"La dieta mediterranea difende dal morbo di Alzheimer". "Grande successo della dieta mediterranea in Giappone". "Olio di oliva sempre più sano: è antinfiammatorio". "La dieta mediterranea fa bene alla salute". Per molti anni ci siamo sentiti dire e ripetere - da medici, dietologi, salutisti e opinionisti vari - che il segreto della nostra salute, la grande inconsapevole fortuna di cui noi italiani potevamo godere nel campo del benessere fisico, era la dieta mediterranea. La fatidica, mitica, salvifica dieta mediterranea. Ci voleva un polemista irriducibile come il giornalista e scrittore Paolo Guzzanti per demolire anche quest'ultimo baluardo dell'orgoglio nazionale. "Abbasso la dieta mediterranea" è un atto di accusa, misurato ma fermo, non tanto nei confronti delle buone abitudini alimentari degli italiani, quanto piuttosto verso i "fanatici", gli integralisti del mangiare a base di pasta, pomodori e olio d'oliva. Lungi dal volersi sostituire ai dietisti e agli esperti di nutrizione, Guzzanti ha inteso piuttosto scrivere un "pamphlet gastro-letterario". Il cui punto di partenza poggia su una base reale di polemica medico-scientifica (l'attacco alla dieta mediterranea portato in questi ultimi anni da molti nutrizionisti anglosassoni), per sviluppare poi un percorso di personale narrazione, fatto di ricordi familiari (come mangiavano, o non mangiavano, i padri e i nonni), di esperienze alimentari disperse nella memoria, di sapori e odori che riaffiorano come frammenti di vita vissuta.
Per imparare a discernere non c'è altra strada che imparare una relazione: la relazione con Dio.
“SONO QUI IN MEZZO A VOI... e VOI MI CERCATE OVUNQUE, SONO NEI CUORI di CHI SPERA, CHI GEME, CHI PIANGE... CHI CHIEDE AIUTO!” “OH UOMINI, VENITE! IL MIO CUORE VI ATTENDE... NON VUOLE CHE RICOLMARVI di GIOIA... e AMORE! LA MIA GIOIA È NEL MIO CUORE, MA POSSO TRASFERIRLA nel VOSTRO...” “IO VI DONO LA CALMA, LA SERENITÀ, ... L’AMORE (VERI)!” “TANTI NON MI CONOSCONO: ECCO PERCHÉ NON MI AMANO! MA MI CONOSCESSERO…” “IO SONO LA LIBERÀ, LA PACE, L’AMORE!” “IO VI PERDONERÒ SEMPRE, POICHÉ VI AMO. QUESTA È LA DIVINA LEGGE DEL MIO AMORE!” “MI FIDO DI VOI! PORTATE, ANCHE ATTRAVERSO QUEST’OPERA, IL MIO AMORE AL MONDO! VI AMO, UOMINI! ACCETTATE il MIO MESSAGIO d’AMORE!”.
Oggi, nel nostro Paese, le donne (e gli uomini) che lavorano sono costrette ad allontanarsi dai figli sin dalla prima infanzia; oppure, se non ne hanno intenzione, a dimettersi.
Se dichiarano qualche insoddisfazione, è piuttosto verso la mancanza di un sistema capillare di strutture di assistenza alla prima infanzia realizzate e gestite dallo Stato.
Ma è giusta una simile soluzione, che antepone esigenze diverse – la produttività, l’eguaglianza tra i sessi, l’emancipazione femminile – al bisogno conclamato dei figli di trascorrere i primi anni il più possibile accanto ai genitori; che scoraggia l’assunzione della responsabilità educativa in prima persona; che, proponendo lo Stato come sollecito tutore, genera la convinzione che un compito fondamentale come l’allevamento dei figli, in particolare nella prima infanzia, possa essere delegato ad altri?
Davvero il principale desiderio di madri e padri è quello di lavorare, sempre e comunque, anche mentre i figli sono ancora in fasce? Che riflessi avrà questa lontananza sul futuro dell’attuale generazione infantile, abituata a crescere sin da piccolissima senza famiglia?
Con uno stile brillante e di alta divulgazione, l’autrice passa in rassegna significativi casi storici e analisi finanziarie, fornendo infine una proposta di policy economicamente sostenibile e realisticamente fondata sui dati strutturali, congiunturali e antropologici del “modello italiano”.
Testo di riflessioni esistenziali dell’Autrice, per lo più autobiograiche, che vede la sua vita come un viaggio alla ricerca di risposte ai tanti perché dell’esistenza. Gli argomenti sono variegati: la vita, i comportamenti personali, gli atteggiamenti e le reazioni di chi si incrocia sul cammino, chi ci sta vicino, gli abbagli di certe relazioni non proprio ottimali, l’amore, l’amicizia, eccetera. Il taglio narrativo è assolutamente “laico”. Soltanto un breve capitolo, verso la fine del testo, si sofferma sul concetto di Dio nella vita umana. Tuttavia, si nota una certa ansia di ricerca di assoluto.
Autrice
Paola Bressan vive a Lonigo, in provincia di Vicenza, dove è nata nel 1963. Diplomata al liceo pedagogico, ha frequentato l’Università degli studi a Verona. È docente titolare nella scuola primaria da oltre 25 anni. È appassionata di arte e letteratura e dedica molto spazio alla lettura di testi, soprattutto di carattere psicologico e filosofico
''Altri semina, Altri raccoglie'' è la norma non di un tempo cieco e tirannico, ma la condizione della pazieza, la prova della speranza, la verifica della fede.
In questa nostra società, segnata dal disincanto, non è facile scoprire il vero volto dell'uomo, e riconoscerne la profondità e la ricchezza spesso celate nell'inconscio. Questo scritto, indicando il silenzio come fondamento di ogni altra esperienza umana, cerca di vederlo come matrice feconda del "simbolo" e della "sublimazione".
DESCRIZIONE: Questo studio mette a fuoco per la prima volta la figura del chierico reatino Tullio Crispoldi, vissuto nei cruciali decenni del concilio di Trento, che videro il passaggio da una stagione animata da prospettive di confronto aperto alle istanze scaturite dalla Riforma protestante a un’età di ormai consolidata ortodossia teologica. Lungo tutto quest’arco di tempo, nel quale si delinearono le premesse e si definirono i contenuti della grande svolta controriformistica, costante fu l’impegno del Crispoldi per una riforma dal basso, individuale e collettiva, via via depurata nel corso degli anni da ogni esplicita implicazione ereticale. In tale prospettiva le opere del reatino offrono un’immagine più articolata del laboratorio veronese sviluppatosi intorno all’azione di rinnovamento del vescovo Gian Matteo Giberti e del suo contraddittorio tentativo di inaugurare una riforma della Chiesa che muovesse dai concreti problemi del governo pastorale.
La biografia umana e religiosa del Crispoldi delineata in queste pagine consente di gettare uno sguardo originale sui passaggi, anche traumatici, di cui furono protagonisti uomini che combatterono in prima fila per il rinnovamento della Chiesa e furono capaci di trasferire alla successiva generazione postridentina un patrimonio di esperienze passato indenne attraverso le traumatiche cesure imposte dal trionfo inquisitoriale degli anni Quaranta e Cinquanta del secolo.
COMMENTO: La prima biografia intellettuale di Tullio Crispoldi da Rieti, uno dei protagonisti della storia religiosa italiana del '500, tra Riforma e Controriforma.
PAOLO SALVETTO (Torino 1965) ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia Religiosa con un lavoro sul chierico Tullio Crispoldi da Rieti. È stato titolare di un assegno di ricerca patrocinato dalla Fondazione CRT per la realizzazione di uno studio sulla predicazione eterodossa in Italia nel XVI secolo dal titolo La predicazione eterodossa nell’età del Cinquecento. Storia, geografia, forme, contenuti, ricezione. Ha inoltre curato la voce Controriforma per l’Enciclopedia Italiana Treccani nella collana Enciclopedia dei Ragazzi. Sta preparando l’edizione critica di un poema manoscritto di autore anonimo lucchese, il Settennario, appartenente al filone profetico cinquecentesco, rivelatosi una sintesi originale di temi provenienti dalla tradizione biblica, dalle dottrine riformate e dalla precettistica coranica.