Cosa sappiamo per certo sul funzionamento del cervello, e in particolare sul cervello dei bambini? Pur essendo l'organo più misterioso del nostro organismo, sappiamo tanto, ma non tutto. Che cos'è che ci rende intelligenti? Che cosa può rendere intelligenti i bambini? Perché alcuni lo sono più di altri? E perché certi bambini che sembrano non esserlo, in realtà lo sono? Sappiamo che la forza dell'intelligenza non scaturisce da un unico principio perfetto, ma dalla nostra vasta e differenziata diversità Sappiamo che lo sviluppo cerebrale dei bambini ha un bisogno esclusivo, totale, delle cure affettuose e continue dei genitori. Sappiamo che un ambiente pedagogico adatto può guidare un bambino ad apprendere processi grandi e complicati a partire da processi più piccoli, così come sappiamo che il cervello di un neonato non è pronto a sopravvivere nel mondo senza un adeguato, costante insegnamento - il che, in altri termini, significa che ai nostri bambini dobbiamo insegnare tutto. Ma sappiamo anche che nessun tipo di educazione potrà mai cambiare il fatto che più o meno la metà del potenziale intellettivo di un bambino è su base genetica...
Tutti noi abbiamo bisogno di legami, ma ne siamo anche profondamente spaventati. In essi e nel tradimento della fiducia che vi abbiamo riposto risuonano gli echi dei nostri traumi più profondi, tuttavia solo nei legami troviamo le riparazioni a cui non possiamo smettere di credere, ma le nostre ambivalenze e le nostre angosce ci guidano, spesso e fatalmente, verso profezie che si auto avverano. Nella polarità dipendenza-autonomia si gioca la danza della relazione. Il libro affronta il tema della dipendenza affettiva, e del suo rovescio, la contro dipendenza, atteggiamenti opposti ma che hanno una radice comune e che rappresentano in fondo le due facce di uno stesso problema. La prospettiva psicologica che viene proposta permette al lettore di inquadrare l'argomento attraverso un ampio spettro descrittivo, inoltre, partendo dal contributo di diverse teorie della personalità, vengono presentate delle chiavi esplicative per far luce sulle linee di sviluppo che possono concorrere a trasformare la dipendenza, da naturale passaggio evolutivo e aspetto della modulazione relazionale, in una soluzione patologica.
Che cosa significa esattamente "fare mobbing"? È un attacco ai diritti civili, ma connaturato al lavoro organizzato; è una minaccia al buon funzionamento delle organizzazioni, ma ci sono stili di gestione che lo rendono più probabile; è individuale nelle conseguenze ma è collettivo nei meccanismi che lo innescano. Per chi ha potere è più facile esercitarlo ma le false accuse di mobbing sono a loro volta una potente arma di mobbing. Nelle aule di tribunale, nei luoghi di lavoro e nella vita quotidiana il fenomeno del mobbing ha molte facce, che il libro ci aiuta a identificare e a comprendere, evocando casi, storie vere e situazioni tratte da film.
Perché le persone più intelligenti nel senso tradizionale del termine non sono sempre quelle con cui lavoriamo più volentieri o con cui facciamo amicizia? Perché i bambini dotati ma provenienti da famiglie divise hanno difficoltà a scuola? Perché un ottimo amministratore delegato può riuscire un pessimo venditore? Perché, sostiene Goleman, l'intelligenza non è tutto. A caratterizzare il nostro comportamento e la nostra personalità è una miscela in cui il quoziente intellettivo si fonde con virtù quali l'autocontrollo, la pervicacia, l'empatia e l'attenzione agli altri: in breve, l'intelligenza emotiva.
Il volume esamina le origini dell'attaccamento nella comunicazione faccia a faccia tra madre e bambino. Vengono descritte, in particolare, nuove forme di disturbo relazionale nella prima infanzia. Questi aspetti inconsapevoli della comunicazione forniscono al clinico prospettive inedite sulla prima infanzia e sulla comunicazione non verbale nel trattamento dei pazienti adulti. Basandosi su una microanalisi dettagliata delle interazioni filmate di diadi madre-bambino a quattro mesi, gli autori pervengono a una descrizione minuziosa del processo di formazione dell'attaccamento. La microanalisi secondo dopo secondo opera come una sorta di microscopio sociale, in grado di rilevare molto più di quanto sia visibile a occhio nudo. Il testo evidenzia come, accanto al contenuto linguistico, la dimensione corporea della comunicazione rappresenti una componente essenziale della capacità di comunicare e comprendere le emozioni. In particolare, le descrizioni delle comunicazioni corporee tra madre e bambino offrono utilissime analogie per i terapeuti che si occupano di pazienti adulti.
Si parla sempre più spesso dell'importanza di imparare a pensare, cioè a ragionare in modo corretto per risolvere problemi anche semplici ma non intuitivi. È questa la condizione che rende davvero "buona" la scuola, perché consente di trasmettere non solo conoscenze ma anche strategie, che funzionano indipendentemente dai contenuti e sono dunque applicabili a contesti diversi. L'obiettivo degli autori è risvegliare la nostra capacità di riflettere in modo non automatico, allineando in una cassetta degli attrezzi i meccanismi del pensiero che sono alla base di tale capacità. Ideato come un'agile guida per chiunque voglia apprendere come argomentare in modo critico, il libro è rivolto anche a quanti devono affrontare un test di selezione, essendo focalizzato sulle strategie mentali con cui risolvere gli esercizi di logica proposti nei test.
Il termine "stress" detiene oggi un primato d'uso e di "audience" che ne fa senza dubbio una chiave di lettura privilegiata del disagio contemporaneo e al contempo uno degli specchi favoriti della nostra epoca. Alla lettera, "stress" significa semplicemente "tensione", ma il ricorso a un concetto proposto come scientifico, e divenuto in realtà vago e ambiguo, va sempre più diffondendosi come spiegazione dell'insorgenza dei più svariati disturbi emotivi e fisici. Tale non innocente equivoco di fondo ne trascina con sé altri piccoli e grandi, quali la perdita del confine tra normalità e patologia, il ruolo della forza dell'io di ciascuno a fronte delle difficoltà del vivere, il significato dell'adattamento; ma soprattutto alimenta la confusione sui possibili rimedi. Definirsi stressati può essere, a livello culturale e individuale, un modo per non fare i conti con sofferenze e fragilità interiori, spostando all'esterno cause e rimedi.
Una donna sa della doppia vita del compagno ma finge di non sapere. Una moglie soffre per anni del matrimonio bianco imposto dal marito senza sospettare un'omosessualità nascosta. Una coppia cela a famigliari e amici la vera paternità del figlio. Una sorella si macera nel senso di colpa per non aver difeso il fratello da bambina. Quanti imbarazzi, omissioni, mezze verità o bugie palesi accompagnano la vita delle coppie. A volte innocenti, altre pesanti. Alcuni di questi sedimentano nel tempo e diventano segreti di famiglia che si tramandano come eredità silenti. Non sempre sono segreti tragici, spesso si tratta di cose di piccola entità, mai dette per vergogna, per dolore, o per quieto vivere. Cose che se rivelate potrebbero venire assorbite senza problemi nel fluire della quotidianità. In alcuni casi invece gli eventi, se portati a galla, distruggerebbero la serenità famigliare. Quasi sempre i non detti causano malessere, tristezza, senso di colpa, confusione. Il silenzio che doveva proteggere acuisce il disagio. Attraverso storie vere raccontate con piglio narrativo, la psicologa Anna Oliverio Ferraris illustra i mille modi in cui i segreti condizionano la vita di tutti, di chi lì mantiene e di chi li subisce.
Questa nuova edizione di L’ABC delle mie emozioni risponde appunto al bisogno di tracciare un aggiornamento degli ultimi esiti della Terapia Razionale Emotiva Comportamentale (REBT), la metodologia a cui il volume si ispira e da cui trae la prospettiva teorico-applicativa, per presentarne le particolarità e individuarne le differenze rispetto ad altre metodologie.
Il libro permette di strutturare un intervento completo, finalizzato a insegnare a bambini e ragazzi dagli 8 ai 13 anni a gestire le proprie emozioni attraverso tecniche specifiche di ristrutturazione cognitiva.
Nell’obiettivo di raggiungere la padronanza del pensiero positivo, l’apprendimento del dialogo interiore e la correzione dei pensieri negativi, il percorso si snoda attraverso specifiche unità tematiche, che ripropongono alcuni dei punti chiave essenziali della Terapia Razionale Emotiva Comportamentale:
• Comunicare i sentimenti
• Conoscere le emozioni dannose
• Sentire il proprio corpo
• Consapevolezza
• Il metodo ABC
• I virus mentali
• Affrontare le emozioni dannose
• La giusta visione delle cose
• Tollerare le frustrazioni
• Fare le proprie scelte
• Come reagire alle critiche
• Cominciare a piacersi
• Accettare se stessi
Il volume ha l'obiettivo di spiegare la sterilità e l'infertilità soprattutto da un punto di vista psicologico, descrivendo i traumi e i disagi psicologici che possono comparire in una coppia che non riesce a realizzare il desiderio di genitorialità e delineando e spiegando le procedure da adottare con le coppie che si confrontano con il problema di non riuscire a concepire un figlio. Indicazioni importanti vengono date anche per seguire le coppie che non solo scoprono di avere un problema di infertilità, ma anche per quelle che decidono di affidarsi alla medicina e, dunque, alle tecniche di PMA Procreazione Medicalmente Assistita - per provare a risolvere il disagio. Le linee guida in materia di PMA stabiliscono che tutte le coppie che si confrontano con questo problema hanno il diritto di ottenere un adeguato supporto psicologico in tutte le fasi del percorso di fecondazione assistita. La legge, inoltre, stabilisce che ogni centro di PMA deve garantire la presenza di uno psicologo adeguatamente formato e la possibilità alle coppie di richiedere un accompagnamento psicologico prima, durante e alla fine di un trattamento. Questo libro è rivolto a tutti coloro che intendono acquisire le nozioni e le competenze necessarie per lavorare con i pazienti che vivono un problema di infertilità. È particolarmente indicato per gli psicologi, ma anche per tutte le altre figure professionali che, all'interno di un'equipe multidisciplinare, si relazionano con questi pazienti.
Che cosa provochiamo quando reprimiamo i comportamenti aggressivi? Quanto è importante permettere loro di manifestarsi e come riuscire a gestirli nelle situazioni di ogni giorno? Con consigli pratici e numerosi esempi Jesper Juul insegna a decifrare e interpretare l'aggressività dei bambini, sia che si esprima in modo esplicito o che si celi dietro atteggiamenti di isolamento e chiusura, offrendo ai genitori ed educatori gli strumenti utili a sviluppare nei nostri ragazzi una sana autostima, indispensabile per risolvere davvero la questione. Dopo questo libro non guarderete più all'aggressività dei bambini nello stesso modo. Tutti noi vorremmo avere bambini buoni ed educati: bambini che non picchiano, non urlano, obbediscono e fanno "i bravi a scuola". Invece, non di rado siamo alle prese con bambini "con le spine": ostili, irascibili, insofferenti alle regole, diffidenti, chiusi. Noi, genitori ed educatori, finiamo con l'etichettarli semplicemente come "problematici". Li sanzioniamo o al contrario li giustifichiamo, senza renderci conto che le stesse spine che mostrano all'esterno sono profonde e li feriscono dentro. Per Jesper Juul, famoso e affermato terapeuta familiare danese, l'aggressività è un'emozione legittima e non va considerata un tabù: reprimerla, senza comprenderla, potrebbe rivelarsi fatale per il sano sviluppo del bambino.
Quali sono le fasi fra cui passa il bambino nella sua evoluzione?
Quali aspetti della conoscenza sviluppa e come si sa rapportare alla realtà? Come spiegare certi suoi comportamenti in apparenza irrazionali? Cosa c'è dietro al suo mondo magico? Di cosa deve preoccuparsi l'adulto e di cosa no?
Come comportarsi?
Uno strumento per gli adulti e per genitori attenti, per operatori per l'infanzia e per professionisti del settore, scritto da docenti universitari, tra cui una nonna, 'casualmente' psicologa per l'infanzia.
Alessandra Farneti
Psicologa e psicoterapeuta, è professore ordinario di Psicologia dello sviluppo presso la Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano (LUB). Si è occupata di età pre e perinatale e relazioni trigenerazionali. Ha pubblicato presso Carocci.
Reinhard Tschiesner
Psicologo, è ricercatore presso la Libera Università di Bolzano. E' docente di Psicologia clinica e di Psicologia dello sviluppo presso la Facoltà di Scienze della Formazione della stessa università e presso la Facoltà di Psicologia e Scienze motorie dell'Università di Innsbruck.
Ha pubblicato numerosi articoli.