La riflessione sull'idea di realtà è iniziata con la nascita della filosofia e continua da allora. Sul finire del Novecento, però, ha conosciuto un periodo di oblio dovuto al successo delle filosofie legate alla cosiddetta «svolta linguistica». Ma oggi la realtà è tornata e, come il fantasma del Commendatore alla fine del Don Giovanni , ci ricorda di questioni che non si possono ignorare. Per giudicare della realtà esterna dobbiamo fidarci dei sensi o della scienza? I colori, i suoni, gli odori esistono davvero o sono solo un prodotto interno alla nostra mente? Oltre agli oggetti materiali, esistono anche quelli immateriali, come le menti, i numeri e il tempo? E che statuto hanno i giudizi estetici e morali? Mario De Caro, con uno stile chiaro e accessibile anche ai non addetti ai lavori, ci aiuta a rispondere a queste domande. Lo fa introducendoci al «realismo ordinario» - che predilige la testimonianza dell'esperienza percettiva a quella della scienza -, facendoci dialogare con il «realismo scientifico» - secondo cui il mondo contiene soltanto le cose che le scienze naturali possono descrivere e spiegare - e approdando infine a una terza forma di realismo: il «naturalismo liberalizzato», che ammette l'esistenza (e la necessità) di una pluralità di chiavi di accesso a una realtà che è irriducibilmente complessa e variegata.
La Bibbia affida ai profeti il compito di dire all'uomo che Dio parla, ma che la sua Parola non sempre viene ascoltata e che questa sordità alla Parola impedisce di vivere all'altezza del proprio desiderio. Comprendere i profeti non è però sempre facile, richiede impegno; questo saggio vuole quindi aiutare coloro che scelgono di mettersi in ascolto proponendo alcuni criteri di lettura dei libri profetici, per invogliare e accompagnare il contatto diretto con le pagine che vanno dall'inizio di Isaia alla fine di Malachia, in modo che queste possano essere accostate con consapevolezza e competenza, per poterne trarre gusto e significato.
"Avendo in mente l'ampia discussione che tuttora esiste sulla scuola, sulla sua riforma, sulla preparazione dei maestri e dei docenti, leggere gli scritti di Maria Montessori non ha certo il senso di una fuga nel passato ma, anzi, quello di approfondire un insieme di conoscenze che entrano appieno nel dibattito di oggi." Con queste parole Vittorino Andreoli ci invita a leggere le pagine profonde e moderne di una raccolta che ci apre le porte a una scuola diversa da quella a cui siamo abituati, e che si fonda sulla libertà di ogni bambino di crescere in sintonia con le sue inclinazioni. È la scuola basata sull'amore, che rifiuta l'imposizione di ogni modello predeterminato, in grado di gettare semi che aiutino i più piccoli a sviluppare la propria autonomia e le proprie peculiari potenzialità. È la scuola di Maria Montessori, capace contemporaneamente di educare e divertire, e che permette ai bambini di crescere come le persone che sono, e che desiderano essere.
Il testo ripercorre la storia di uno dei personaggi più complessi, controversi, inquietanti, tormentati e contraddittori della storia, Giuliano detto l'Apostata, l'imperatore che si allontanò dalla fede cristiana e cercò di tornare al paganesimo greco-romano, con il proposito di ripristinare, in tutto l'Impero, la religione dei templi e dei sacrifici. In questa biografia, l'autore ripercorre e approfondisce le motivazioni molteplici che stanno alla base dell'"abiura" di Giuliano, incapace di conciliare il patrimonio della classicità con la religione di Cristo.
Il lessico dell'italiano (e di qualsiasi altra lingua) si rinnova di continuo, via via che mutano le esigenze di designazione della collettività. A volte si ricorre al prestito da altre lingue, fenomeno subito evidente e spesso giudicato sfavorevolmente dai parlanti; a volte si attivano procedimenti di formazione di nuove parole, che sono percorsi interni alla lingua stessa, che trova in sé le risorse necessarie (parole, affissi, regole di combinazione) per sopperire alle sue necessità. Il libro esplora questa seconda opzione, solo di recente indagata con sistematicità dalla ricerca, cui costantemente si ispira. L'intento è quello di guidare il lettore non specialista, con un linguaggio semplice e piano, in un viaggio fra le parole: le parole di oggi, ovviamente, così inestricabilmente intrecciate col loro passato, e insieme così chiaramente indicative dei percorsi futuri.
Il libro racconta la storia dei testi cristiani, dalle origini lontane della Bibbia ebraica fino ai clamorosi ritrovamenti negli ultimi decenni di manoscritti che si credevano perduti, tra le sabbie dei deserti ma anche in biblioteche europee. Traduttori e filologi, eretici e vescovi, patriarchi e stampatori, chierici e laici, eremiti e umanisti, imprenditori e falsari, uomini e donne spesso dimenticate: ecco alcuni tra i protagonisti di vicende che per oltre due millenni hanno unito, ma anche separato, Oriente e Occidente. È la storia della ricerca intorno a una parola che si crede ispirata divinamente e si trasforma in scrittura sacra. Scrittura che a sua volta dà vita a innumerevoli altre scritture che la traducono e la commentano, libri di Dio da allineare in un'ideale immensa biblioteca. Al centro di una vicenda poco conosciuta che aiuta a capire anche l'oggi.
Era il 4 febbraio 2019 quando papa Francesco e il grande imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb firmavano ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, la Dichiarazione sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, documento che, dal punto di vista cattolico, contiene un passaggio alquanto problematico là dove si legge che “il pluralismo e le diversità di religione” nascerebbero da “una sapiente volontà divina”. Ma come può Dio volere, in virtù della sua sapienza, la diversità delle religioni? Affermare che le diversità di religione sono volute da Dio non significa contraddire la richiesta di Gesù di andare in tutto il mondo e proclamare il Vangelo a ogni creatura?
A partire da queste domande il libro, con il contributo di monsignor Nicola Bux e don Alfredo Maria Morselli, affronta il contenuto della Dichiarazione, lo colloca all’interno del pontificato di papa Bergoglio e ne mostra gli sviluppi, come la nascita dell’Alto comitato per la fratellanza umana e la Abrahamic Family House, la Casa della fede abramitica in costruzione ad Abu Dhabi.
Al termine è proposto il testo del Manifesto della fede del cardinale Gerhard Müller sulla Verità della rivelazione.
Aldo Maria Valli (Rho, 1958), per oltre trent’anni vaticanista della Rai, gestisce ora il popolare blog Duc in altum.
“Due cattolici veri, convinti e praticanti, intrecciano un fitto dialogo, con poche divergenze e molte convergenze, sullo stato della fede e della cristianità, della Chiesa e dei cattolici nei giorni nostri”.
Scrive così Marcello Veneziani nella presentazione di Decadenza. Le parole d‘ordine della Chiesa postconciliare (Chorabooks), il libro che Aldo Maria Valli e Aurelio Porfiri hanno voluto dedicare a dieci parole che la Chiesa cattolica ha messo al centro della sua predicazione e del suo insegnamento a partire dal Concilio Vaticano II, con una particolare attenzione per alcuni vocaboli privilegiati dal magistero di Francesco. Le dieci parole sono: dialogo, pastorale, sinodalità, ponti, autoreferenziale, fragilità, misericordia, ecumenismo, discernimento, periferie.
“È come se la Chiesa ai tempi di Bergoglio – osserva Veneziani – fosse in croce: inchiodata in alto dalla perdita della verità e dall’oblio di Dio, in basso dal suo ridursi a soccorso umanitario e centro d’accoglienza; ai lati trafitta da una parte dal cedimento alla cultura protestante e dall’altra dall’apertura unilaterale al dialogo con l’Islam. In questo crocevia, la Chiesa perde la sua luce, la sua aura e i suoi fedeli. Si svuotano le chiese, perde forza il messaggio cristiano, si confonde con lo spirito del mondo e le organizzazioni umanitarie”.
Ecco dunque il senso di decadenza, che per i due autori si traduce in certi momenti in un profondo scoramento e in altri nel desiderio di lottare perché quel patrimonio di sapienza, bellezza e santità che è la Chiesa cattolica non vada del tutto disperso, svenduto al desiderio insensato di piacere al mondo mettendo l’uomo al posto di Dio.
Veneziani giustamente nota che il libro è venato da un grande amore per la tradizione, intesa non come immobilismo, ma come fedeltà a ciò che conta e che semplicemente non può essere cambiato, perché il cambiamento equivale a un crollo e a un tradimento.
Dice Veneziani: siamo passati rapidamente da una Chiesa che metteva al centro il Mistero, la Risurrezione e l’Immortalità a una che non fa che parlare di solidarietà, fratellanza e redenzione in senso sociale. E c’è pure la pretesa di giustificare l’operazione in quanto recupero delle origini. Una mistificazione tutta giocata in termini ideologici, con l’aiuto di un vocabolario che Valli e Porfiri smontano pezzo a pezzo, mostrandone da un lato la pochezza contenutistica e dall’altro l’uso strumentale.
C’è una Chiesa cattolica che di cattolico ormai ha solo la ragione sociale, perché in realtà ha sposato il pensiero dominante nel mondo e ha come unico obiettivo piacere alla gente che piace. Aldo Maria Valli, uno dei più noti vaticanisti italiani, nel suo popolare blog Duc in altum si è divertito per mesi a prendere di mira questa Chiesa in una rubrica satirica di grande successo, intitolata Uomini giusti ai posti giusti, ora riunita nel libro “Ai tempi di Gesù non c’era il registratore”. Uomini giusti ai posti giusti (Edizioni Chorabooks). Un graffiante pamphlet con cui l’autore, usando l’arma dell’ironia, smaschera la pochezza di una Chiesa che, a suo giudizio, volendo essere à la page risulta solo grottesca.
Carmen Maria Machado racconta lo smarrimento e la solitudine di trovarsi in una relazione segnata dall'abuso psicologico, e allo stesso tempo ci consegna, oltre a una toccante autobiografia, una profonda riflessione sulla scrittura e sulla natura stessa del memoir. Per analizzare il suo rapporto con una donna bella e carismatica, ma anche instabile e violenta, e capire come quello che le è successo l'abbia plasmata nella persona che è ora, Machado attinge a piene mani da numerosi generi letterari e dalla cultura pop. Capitolo dopo capitolo siamo trasportati dalla casa stregata al bildungsroman, dal noir alla novella picaresca, da Cechov alle fiabe, da Star Trek ai cattivi della Disney, in un tour de force sul trauma e sulla sua elaborazione che smantella lo stereotipo dell'idilliaca relazione tra donne. Al centro di tutto la casa dei sogni, il simbolo di ciò che poteva essere e non è stato.
Il volume raccoglie le omelie "pasquali" del vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli dalla domenica delle palme fino alla domenica in albis 2020 nel tempo inedito dell'emergenza sanitaria per la pandemia del Covid-19. Alle riflessioni del vescovo, in un racconto che si fa corale, si uniscono piccoli frame condivisi da tutta la comunità con brevi pensieri e immagini, insieme a spunti per vivere in famiglia le celebrazioni pasquali riscoprendo il valore dei segni. Mons. Fragnelli non tralascia, con una sottile vena provocatoria, di farsi portavoce di alcune domande radicali della cultura del novecento siciliano con interessanti citazioni, attualizzate, di Pirandello, Bufalino e Tomasi di Lampedusa rilette nell'ottica pasquale.
Questo libro è una guida per chi è impe­gnato nel viaggio della vita: mira a dare un nome alle emozioni che viviamo dentro di noi, aiuta a “leggerle”, a capire come fun­zionano e ad affrontarle, trasformandole in bussole per capire dove siamo e dove stiamo andando.
La possibilità di nominare ciò che vivia­mo dentro, dalla rabbia alla tristezza, dalla paura alla gioia, è uno strumento che svela gli inganni e le maschere del nostro tempo, mette a nudo le relazioni che bloccano, permette di reagire alla fatica e all’ansia quotidiana. L’uomo è chiamato a crescere, a evolversi e a compiersi. Ognuno di noi è il sogno più bello di Dio e la sua pace sta nel realizzarlo.
Maria Pia Colella è una donna, sposa, madre, psicologa-psicoterapeuta e formatrice. Ha conseguito la Laurea in Psicologia a indirizzo clinico specializ­zandosi in Psicologia relazionale presso l’Accademia Psicoterapia Relazionale (IPR). Nel 2011 ha conseguito il Master di II livello in “Clinica della relazione di coppia” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – ASAG Alta Scuo­la di Specializzazione Agostino Gemelli. Svolge da diversi anni attività privata in ambito clinico. Ha promosso ed elabo­rato progetti per le scuole su inclusione sociale, genitorialità, prevenzione del disagio giovanile. Con sguardo attento e appassionato, da circa 10 anni offre il suo servizio per la formazione di giovani, fi­danzati e famiglie all’interno del Proget­to Nazareth. Autrice di diversi articoli sulla genitorialità e sulla relazione della coppia, per San Paolo nel 2018 ha pubbli­cato Chiamati ad essere. Manuale della coniugalità.