
Dall'Ottobre rosso all'epopea di Zapata e di Che Guevara, dalla rivoluzione francese a quella khomeinista, tutte le insurrezioni, tra le loro innumerevoli differenze, mostrano un denominatore comune: l'incapacità del potere di riconoscere i segni dei tempi. I grandi rivoluzionari hanno deviato il fiume della storia, trasformato nazioni, influenzato il mondo. Alcuni hanno incarnato un sogno di libertà, e il loro sacrificio ha ispirato milioni di persone a vivere una vita diversa; altri non hanno portato che terrore e tenebre.
Questo libro intende affrancare il bizantinismo dalla mistificazione e dal luogo comune, proponendosi di far emergere il senso del millenario esperimento di Bisanzio nella storia dell'idea di Stato. I documenti dell'esperienza statale di Bisanzio sono un inestimabile vademecum di cultura politica. E la lunga ombra di Bisanzio continua ad estendersi sulle vicende contemporanee. Le zone d'incandescenza e le faglie d'attrito del nuovo secolo, dal Balcani al Mar Nero, dal Caucaso al Kurdistan, appartengono, non a caso, al territorio che dall'impero multietnico della Seconda Roma passò a quello della Terza Roma, Mosca.
La presente edizione delle "Lettere" segue la prima a distanza di cinquant'anni. La generazione alla quale allora si rivolgeva, composta di persone che avevano vissuto i fatti e i tempi della Resistenza, è quasi completamente scomparsa. Per le nuove generazioni, non si tratta più di rievocare vicende in cui ci sia stato un coinvolgimento anche solo indiretto. Inevitabilmente questi testi sono letti oggi con un'attutita percezione dell'originario significato che essi avevano nel loro momento storico. Chiunque leggerà le "Lettere" vi troverà la voce di un'altra Italia e non potrà non domandarsi se davvero non ci sia più bisogno di quella voce o se, al contrario, non si debba fare di tutto per mantenerla viva nelle coscienze.
Questo libro nasce dalla lunga esperienza personale di uno dei maggiori antichisti del nostro tempo nella lettura, discussione e interpretazione filologica della documentazione antiquaria fornita dai papiri, e dalla meditazione sui suoi contenuti, sia sul piano storico-letterario che su quello socio-culturale. Il volume si propone di presentare la moderna papirologia e di renderla accessibile nella sua immagine più chiara e completa, senza pretendere di dire tutto n di fornire risposte univoche quando questo non è onestamente possibile. Intende invece dire con correttezza l’essenziale, immettere nella metodologia più valida (partendo dal recupero dei testi papiracei, e guidando nella lettura e nell’interpretazione), e in particolare invitare chi tratta questa importante documentazione, contemporanea agli eventi dell’antichità, a guardarsi dagli errori più banali e più lontani dalla vera scienza che è il fine del filologo.
Un profilo di un uomo straordinario. Una interpretazione originale di una delle figure più controverse della storia. Il libro è già stato tradotto e ha suscitato interesse di pubblico e di critica in Germania, Francia, Spagna, America, Brasile. Luciano Canfora insegna Filologia classica all'Università di Bari.
La nuova unità statale, nata nel 1860, mancava di un sistema di infrastrutture capace di investire anche le aree più appartate; il mondo commerciale aveva operatori che differivano da una zona all'altra. I gruppi imprenditoriali mantenevano ancora i profili degli antichi Stati in cui erano cresciuti. Perfino la burocrazia conservava procedure, linguaggi e organizzazioni assai diversi da un'area all'altra. Il libro ripercorre alcuni passaggi significativi della storia degli italiani, ricostruisce come l'Italia, immaginata dai Padri della patria, divenne tra incertezze e delusioni, un Paese reale.
Marc Cooper viveva in Cile all'epoca del golpe militare che ha sovvertito il governo di Salvador Allende, per il quale lavorava come traduttore. A venticinque anni dagli avvenimenti che lo hanno costretto alla fuga, Cooper torna in Cile, descrive un paese che è solo in apparenza democratico, osserva con uno sguardo memore del passato una società che ha subito fortissimi traumi, ancora non rimarginati. "Io e Pinochet" racconta i momenti decisivi del governo di Allende, il terrore del golpe, la delusione di una pseudodemocrazia fino all'arresto di Pinochet.