Il poderoso commento al Vangelo di Giovanni proposto da Simoens è il frutto di una quindicina d’anni di lavoro. Al centro dell’attenzione sta il testo, con le sue luci e le sue evidenze, con le sue difficoltà e i suoi interrogativi: la scelta è quella di "privilegiare una lettera la cui approfondita conoscenza porta a individuare un contenuto di Spirito, un contenuto teologico".
Note sull’autore
Yves Simoens è nato nel 1942 a Kinshasa (Repubblica democratica del Congo). Entrato nella Compagnia di Gesù nel noviziato di Arlon (Belgio) nel 1960, dopo la filosofia a Kimwenza (Congo) ha studiato filologia romanza all’Università di Kinshasa, potendosi così interessare sia della linguistica generale sia delle sue applicazioni alle lingue africana. Nel 1970 ha ottenuto il master in Lettere moderne all’Università di Aix-en-Provence. Diventato sacerdote a Lione nel 1973, ha conseguito la licenza e il dottorato in scienze bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma. Professore ordinario di esegesi biblica alla Facoltà teologica gesuita del Centro Sèvres (Parigi) e docente incaricato al Pontificio Istituto Biblico di Roma, i suoi studi vertono sul Nuovo Testamento in generale e il corpus giovanneo in particolare. Tiene corsi biblici ed esercizi ignaziani principalmente in Francia, Belgio e ad Haiti.
L’ITC-isr "Centro per le Scienze Religiose" di Trento si dota di uno strumento che, anno dopo anno, ne rifletta le scelte tematiche e il profilo e nel quale far confluire gli studi e le ricerche di quanti gravitano attorno ad esso. Nel primo numero, gli argomenti trattati spaziano da articoli strettamente filosofici a contributi del convegno sul "Dialogo tra Chiese" (Trento, maggio 1996); da interventi raccolti durante il ciclo di conferenze sul tema del "diluvio universale", recentemente organizzato dal Museo tridentino di Scienze Naturali in collaborazione con l’ITC-isr, fino a un blocco tematico dedicato al filosofo canadese C. Taylor.
Benché il dogma della SS. Trinità appaia il più alto e il più distante, è tuttavia denso di conseguenze vitali per i cristiani, la Chiesa, il mondo intero: il mistero primordiale è infatti quello che ha più attinenza con la realtà e nel passaggio di millenni dimostra ancora più forte la sua originalità e bellezza. Il saggio parte da uno sguardo alla situazione attuale, affronta poi il momento storico, seguito dalla parte sistematica. Dopo la "Trinità creduta" viene quindi proposta una "Trinità vissuta": la Trinità è legge che domina l’universo, modello personale, familiare, sociale, ecclesiale, esempio di ogni comportamento e iniziativa.
Note sull’autore
Giordano Frosini, docente di teologia sistematica nella Facoltà Teologica dell'Italia Centrale, è autore di numerose opere maturate nell'insegnamento e nell'attività pastorale. Suo intento è sempre stato quello di coniugare la serietà scientifica e lo stile semplice e piano, possibilmente alla portata di tutti. Di un primo ideale periodo dedicato alla riflessione sulle realtà penultime, si possono ricordare: Teologia delle realtà terrestri (1971), La fede e le opere. Le teologie della prassi (1992), L'impegno cristiano. Per una teologia della politica (21993), Babele o Gerusalemme? Per una teologia della città (1992), L'attività umana. Per una teologia del lavoro (1994), In politica da cristiani (1994), Per una spiritualità della politica (1996), Il pensiero sociale dei Padri (1996). Del periodo più direttamente teologico: Aspettando l'aurora. Saggio di escatologia cristiana (31996), Una Chiesa possibile (1995), Teologia oggi. Una sintesi completa e aggiornata (21997), il trittico "Chi dite che io sia?". Una cristologia per tutti (1997), Lo Spirito che dà la vita. Sintesi di pneumatologia (21998), Incontro al Padre. Una Teo-logia per tutti (21999); Spiritualità e teologia (2000). Collabora inoltre a quotidiani, periodici e riviste scientifiche.
Un vero trattato di "teologia dell’incarnazione", condotto attraverso la prospettiva dell’arte, in specifico dell’iconografia sulla Natività. L’icona della Natività è una delle più antiche illustrazioni di feste cristiane e nel corso dei secoli ha subito notevoli trasformazioni in relazione agli sviluppi dogmatici. L’autore segue il filo dell’arte sacra cristiana lungo il suo sviluppo, cominciando dalle sue forme più primitive fino al suo pieno splendore. Giunge quindi a concludere che l’icona della Natività rappresenta davvero la "sintesi di tutta l’incarnazione" e del suo dogma.
Note sull’autore
Padre Georges Drobot è nato nel 1925 a Harkov, in Ucraina. Dopo la deportazione in Germania, comincia la vita dell'esule a Roma, dove viene iniziato all'iconografia dal maestro Sofronov, e avvia lo studio dell'arte bizantina. Trasferitosi a Parigi, diviene sacerdote ortodosso, completa i suoi studi teologici all'Institut de théologie orthodoxe Saint-Serge e, con piena aderenza al suo spirito ecumenico, consegue il dottorato in teologia presso l'Institut catholique, avendo come maestri p. Daniélou e p. Kannengiesser. La sua tesi sull'icona della Natività, un unicum dal punto di vista iconografico, si incentra sull'approfondimento del dogma, così come è per tutte le sue pubblicazioni affidate a riviste specializzate o per tutte le conferenze cui è chiamato anche fuori dei confini dell'Europa. Inesauribile la sua produzione artistica, non quantificabile il numero dei corsi in cui si è speso in tanti anni di attività e delle esposizioni, cui sovente associa i suoi allievi di ogni nazione, teso com'è alla più ampia diffusione del culto dell'icona.
Note sul Curatore
Giancarlo Pellegrini (1957), diplomato in pittura e laureato in storia orientale; è allievo di p. Drobot. Docente di storia dell'arte nei licei, di recente ha lasciato l'insegnamento per dedicarsi a tempo pieno all'iconografia. Tiene un corso di iconografia cristiana presso lo Studio teologico francescano (BO) e corsi teorico-pratici di iconografia in varie città oltre che a Bologna, dove ha uno studio di produzioni iconografiche nella settecentesca chiesa di S. Maria Labarum Coeli. Ha pubblicato "Il tuo volto, Signore, io cerco". L'icona: il rinvenimento della presenza, Reggio Emilia 1995.
Monaco pacomiano nativo di Panopoli, vescovo di Edessa, nella Parafrasi Nonno traduce in versi la parte più ‘filosofica’ del Nuovo Testamento: il Vangelo secondo Giovanni. Il testo preso in esame è quello del Canto B, che propone l’episodio delle nozze di Cana. La poesia cristologica nonniana raggiunge qui forse la sua prova più alta e matura, offrendo una delle più profonde e affascinanti rappresentazioni della divinità di Cristo che sia sopravvissuta nella poesia greca cristiana della tarda antichità.
Note sul curatore
Enrico Livrea (Trieste 1944), già ordinario di filologia classica, di grammatica greca e latina, di filologia bizantina, è attualmente professore ordinario di letteratura greca presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. Ha svolto attività di ricerca e didattica nelle Università di Monaco, Colonia, Bonn, Parigi e presso il Center for Hellenic Studies di Washington, tenendo seminari in molte università europee e americane. Fra i libri che lo qualificano come uno dei più autorevoli specialisti di poesia alessandrina e tardoantica sono da ricordare le edizioni critiche e commentate delle Argonautiche di Apollonio Rodio (Firenze 1973), dei meliambi di Cercida di Megalopoli (Bonn 1986), dei frammenti delle Bassariche e della Gigantiade di Dionisio (Roma 1973), della Presa di Troia di Trifiodoro (Lipsia 1982), della Blemyomachia attribuita ad Olimpiodoro di Tebe (Meisenheim 1978), del Ratto di Elena di Colluto (Bologna 1968), dei frammenti di Pamprepio di Panopoli (Lipsia 1979), dell’epillio Ero e Leandro di Museo (Lipsia 1982). Del poema cristiano di Nonno di Panopoli, Parafrasi del Vangelo di S. Giovanni, ha già edito e commentato il canto XVIII (Napoli 1989) e prepara l’edizione complessiva sia per Teubner sia per Les Belles Lettres.
Fin dal Nuovo Testamento non solo vediamo Gesù pregare con i Salmi, come tutti gli ebrei del suo tempo, ma l'annuncio della Buona Novella riprende spesso testi tratti da questo libro della Scrittura per porre in evidenza la sua funzione redattrice e la sua collocazione all'interno della storia della salvezza. Gesù stesso e la Chiesa primitiva hanno quindi operato una rilettura dei Salmi in chiave cristologica per farne una preghiera adattata alla proposta evangelica. In seguito le Chiese locali disseminate nel mondo greco-romano hanno proseguito in questa direzione per fare dei Salmi la loro peculiare preghiera, parallelamente al giudaismo che continuava a leggerli nella prospettiva originaria.
La Liturgia delle Ore è il cuore pulsante della vita cristiana, senza il quale la fede ben presto si indebolisce, perde mordente. Essa non è semplicemente preghiera, ma preghiera rituale. Questa è la sua virtù, ma anche la sua difficoltà. Eppure questo lato del profilo della Liturgia delle Ore è il suo versante più prezioso. Il volume è suddiviso in quattro parti: l’esordio presenta le tre diverse visioni del tempo che attraversano la cultura attuale. Segue una valutazione della reciproca dipendenza di teologia e antropologia, per la piena valorizzazione del rapporto tra tempo e preghiera. La terza parte entra nell’esperienza propriamente teologica del pregare rituale. Con la quarta parte si giunge a una sorta di fenomenologia delle diverse ore della preghiera quotidiana.
Note sull’autore
Andrea Grillo (Savona 1961), laico sposato, dal 1994 insegna teologia dei sacramenti e filosofia presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma e l'Istituto di Liturgia Pastorale S. Giustina di Padova. Tra le sue pubblicazioni si ricordano Guida laica per tornare a messa. Dal precetto alla libertà (Cinisello Balsamo 1997) e Introduzione alla teologia liturgica. Approccio teorico alla liturgia e ai sacramenti cristiani (Padova 1999).
Nel raccontare la sua fede p. Tillard – teologo di fama internazionale e appassionato uomo di dialogo con l’ortodossia e col mondo anglicano – fa scorrere, assieme alla sua vita, anche la storia della Chiesa: quella delle origini e quella del presente, Chiesa locale come comunione, e Chiesa universale, comunioni di Chiese. Nel freddo gelido dell’inverno canadese, le sue conversazioni con F. Strazzari sui temi più attuali e scottanti della vita della Chiesa lasciano trapelare le sue certezze (non tante), la sua inquietudine (abbastanza), la sua smisurata fiducia in Dio, la sua passione per l’ecumenismo, il suo radicamento nella storia della fede cristiana.
Note sull’autore
Jean-Marie Roger Tillard (1927) è sacerdote domenicano, canadese, perito conciliare per l'episcopato del Canada, membro cattolico della commissione teologica del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Nei suoi scritti si preoccupa sempre di tenere unite spiritualità, teologia e divenire storico dell'esperienza cristiana. L'ecumenismo e l'attualità ecclesiale sono i due stimoli più forti al suo pensare teologico. Ha al suo attivo numerose opere, tra cui, in edizione italiana: Nel mondo ma non del mondo: la vita religiosa apostolica, Bologna 1982; Il vescovo di Roma, Brescia 1985; Chiesa di Chiese, l’ecclesiologia di comunione, Brescia 1989; L’Eucaristia e lo Spirito Santo, Milano 1998; Siamo gli ultimi cristiani? Lettera ai cristiani del 2000, Brescia 1999. È autore di una trentina di contributi per opere collettive e di oltre duecento articoli apparsi in riviste canadesi, americane ed europee.
Il sussidio propone un itinerario di catechesi sul Vangelo di Luca. Rispetto ai due fascicoli precedenti, dedicati al Vangelo di Matteo e di Marco, gli autori hanno maggiormente sottolineato l’aspetto narrativo, in modo da aiutare il lettore a calarsi ancor più nel racconto del terzo evangelista. Le peculiarità della narrazione e della teologia di Luca vengono messe in risalto anche attraverso il confronto con gli altri sinottici. Alcuni temi importanti o testi particolarmente difficili sono affrontati in note di approfondimento. Le tracce di riflessione poste alla fine di ogni sezione servono come aiuto per orientare lo studio personale del testo, anche a fini pastorali.
Note sugli autori.
Luca Mazzinghi
presbitero fiorentino, parroco di S. Lucia di Trespiano, dottore in esegesi biblica, dopo gli anni di studi al Pontificio istituto biblico e all'École biblique di Gerusalemme, insegna presso la Facoltà teologica dell'Italia centrale (FI) e, come professore invitato, al Pontificio istituto biblico. Redattore della rivista Vivens Homo e di Parole di vita, ha pubblicato Storia di Israele (Piemme, Casale M. 1991), Notte di paura e di luce. Esegesi di Sap. 17, 1-18,4 (Analecta biblica 134; Roma 1995); La Sapienza. Tra Antico e Nuovo Testamento (La Bibbia nelle nostre mani/12 (San Paolo, Cinisello Balsamo 1998). Ha collaborato al 4o volume di Logos. Corso di studi biblici. Sapienziali e altri scritti (Elle Di Ci, Leumann 1997).
Stefano Tarocchi
presbitero fiorentino, è nato nel 1956. Ha conseguito la licenza in scienze bibliche al Pontificio istituto biblico di Roma e il dottorato in teologia presso la Pontificia università lateranense. Insegna Nuovo Testamento alla Facoltà teologica dell'Italia centrale (Firenze) e l'ISSR "B. Ippolito Galantini". Ha pubblicato Il Dio longanime. La longanimità nell'epistolaroio paolino (EDB, Bologna 1993). Sullo stesso schema di Luca il Vangelo della salvezza, i due autori hanno già pubblicato Matteo il Vangelo del Regno dei cieli (EDB, Bologna 1998); Marco il primo Vangelo (EDB, Bologna 1999).