
In breve
Esiste un ‘costituzionalismo’ prima delle Costituzioni? Le origini di questo concetto possono essere rintracciate nella Roma antica? Mario Pani individua nelle fonti antiche un vasto repertorio di dati che si pongono nell’area concettuale del ‘costituzionalismo’ e riservano al lettore più di una sorpresa. Nella Roma repubblicana è possibile riscontrare molta materia che qualifica l’attuale dettato costituzionalistico del mondo occidentale. In una fase di dibattito storiografico sulle matrici, lungo un percorso fra nozioni antiche e moderne, emergono qui i germi della storia di un’idea.
Indice
Prefazione - Introduzione Il costituzionalismo moderno - 1. La «pólis», la legge, la natura - 2. Le strade che portano a Roma - 3. Il controllo istituzionale - 4. Lo Stato e l’individuo - 5. I fondamenti teorici costituzionalistici - Epilogo - Riferimenti bibliografici
Questo libro è nato da un incontro tra uomini divisi in tutto: nascita, formazione, valori. Da un lato Pino Arlacchi, uno dei massimi esperti mondiali del fenomeno mafia, dall’altro Antonino Calderone, mafioso di spicco della «famiglia» di Catania e poi grande pentito. In un rifugio messo a disposizione dalla polizia, Calderone ha deciso di ricordare. E raccontare.
Quando uscì nel 1992 Gli uomini del disonore ebbe un grande successo. Faceva conoscere le gerarchie di Cosa Nostra, le sue lotte intestine, le trame diaboliche dei suoi capi, la sua storia tormentata. La storia di un mondo in cui tutti sono nello stesso tempo amici e nemici di tutti, professano lealtà e sono pronti all’inganno più subdolo, progettano congiure e imboscate, tradiscono e uccidono senza rimorsi. Era la prima volta che la mafia veniva descritta dal suo interno, la prima volta che veniva descritta la vita quotidiana dell’uomo d’onore, le sue amicizie, gli odi, gli affetti di un’esistenza dominata dalla paura di essere uccisi e dalla necessità di ammazzare.
Il libro viene oggi ripubblicato con una nuova postfazione di Pino Arlacchi. Lo studioso, tra gli artefici della legislazione antimafia italiana degli anni ottanta, autore del progetto esecutivo della Dia, ripercorre passo dopo passo la sfida a Cosa Nostra, condotta in prima persona insieme a Chinnici, Falcone e Borsellino: dal tempo degli omicidi di La Torre e Dalla Chiesa alle confessioni di Buscetta, dagli anni della strategia stragista a oggi. Oggi, che la mafia non è stata ancora sconfitta. Oggi, che la battaglia è ancora aperta.
In breve
“Doveva esserci una qualche trama, un qualche disegno, una qualche cospirazione all’origine della Grande depressione. E così sempre più gente cominciò a credere che dietro la trama, il disegno o la cospirazione si celassero l’astuzia e l’avidità ebraiche.” Documentata e argomentata, la risposta a uno degli interrogativi storici più inquietanti: perché gli Stati Uniti e l’Europa democratica rimasero così a lungo a guardare di fronte allo sterminio nazista degli ebrei?
Il libro
È ormai noto che la notizia dello sterminio sistematico degli ebrei ad opera dei nazisti circolava in Europa e negli Stati Uniti fin dal 1942. Eppure ci vollero tre lunghi anni prima che si ponesse fine alla barbarie del genocidio. Nel frattempo, nessuna azione militare specificamente finalizzata a sabotare la macchina nazista dell’orrore. Nessuna iniziativa diplomatica esplicitamente rivolta a fermare la mano degli aguzzini. Anzi, l’accoglienza di rifugiati ebrei in fuga dalla Germania fu resa ancor più difficile e le porte delle frontiere si chiusero per loro quasi ermeticamente. Perché?
Theodore Hamerow fornisce a questo inquietante interrogativo storico, ancora vivo a tanti anni dalla fine della guerra, una risposta sgradevole ma molto precisa: l’Olocausto non fu fermato prima perché anche le democrazie occidentali furono percorse al loro interno da una fortissima ondata di antisemitismo, che impedì ai governi di prendere misure concrete in soccorso degli ebrei. Perfino negli Stati Uniti, si tentò di far passare le notizie sullo sterminio per semplice propaganda e la questione ebraica come un problema locale. E poi come avrebbero reagito le altre minoranze se si fosse intervenuti solo in favore degli ebrei? La guerra andava combattuta, ma in nome della sicurezza nazionale e non certo per sottrarre gli ebrei al loro destino.
Frutto di un vastissimo lavoro d’archivio, il libro di Hamerow documenta per la prima volta in modo sistematico perché l’Occidente lasciò mano libera alla follia omicida nazista. Con una conclusione amara: pur sconfitto, Hitler in un certo senso ha vinto perché è riuscito a spazzare via gli ebrei dall’Europa.
Dalle pagine del diario personale dell'ammiraglio von Koudelka, la ricostruzione della quarantennale carriera di uno dei più prestigiosi e influenti uomini della marina da guerra austro-ungarica a cavallo tra i due secoli. Pagine inedite della Grande Guerra nell'Alto Adriatico e della difesa costiera nel golfo di Trieste.
Gli interrogatori posti da Elio Apih e le riflessioni che essi suscitano nel percorso di questo libro, muovono da un quesito fondamentale: "Come e da dove viene l'"infoibamento" nella Venezia Giulia?" E' bene precisare che l'Autore tratta sia delle foibe del 1943 in Istria, sia delle foibe del 1945, che riguardano anche Gorizia, Pola e Fiume, ma soprattutto, per efferatezza, Trieste.

