
I falsi percorrono la storia come un filo rosso, a volte impalpabile, a volte capace di modificare il corso degli eventi. Solo a distanza di anni, se e quando vengono svelati, rivelano la loro efficacia: così la Donazione di Costantino per la storia della Chiesa o i Protocolli dei savi anziani di Sion nel diffondere l'antisemitismo. Si falsificano atti diplomatici, lettere, testamenti, documenti storici, ma anche le antiche epigrafi, e non solo per denaro. Anche la letteratura e l'erudizione vengono coinvolte, come nel caso dei falsi ottocenteschi della poesia ceco-medievale. La falsificazione abbonda nell'arte: una legione di imbroglioni pratica una lucrosa professione, che fa il paio con quella dei falsari di merci e di monete. Dietro i falsi ci sono appunto i falsari, ora nascosti nell'ombra, ora proiettati verso una fama spesso ambiguamente ammirata, come nei casi di Annio da Viterbo, che riscrive una falsa storia antica o di George Psalmanazar che offre agli inglesi una Formosa inesistente. Sono solo alcuni dei capifila di un esercito che, con alterna fortuna, ha conquistato la nostra civiltà fin dai tempi antichi.
Questo volume costituisce il primo tentativo di scrivere una storia comparata della presenza dei cattolici nelle Resistenze dei vari paesi europei. Basata su un'ampia storiografia in più lingue e sulla rilettura della stampa clandestina, oltre che di svariate testimonianze, la ricostruzione delle vicende di paesi come Francia, Belgio, Paesi Bassi, Germania e Austria, Cecoslovacchia e Polonia consente di presentare ai lettori italiani figure di uomini e donne talvolta sconosciuti persino agli storici specialisti. L'analisi segue il filo del rapporto tra cattolici, fede religiosa e ricorso alla violenza. In questa prospettiva intende contrastare la tentazione ricorrente di applicare ai cattolici di allora le categorie dell'oggi, come il pacifismo o l'obiezione di coscienza, insieme all'accusa di essere stati imbelli e "attendisti". L'educazione cattolica di allora non disdegnava infatti di formare anche al dovere militare. Il problema, semmai, era quello della legittima autorità cui obbedire. Queste pagine contribuiscono così a bilanciare la tendenza storiografica che, nel corso degli ultimi decenni, ha posto in primo piano la Resistenza civile, senza armi, a scapito di quella - che pure ci fu - combattente.
"'Gli imprevisti della Riforma' è destinato a tutti coloro che vogliono capire come l'Europa e il Nord America di oggi sono diventati quello che sono": ecco, nelle parole dell'autore, l'ambizioso programma di questo libro, che in versione originale ha dato vita a un acceso dibattito ed è destinato a diventare punto di riferimento per un pensiero critico della cultura occidentale contemporanea. Storico statunitense dalla scrittura insieme elegante ed erudita, Brad Gregory ricostruisce il farsi della modernità come effetto a lungo termine di alcune svolte accadute nel lontano passato. Il punto di cesura si verifica con la Riforma protestante che, negli intenti dei suoi padri, avrebbe dovuto sanare le derive della cristianità medievale e riportarla al cuore del messaggio evangelico. Ma una serie di eventi e di problemi complessi, primi fra tutti i conflitti e i disaccordi dottrinali sorti fin da subito non solo con la Chiesa di Roma ma anche all'interno della stessa compagine protestante, ha portato a effetti imprevisti, non intenzionali e a volte addirittura contrari alla visione di partenza, che hanno contribuito alla costruzione dell'Occidente moderno...
Nel terzo Convegno del ciclo "Religiosità e civiltà", tema delle Settimane della Mendola, Nuova Serie, sono state indagate le varie modalità con cui il cristianesimo si è aperto alla conoscenza delle altre religioni. In particolare si è esplorato come, con varie modulazioni, i cristiani di età medievale abbiano percorso itinerari che, a partire dalla coscienza del loro essere profondo, li hanno portati a misurarsi con i messaggi delle altre religioni, utilizzando sia l'osservazione empirica, sia lo studio approfondito delle altrui tradizioni culturali, sia la traduzione e la riflessione sui testi sacri delle altre fedi religiose, con particolare riguardo al Corano. I singoli casi di studio sistematico di argomenti particolari sono anche serviti per verificare come il confronto tra gli aspetti culturali e le forme cultuali delle altre religioni non abbia portato a uno scontro di civiltà, come alcuni studiosi hanno recentemente sostenuto, bensì, allontanando ogni facile irenismo, a una effettiva difficoltà di realizzare un vero e proprio dialogo. Sono indubbiamente emersi gli influssi reciproci, sul piano del comportamento etico, e a volte sul terreno delle liturgie, ma a tratti sono stati messi a nudo gli scontri violenti, specialmente contro i pagani delle pianure dell'Est europeo, o contro gli ebrei presenti in Occidente, o contro i musulmani durante le diverse spedizioni crociate.
Dopo il primo volume, dedicato a Israele e a come prese forma in simboli la sua esperienza sullo sfondo degli imperi cosmologici del vicino Oriente Antico, il secondo volume di Ordine e storia, un grande classico della filosofia politica, si rivolge all'area greca. Anche qui si attuò una rottura con la prospettiva cosmologica, grazie a un "salto nell'essere" in cui il mito fu oltrepassato nell'ordine trascendente-divino. Si trattò di un passaggio graduale, scandito dalla transizione dal mito alla filosofia. Esso prese avvio nell'epica omerica, con la creazione del mito olimpico e il risveglio della coscienza di un comune ordine egeo che poggiava su un passato minoico-miceneo. Proseguì con la Teogonia esiodea, in cui il materiale mitico, soprattutto omerico, venne riplasmato secondo un'intenzione speculativa. Approdò infine mediante l'anello intermedio dei "filosofi mistici" Senofane, Parmenide ed Eraclito - alla metafisica di Platone e Aristotele. Il termine di questa transizione trova espressione nella formula "Dio misura invisibile dell'uomo". Questo lungo percorso viene scandito da Voegelin in due volumi: il primo dei quali (quello presente) inizia dal remoto passato minoico e termina con i rivolgimenti dell'età della Sofistica.
I frammenti pervenuti del XXXI libro della Biblioteca di Diodoro rappresentano una delle principali fonti sul periodo compreso tra la terza guerra macedonica e la terza guerra punica (168-152/1 a.C.), fase sotto molti aspetti decisiva per l'evoluzione dei rapporti tra Roma e il mondo greco. Il XXXI si caratterizza come libro 'ellenistico', in ragione della molteplicità degli scenari geografici e degli attori storici considerati all'infuori di Roma e, malgrado l'assenza di un evento bellico centrale, si segnala come quello di gran lunga meglio preservato nel panorama delle ultime due decadi frammentarie della Biblioteca, in ragione di una tradizione particolarmente composita. Si tratta di uno dei pochi libri per cui sono possibili confronti per esteso con passi della fonte maggiormente seguita nella circostanza da Diodoro, le Storie di Polibio, ciò che rende possibile una disamina accurata delle modalità di elaborazione della materia da parte dello storico siceliota.
Escono dall'Archivio di Villa Cagnola le lettere che il nobile Guido, nato a Milano nel 1861, ha ricevuto dal 1892 fino alla morte, avvenuta nel 1954.
Nel volume studiosi e appassionati potranno trovare materiali di prima mano, adeguatamente commentati, che permettono di tracciare un nuovo profilo di Guido Cagnola, comprensivo di molteplici aspetti della sua complessa personalità: dalla storia dell'arte alla religione, dalla filosofia all'impegno sociale. Vengono alla luce elementi anche più intimi della vita del protagonista: su tutti l'amicizia, durata più di cinquant'anni, con Bernard Berenson. Ma non mancano testimonianze preziose del legame, tanto intenso, che Guido Cagnola ha intrattenuto per tutta la vita con il Comune di Gazzada.
L'arte, la letteratura, la storia, la città di Brescia dall'età romana all'età contemporanea. Un bilancio storiografico sulle ricerche compiute dal 1965 al 2010.
Grazie all'opera di artisti e intellettuali, nel Rinascimento emerge una consapevolezza inedita del divenire storico che favorisce il culto del nuovo nelle arti, in letteratura, in filologia e nelle scienze. Il nuovo prendeva il posto del culto, una liturgia umana subentrava a quella divina. Questa rivoluzione tocca anche la cultura ebraica, motore e agente di un rinnovamento senza precedenti. Lo studio di Giuseppe Veltri ricostruisce la vita intellettuale ebraica nel Rinascimento italiano ed europeo, mettendo in luce momenti salienti del dibattito del tempo: la coscienza storica del divenire e la secolarizzazione, la funzione della poesia dantesca come ponte fra mondo ebraico e mondo cristiano, l'uso del volgare come simbolo del connubio delle diverse tradizioni, la nascita del criticismo, l'atteggiamento scettico come strategia e sintomo della crisi politica e intellettuale, il dibattito sull'immortalità dell'anima.
Dalla Cina arcaica alla nuova Cina del Ventunesimo secolo, dalla preistoria alla caduta dell'Impero Celeste, alla nascita della Repubblica Popolare, alla 'nuova era' avviata da Deng Xiaoping, per arrivare fino ai nostri giorni e all'ingresso della Cina nell'arena del capitalismo globalizzato. Questo volume ripercorre il millenario e affascinante tragitto di una civiltà complessa e ricchissima, che ha saputo affrontare transizioni epocali - l'avvento del comunismo, ieri, e quello del capitalismo, oggi - restando sempre inconfondibilmente se stessa. Spesso fraintesa dagli osservatori occidentali, la civiltà cinese è il risultato di un processo storico che nell'ultimo mezzo secolo ha conosciuto impressionanti ritmi di crescita e trasformazione. La Cina dei nostri giorni si sta imponendo sulla scena internazionale come nuovo soggetto in grado di dialogare alla pari con le grandi potenze del mondo, e da luogo lontano ed esotico sta rapidamente evolvendo in partner - o, molto più spesso, diretto concorrente - del mondo occidentale.
"Nato dall'incontro tra la rivoluzione dell'età di Epimenide e dei tiranni e la cultura aristocratica, il pensiero storico greco ebbe da quest'ultima la sua propria forma, neanche la società ellenistico-romana riuscì ad abbandonarla in una maniera decisiva": da qui prende avvio l'innovativa ricerca di Santo Mazzarino, fra i maggiori studiosi italiani del mondo antico. Un classico che ha aperto nuove prospettive di lettura dei grandi storici dell'antichità. Nel primo volume: Nascita del pensiero storicoDall'"Asia" di Gige all'Atene di Pericle - Erodoto e la società classica - Da Tucidide ai Cinici - Classicità greca e classicismo ellenistico romano.
Il Regno d'Italia cinge Roma d'assedio. La attornia, la scruta dai campi al confine, entra di soppiatto con gli occhi delle spie, si sporge con cautela dalle feritoie, la reclama con furia dalle pagine dei giornali, la pretende in Parlamento. Corre l'anno 1862, l'unità nazionale è ormai compiuta, eppure Roma, il centro del mondo, continua a sfuggire e a resistere sotto il trono papale e la mal sopportata protezione dei francesi. Il neonato governo italiano cerca di scardinarne le difese con la politica, mentre Garibaldi raduna in Sicilia una schiera di volontari per muovere bellicosamente verso la predestinata capitale, prima di essere fermato dal regio esercito sull'Aspromonte. Cinque anni dopo, l'eroe dei due mondi viene sconfitto dalle truppe pontificie sostenute dai francesi nella battaglia di Mentana e a Roma fallisce l'insurrezione. Ogni tentativo di conquista si infrange contro la barriera invisibile che sembra avvolgere la città e imprigionarla in un'assenza dal mondo e dal tempo. Eppure la percezione è che l'urbe possa da un momento all'altro crollare. Vittorio Emanuele II e Napoleone III, Pio IX e Francesco II, Mazzini e Garibaldi, il cardinale Antonelli e monsignor de Mérode, Ricasoli e Rattazzi. Governi sorti e caduti in pochi mesi, briganti, tradimenti, attentati, manovre segrete. Astuti triangoli politici e fini giochi di potere. Bombe e petardi. Molti carcerati, anche, e morti ammazzati. Nella Guerra di Roma Stefano Tomassini mette in scena una storia appassionante: la ricostruzione - compiuta attraverso una straordinaria messe di documenti - dei dieci anni che hanno portato alla breccia di Porta Pia e alla presa di Roma. Alla fine del Risorgimento e al principio della nostra storia contemporanea.

