
Su quel granellino sperduto nello spazio che chiamiamo terra passano miliardi di persone: solo di pochissime resta, sui libri di scuola, qualche traccia. Tutte le altre sprofondano nella notte della dimenticanza. Eppure si tratta, spesso, di esistenze che - come lucciole - interrompono per qualche momento il buio del nonsenso e lasciano intravedere la filigrana del mondo. per ridurre, sia pur minimamente, l'insopportabile sperpero di così prezioso patrimonio, si sono volute fissare alcune storie: attraverso la registrazione di colloqui diretti, altre volte attraverso brevi profili biografici. Il lettore potrà così incontrare, o riconoscere, volti - pìiù o meno noti nel nostro paese - di laici particolarmente impegnati nel mondo della cultura, della politica e del lavoro sociale, sia uomini (Francesco Lo Sardo, Lucio Schirò D'Agati, Giorgio La Pira, Peppino Impastato, Sergio Cipolla, Giovanni La Fiura, Luigi Lombardi Vallauri, Franco Cassano, Pietro Barcellona) che donne (Candida Di Vita, Simona Mafai, Amelia Crisantino); di preti cattolici (Don Pino Puglisi, Don Cosimo Scordato, Don francesco Michele Stabile, Don Carlo Molari, P. Ortensio da Spinetoli, Don Baldassare Meli, Don Vincenzo Sorce) e di pastori protestanti (Pietro Valdo Panascia).
Mauro Canali lavora da tempo al tema scottante degli apparati informativi e repressivi del regime fascista: a partire dallo studio su Cesare Rossi, animatore della Ceka, proseguendo con i retroscena del delitto Matteotti, per arrivare al discusso caso di Ignazio Silone e del suo ruolo di informatore. Ora ha portato a termine un'opera complessiva che, raccogliendo il frutto di molti anni di lavoro e rendendo pubblica una approfondita conoscenza della documentazione archivistica (in larga parte ancora ignota agli studiosi), fotografa nei dettagli la rete informativa stesa dal regime fascista per controllare e neutralizzare l'opposizione e il dissenso, in Italia come all'estero. Canali segue l'evoluzione dei vari organismi di polizia (la Polizia politica, l'Ovra) e ne descrive il funzionamento, rintracciando zona per zona, città per città, l'esercito di fiduciari e informatori, dei quali vengono ricostruite identità e attività e, in una corposa appendice, elencati i nomi. Da un consimile viaggio nei sotterranei del regime, il fascismo si rivela per quello che fu: un gigantesco, efficiente, occhiuto e corruttore stato di polizia.
Una madre con il cadavere carbonizzato del figlio nella valigia, una famiglia che fa colazione nella veranda di una villa in mezzo alle macerie, una massaia che pulisce i vetri dell'unico edificio rimasto in piedi in mezzo alla distruzione. Immagini che testimoniano la serie di bombardamenti alleati che distrussero Amburgo durante la Seconda guerra mondiale e che hanno sempre costituito un argomento tabù in Germania. In quanto colpevole, il popolo tedesco doveva tacere il dolore patito da milioni di civili. Sebald trattò questo tema nel 1997 in una serie di lezioni di poetica tenute a Zurigo, toccando un nervo scoperto e componendo una storia naturale della distruzione in cui il meccanismo della guerra non risparmia niente e nessuno.
"Questo libro, che parte dall'esplosione dei conflitti imperialistici e giunge all'età della globalizzazione, non è una sintesi degli avvenimenti del Novecento. Esso è stato scritto, facendo centro sull'analisi e sull'interpretazione dei maggiori nodi problematici del secolo scorso con le sue ambiguità e con le alternative che ha aperto all'uomo, avendo l'intento di stimolare, oltre che la riflessione dell'autore, quella dei lettori intorno all'eredità che ne viene al secolo che ha iniziato il suo cammino." (Massimo Salvadori)
Lo studio della pittura francese del XV secolo negli ultimi decenni si è notevolmente arricchito permettendo di riportare alla luce molte personalità da tempo cadute nell'oblio e di ricostruire l'attività di numerosi centri artistici che costituiscono anelli essenziali della catena di scambi europei. Questo libro cerca di rintracciare tale complessa geografia artistica a partire dall'analisi dell'interazione delle corti francesi e dell'ambiente parigino ai tempi del gotico internazionale, per approfondire le modalità di diffusione dell'"ars nova" e la sua parziale assimilazione nel regno di Francia ai tempi di Carlo V e Luigi XI. Evidenzia infine la normalizzazione di un linguaggio propriamente francese, fondato sul modello di Jean Fouquet.
"Una impressionante analisi dei documenti: i discorsi del Duce, ovviamente, ma anche i suoi articoli da giornalista, i suoi tentativi letterari di scrittore; e, accanto a questi, le veline del Min.Cul.Pop., i testi ideologici collettivi, e i testi di altri rappresentanti del fascismo che a loro volta derivano da quella del Duce la loro comunicazione, imponendo un effetto-coro di rara efficacia. L'impianto del libro di Simonini appare così davvero completo. Si comincia con l'individuazione degli stereotipi lessicali e sintattici, e si perviene alla definizione di uno stile come idioletto mussoliniano, si passa per l'analisi ritmica dei discorsi, e si individua lo studio delle cadenze come formatore di passioni." (Omar Calabrese)
In Occidente e in Israele è nota come "guerra dei sei giorni", ma nel mondo arabo è chiamata la "guerra di giugno" o semplicemente "la disfatta". In sei giorni di intenso combattimento, nel giugno 1967, Israele ha ottenuto il controllo della Striscia di Gaza e dei Territori, sbaragliando una coalizione di Stati arabi guidata da Siria ed Egitto. Già consigliere della delegazione israeliana presso le Nazioni Unite, membro dello Shalem Center di Gerusalemme, Oren individua in questo evento la radice di tutti i successivi sconvolgimenti che hanno scosso il Medio Oriente: la guerra dello Yom Kippur, la guerra in Libano, la controversia su Gerusalemme e sugli insediamenti dei coloni ebrei.