
Leone Caetani (1869-1935) fu esponente di una delle più nobili famiglie d'Europa, uomo di studi e di moderni interessi etico-politici. Considerato uno dei più autorevoli orientalisti italiani tra Otto e Novecento, fu autore di volumi di grande rilevanza, come gli "Annali dell'Islam" (voll. 10). A questa imponente opera, il Caetani affiancò due volumi di "Studi di storia orientale", un racconto erudito di alta divulgazione su Maometto, le prime vittorie militari del Califfato arabo, e sulle origini della poderosa espansione araba. Antifascista dichiarato, agli inizi degli anni venti, abbandonò l'Italia e si ritirò in Canada, dove morì. Prima di lasciare l'Italia, costituì, presso l'Accademia dei Lincei, una importante Fondazione per gli studi musulmani, alla quale donò la sua preziosa biblioteca, che è, ancora oggi, uno dei fondi più importanti al mondo per la storia islamica. Gli 'Studi di storia orientale' (1911-1913), sono universalmente riconosciuti come una delle opere più significative dell'islamistica italiana ed europea dei primi decenni del Novecento. La ristampa è arricchita dalla pubblicazione dei capitoli lasciati inediti dal Caetani.
Leone Caetani (1869-1935) fu esponente di una delle più nobili famiglie d'Europa, uomo di studi e di moderni interessi etico-politici. Considerato uno dei più autorevoli orientalisti italiani tra Otto e Novecento, fu autore di volumi di grande rilevanza, come gli "Annali dell'Islam" (voll. 10). A questa imponente opera, il Caetani affiancò due volumi di "Studi di storia orientale", un racconto erudito di alta divulgazione su Maometto, le prime vittorie militari del Califfato arabo, e sulle origini della poderosa espansione araba. Antifascista dichiarato, agli inizi degli anni venti, abbandonò l'Italia e si ritirò in Canada, dove morì. Prima di lasciare l'Italia, costituì, presso l'Accademia dei Lincei, una importante Fondazione per gli studi musulmani, alla quale donò la sua preziosa biblioteca, che è, ancora oggi, uno dei fondi più importanti al mondo per la storia islamica. Gli 'Studi di storia orientale' (1911-1913), sono universalmente riconosciuti come una delle opere più significative dell'islamistica italiana ed europea dei primi decenni del Novecento. La ristampa è arricchita dalla pubblicazione dei capitoli lasciati inediti dal Caetani.
Una puntigliosa anatomia dei documenti sulla morte di Antonio Canepa: ecco il contenuto principale di questo volume che porta come sottotitolo "Un assassinio di Stato?". La fine di Antonio Canepa, creatore dell'Esercito Volontario per l'Indipendenza Siciliana, avvenne in una tranquilla domenica d'estate, il 17 giugno del 1945, con circostanze mai chiarite pienamente: cadde in un conflitto a fuoco con una pattuglia di tre carabinieri nella strada che da Cesarò porta a Randazzo. Con Canepa morirono due giovani indipendentisti, Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice, un altro, Nando Romano, rimase ferito, due riuscirono a fuggire. Da anni si parla di quell'episodio, ma è stato come girare attorno con il timore di rimanere scottati. Adesso, con questo nuovo libro, Salvo Barbagallo non mette la parola "fine" alla storia del "professore guerrigliero", ma lascia ampio spazio, a chi vuol sapere, per capire cosa sia veramente accaduto.
Nell'arena del dibattito su cattolici e Unità d'Italia, il volume prende le distanze da un uso della storia come "riserva di munizioni" contro i propri nemici e offre una ricostruzione di fatti e problemi ancorata alla ricerca scientifica.
Il volume raccoglie le vicende di uomini della Compagnia di Gesù, alcuni illustri, altri sconosciuti, che con le loro esperienze, talvolta eccentriche, talaltra addirittura al limite della disobbedienza, contribuiscono a restituire l'immagine irrequieta e vitale di un ordine religioso protagonista della storia del mondo moderno. Nel lungo arco di tempo che va dalle sue origini (prima metà del XVI secolo) alla sua restaurazione (primo Ottocento), alcune possibili declinazioni dell'obbedienza gesuitica sono colte nel loro attuarsi attraverso la riflessione teologica, l'amministrazione dei sacramenti, l'utilizzo consapevole di strategie di comunicazione, la relazione con i fedeli, con le gerarchie dei potenti, con l'alterità incontrata nell'esperienza di missione. Nella tensione fra l'istanza di ossequio all'autorità "perinde ac cadaver" e quella di ascolto della voce interiore che guida nelle scelte individuali, si giocano i difficili equilibri dell'obbedienza gesuitica: componente tanto ineliminabile quanto cangiante nel suo adattarsi alle contingenze storiche, capace di far compenetrare la Compagnia con il mondo e di farla mutare con esso, rimanendo se stessa.
Da sempre incentrata sui caratteri costitutivi della civiltà europea moderna, all'intersezione di storia politico-istituzionale, storia della Chiesa, storia economica e del diritto, la riflessione di Paolo Prodi si trova magistralmente illustrata in queste pagine. Come siamo diventati ciò che siamo, come si è formata la modernità? Sono queste le domande a cui il volume risponde abbracciando in un unico sguardo un processo secolare, che dal Medioevo arriva a oggi.
Perché nell'Ottocento l'Europa ha imboccato la strada dello sviluppo economico-industriale? Quali sono le ragioni della "grande divergenza" che si è aperta fra l'Europa e il resto del mondo? Avvalendosi di un'analisi settore per settore, il volume mostra che in realtà le condizioni dell'Europa e della Cina erano del tutto simili ancora nel Settecento per speranza di vita, consumi, mercato dei beni e fattori produttivi, strategie familiari. A creare la differenza furono il carbone e i commerci con le Americhe. La combinazione di questi fattori consentì all'Europa nord-occidentale di svilupparsi secondo un modello basato su un alto sfruttamento di risorse e una bassa intensità di lavoro, al contrario di quanto avvenne in Cina.
Margherita (20 novembre 1851 - 4 gennaio 1926), cugina prima di Umberto di Savoia che divenne suo marito nel 1868, fu regina d'Italia dal 1878 al 1900. In una corte severa e poco dedita alla mondanità e alla cultura, Margherita diede un'impronta più raffinata e intellettuale, e in un'Italia costituita di fresco e bisognosa di simboli unificanti contribuì in maniera determinante al radicamento della casa regnante. Questo volume, pubblicato nel 1956 e da tempo fuori commercio, propone la biografia di una sovrana che fu una delle figure di maggior spicco dell'Italia postunitaria, e certo l'esponente più amato e popolare di casa Savoia. Casalegno segue attentamente le fasi della vita di Margherita, mettendo in luce l'influsso che (con i suoi comportamenti non meno che con la sua leggenda) essa esercitò sulla vita pubblica del tempo.
Sessant'anni fa, il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava a Parigi la Dichiarazione universale dei diritti umani. Evento storico, che sanciva per la prima volta i diritti e le libertà che spettano a tutti gli esseri umani, esso era non solo una reazione ai disastri della guerra appena conclusa, ma anche il punto di arrivo di un lungo percorso iniziato nel Settecento, e il punto di partenza di una sensibilità umanitaria che oggi in particolare si va sempre più diffondendo. Dopo averne rintracciato le premesse nelle epoche precedenti, il libro di Marcello Flores ripercorre l'intera storia dei diritti umani, dall'Illuminismo a oggi. Si tratta di una storia non solo di concetti, idee, teorie filosofiche, politiche e giuridiche, ma anche di organizzazioni, associazioni, battaglie, campagne, istituzioni, di personaggi come Cesare Beccaria oppure Olympe de Gouges (l'autrice della dichiarazione dei diritti della donna durante la rivoluzione francese), Henri Dunant creatore della Croce Rossa oppure Eleanor Roosevelt.
Nell'agosto del 1941, a seguito di alcuni attentati contro gli occupanti tedeschi, tutti i francesi loro prigionieri vengono dichiarati ostaggi: in caso di ulteriori attacchi, saranno fucilati. È l'inizio di un'inaudita spirale di violenza che culmina nell'ottobre dello stesso anno in vere e proprie esecuzioni di massa, suscitando indignazione nell'opinione pubblica francese e crescenti riserve anche tra i responsabili del comando militare tedesco a Parigi, in conflitto con Berlino. Incaricato dal comando di documentare fatti e responsabilità a futura memoria, il capitano Ernst Jünger stila un resoconto degli eventi asciutto e puntuale. Al documento accosta però la traduzione delle ultime lettere degli ostaggi condannati a morte dopo l'attentato di Nantes del 20 ottobre 1941, strazianti eppure composte e coraggiose. Tanto basta per sublimare la cronaca trasformandola in un omaggio commosso alla dignità delle vittime, per rivelare, dietro il soldato, l'uomo e lo scrittore.
"Ho bisogno solo di qualche migliaio di morti da gettare sul tavolo delle trattative": così nell'estate del 1940 Mussolini giustifica all'allora capo di stato maggiore, Pietro Badoglio, l'ingresso dell'Italia nella Seconda guerra mondiale. E quando un anno dopo Hitler invade la Russia il Duce, abbagliato dalla possibilità di una vittoria veloce a fianco dei nazisti e della spartizione del bottino, invia in poche settimane un corpo di spedizione a sostegno delle truppe tedesche. Il prezzo di questa decisione, frutto di un calcolo cinico quanto catastroficamente sbagliato, è altissimo: dei 220.000 soldati italiani che nella primavera 1942 sono dislocati sul Don solo 100.000 tornano a casa. Impreparati sul piano militare, mal equipaggiati, guidati da comandi incompetenti e costretti a subire continue umiliazioni anche dai propri alleati, soccombono alla forza d'urto dell'esercito sovietico e al martirio della ritirata, alla fame, al gelo, alle condizioni disumane dei campi di lavoro e di rieducazione. Alla fine della guerra, le esigenze dei veterani si perderanno nel turbinio della retorica patriottica e la verità sul trattamento ricevuto da parte dei russi e le grandi sofferenze patite verrà sacrificata alle esigenze della propaganda politica: "Dite che siete stati bene" ordinerà qualcuno. A settant'anni dalla campagna di Russia, Hope Hamilton ripercorre la storia del corpo degli alpini attraverso le testimonianze di chi partecipò alla spedizione.