
Nell'arena del dibattito su cattolici e Unità d'Italia, il volume prende le distanze da un uso della storia come "riserva di munizioni" contro i propri nemici e offre una ricostruzione di fatti e problemi ancorata alla ricerca scientifica.
Qual'è il senso della storia? Che cosa rende possibile la formazione di un fine a tutti comune? Muovendo da una riflessione sulla storia, i tre testi husserliani del 1934 qui tradotti integralmente in prima traduzione mondiale, ambiscono a rispondere proprio a tali questioni, mostrando che la filosofia fenomenologica è in grado di elevare la mente umana verso ciò che sta alla base del nostro esserci e che ci accomuna. Se l'umanità comprende che solo in virtù di questo unico sostrato, vi è l'assoluta condizione di possibilità di tutte le interpretazioni e prese di posizione sul mondo, diviene allora possibile ipotizzare un'umanità consapevole e in armonia, che vive nella condivisione comunitaria di un medesimo senso che attraversa la storia.
A ridosso del sequestro e dell'omicidio di Aldo Moro da parte delle Brigate rosse, nel 1978, il dibattito sulle origini della lotta armata di sinistra si articolò in diverse e spesso contrapposte posizioni. Rossana Rossanda sul "Manifesto" sostenne che la cultura d'origine del brigatismo fosse comunista e che le Br condividessero "lo stesso album di famiglia" del Pci. Ma ci fu anche chi, come Giorgio Bocca, si domandò se le Br non avessero invece una matrice religiosa, da lui individuata nel "cattocomunismo". Si poneva, dunque, un problema fondamentale: il nesso tra religione cattolica e violenza politica. Quando non pochi appartenenti alle formazioni armate di sinistra risultarono avere iniziato la militanza rivoluzionaria nell'associazionismo cristiano frequentato anche durante la clandestinità - questo nesso si rivelò in tutta la sua evidenza. Tra i casi più clamorosi, Renato Curcio e Margherita Cagol, provenienti entrambi da un'educazione cristiana. Ma non solo a sinistra: anche l'estremismo e il terrorismo nero si intrecciavano con gli ambienti cattolici tradizionalisti. In questo saggio Guido Panvini fa rivivere il clima e le vicende di quegli anni, in un percorso esaustivo e documentato: dai primi anni sessanta al '77, dalle ricadute post-conciliari al conflitto in fabbrica e ai preti operai, fino agli anni Ottanta.
"La puntuale ricostruzione di Pietro Panzarino si snoda attraverso una serie di vicende apparentemente minori. L'autore segue i discorsi e le scelte di Aldo Moro, ripercorrendo la cronaca politica della cosiddetta Prima Repubblica, dal 1958 al 1968. Il libro di Panzarino costituisce pertanto un'eccezione, in una singolare povertà di saggi storici dedicati alla lunga vicenda dell'Italia repubblicana dal 1948 al 1989. E un'eccezione decisamente positiva, che merita attenzione perché controcorrente rispetto a una 'damnatio memoriae' che rivela anzitutto incapacità di confronto critico con il passato." (dalla presentazione di Agostino Giovagnoli)
Giorgio del Giglio (ca. 1520-1579), originario della piccola isola dell'arcipelago toscano, fu di volta in volta soldato, ambasciatore, negoziatore, spia, interprete, mercante di schiavi e persino schiavo lui stesso. Catturato sette volte dai pirati barbareschi, rinnegò la fede cristiana due volte. Trascorse più di dieci anni nell'Impero ottomano, dove affermò di aver svolto molte missioni per il sultano Solimano il Magnifico e più tardi per il duca di Firenze, Cosimo de' Medici. Percorse in lungo e in largo il Vicino e il Medio Oriente, e si dice che si sia spinto fino alla Cina. I suoi favolosi diari di viaggio sono in parte autobiografia, in parte enciclopedia, in parte cartografia, in parte controversia religiosa. Proprio come Carlo Ginzburg aveva tratto dall'oblio il suo mugnaio del XVI secolo ne "Il formaggio e i vermi", Florence Buttay ridona vita a questa figura di impostore, che vendeva i suoi servizi di spia al migliore offerente e sognava la concordia religiosa in piena Controriforma. Ci racconta le tribolazioni di un frontaliere del Rinascimento, sempre in cerca di una identità tra le due sponde del Mediterraneo, tra Oriente e Occidente, che non manca di evocare Leone l'Africano di Natalie Zemon Davis.
"In quanto parola di Dio, il Corano è il fondamento della vita di ogni musulmano. Tutti i casi pubblici e privati, religiosi e secolari, rientrano sotto la sua giurisdizione". Questa visione predominante, peraltro formulata da un intellettuale arabo non fondamentalista, è probabilmente una delle principali cause dell'evidente conflitto politico, sociale e ideologico presente nella quasi totalità dei paesi musulmani. Nasr Abu Zayd, uno dei più importanti intellettuali arabi, condensò nelle pagine coraggiose e illuminanti di questo libro le sue riflessioni circa la necessità di contestualizzare il testo sacro nella storia, cercando di restituire all'interpretazione del Corano il suo valore più autentico per sottrarlo a qualsiasi manipolazione politica e religiosa. Ciò che il Corano offre ai musulmani, sostiene Abu Zayd, non è l'islamizzazione della vita, e neppure la totale separazione della religione dalla vita. Separare la religione dallo Stato è tuttavia essenziale, senza che ciò significhi relegare la religione sullo sfondo della vita sociale. Come modalità di comunicazione tra Dio e l'uomo, il Corano, argomenta Abu Zayd, insegna che l'interpretazione letterale del testo sacro significa congelare la parola di Dio nel momento del suo annuncio storico, ovvero semplificare e impoverire l'immensa e complessa dottrina dell'Islam, trasformando una religione della fede in una religione delle opere e dei riti.
Nel solco della decennale esperienza delle Settimane Internazionali della Mendola. Nuova Serie, questo volume offre una riflessione quanto mai attuale sui fondamenti del modello di uomo, realtà antropologica che ha segnato tutto il secondo millennio, mettendo in luce come, a partire dai secoli XI-XIII, il principio della responsabilità personale e lo slancio creativo individuale connotarono il nuovo volto dell'Occidente medievale. Questa complessa metamorfosi si riverberò non solo nella riflessione filosofica, ma anche nella rinnovata percezione dell'umanità di Cristo, legata con una altrettanto innovativa considerazione dell'uomo e della donna e della loro possibilità di proiettare l'intraprendenza individuale nella realtà sociale, politica e religiosa. Ne derivò un modo inedito di porsi verso gli uomini da parte di tutte le istituzioni sociali e religiose, che adattarono pratiche e linguaggi diversi rispetto al passato, assecondando così questa rilevante trasformazione.
Johann Joachim Winckelmann è stato uno dei più importanti intellettuali del XVIII secolo. Bibliotecario, storico dell'arte, archeologo, appassionato di letteratura e arte classica, divenne uno dei teorici del neoclassicismo e la sua influenza sulla cultura europea della seconda metà del Settecento fu enorme. Tuttora il suo sguardo sull'arte continua a influenzare il nostro modo di vederla e considerarla. Figlio di un umile ciabattino, grazie alla sua vivace intelligenza e alla dedizione agli studi, diventa prima bibliotecario di un conte e poi soprintendente alle antichità della corte pontificia. La sua vita fu romanzesca, passata tra la nativa Prussia e la Roma papale, nelle università, nei salotti e nelle corti più importanti d'Europa, tra personaggi d'altissimo rango, eruditi, nobili e cardinali, tra amicizie durature e liti causate dal carattere forte e intransigente. Federica La Manna, professore di Letteratura tedesca, ricostruisce minuziosamente tutta la parabola umana del grande intellettuale, dall'infanzia passata nella miseria fino alla morte - quand'era al massimo della fama - avvenuta a Trieste in circostanze mai del tutto chiarite.
Giuseppe Gullino, ordinario di Storia moderna, presso l'Università di Padova, ci guida nell'affascinante viaggio della Repubblica Veneta, rivelandoci fatti e personaggi di ieri sorprendentemente vivi e attuali. Le invasioni longobarde, franchi e bizantini, la leggenda di san Marco, le Crociate, le Repubbliche marinare, Marco Polo, i dogi e i papi, la peste, Galileo e Paolo Sarpi, e, sul finire, Casanova e Napoleone seguiti dal feldmaresciallo Radetzky e sulla scena rimane, intramontabile, il faro della Serenissima.
Il volume è una sintesi della storia repubblicana che in meno di trecento pagine ripercorre le vicende politiche e sociali degli ultimi settant'anni offrendo al lettore un'interpretazione unitaria delle fasi essenziali di questo periodo: dalla ricostruzione postbellica al miracolo economico, dal compromesso storico ai terrorismi, dal crollo della classe politica di governo nei primi anni Novanta all'avvento di Berlusconi e del suo populismo. L'offensiva vittoriosa di una destra, in gran parte non ancora moderna, e gli errori e le divisioni di una sinistra che dopo il crollo del comunismo non ha ancora trovato un programma e neppure una nuova classe dirigente, sono al centro dell'analisi finale di questa opera, utile per la comprensione del nostro presente.
Il volume è focalizzato sulla civiltà greca nel suo insieme, dando ampio spazio ai vari aspetti del vivere, dalla cultura materiale a quella artistica, dall'organizzazione politica e amministrativa ai culti religiosi, dalla struttura urbanistica alle tipologie architettoniche. 350 immagini tutte a colori relative all'architettura, la scultura, la pittura, illustrano i testi documentati e aggiornati alle più recenti scoperte, affidati a un'archeologa.
Le civiltà sviluppatesi nel Nord e Centro Europa nell'antichità e nel medioevo, sono talvolta poco note in Italia, nonostante abbiano alimentato leggende e miti molto popolari a partire da personaggi di grande fascino quali Vercingetorige o il terribile Erik il rosso - o figure come il Druido che hanno ispirato un'ampia letteratura, anche fumettistica. Il Dizionario chiarisce innanzitutto le origini e le modalità di espansione di questi popoli che conquistarono buona parte dell'Europa, spingendosi talvolta anche molto lontano, fino in Groenlandia e in tutta l'area mediterranea. Ma ampio spazio è dedicato a tutti gli aspetti del vivere - insediamenti, abitudini, riti, credenze - oggi ricostruiti attraverso l'arte, l'archeologia, lo studio della cultura materiale. Si capirà così come le straordinarie capacità di navigazione permisero ai Vichinghi di partire alla conquista dei mari, per arrivare fino in Persia; da dove traggono origine i fregi ornamentali dell'arte celtica; quali significati racchiudono le preziose oreficerie dei Goti che oggi vediamo esposti nei principali musei del mondo.