Il percorso di questo saggio, partendo proprio dal recupero della dimensione antropologica dei concetti di 'impresa' e 'profitto', esamina il ruolo della gratuità nell'ambito della gestione d'impresa e delle correlate teorizzazioni, alla luce dell'insegnamento sociale della Chiesa e, in particolare, dell'Enciclica Caritas in Veritate. Si propone, così, il concetto di 'metaprofit', che - prendendo spunto dal significato del suffisso greco - è teso a sottolineare come l'impresa - antropologicamente interpretata - si compia per mezzo del profitto, ma necessariamente vada anche al di là di esso.
Che cos'è una regola, se essa sembra confondersi senza residui con la vita? E che cos'è una vita umana, se in ogni suo gesto, in ogni sua parola, in ogni suo silenzio non può più essere distinta dalla regola? È a queste domande che il nuovo libro di Agamben cerca di dare una risposta attraverso un'appassionata rilettura di quel fenomeno affascinante e sterminato che è il monachesimo occidentale da Pacomio a San Francesco. Se il libro ricostruisce nei particolari la vita dei monaci nella loro ossessiva attenzione alla scansione temporale e alla regola, alle tecniche ascetiche e alla liturgia, la tesi di Agamben è, però, che la vera novità del monachesimo non sta nella confusione fra la vita e la norma, ma nella scoperta di una nuova dimensione, in cui forse per la prima volta la "vita" come tale si afferma nella sua autonomia e la rivendicazione dell'"altissima povertà" e dell'"uso" lancia al diritto una sfida con cui il nostro tempo deve ancora fare i conti. "Come pensare una forma-di-vita, cioè una vita umana del tutto sottratta alla presa del diritto e un uso dei corpi e del mondo che non si sostanzi mai in un'appropriazione? Come pensare la vita come ciò di cui non si dà mai proprietà, ma soltanto un uso comune?"
"La storia della relazione vissuta da Dio con gli uomini è storia nuziale: Dio si porta e si comporta verso l'Umanità come fa lo Sposo con la Sposa. Questo egli ha inteso vivere e realizzare fin dall'inizio, fin da quando ha dato l'abbrivio alla vicenda degli uomini sviluppandola poi attraverso persone ed episodi diversi, ma tutti orientati al medesimo fine, tutte abitate dal medesimo cuore. Da quell'inizio è tutto come un diramarsi di rivoli diversi che portano tutti alla medesima foce: sfociano cioè nell'abbraccio nuziale di Dio per e con l'Umanità, la Città Sposa a lui destinata. L'intera storia dell'umana avventura, dalla sua origine prima alla sua fine passando per Cristo, non è che parte e momento della Città/sposa: perché questa è fatta di ogni umana persona di ogni tempo storico e di ogni regione geografico-culturale, che, raggiunta e incontrata da Cristo, si sia lasciata attirare e amare da Lui. In lei - la città, ogni umana persona - Egli pone il suo trono, la sua abitazione; di lei fa la sua dimora, la sua Città. Alla luce del Nuovo Testamento, è possibile intravedere che il modello originario della famiglia deve essere ricercato in Dio stesso, nel mistero trinitario della sua vita." (Giovanni Paolo II). Dall'inizio della Scrittura, sul frontespizio della storia, è già il Mistero che appariva loro (i Padri della Chiesa) nelle relazioni di Adamo e d'Eva. Ed è lo stesso Mistero che la Scrittura, dall'altro suo estremo, ancora offriva loro nella "donna vestita di sole" dell'Apocalisse. È dunque chiaro che non abbiamo qui semplicemente un simbolo tra altri, simbolo che si distinguerebbe soltanto per la sua frequenza e il suo maggior interesse. Tutti gli altri vi si riferiscono più o meno direttamente. È il simbolo centrale, e come l'anima che dirige tutta l'interpretazione dell'Antico Testamento. In maniera indissolubile questa interpretazione si presenta insieme come spirituale, storica e sociale ed è attribuirle insieme questa triplice nota, dire, con una sola parola, che essa ha per oggetto la Chiesa." (Henri de Lubac)
"L'arte lunga" è la medicina, 'arte della cura' che ha per scopo di tutelare la salute o di ricuperarla quando è perduta. La sua storia è antichissima, forse quanto l'uomo stesso, ed è modernissima, coinvolgendo oggi, come forse prima non mai, la durata e la qualità della vita umana. Lo sguardo di Cosmacini indaga nei fatti e fruga nei concetti, passando in rassegna personaggi, luoghi e istituzioni (medici, ospedali, università) e raccontando di malattie e di paure, di piccoli tentativi e di grandi ideali, sullo sfondo della storia naturale e sociale dell'umanità.
All’inizio del secondo decennio del XXI secolo la terra si presenta abitata da circa 7.000 milioni di persone, che si possono considerare divise in circa 2.000 milioni nei paesi industrializzati (Nord America, Europa, Russia, Giappone, Australia), in circa 3.000 milioni nei paesi in via di industrializzazione (Cina, india, Brasile, Sudest asiatico, eccetera) e in circa 2.000 milioni nei paesi poveri e poverissimi, per lo più in Asia, Africa, America latina.
Si usa caratterizzare i diversi paesi e il loro sviluppo economico con l’indicatore PIL, prodotto interno lordo, un numero che indica la quantità di denaro che scorre attraverso ciascun paese in un anno. Le singole persone tuttavia non mangiano, non si muovono, non abitano, non comunicano con i soldi, ma con delle cose materiali, tratte dalla natura e trasformate in prodotti commerciali, utili: grano e benzina, cemento e acqua, eccetera. Anche i beni apparentemente immateriali, come il parlare, la stessa felicità e dignità umana non sarebbero accessibili se non ci fossero fili elettrici, telefoni, abitazioni decenti, letti di ospedale, banchi di scuola, tutti «beni» fatti di metalli, legno, plastica, eccetera.
«Dentro» ciascun oggetto, ciascun prodotto fabbricato, ciascuna merce, ci sono materie fisiche, ma anche storie di personaggi, di inventori, di lavoro, di fatica umana.
Questo libro vuole raccontare alcune di queste storie di sostanze chimiche e di persone. È intitolato «dizionario» perché gli argomenti sono predisposti in ordine alfabetico, ma naturalmente si tratta di pochi argomenti rispetto all’universo quasi infinito di merci e oggetti che ci circondano.
I filosofi del Settecento scrissero un dizionario delle cose tecniche, intitolato Enciclopedia ragionata delle arti e mestieri. I chimici dell’Ottocento scrissero vari dizionari ed enciclopedie merceologiche, con un numero sempre più grande di «voci» a mano a mano che arrivavano altre innovazioni tecniche. Oggi sarebbe praticamente impossibile scrivere un dizionario universale delle merci e delle cose materiali.
Il lettore dovrà accontentarsi di queste poche schede che riguardano una minima frazione dei circa 60 miliardi di tonnellate di materiali che circolano intorno a lui, fra alimenti, fonti di energia, macchinari e manufatti industriali. Acqua esclusa, perché quella entra ed esce dalle case, dai campi e dalle fabbriche di tutto il mondo in ragione di circa 4.000 miliardi di tonnellate all’anno.
Se il lettore sarà incuriosito e indotto a guardarsi intorno con un po’ di curiosità e meraviglia per il mondo delle cose che gli permettono di vivere e lavorare, l’autore si sentirà soddisfatto.
La cucina del giorno dopo è stata, per secoli, la vera arte delle casalinghe. Il saper riusare non solo le rimanenze delle materie prime, magari con accostamenti non tradizionali, ma il saper dare nuova vita ai piatti già cucinati è il vero segreto per una cucina creativa, priva di sprechi, e anche originale. Le due autrici ci aiutano a scoprire questo piccolo mondo dalle radici molto antiche.
E' la storia di una giovane donna alle prese con un problema sanitario per certi versi dilagante che costituisce una minaccia stessa all'evoluzione del genere umano. Stiamo parlando dell'obesità.
Il settimanale per ragazzi "Il Vittorioso" è una testata rimasta nel cuore e nella memoria di centinaia e centinaia di migliaia di italiani: le sue pagine hanno contribuito a divertire, informare e formare intere generazioni di ragazzi cresciuti nel nostro Paese tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta. Un successo enorme, un vero e proprio fenomeno editoriale legato ai nomi dei migliori disegnatori dell'epoca: tra tutti, Benito Jacovitti, matita storica per eccellenza del «Vitt», come il giornale veniva chiamato affettuosamente dai suoi giovani lettori. Al "Vittorioso" l'Editrice AVE - che ne ha promosso e curato la pubblicazione quando era la casa editrice della Gioventù italiana dell'Azione cattolica (Giac) - dedica questo volume nel quale trovano spazio un approfondito saggio sulla vicenda del settimanale, la ripubblicazione integrale di otto storie a fumetti fra le più belle apparse negli oltre trent'anni di vita della testata e la riproduzione di una trentina di copertine. Una storia italiana fra cultura, vita ecclesiale, avvenimenti civili e politici, per raccontare l'Italia con una visuale diversa e originale.
Dopo la consacrazione che nel 2009 gli ha tributato la città di Milano con l’importante mostra tenutasi a Palazzo Reale, Giorgio Forattini, il re dei vignettisti italiani, torna in libreria armato del suo proverbiale coraggio, del suo irrinunciabile amore per la verità e della sua inconfondibile tendenza allo sberleffo. Come ogni anno, ecco i fatti e misfatti della politica italiana – e i personaggi più popolari che hanno fatto parlare di sé – visti attraverso la matita di un disegnatore sublime e di un osservatore intelligente e arguto. E se l’unico modo per capire davvero il Belpaese fosse quello di riderci sopra?
Una terra millenaria dove storia, fede e tradizione sono tanto profondamente radicate da fondersi in un unico orizzonte culturale. Un crocevia di popoli ed eserciti contestato da sempre e infiammato da conflitti politici e religiosi. Il viaggio verso la pace - tanto angosciante quanto difficile - per una nazione moderna, Israele, nata dopo l'Olocausto, e per la popolazione arabo-palestinese che si batte per la nascita di uno stato indipendente. Luoghi sacri, luoghi di culto, meravigliosi siti archeologici, località di villeggiatura attrezzate per soddisfare le esigenze del turismo di massa, deserti aridi, aree agricole verdeggianti. E una città, Gerusalemme, sacra per le tre maggiori religioni monoteiste. Per questi e molti altri aspetti la Terra Santa è un luogo unico al mondo. Le immagini pubblicate in questo libro lo presentano ai lettori, che potranno così apprezzarlo al meglio.
"Il mio sbigottimento alla notizia della morte di Giorgio Morandi non è quasi tanto per la cessazione fisica dell'uomo, quanto, e più, per la irrevocabile, disperata certezza che la sua attività resti interrotta, non continui; e proprio quando più ce ne sarebbe bisogno. Non vi saranno altri, nuovi dipinti di Morandi: questo è, per me, il pensiero più straziante. E tanto più se ricordo quel che, ancora pochi giorni fa, egli mi diceva: " Se sapesse, caro Longhi, quanta voglia ho di lavorare"; ed anche: "Ho delle idee nuove che vorrei svolgere...". Parole che denunciano l'improprietà, pur molto diffusa, di assimilare il percorso di un artista, soprattutto se anziano, a una parabola. Nella costante lucidità di Morandi, esso fu piuttosto una traiettoria ben tesa, una lunga strada; speriamo che resti aperta. Quelle poche frasi, sussurratemi nei suoi ultimi giorni (ed altre ne riporteranno certamente gli amici più vicini), stupiranno anche i molti che in Italia si sono accomodati a credere in una certa immobile comodità della posizione di Morandi dinanzi ai suoi semplici "oggetti" disposti, scalati, variati, permutati; senza intendere che in quella sua lunga, instancabile, solenne "elegia luminosa" - come ebbi a chiamarla presentandone la mostra al " Fiore " di Firenze nel '45, il giorno stesso della liberazione di Bologna". (Roberto Longhi)