
L'ascesa di Cesare avvenne all'insegna della sfida alle istituzioni e di una attenta valutazione di opportunità e alleanze. Giovane militante del partito avverso a Silla, alla sua vittoria dovette riparare all'estero per rientrare a Roma solamente alla morte del dittatore. Prima questore e poi magistrato edile, pontefice massimo e pretore, Cesare si servì delle cariche repubblicane per acquisire visibilità, divenendo molto popolare anche tra la plebe. Governatore della Spagna, poi console, egli strinse nel primo triumvirato un'alleanza politica con Pompeo e Crasso, ma al ritorno dalle vittoriose campagne di Gallia divenne personaggio ingombrante. La sua uccisione aprì la strada all'impero di Augusto.
Dalla Serbia medioevale alla nascita della moderna Albania, dell'espansione dell'impero ottomano nei Balcani alla storia globale dell'Europa dell'Est. Una sintesi per comprendere l'ultimo sanguinoso conflitto del Novecento.
Una riflessione intensa su alcuni snodi dolorosi della storia dell'Italia unita è quanto presenta l'autore nel suo nuovo libro. La storia nazionale appare qui marcata da una serie di "tragedie necessarie", di fratture traumatiche che hanno diviso lo Stato dalla società e gli italiani dagli italiani. La rotta di Caporetto nel 1917 e lo sfascio dell'8 settembre 1943 sono i punti di massima crisi, i simboli maggiori di una storia lacerata che occorre oramai riconoscere per tale, prendendo coscienza della sua intima tragicità.