
Perché definire Olocausto, ossia 'sacrificio dove la vittima viene interamente arsa', l'annientamento di un popolo? Quale importanza può avere il nome con cui definiamo questa immane tragedia? Perchè essa deve avere una denominazione che la identifichi fra tutte quelle avventure dei secoli? I nomi, infatti, definiscono e delimitano la realtà, ma ne costituiscono anche lo specchio, che può, a volte, essere usato per banalizzarla, deformarla o addirittura a negarla.
Nella storia dello spionaggio la seconda guerra mondiale apre una nuova fase: la 'guerra segreta' diventa un vero e proprio contraltare della guerra guerreggiata. Tre ideologie fra loro concorrenziali (democrazia, nazismo e comunismo) condizionano il quadro militare e la stessa organizzazione dei servizi segreti delle potenze belligeranti. La 'guerra segreta' che si combatte tra il 1939 e il 1945 è un'anticipazione dello spirito e dei metodi che avrebbero contraddistinto nel mezzo secolo successivo il confronto tra Est e Ovest.
Da Caporetto al Piave, alla conquista di Addis Abeba, alla disastrosa condotta dell'esercito nella seconda guerra mondiale, agli ambigui giorni tra il 25 luglio e l'8 settembre 1943. Inoltre le speranze di impadronirsi del potere, il brusco congedo da parte dei rinati partiti politici... La storia, tra luci e ombre, di un personaggio che ancora oggi rimane un enigma.
Nel 1922 Salvemini, che si è ritirato dalla politica attiva, prende a scrivere il diario per dar corpo alle sue riflessioni e per registrare quanto sta accadendo, sì da predisporsi il materiale per uno studio futuro sul fascismo. Il diario alterna così pagine di giudizi sferzanti e furibondi e la puntigliosa raccolta di notizie grandi e piccole sul clima politico italiano: notizie che vengono dai giornali ma soprattutto dalle conversazioni e dalle corrispondenze di una vasta cerchia di amici, da Sforza ad Amendola, da Albertini a Fortunato, da Ojetti a Modigliani.
Luigi XIV si circondò dei maestosi giardini di Versailles e di uno stuolo di donne adoranti o spudoratamente interessate. Donne forti come Madame de Maintenon o ingenue come Maria Mancini, nipote di Mazzarino, che accarezzò per un attimo l'illusione di diventare regina, ma fu sacrificata alla suprema ragion di stato. Donne ambiziose come la cognata Enrichetta d'Inghilterra, o ambigue come Madame de Montespan, che rischiò di compromettere la politica di riforma giudiziaria del re per il suo presunto coinvolgimento nel famoso "Affare dei veleni". E, al di sopra di tutte, naturalmente, la regina Maria Teresa, figlia del re di Spagna, molto insignificante e molto tradita, un astro spento in mezzo a un firmamento di stelle.