Nell’opera di Paul Valéry, l’architettura ha una duplice centralità. Da un lato, rappresenta la metafora più convincente della logica costruttiva e della chiarezza ideale che devono guidare la riflessione sull’esistenza. Dall’altro lato, è quell’arte eccelsa che accoglie e custodisce il corpo dell’uomo, nell’orgoglio e nella bellezza, organizzando la materia bruta, secondo regola e numero. Su di essa, quindi, si addensano l’identità razionale e il destino vitale della civiltà. Così, guardare all’idea di architettura che Valéry esprime in pagine di raffi - nata scrittura, vuol dire guardare, da una postazione privilegiata, ad argomenti centrali nella cultura europea del Novecento. Muovendo da alcuni appunti inediti sull’architettura contenuti nei «Cahiers», gli autori propongono uno stimolante itinerario di lettura che attinge alla stessa passione per l’architettura nutrita da Valéry. Il volume è corredato da un inserto illustrativo con una selezione degli straordinari disegni dedicati da Valéry al tema dell’architettura
Il libretto è una guida quotidiana per i quaranta giorni di Quaresima.
È il tempo di preghiera e di approfondimento della propria fede.
Il percorso proposto si svolge in tre gradi:
a) l’ascolto del Vangelo di ogni giorno
b) la riflessione sugli spunti più importanti che ne emergono
c) il proposito personale della giornata: un piccolo gesto che aiuta a mettere in atto la Parola del Vangelo ascoltata e meditata.
Una traccia per inoltrarsi con fede in questa nuova avventura verso la gioia della Pasqua.
Ci terranno per mano le Suore Loretane di Pessano con Bornago che hanno preparato le riflessioni giorno per giorno.
"Io mi chiamo Silvano ma la provincia è sempre pronta a trovare un soprannome. E da Silvano a Silver la strada è breve". Con la sua voce dimessa e magnetica, sottolineata da una nota sulfurea e intrisa di umorismo amaro, il protagonista ci porta dentro una storia che, lette le prime righe, non riusciamo piú ad abbandonare. Con "Tre atti e due tempi" Giorgio Faletti ci consegna un romanzo composto come una partitura musicale e teso come un thriller, che toglie il fiato con il susseguirsi dei colpi di scena mentre ad ogni pagina i personaggi acquistano umanità e verità. Un romanzo che stringe in unità fili diversi: la corruzione del calcio e della società, la mancanza di futuro per chi è giovane, la responsabilità individuale, la qualità dell'amore e dei sentimenti in ogni momento della vita, il conflitto tra genitori e figli. E intanto, davanti ai nostri occhi, si disegnano i tratti affaticati e sorridenti di un personaggio indimenticabile. Silver, l'antieroe in cui tutti ci riconosciamo e di cui tutti abbiamo bisogno.
Tracciare un bilancio dell'avventura intellettuale dell'uomo in Occidente equivale a ripercorrere lo sviluppo della razionalità tramite l'esercizio del dubbio: filosofia, scienza, psicologia, tutte si sono avvalse del dubbio e del suo superamento come strumento d'indagine e metodologico privilegiato. Ma cosa accade quando cerchiamo di applicare il "cogitocentrismo" nella pratica, nella vita di tutti i giorni, di fronte a scelte e situazioni di per sé irriducibili alla logica e al più ferreo raziocinio? Cadiamo in una trappola, in un autoinganno, in una vera e propria "psicopatologia della vita quotidiana": ci illudiamo di poter risolvere una crisi amorosa, un dubbio amletico, una decisione cruciale affidandoci al nitore rassicurante del sillogismo, oppure, all'estremo opposto, cerchiamo la certezza nelle "verità rivelate", religiose, scientifiche o ideologiche. Da strumento infallibile il cogito si trasforma così in un ostacolo insormontabile, fonte di incertezza se non addirittura di sofferenza psicologica, fino ad assumere forme patologiche. In queste pagine Giorgio Nardone affianca i presupposti teorici all'indagine clinica, proponendo soluzioni terapeutiche "calzate sul problema" e ispirate al modello strategico. Sulla scia di Kant, è necessario "riorientare" strategicamente il pensiero per riscoprirne le potenzialità: anziché ostinarci a cercare le risposte, dovremmo preoccuparci di formulare meglio le domande.
Zeus diventa un cigno oppure un toro per sedurre le ragazze di cui si è invaghito. Atena trasforma in ragno la donna che aveva osato sfidarla in una gara di tessitura. Apollo scuoia vivo un rivale impertinente. Ermes, appena nato, scivola via dalla culla e si dedica al furto di bestiame. Dioniso fa impazzire una madre e la costringe a uccidere il suo stesso figlio. La capricciosa Afrodite viene sorpresa ad amoreggiare con il dio della guerra Ares: Efesto, il marito tradito, ingabbia i due amanti in una rete d'oro. Gli dei dell'antica Grecia sono rissosi, violenti, bugiardi, passionali. Molto diversi dall'immagine imbalsamata che spesso abbiamo di loro. Queste "biografie non autorizzate" svelano i lati oscuri e talvolta meno noti dei grandi protagonisti della mitologia in un racconto leggero e divertente, affidato alla penna di un autorevole studioso del mondo antico. Un viaggio nel mito, dove le storie che stanno alla radice della nostra cultura ritrovano tutta la loro affascinante immediatezza.
Cos'è il denaro? A cosa serve e come funziona? È il denaro che appartiene agli uomini o sono gli uomini ad appartenere al denaro? Domande semplici come quelle che potrebbe fare un bambino, ma che pure, una volta adulti, dimentichiamo forse perché spaventati da risposte che crediamo troppo astruse. Così si finisce per dare il denaro per scontato, uno strumento "trasparente", quasi una legge di natura. Giorgio Ruffolo, con la chiarezza e lo stile che l'hanno reso popolare, ne traccia una storia molto diversa, ricca di scoperte sorprendenti e clamorose smentite del senso comune. E lo fa raccontando le vicende degli uomini che per la passione, la necessità o il desiderio di denaro, hanno plasmato il mondo. Simbolo del valore materiale, il denaro ha una natura ideale: contrariamente a quello che si potrebbe pensare, infatti, "non è l'oro che da valore al denaro, ma il contrario". La storia del denaro, allora, è anche una storia di smaterializzazione e fiducia. Volatilità perché si passa dalle sonanti monete in oro e argento a pezzi di carta altrettanto preziosi, fino alle carte di credito o agli scambi via internet in cui il denaro diventa puro dato digitale. Fiducia perché accettare soldi in cambio di merce significa credere sulla parola che un giorno ci verrà restituito ciò che ci spetta. Cosa succede quando tale fiducia (o tale fede...) comincia a incrinarsi l'abbiamo scoperto a nostre spese proprio durante la recente crisi finanziaria globale.
Un pratico sussidio che guida sul cammino dell'Avvento. Ogni giorno è proposto un percorso così strutturato: "inizia dall'ascolto del Vangelo proprio del giorno" segue una riflessione sugli spunti più importanti che ne emergono. "È suggerita una breve preghiera" viene offerto il proposito personale della giornata: un piccolo gesto che aiuterà a mettere in atto la Parola del Vangelo ascoltata e meditata. Può essere uno strumento per la preparazione personale al rinnovarsi dell'incontro con Gesù nel Natale e anche una traccia per parrocchie, gruppi, comunità che vogliano vivere un momento comunitario di approfondimento dell'Avvento e del Natale.
Questo libro nasce dalla volontà di restituire il senso della vicenda umana e politica di un uomo molto citato, ma pochissimo conosciuto, e oggi tirato in ballo da più parti senza ritegno. Sotto forma di dialogo, Giorgio Dell'Arti ripercorre la vita del geniale e visionario primo ministro di Casa Savoia portandone alla luce gli aspetti più curiosi e meno noti. La diplomazia, l'arte di governo, ma anche i vizi, gli amori, gli affari e l'atmosfera della società dell'Ottocento. In filigrana un ritratto dell'Italia, in bianco e nero, ma ancora attualissimo. Soprattutto, a emergere è la vocazione patriottica di Cavour, il filo rosso che attraversa tutta la sua vita, da rileggere in questi tempi in cui - scrive Dell'Arti - "è bene rendersi conto che si può essere italiani e avere senso dello stato".
"La guerra, pur essendo matrice riconosciuta del peggior male possibile, è tuttavia stata ed è tuttora il motore o volano di ricerche, sperimentazioni, applicazioni e pratiche medico-sanitarie che, trasferite dal campo militare a quello civile, hanno avuto ricadute vantaggiose anche in quest'ultimo campo, contribuendo spesso in modo determinante allo sviluppo e al progresso della medicina e della sanità": è la tesi di Giorgio Cosmacini, argomentata alla luce di un excursus storico-filosofico dagli antichi greci ai giorni nostri. Dal mondo romano, che ha creato un abbozzo di organizzazione medica con una specie di infermeria creata prima per l'assistenza ai legionari feriti e poi adibita alla cura dei traumi del lavoro agricolo ed edile, al Medioevo e Rinascimento in cui i chirurghi di guerra hanno fatto conquiste poi largamente utilizzate in tempi di pace; dall'invenzione del 'pronto soccorso' da parte della sanità militare napoleonica alla fondazione dell'attività professionale infermieristica durante la guerra di Crimea; dall'idea di Croce Rossa Internazionale concepita all'indomani della battaglia di Solferino all'estensione dell'antisepsi, nella prima guerra mondiale: il rapporto tra guerra e medicina è un rapporto bi-direzionale, a sfavore e a favore. Per un verso la guerra è l'infausta matrice di traumi e malattie che richiedono una vastità d'interventi riparatori, esigenti a loro volta un'altrettanto vasta organizzazione sanitaria.
In questo volume illustrato di impianto cronologico, Giorgio Tourn ripercorre la storia dei templi - ovvero i luoghi di culto, le «chiese», dei protestanti - delle cosiddette Valli valdesi del Piemonte, storico rifugio dalle persecuzioni subite da questo gruppo di "eretici". Dopo aver descritto l'architettura di questi edifici spogli e privi di qualsiasi carattere sacro dalle grotte ai templi costruiti -, utilizzati prevalentemente per la lettura e lo studio della Bibbia, la predicazione, la preghiera e il canto degli inni, Tourn illustra gli elementi fondamentali del culto protestante, mettendone in luce mutamenti ed evoluzione.
Salutata ogni volta all'apparire dei singoli volumi che la compongono da un caldo e crescente successo di critica e di pubblico, la "Storia dell'Italia moderna" di Giorgio Candeloro ha assunto un grande e incontestato rilievo nella storiografia italiana e non solo italiana del dopoguerra. L'ininterrotta, meritoria fatica dell'autore ha dato vita a un'opera di carattere generale, non rigidamente specialistica, ma costantemente a un alto livello scientifico, che ha acquisito in questi anni "una funzione insostituibile, di permanente riferimento per la conoscenza del modo col quale si è venuto formando il nostro paese" (Ernesto Ragionieri). Quella di Candeloro - secondo un giudizio che Paolo Spriano formulò già nel 1968 e che i fatti hanno confermato nei decenni successivi - è "un opera che resterà". In questo volume: Agitazioni e riforme dal luglio 1846 al gennaio 1848; La rivoluzione e i primi due mesi della guerra d'indipendenza; La crisi del federalismo e del neoguelfismo. La reazione a Napoli. Il fallimento della guerra regia; La crisi del moderatismo e la riscossa democratica; Il 1849.