Negli ultimi decenni del Novecento, quel secolo che è apparso il più secolarizzato della storia, in cui si è giunti a teorizzare la scomparsa delle religioni, in alcune regioni del mondo le fedi sono state di nuovo proiettate sullo spazio pubblico. Accompagnandosi talvolta alla rinascita delle passioni nazionaliste, altre volte alla protesta degli esclusi, ai conflitti o al ridisegnarsi delle identità. Nella condizione umana si sta imponendo la necessità di convivere, come ha messo in luce recentemente Andrea Riccardi. Una convivenza con troppe differenze, su orizzonti ampi quali quelli della globalizzazione, può indurre i fenomeni preoccupanti che sono sotto i nostri occhi: individualismi irresponsabili, tribalismi difensivi, nuovi fondamentalismi. Donne e uomini spaesati hanno paura del presente e del futuro; chiedono alle religioni di proteggere la loro paura, magari ergendo muri di diffidenza. Nei fondamentalismi vi è sempre una semplificazione che affascina i giovani, i disperati, la gente spaesata per la quale questo mondo è troppo complesso, inospitale. E i fondamentalismi hanno il marchio dell'odio, se non della lotta al diverso religiosamente o etnicamente. (Prefazione di Marco Impagliazzo)
Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nell'Appennino bolognese, intorno a Monte Sole, le truppe tedesche compiono il più grande massacro di popolazione civile perpetrato sul fronte occidentale durante la seconda guerra mondiale, noto come "strage di Marzabotto". Quasi ottocento persone vengono uccise in oltre cento diverse località di eccidio distribuite sul territorio. L'obiettivo è quello di "ripulire" un'importante area strategica a ridosso della linea del fronte (la Linea Gotica) dalla presenza dei partigiani. Ma senza cercare il combattimento, piuttosto facendo terra bruciata intorno ad essi. Questa tragica operazione militare di guerra contro i civili è qui ricostruita dettagliatamente, grazie al ricorso a una vasta mole di documentazione archivistica italiana e straniera, relativa anche ai processi che si svolsero successivamente, da quello a carico del maggiore delle SS Walter Reder nel 1951 a quello conclusosi nel 2008 con la condanna di una decina di subalterni. La storia del massacro è ricondotta al contesto in cui maturò: al rapporto tra partigiani e popolazioni e alle ragioni che consentirono ai soldati tedeschi di vedere in donne e bambini un nemico da sterminare. Il racconto del massacro che è assurto a simbolo della violenza nazista in Italia, e nel contempo un'indagine illuminante sulle culture e sulle pratiche della violenza di guerra ai civili in età contemporanea.
Oggi, in Italia, i sondaggi vengono utilizzati quotidianamente un po' dovunque, nel marketing come nella politica, nell'informazione come nel costume. Ma la loro è stata una storia breve e disordinata, una crescita esponenziale che non ha dato al paese il tempo di acquisire i necessari anticorpi. Fino alla fine degli anni Ottanta, aziende e partiti politici, media e istituzioni si disinteressavano quasi integralmente del ricorso alle tecniche demoscopiche per rilevare la portata di un certo fenomeno o comprendere la diffusione di determinati atteggiamenti. Poi, in maniera forse troppo repentina, le cose hanno cominciato ad andare in una direzione diametralmente opposta: senza l'ausilio dei risultati di un sondaggio, sembra quasi che nessuno si senta legittimato a fare scelte di qualunque tipo, siano esse strategiche o comunicative. Ma non sempre chi utilizza i sondaggi o ne legge i risultati comprende fino in fondo le loro regole e le corrette modalità di fruizione. Il sondaggio è infatti uno strumento tanto utile quanto controverso e pieno di tranelli. In quattro agili capitoli Paolo Natale delinea sinteticamente i principali usi (e abusi) cui sono destinati i sondaggi, in particolare quelli politici, e ne illustra le "aree grigie": dalle più frequenti tecniche di manipolazione metodologiche e comunicative ai più madornali errori di previsione registrati nelle stime di voto.
La prima analisi dettagliata del concilio convocato da Cipriano nel 256: alle origini della formazione del modello conciliare occidentale questa assemblea rappresenta la prima occasione per uno studio del modo in cui i vescovi della regione affrontano insieme i problemi posti dalla lotta all'eresia, dall'amministrazione del battesimo, dalla strutturazione della comunione in istituti e liturgie.
Alexander "Sasha" Litvinenko, ex tenente colonnello del Kgb è stato avvelenato a Londra con il Polonio 210 nel novembre 2006. La sua morte scatenò una "seconda guerra fredda" fra l'Occidente e la Russia di Vladimir Putin, con la relativa devastazione della Commissione parlamentare d'inchiesta Mitrokhin. Litvinenko era l'informatore segreto di Paolo Guzzanti, presidente della Commissione, al quale forniva notizie sulle manovre che il nuovo Kgb di Putin preparava per annientare i lavori di un'inchiesta durata quattro anni, che ha passato al setaccio la penetrazione sovietica scoprendo e risolvendo molti "misteri d'Italia". Come la matrice sovietica dell'attentato al papa del 1981 e i retroscena del delitto Moro. Con l'avvelenamento di Litvinenko fu lanciata in Italia la più grande operazione di "deception", di inganno pianificato, del dopoguerra, partendo dalla distruzione del consulente Mario Scaramella, presentato come probabile assassino e truffatore. Questo libro vuole ristabilire la verità raccontando la storia segreta di Litvinenko, della Commissione, dell'ascesa di Putin e di come Berlusconi abbia tradito la Commissione per non contrariare l'ultimo capo del Kgb, diventato suo partner e amico fraterno.
Oscar Wilde rappresenta un mistero non ancora pienamente svelato, un artista unico dalla personalità complessa. Questo libro - una biografia affascinante come un romanzo - racconta la storia vera di questo genio, un ritratto a tutto tondo di un uomo che per tutta la vita cercò la Bellezza e finì per incontrare la Verità.
Spendere la propria vita per qualcosa di grande, scoprendo e vivendo, una ad una, le parole del Vangelo, ha affascinato Paolo Macciotta fin dal primo giorno in cui ha incontrato l'ideale dell'unità: che proprio "insieme" per questo qualcosa di grande si potesse vivere è stato il timbro particolare con il quale si è gettato in questa avventura. Insieme, al tempo della contestazione giovanile, con altri giovani; insieme per tutta la vita con Pinella, e poi con il figlio Fation; insieme nel "focolare", la comunità al cuore del Movimento; insieme, per dieci anni, alla gente del Guatemala per portare anche lì la luce dell'ideale del Vangelo; insieme con altre famiglie e con tutto il "popolo" di Chiara Lubich. Insieme perché "dove due o più sono uniti nel mio nome, lì sono Io in mezzo a loro" è il segreto della spiritualità collettiva.
In principio Dio creò il cielo e la terra, le piante e gli animali, il primo uomo e la prima donna. E la terra si popolò dei figli dei loro figli. E poi venne Noè, che costruì l'Arca. E venne Abramo e dopo di lui Giobbe... Età di lettura: da 6 anni.
Con l'annuncio dell'angelo Gabriele comincia la storia di Gesù: la nascita e l'infanzia, il battesimo e l'inizio della sua vita in mezzo ai discepoli, la predicazione della buona novella, e i suoi miracoli per la gioia degli uomini fino al momento della sua morte e resurrezione nel giorno di Pasqua. Età di lettura: da 6 anni.
«Questo saggio nasce da un’attenta analisi dell’intera opera dantesca, la Divina Commedia, per svilupparsi quindi fondamentalmente intorno ad un tema unico e universale: il destino dell’uomo, o meglio, il suo innato desiderio di felicità, che trova appagamento nella visione dell’essenza divina. Fedrigotti offre così al lettore un argomento di perenne attualità, dopo aver rivisitato il testo del sommo poeta in parallelo alle fonti filosofiche a cui Dante ha attinto nel presentarci la propria concezione della beatitudine. Si tratta di un’opera densa, concentrata. La ricchezza dell’offerta, tuttavia, ripaga lo sforzo della lettura» dall’introduzione di Gregorio Vivaldelli, Direttore dello Studio Teologico Accademico di Trento.
In appendice sono posti tre studi di Carlo Caffarra, di Angelo Scola e di Giuseppe Barzaghi a commento del discorso che Benedetto XVI ha tenuto all’Università di Ratisbona.