Attraverso l'accurata e dettagliata analisi di Grado Giovanni Merlo, il volume affronta tutti gli aspetti dell'epoca comunemente denominata basso medioevo: dalla nascita dei comuni all'espansine del potere papale, dallo sviluppo economico del secolo XI al consolidamento degli stati territoriali. L'opera guida così lo studente e il lettore nella comprensione e nell'approfondimento di ogni aspetto della storia degli ultimi cinque secoli di medioevo.
“Il giorno più lungo”, come lo definì Rommel, sta per iniziare. Sono le ore 0.00 del 6 giugno 1944 e le truppe vengono allertate: è il D-Day, gli Alleati stanno per sbarcare in Normandia. L’obiettivo è la resa incondizionata della Germania nazista. Il contingente coinvolto è massiccio: 5000 navi e mezzi anfibi, 104 cacciatorpedinieri, 130.000 soldati che quella notte si avvicineranno via mare alla costa francese e 20.000 uomini paracadutati. Nonostante i dubbi di Churchill sull’invasione dell’Europa attraverso la Manica e l’arroganza del generale Montgomery, Eisenhower fuma nervoso mentre scrive, oltre all’annuncio della vittoria, una dichiarazione in cui si assume ogni responsabilità dell’operazione Overlord, che poteva rivelarsi un disastro. Cosa andò storto? Cosa rese la battaglia che salvò l’Europa un selvaggio spargimento di sangue? Lettere dal fronte, diari e memorie personali delle truppe alleate si intrecciano con la documentazione ufficiale della grande Storia, in questo libro che è la ricostruzione definitiva della battaglia sulla spiaggia di Omaha: Antony Beevor sa dare spazio alle voci autorevoli della storiografia, ma anche all’orrore del soldato atterrato incolume che assiste allo schianto di 18 uomini lanciati dall’aereo a quota talmente bassa da impedire ai loro paracadute di aprirsi. E dalla carneficina del 6 giugno alle teorie neonaziste di un complotto contro Hitler, ripercorre la storia di una campagna sanguinosa, durata tre mesi, che dal D-Day culmina nella liberazione di Parigi il 25 agosto 1944. Un resoconto crudo e incalzante di un evento bellico inciso a fuoco nella memoria collettiva d’Europa.
Antony Beevor ex ufficiale dell’esercito britannico, è romanziere e saggista specializzato in storia militare. I suoi libri sono stati tradotti in 29 Paesi. In Italia sono usciti per Rizzoli il bestseller internazionale Stalingrado (1998), Berlino 1945 (2002) e Creta. 1941-1945: la battaglia e la resistenza (2003), tutti disponibili in BUR.
Questo saggio, in controtendenza rispetto al conformismo ufficiale, completa la nuova critica storiografica sul Risorgimento, e si propone di dimostrare come l'Unità Piemontese, ben lungi da essere stata una unificazione, abbia invece prevaricato il pluralismo dei poteri istituzionali e la ricchezza delle prassi amministrative pre-unitarie. Forte dell'insegnamento di storici dell'amministrazione quali Gianfranco Miglio e Roberto Ruffilli, che fu assassinato dalle Brigate Rosse nel 1988, l'autore prende in considerazione la realtà burocratico-amministrativa degli Stati Italiani prima del 1861, con l'intento di proporne una visione oggettiva. Il fine dell'opera vuole essere il superamento delle polemiche a cui si assiste ancora, dopo centocinquant'anni, nel momento in cui questa pagina di storia viene affrontata in modo non convenzionale, dandone una lettura difforme da quella fatta proprio dai vincitori e indotta nei vinti, che ha teso ad imporsi più che a proporsi anche attraverso l'uso propagandistico della memorialistica e la reiterazione di racconti di comodo in migliaia di pubblicazioni e manuali scolastici.
È stato il più potente e misterioso servizio segreto italiano. Campagne di disinformazione, depistaggi, doppiogiochismi, provocazioni: nulla è mancato nella storia dell'Ufficio Affari riservati. Eppure, una ricostruzione dell'attività di questo organismo non è mai stata scritta, tanto che ancora oggi gran parte dell'opinione pubblica ignora perfino che sia esistito. Questo libro colma finalmente il vuoto e, attraverso una corposa mole di documenti inediti, frutto di approfondite ricerche d'archivio, ripercorre la storia dei servizi segreti del Ministero dell'Interno, concentrandosi soprattutto sull'influenza che ebbero nelle vicende nazionali tra l'immediato dopoguerra e gli anni di piombo, e fornendo nuove e significative rivelazioni su alcuni dei principali misteri italiani, dalla strage di piazza Fontana al golpe Borghese. Dalla ricostruzione emerge per la prima volta con completezza d'informazioni la figura di Federico Umberto D'Amato, sotto la cui direzione i servizi segreti del Viminale raggiunsero a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta l'apice del loro potere. Anima nera della Repubblica per i suoi detrattori, il più geniale uomo d'intelligence che il paese abbia mai avuto, per i suoi sostenitori, D'Amato trasformò l'Ufficio Affari riservati in un moderno organo di spionaggio, dotato di una rete di infiltrati senza precedenti, sempre in bilico tra legalità e illegalità.
Fino a che punto i tedeschi divennero nazisti? Quanti di loro lo furono veramente? Molto e molti di più di quanto finora si sia pensato. Peter Fritzsche scruta la loro vita privata, ne esamina le lettere, i diari, le conversazioni, mostrando quanto fossero tormentati da quello che stava accadendo. Scopre i loro diversi punti di vista, il desiderio, il fascino e lo sgomento con cui affrontarono la rivoluzione nazista. «Come vasto progetto di rinnovamento politico, sociale e razziale, il nazionalsocialismo offriva al popolo tedesco diverse modalità di partecipazione. I tedeschi guardarono alle politiche naziste con paura, opportunismo e carrierismo e con diversi gradi di convinzione ideologica. E l’elenco potrebbe allungarsi ulteriormente per includere la pigrizia, l’indifferenza e l’ignoranza».
Vita e morte nel Terzo Reich è un’agghiacciante descrizione molto più inquietante della visione di un popolo terrorizzato e ipnotizzato, un libro straordinario nel quale sono magistralmente narrate le vicende di un regime che intendeva ricostituire una nazione e, nel corso di questo processo, trasformò l’Europa in un campo di sterminio.
Indice
Prefazione - Introduzione -I. Rianimare la nazione - II. Ripulire la razza - III. L’impero della distruzione - IV. Intima consapevolezza - Note - Indice dei nomi e delle cose notevoli
Dall'autunno del 1943 sui monti dell'Appennino ligure-tosco-emiliano, sulle Alpi Apuane e sulle colline circostanti, nacquero piccoli nuclei formati da sbandati, renitenti e disertori dell'esercito della Repubblica di Salò, oltre ad antifascisti di varie tendenze. Queste rudimentali "bande ribelli", spesso nate per autodifesa e formate inizialmente da poche decine d'individui, passarono progressivamente all'azione e a compiere atti di guerriglia, stimolate da militanti dei partiti antifascisti clandestini e dai tentativi di repressione fascisti. Il volume, tenendo conto della recente storiografia e sulla base di documenti di fonti partigiane, fasciste e alleate, ricostruisce la difficile trasformazione dei singoli gruppi, spesso fondati sul carisma del capobanda e sulla conoscenza personale dei suoi membri e con scopi non sempre ben definiti, in un'organizzazione politico-militare con modalità d'azione sempre più complesse. Un processo non privo di rivalità e contrasti tra le forze politiche impegnate nelle bande (in particolare il Pci e il Partito d'Azione), di passi falsi e di episodi tragici. Il mondo "alla macchia" lunigianese emerge come un mosaico complesso, nel quale furono contemporaneamente presenti idealismo e necessità, progetto politico e spontaneismo, patriottismo e opportunismo, l'inevitabile violenza di un conflitto senza regole e la volontà di ricostruire dalle ceneri del disastro bellico un quadro politico diverso e democratico.
La riedizione di un classico. Accuratamente aggiornato grazie al sistematico lavoro del curatore. "Alto Medioevo" affronta tutti i temi classici della storia altomedievale: dall'età tardo-antica agli sviluppi signorili locali, dall'impero carolingio alla nascita della potenza papale. Attraverso l'analisi dei fatti, Giovanni Tabacco porta il lettore ad approfondire gli aspetti più caratteristici e specifici dei secoli iniziali e centrali del medioevo, coniugando impegno scientifico e rigore espositivo. Un volume attualissimo, fondamentale per chiunque voglia avvicinarsi a questo periodo e comprenderlo in tutti i suoi molteplici elementi distintivi.
Un documento eccezionale sulla storia dell’ex Unione Sovietica e sul suo sistema concentrazionario. Un’opera, frutto di diciassette anni di ricerche, che raccoglie 550 fotografie, la maggior parte delle quali mai viste, e cartine, dati, analisi basate su documenti di prima mano.
Nel 1943, in un mondo sconvolto dalla guerra, ci fu chi si rese conto che in quel conflitto non era in gioco soltanto la vittoria militare, ma un'eredità culturale di inestimabile valore: il patrimonio artistico dell'Europa. I vertici alleati decisero dunque di affidare a un eterogeneo gruppo di storici dell'arte, direttori di musei, architetti e artisti - chiamati formalmente «Monuments Officers», ma soprannominati ironicamente dalla truppa «Venus Fixers» (aggiustaveneri) - la missione di cercare di impedire che i capolavori dell'arte e dell'architettura europea venissero trafugati, bombardati o irrimediabilmente danneggiati.
Ilaria Dagnini Brey, che nella sua ricerca ha avuto accesso ad archivi finora inesplorati, ricostruisce per la prima volta le gesta della task force che operò in Italia, risalendo la penisola al seguito degli eserciti alleati.
Competenti, appassionati e pieni di entusiastica dedizione per il compito cui erano stati assegnati, i Monuments Officers si trovarono spesso a lavorare sulla linea del fronte, in condizioni rischiose e con scarsa disponibilità di mezzi. Da Palermo a Napoli, da Montecassino alla Toscana e poi al Norditalia, percorsero centinaia di chilometri ispezionando pievi, chiese, ville e edifici storici, musei e gallerie, localizzarono le opere in pericolo e le trasferirono al sicuro, talvolta in modo rocambolesco. Con autentici interventi d'urgenza protessero musei e palazzi rinascimentali sventrati dalle artiglierie per prevenire saccheggi e vandalismi, e ripararono tetti di chiese e di archivi, scoperchiati dalle incursioni aeree, come avvenne, per esempio, nel Camposanto di Pisa. Nei momenti di inattività, prepararono dettagliate mappe dei monumenti e dei centri storici perché i bombardieri evitassero di colpirli e si potessero scongiurare altri disastri come la distruzione della Cappella Ovetari a Padova.
Riuscirono inoltre a sventare il trafugamento di quadri, statue e archivi, bloccando lunghi convogli tedeschi diretti al Nord, e recuperarono intere casse di inestimabili capolavori già «messi in salvo» dai nazisti dietro le loro linee, tra cui alcuni bronzi romani di Pompei ed Ercolano, numerosi dipinti e la famosa Danae di Tiziano, destinata a rallegrare il cinquantesimo compleanno di Hermann Göring.
Talvolta fallirono e, con amarezza, dovettero arrendersi di fronte a distruzioni irrimediabili, mancanza di mezzi, strategie belliche inevitabili o semplice stupidità militare. Ma più spesso ebbero successo. E chiunque oggi ammiri il patrimonio artistico italiano è, in parte, loro debitore.
La Cina II. L'età imperiale dai tre Regni ai Qing si propone lo studio di un'epoca di grande splendore nella storia della civiltà cinese, dal tramonto della dinastia Han nel III secolo fino alla metà del XIX secolo e l'avvento della modernità. Un progetto unitario e ambizioso, che per ricchezza dei contenuti e prestigio degli studiosi coinvolti, è unico a livello internazionale.
Anche per La Cina II, Maurizio Scarpari - docente di Lingua cinese presso l'Università Ca' Foscari di Venezia e curatore di tutti e quattro i volumi che comporranno la Grande Opera - raccoglie il prezioso contributo di diciotto sinologi di fama mondiale (tra cui undici italiani e sette stranieri), per una panoramica esaustiva sul periodo della storia cinese che più colpisce l'immaginazione occidentale: la Cina della Grande Muraglia, dell'esercito di terracotta, della Via della Seta, di Marco Polo e della dinastia Ming.
Il volume si apre con l'analisi delle forme organizzative dello Stato sotto le diverse dinastie imperiali, per poi occuparsi, nelle sezioni successive, della struttura della società, delle correnti artistiche e letterarie, dei progressi in campo scientifico-tecnologico e dell'avvento delle grandi religioni della tradizione cinese, buddismo, daoismo e confucianesimo. Una panoramica esaustiva e affascinante, che non tralascia le relazioni tra la Cina e l'estero, dalle influenze indiane in campo religioso al conflitto con gli imperi nomadi, fino ai primi incontri con l'Europa del Medioevo.
Il Medioevo fu un'epoca segnata dall'attesa (speranza o paura) della fine; le profezie delle Scritture ed eventi come le invasioni, l'espansione dell'islam o il traguardo stesso dell'anno Mille disegnavano un orizzonte apocalittico che è parte integrante della fede e della cultura dell'Europa medievale. Nel riconsiderare tale concetto il libro mostra anche come, lungi dall'esaurirsi in credenze "apocalittiche e oscurantiste", la coscienza della fine futura abbia molti motivi di interesse anche per l'uomo contemporaneo.
Jean Flori, direttore di ricerca al Cnrs, lavora al Centre d'Études Supérieures des Civilisations Médiévales di Poitiers. Tra i suoi libri: "Cavalieri e cavalleria nel Medioevo" (1999) e "Riccardo Cuor di Leone" (2002) per Einaudi; per il Mulino "La cavalleria medievale" (2002), "Le crociate" (2003) e "La guerra santa" (2009).
Tre giorni, tre punti di svolta in cui simbolicamente si compendia la vicenda politica italiana del Novecento: il 28 ottobre 1922 con la marcia su Roma, il 18 aprile 1948 con la vittoria della Democrazia cristiana sul Fronte delle sinistre; il 27 marzo 1994 con la sorprendente affermazione elettorale di Silvio Berlusconi e della sua inedita alleanza col Msi e la Lega. Con l'intelligenza tagliente che gli è propria, Galli della Loggia rilegge questi tre momenti cruciali della nostra storia mostrando quanto tormentato e difficile sia stato l'apprendistato dell'Italia alla democrazia liberale.
Ernesto Galli della Loggia insegna Storia contemporanea all'Istituto Italiano di Scienze Umane (SUM) di Firenze, ed è editorialista del "Corriere della Sera". Con il Mulino ha pubblicato "Il mondo moderno" (1982) e "L'identità italiana" (1998) nella collana omonima da lui diretta.