
Gli Stati preunitari nell'età moderna, ovvero l'Italia "prima dell'Italia" nell'analisi di vari aspetti tra cui: identità culturale, le dinamiche politiche, istituzionali e amministrative, i mutamenti graduali e i cambiamenti improvvisi, il convulso processo di unificazione nazionale. Una sintesi puntuale e scientificamente aggiornata, rivolta soprattutto agli studenti e ai giovani che vogliono conoscere la storia del proprio Paese.
Nel secondo dopoguerra molti intellettuali e giuristi laici vollero confrontarsi con la concezione cristiana della politica, in riferimento soprattutto ai contenuti del personalismo e del diritto naturale. L'universo politico liberale e azionista del periodo costituente si misurò con la sfida della riscoperta delle radici cristiane dell'identità europea e della rimeditazione dello statuto pubblico della religione come fondamento morale di una società libera e giusta. Il pensiero laico della Liberazione e dell'Assemblea Costituente suggerì la proposta di una religione civile chiamata a rifondere la democrazia del dopoguerra su orizzonti di senso ultimi e trascendenti. La novità del pensiero laico della Costituente fu quella di andare oltre la semplice riduzione "filosofica" del cristianesimo a simbolismo liturgico, per avviare un autentico confronto con la fede. Dopo aver preso in esame l'antifascismo laico nel suo rapporto con la tradizione cristiana e averlo analizzato comparativamente con il liberalismo di Croce in Italia e di Strauss negli Stati Uniti, il volume sottolinea aperture e limiti di una proposta culturale coraggiosa sul piano delle idee, ma spesso incapace, per ragioni storiche e politiche, di oltrepassare la teoria per costruire insieme con i cattolici soluzioni sempre condivise sul fronte della famiglia, dell'educazione e della vita.
La Slovenia rimane un’entità poco nota e conosciuta in Italia.
Nonostante gli stretti rapporti culturali, politici ed economici con il nostro Paese, scarsa attenzione è stata dedicata al giovane Stato nato dalla disgregazione della Jugoslavia. Insieme con l’ignoranza coesiste un sentimento d’estraneità. Che lo Stato italiano confini a Nord-Est con la Repubblica di Slovenia è paradossalmente una nozione di difficile apprendimento per molti: a più di quindici anni dalla sua dissoluzione, rimane viva nella coscienza di molti italiani la presunta esistenza di una realtà jugoslava o, al limite, ex jugoslava, senza che si riconosca la specifica presenza di nuovi Stati indipendenti.
La diffusa ignoranza sull’esistenza e sui caratteri dello Stato sloveno è una delle tante manifestazioni della scarsa attenzione di gran parte della classe politica e intellettuale italiana verso i popoli dell’Europa centro-orientale.
La finalità di questo volume è di fornire al pubblico italiano un insieme di informazioni e di analisi
sulla Slovenia contemporanea e sulle relazioni italo-slovene: il tutto al fine di favorire una migliore conoscenza reciproca fra i due Paesi, pur senza mascherare le differenze e i diversi punti di
vista su determinati momenti storici e sui problemi ancora irrisolti.
L’ambizione è di leggere in maniera nuova, non più conflittuale, ma fondata sull’idea di collaborazione e amicizia, la complessa e intricata storia delle relazioni fra le due nazioni.
Massimo Bucarelli, docente in Storia delle Relazioni Internazionali presso l’Università «La Sapienza » di Roma, è autore di vari saggi e lavori dedicati alle relazioni italo-jugoslave nel Novecento, tra cui le monografie Mussolini e la Jugoslavia 1922-1939 (Bari 2006) e La “questione jugoslava” nella politica estera dell’Italia repubblicana 1945-1999 (Roma 2008).
Luciano Monzali è professore associato in Storia delle Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari. È autore dei volumi: L’Etiopia nella politica estera italiana (1896-1915) (Parma 1996); Italiani di Dalmazia. Dal Risorgimento alla Grande Guerra (Firenze 2004); Italiani di Dalmazia (1914-1924) (Firenze 2007); Antonio Tacconi e la Comunità italiana di Spalato (Padova 2008).
John Fitzgerald Kennedy è il presidente degli Stati Uniti per antonomasia. Una figura di grande carisma della compagine democratica americana, ucciso il 22 novembre 1963 a Dallas mentre era in visita ufficiale alla città. Bruno Vespa racconta il mito della presidenza Kennedy durata poco più di due anni. A sessant'anni dall'assassinio di Dallas, una ricostruzione critica, tra pubblico e privato, di una delle figure più importanti della storia americana, dal giuramento del 1961 al fatidico giorno del 1963 che cambiò per sempre il paese. Quella di "Jack" Kennedy è stata una parabola che si è interrotta nel suo momento più alto, facendo sprofondare l'America nel suo lato oscuro. Vespa ne ripercorre la vicenda nelle sue luci e nelle sue ombre, con l'esperienza del grande giornalista e la capacità del fine analista della storia.
Una classica storia della cultura greca da Omero a Platone, interpretata alla luce dell'evolversi dei suoi mezzi di comunicazione, dalla tradizione orale a quella scritta. Eric A. Havelock rivela ragioni e significato di questa svolta rivoluzionaria, che a una situazione sociale di crescente incertezza rispondeva con l'ordine critico e sistematico del sapere affidato alla scrittura. Eric A. Havelock è stato professore emeriro dell'Università di Harvard.
Testimone e complice delle vicende umane da oltre centocinquant'anni, la fotografia ha un rapporto privilegiato con l'indagine poliziesca e scientifica. Lo storico - per il quale una fonte che unisca magicamente passato e presente (restituendoci l'impronta di un istante irripetibile) dovrebbe rappresentare un occasione più unica che rara - nutre da sempre verso l'immagine tecnica una diffidenza solo in parte motivata. Fonte per la storia e (inseparabilmente) agente di storia, la fotografia attende ancora una riflessione metodologica e soprattutto ricerche sul campo che ne verifichino la leggibilità e ne promuovano l'inserimento tra gli strumenti di lavoro dello storico.
Tra il giovane pittore, attento studioso dell’arte italiana, e l’insoddisfatto vizioso che cerca consolazione nell’alcol e nella droga è racchiusa la mirabile parentesi della ricerca solitaria, unica e rigorosissima di Amedeo Modigliani.
Il suo ideale artistico nasce e prende forma nella Livorno di fine Ottocento, alla scuola dei macchiaioli, sotto lo sguardo di Giovanni Fattori. Impara a penetrare la struttura intima delle cose, e da qui si rivolge al passato, custodito a Firenze, a Napoli, a Venezia: Masaccio, Tino di Camaino, Carpaccio, Tiziano... Dai viaggi, dal confronto con l’arte italiana prorompe la volontà di dedicarsi a un’«opera nuova», dal confronto con gli altri pittori la rivelazione della grande arte del nuovo secolo che sta nascendo in quegli anni a Parigi.
Oggi Modigliani è uno degli artisti più amati dal pubblico, dai giovani, da tutti coloro che si mettono in coda per vedere le mostre. Il suo catalogo raccoglie l’opera di uno dei maggiori artisti che l’Italia abbia avuto. I nudi sono forme severe su cui il colore accende la vita di un nuovo sistema pittorico che ha scosso la raffigurazione nel Novecento.
Ha inventato il ritratto moderno, inquieto e interrogativo, ha rappresentato poeti e cameriere, bambini e mercanti, mendicanti e donne. Lo ha fatto in una maniera unica, con una visione indipendente che Beatrice Buscaroli ricostruisce con uno sguardo critico innovativo, che scrosta dalla vita e dal lavoro di Amedeo Modigliani le leggende e i cliché nati il giorno stesso della sua morte. Rigorosa nel ricreare l’ambiente italiano e parigino a cavallo tra Ottocento e Novecento, aperta e acuta nella lettura dei gesti della tecnica artistica, la voce dell’autrice diventa trascinante nel racconto biografico, nel restituire l’intensità con cui Amedeo Modigliani visse, dipinse, scolpì.
Beatrice Buscaroli insegna Storia dell’arte alla facoltà di Conservazione dei beni culturali presso l’Università degli Studi di Bologna-Ravenna. Nel 2009 ha curato il Padiglione Italia alla 53a Biennale d’Arte di Venezia. Tra le pubblicazioni ricordiamo: Max Klinger (Ferrara Arte, 1996), Pinacoteca nazionale, Bologna (Il Sole 24 Ore – Electa, 2005), I colori nelle mani (Marietti 1820, 2009).
I racconti delle origini del mondo abbracciano una realtà universale di cui non vogliono indicare gli inizi cronologici, ma intendono spiegare il significato esistenziale. E così in apertura della Bibbia il popolo d'Israele ha condensato nel libro della Genesi una sua visione della realtà e di se stesso. Il giardino dell'Eden è essenziale non per viverci dentro, ma per esserne espulsi verso paesaggi geografici storicamente percorribili e abitabili. Il tema del rapporto tra i due generi di tempo, quello dei primordi e quello della storia, resta implicito in ognuno dei saggi raccolti nel volume, raggruppati sotto due prospettive diverse. La prima si colloca nell'ambito del tempo storico e valuta la possibilità stessa della sua misurazione. La seconda è dedicata invece al tema delle origini della civiltà in alcune sue espressioni più significative, come la nascita della città ad opera di Caino e la diffusione dei popoli sulla terra.
Radiazioni misteriose, extraterrestri, reperti archeologici rivoluzionari, dispositivi elettronici fantascientifici, macchine che controllano il clima e che fanno rivivere il passato... sono solo alcune delle scoperte e delle invenzioni che avrebbero potuto modificare radicalmente la nostra vita, se solo fossero state reali. Il libro analizza con rigore storico una serie di false scoperte scientifiche, immaginando cosa sarebbe successo se fossero state vere. Un viaggio insolito e intrigante all'interno della scienza che mostra aspetti poco noti della ricerca e dei ricercatori.

