
La ricostruzione di Ostrogorsky prende avvio con il trasferimento del centro politico dell'impero romano nell'Oriente ellenistico, per concludersi con la presa di Costantinopoli da parte di Maometto II. L'originale fisionomia dell'impero bizantino nasce dall'incontro della struttura statale romana con la cultura greca e la religione cristiana. Sono le tre grandi linee di cui tiene conto l'autore nel delineare un'avventurosa vicenda di lotte armate, di dispute religiose e teologiche e una fioritura artistica che fece di Bisanzio, per alcuni secoli, il più importante centro di cultura e di studi.
Ralf Dahrendorf, tra i maggiori scienziati sociali e studiosi della politica del nostro tempo, si sofferma in questo volume sulle trasformazioni del mondo negli ultimi quindici anni: dal crollo del muro di Berlino e dalle trasformazioni dei paesi ex comunisti allo sviluppo di alcuni paesi asiatici, dalle odierne forme dei partiti socialisti all'emergere di una nuova classe dirigente transnazionale, dai rischi del populismo al futuro della democrazia.
Perché un imprenditore con strapotere mediatico come Silvio Berlusconi è arrivato alla guida di una nazione democratica? Perché l'Italia è l'unico Paese dell'occidente dove i contrapposti schieramenti politici si considerano nemici? Giovanni Pellegrino risponde a queste domande, indagando le zone d'ombra della nostra storia repubblicana. La storia inquietante di una guerra civile mai conclusa: tra fascisti e antifascisti prima, comunisti e anticomunisti poi; e ancora, in tempi recenti, tra garantisti e giustizialisti, berlusconiani e antiberlusconiani. Una frattura che di fatto ha generato due Italie e dato luogo a frange di ottuso estremismo.
Il richiamo alla Resistenza contro il fascismo e contro il nazismo e alle ripercussioni che essa ebbe nella cultura e nella vita sociale, religiosa e politica delle generazioni del dopoguerra, è più che un richiamo alla memoria, soprattutto oggi che si apre la prospettiva di un futuro all'interno di un'Europa sempre più interdipendente e unita. Intellettuali, ecclesiastici, sindacalisti, uomini politici e delle organizzazioni si sono sforzati di leggere, all'interno di questo studio, l'evento e l'esperienza alla luce della storia politica e delle istituzioni nazionali. Cosa hanno individuato di essenziale nel corso degli anni Cinquanta e successivi nell'esperienza della Resistenza per la loro vita e per quella del Paese? Il volume tenta una risposta, valorizzando il patrimonio di esperienza storica e di memorie umane fondamento dei valori etici, sociali e civili che hanno permesso la convivenza all'interno dello stesso Stato democratico. Invita così a superare le prove e gli scontri del dopoguerra e della guerra fredda e le contraddizioni, i traumi e i problemi che le grandi trasformazioni economiche e sociali contemporanee hanno portato con sé.
Nella prima metà del Novecento, il mondo viene investito da un potente processo di arruolamento nella nazione, nelle politiche di potenza, nella mobilitazione bellica, nell'organizzazione del consenso allo Stato totalitario. La nazionalizzazione dei bambini e degli adolescenti costituisce un tassello fondamentale e un modello della nazionalizzazione delle masse, ugualmente considerate infantili, immature, bisognose di suggestioni e raggiri. Tali fenomeni si intrecciano con l'emergere dei bambini come nuovo segmento del mercato e con l'irruzione prepotente della loro immagine nella pubblicità commerciale. Il libro cerca di esplorare il punto di vista dei bambini e di rivisitarne le emozioni, i sogni, i percorsi dell'immaginario.
Il volume è dedicato agli anni della crisi del centrismo degasperiano dopo la sconfitta dell'alleanza democratica del 7 giugno 1952, e narra le vicende che segnarono il passaggio alla politica fanfaniana che preparò, attraverso il profondo travaglio del mondo cattolico e della stessa DC, l'apertura a sinistra. L'autore, avendo partecipato agli importanti eventi di allora come membro della Direzione Nazionale del Partito, a fianco di De Gasperi prima e di Fanfani poi, completa il racconto storico con la sua personale, inedita esperienza.
In questo libro ormai classico, Bernard Lewis ribalta la nostra usuale nozione della parola "scoperta": qui gli europei non sono gli esploratori di terre remote e selvagge, ma gli esotici barbari "oggetto di scoperta e di studio da parte di osservatori provenienti dalle terre dell'Islam". Per questo, Lewis racconta la battaglia di Poitiers come dovette apparire non a Carlo Martello ma agli arabi, e Lepanto e l'assedio di Vienna dal punto di vista dei turchi. Racconta soprattutto l'immagine dell'Europa riflessa nelle opere della cultura islamica: un'Europa che nel Medioevo appariva arretrata e incivile, e che nei secoli seguenti diventa sempre più lontana e incomprensibile.
Carlo Mazzantini è nato a Roma nel 1925. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 si unisce ai superstiti di un battaglione di Camicie nere e combatte sui monti della Valsesia e della Val d'Ossola dove conoscerà gli orrori, le lacerazioni e le contraddizioni della guerra civile. Catturato rischia la fucilazione ma è poi liberato. Ha vissuto a lungo all'estero insegnando nel liceo di Tangeri e all'università irlandese di Galway. In questo libro Mazzantini torna ai giorni della sua resa, ne evoca il clima drammatico e violento e ricorda i motivi di una scelta sbagliata opponendoli al calcolo e all'opportunismo di chi invece prese la strada giusta.
Il 25 aprile 2005 cade il sessantesimo anniversario della vittoria contro l'occupazione tedesca. Gabriele Pedullà, uno dei più accreditati giovani critici, ha selezionato per quell'occasione il meglio dei racconti che hanno per tema uno dei momenti politici e umani fondamentali della storia d'Italia: la lotta partigiana. Accanto a racconti molto famosi ne convivono di inediti e altri che si possono reperire con difficoltà. Questi gli autori: Romano Bilenchi, Italo Calvino, Giorgio Caproni, Beppe Fenoglio, Franco Fortini, Ada Gobetti, Primo Levi, Alberto Moravia, Cesare Pavese, Vasco Pratolini, Mario Rigoni Stern, Marcello Venturi, Renata Viganò, Elio Vittorini, Andrea Zanzotto.
Nuto Revelli offre qui un libro tra storia e memoria, una storia ricostruita "dal basso", dalla parte degli umili, dalle loro testimonianze. Memoria personale e quindi tanto più coinvolgente in quanto vita vissuta - e sofferta - dal suo narratore. L'autore di "Guerra dei poveri" e del "Mondo dei vinti" racconta due guerre: quella in cui il popolo italiano è stato trascinato dalla follia nazifascista sul Fronte occidentale, su quello greco-albanese e infine, più tragicamente, sul fronte russo; e quella partigiana, che ha significato il riscatto di un'intera generazione.