Tenente dell'esercito del Regno, capo partigiano in Val d'Ossola, braccio destro all'Eni di Enrico Mattei, di cui divenne successore. E poi la scalata a Montedison. Fino al colpo di scena del 1977: le dimissioni da presidente del colosso chimico e l'espatrio in Svizzera, con un immenso patrimonio personale. Un improvviso abbandono della scena pubblica di cui era stato a lungo uno dei principali protagonisti. In mezzo, una miriade di polemiche giornalistiche, scandali e inchieste, da cui uscì miracolosamente indenne. Una coltre di sospetti alimentati dalla sua leggendaria riservatezza: le sue interviste si contano sulle dita di una mano, rarissime le foto, inesistenti i filmati in cui compare. La leggenda nera, che da sempre lo avvolge, dopo la sua morte nel 2004 si è arricchita a dismisura, con Cefis messo in correlazione con le morti di Mattei, del giornalista Mauro De Mauro e di Pier Paolo Pasolini che, nell'incompiuto Petrolio, scriveva proprio di lui. E poi la P2, di cui è stato indicato come il fondatore. Questo libro, grazie a una documentazione inedita (compreso un clamoroso retroscena sulla morte di Mattei), è un profilo autentico e senza sconti. Perché raccontare Eugenio Cefis oggi, nel 2021 in cui ricorre il centenario della sua nascita, significa raccontare l'Italia come mai è stato fatto prima.
Paolo VI sosteneva che "la preghiera è non solo un dovere, ma un'arte, e arte di grande qualità", ricorda il curatore. Il titolo raccoglie le preghiere composte dal Beato Paolo VI, sia per occasioni particolari, o come semplici invocazioni che costellano le sue catechesi. "In Paolo VI abbiamo visto un uomo di preghiera, di profonda, personale, direi mistica preghiera. Non si può rimanere indifferenti davanti alle immagini di Paolo VI in ginocchio nel Cenacolo, o davanti alla Porta Santa in San Pietro; o mentre legge la straziante preghiera per Aldo Moro; o nel vederlo celebrare l'Eucaristia (...) E non si può rimanere insensibili davanti alle catechesi sulla preghiera e ai testi composti da Paolo VI. Testi che rivelano come il segreto della sua profonda spiritualità è racchiuso nella vita di preghiera. Leggendo e meditando questi suoi testi si comprende davvero questa grande arte, da lui vissuta e insegnata." (dalla Presentazione del Curatore)
In occasione della sua beatificazione, il testo della celebre esortazione apostolica di papa Montini in formato tascabile. "L'Evangelii nuntiandi è il documento pastorale più importante del post concilio. (...) Per me è il testamento pastorale del grande Paolo VI. E non è stata superata: è un cantiere di cose per la pastorale." (Papa Francesco)
Questa storia del giornalismo italiano prende le mosse dalla nascita delle prime gazzette secentesche; segue le vicende della stampa in modo via via più ampio col crescere del suo ruolo nella società; si chiude quando il giornalismo stampato, già affiancato da quello radiofonico e televisivo, entra in un futuro contrassegnato dai nuovi media elettronici. La nuova edizione sviluppa e aggiorna la parte finale illustrando le profonde trasformazioni in atto nel mondo dell'informazione nell'ultimo ventennio.
Il ministro di Gran Bretagna presso la Santa Sede nel 1939 scrive che il Sostituto della Segreteria di Stato Montini "non mostra inclinazione a subire gli entusiasmi fascisti". Su cosa si basa questo giudizio? Si tratta di un disimpegno spirituale "a-fascista" o Montini può definirsi veramente antifascista? Questo libro dimostra con i documenti che si può parlare di un antifascismo "montiniano". Una modalità che unisce la forza della fede al senso dei valori civili e umani, e si traduce nell'impegno perché gli universitari cattolici, dei quali Montini è assistente ecclesiastico, non si rassegnino a questa stagione del loro "infelice paese". Montini non è un politico, resta sempre e fermamente un sacerdote che si vuole occupare delle anime (anche di quelle dei fascisti). È motivato da una tenace speranza cristiana e convinto, sia pure di fronte alle "ingiurie, gli urti e quindi le percosse" delle squadracce contro i suoi giovani, che l'aiuto di Dio "si gioca degli uomini e degli avvenimenti per insegnare agli uomini cose migliori". E, alla fine, per quanto "attraverso ceppi e ostacoli, dietro timidezze e incertezze, rinunce e divieti, perdite e abbandoni", questi giovani montiniani crescono, le loro idee e i loro ideali si rafforzano e infine vincono. Il fascismo esibisce la volontà di "creare lo spavento", rivelando in realtà solo "il coraggio di mostrarsi pauroso": e Montini, quasi vent'anni prima che avvenga, ne prevede la disfatta.
Papa Montini aveva il dono di esprimere le sue intuizioni in formule lapidarie che rimangono ancora nella nostra memoria. Tante sue parole hanno arricchito il linguaggio della Chiesa come ad esempio "la civiltà dell'amore", "la Chiesa esperta in umanità", "lo sviluppo, nuovo nome della pace". La raccolta antologica che presentiamo si ferma all'espressione "la civiltà dell'amore" che ha incontrato un favore tutto speciale ed è entrato nell'uso comune poiché ha interpretato una delle maggiori aspirazioni del mondo d'oggi: il nostro mondo è stanco delle idee di lotta, di violenza, di terrorismo e di guerra. Forte nella sua fede in Cristo, Paolo VI ha proposto per il nostro tempo il suo progetto di una civiltà dell'amore per stimolare i cristiani ad impegnarsi, nel rispetto delle libertà, all'attuazione del desiderio universale di pace. Un'antologia di scritti collegati dal filo rosso dell'amore cristiano.
"L'Evangelii nuntiandi è il documento pastorale più grande che sia mai stato scritto fino a oggi." (Papa Francesco)
"L'attualità dell'enciclica Populorum progressio di Paolo VI è dimostrata dalla sua continua ripresa nel Magistero sociale fino a oggi, ma anche dalla individuazione della categoria di 'sviluppo dei popoli', che ha creato una storia straordinaria - dentro e fuori la Chiesa - di cooperazione allo sviluppo e che rimane uno dei criteri economici, politici e sociali per leggere e governare la situazione del mondo dei poveri di oggi." (dall'Introduzione di Gian Carlo Perego)
"Credo che la forza della Ecclesiam suam consista nell'aver saputo ricondurre all'essenziale fede e vita cristiana sul tema della parola. Certamente, la parola di Dio, la rivelazione, da cui soltanto discende la capacità della Chiesa a parlare e annunciare, a comunicare e testimoniare. Ma poi, in particolare, il parlare umano, il parlare della Chiesa. Proprio questa concentrazione sulla parola, sul messaggio, sul dialogo, esprime al meglio la vocazione della Chiesa e cerca di rendere la Chiesa a un tempo 'più divina' e 'più umana', in piena rispondenza al Cristo, parola di Dio fatta carne, uomo che ha parlato come nessun altro uomo mai." (dall'Introduzione di Enzo Bianchi)
El próximo 19 de octubre será beatificado el Papa Pablo VI (1963-1978), el Pontífice que condujo (con intervenciones decisivas) y clausuró el Concilio Vaticano II abierto por San Juan XXIII y dirigió su aplicación. Además escribió algunos documentos fundamentales del catolicismo moderno, como el Credo del Pueblo de Dios, la encíclica Ecclesiam Suam sobre la Iglesia, Mysterium Fidei sobre la eucaristía o la Populorum Progressio renovando la doctrina social de la Iglesia, o la exhortación apostólica Evangelii Nuntiandi, base de la Nueva Evangelización. Y, sobre todo, la Humanae Vitae para la defensa de la vida y sobre la regulación de la natalidad, el texto más conflictivo en la historia de la Iglesia en el siglo XX.Todos ellos aparecen reunidos en esta obra, editados para facilitar su comprensión y análisis al lector de hoy.Argumentos-La beatificación de Pablo VI multiplicará el interés de los medios de comunicación por este Papa, su pontificado y sus escritos, algunos de ellos muy polémicos.- El libro reúne los documentos más importantes de Pablo VI, con los cuales pueden comprenderse a la perfección su personalidad y su pensamiento.- El autor de la edición es un experto en la figura de este Papa y participará en la promoción. Es bien conocido en el ámbito editorial y mediático y en círculos eclesiásticos por su labor durante años en editorial Edibesa y tras haber dirigido y presentado durante 18 años católicos en TVE.
Il Credo del popolo di Dio, proclamato da Paolo VI nel 1968, rivisita il testo della professione di fede alla luce dell'insegnamento plurisecolare della Chiesa.
Sei intensi discorsi di Giovanni Battista Montini, pronunciati da arcivescovo di Milano e poi da pontefice, che suonano con grandissima attualità come messaggio di speranza e di incoraggiamento ai giovani di tutti i tempi. Il nuovo beato Paolo VI stupisce per la lucidità e il coraggio con cui, persino negli anni più duri della contestazione studentesca (1968), affida le sorti della Chiesa e del mondo alle nuove generazioni, riconoscendo in loro le energie, il coraggio e la dedizione necessari per costruire il nuovo mondo. Parole intense anche per l'oggi, per tenere alti il desiderio e la speranza nel futuro.