. I saggi riuniti nella pubblicazione rappresentano la prima raccolta dei suoi scritti di carattere storico.
“Ho paura, ma questa è la mia professione. Avere paura è una cosa tua personale. Ciò che conta veramente è dare voce alla gente, raccontare la grande tragedia del nostro paese. Perché la gente muore, ogni giorno si consumano orrori indescrivibili. E avere paura o non averne poco importa. È il rischio di questa professione."
Anna Politkovskaja
Ai confini del mondo parte da Ardesio, piccolo paese in provincia di Bergamo, tra le montagne della Val Seriana. Abbiamo incontrato e ascoltato Giorgio Fornoni, un reporter indipendente che negli ultimi trent’anni ha percorso più volte la distanza che separa la Terra dalla Luna. Con un’idea molto particolare di giornalismo: documentare e testimoniare le guerre nel mondo con l’attenzione indirizzata principalmente all’uomo che soffre e non alla geopolitica o ai grandi interessi internazionali.
Molti dei suoi principali reportage sono raccolti nel film. Fornoni ha fatto del giornalismo un modello esistenziale, animato da una profonda ricerca di sé nella sofferenza, nella speranza, nella rinuncia, nella pietà, nelle tante disposizioni cristiane che oggi non potrebbero essere più lontane dall’Occidente. Un giornalismo quasi mistico, con la videocamera puntata sul mondo e l’anima rivolta all’universo.
Contenuti extra
Interviste inedite: Dalai lama (Dharamsala, 1999); Anna Politkovskaja (Mosca, sede della “Novaja Gazeta”, 2003); George Coyne (astronomo e gesuita, direttore della Specola Vaticana dal 1978 al 2006; Roma, 2009).
Filmati inediti:
La raccolta dell'oppio in Laos.
Fotogallery a cura di Matteo Valle.
All'interno del vastissimo patrimonio filosofico che Nietzsche ci ha lasciato, i concetti di "apollineo" e "dionisiaco" sono certamente fra i più citati e i meno compresi, e a tutt'oggi la letteratura al riguardo appare largamente inadeguata. Con gli scritti raccolti in questo volume, Giorgio Colli non solo mostra di coglierli nella loro intima essenza, ma si spinge ancora più in là sulla strada aperta da Nietzsche. Collocandoli alle origini stesse del pensiero occidentale, ed esaltandone l'"inesauribile fecondità", ne fa chiavi interpretative in grado di schiudere i passaggi più occulti della storia del pensiero, dell'arte e della scienza. E non sembrerà azzardata, al lettore che lo voglia seguire nel suo affascinante percorso speculativo, l'affermazione che eleva "apollineo" e "dionisiaco" a "princìpi universali e supremi della realtà".
Questa è un'agenda che accompagnerà per tutto il 2018 con un pensiero spirituale di frate Emilio, la foto artistica di un fiore, l'immagine del santo del giorno e i riferimenti alle letture della liturgia eucaristica quotidiana.
È disponibile un ampio spazio per annotare pensieri, impressioni, preghiere o appuntamenti.
Questa agenda nasce dal desiderio di frate Emilio di donare a tutti una lettura quotidiana della Parola di Dio, con una chiara motivazione: l'invito a fermarsi un momento per riflettere e meditare sugli insegnamenti che veramente possono cambiare il nostro modo di vivere, alla luce di una vita cristiana aperta e pronta ad accogliere l'amore di Dio.
Sicuramente un bel regalo, molto pratico per vivere semplicemente e con gioia ogni giorno dell'anno nello spirito francescano di frate Emilio Romeri.
La guerra accompagna l'umanità fin dalle sue origini. Il racconto che la civiltà occidentale ne ha fatto si è declinato essenzialmente in tre modi - la narrazione epica nel mondo antico, quella romanzesca nel mondo moderno e quella televisiva nel mondo contemporaneo. Per capire come la nostra cultura della guerra sia intimamente legata al racconto che ne facciamo, Antonio Scurati legge questi tre modi attraverso quello che chiama il "criterio della visibilità": visibilità come rivelazione, come possibilità di comprendere la realtà di un mondo in guerra. Partendo dall'epica antica - che con l'ideale eroico dell'Iliade ha dato origine a una tradizione millenaria che pensa la battaglia come evento in grado di generare significati e valori collettivi -, attraversando la crisi di questo paradigma nella modernità romanzesca e la sua dissoluzione nella convinzione tutta novecentesca che la guerra sia priva di un qualsiasi senso, arriviamo alla tragica attualità del conflitto raccontato dalla televisione: quando le immagini della guerra sono entrate per la prima volta in diretta nelle nostre case - era il 17 gennaio 1991, data d'inizio della Prima guerra del Golfo - ci siamo illusi che al massimo della spettacolarizzazione potesse corrispondere il massimo della visibilità, e invece ci siamo trovati di fronte a un'apocalisse svuotata di qualsiasi rivelazione. Un'altra data spartiacque è arrivata dieci anni dopo: dall'11 settembre 2001 la guerra, prima demistificata, è stata investita di nuovo di un significato salvifico, come forma di violenza positiva che si contrappone alla nuova forma di violenza illimitata che è il terrorismo. E non potendo affrontare il terrorismo sul suo terreno, poiché questo non ha territorialità alcuna, la guerra ha abbandonato il reale per assicurarsi il controllo dei cieli dell'immaginario. L'invasione russa dell'Ucraina del febbraio 2022 sembrerebbe a prima vista smentire lo sviluppo di questo paradigma. Putin e la sua guerra, però, non sono l'Occidente: ne sono il nemico. Ma come sta rispondendo l'Occidente a questa offensiva orientale? Forse proprio riattingendo a quegli archetipi millenari che credevamo ormai seppelliti dal pacifismo novecentesco.
Età di lettura: da 1 anno.