
Il nucleo centrale di questi scritti riguarda le origini e gli sviluppi del secondo conflitto mondiale, nonché lo svolgimento del duro processo di pace che fu imposto dai vincitori all'Italia. Con la fine del regime armistiziale, il nostro paese riacquistò la piena sovranità. La sua politica estera risultò nondimeno condizionata da difficoltà interne e questo spiega la sua mancata adesione, nel 1948, al patto di Bruxelles. Dalle debolezze allora mostrate, essa seppe, tuttavia, riscattarsi in occasione di snodi cruciali del confronto est-ovest, come prova il ruolo determinante che ebbe, negli anni 1977-79, per l'approvazione del programma relativo alla produzione e allo spiegamento degli euromissili in risposta all'installazione degli SS20 sovietici. Su tale episodio l'autore fornisce una preziosa testimonianza avendo ricoperto l'incarico di rappresentare l'Italia nel ristretto gruppo di esperti al quale fu affidata l'elaborazione di quel programma, nonché della piattaforma negoziale che doveva condurre, pochi anni più tardi, al totale azzeramento delle armi nucleari di teatro in Europa.
Un luogo comune vuole che in Calabria la Storia sia sempre di passaggio. L'idea dell'antologia storica è nata per smentire questo luogo comune. Annibale e Spartaco erano andati in Calabria non di passaggio ma per reclutare ribelli e organizzarsi. Giulia la figlia di Augusto, che può essere considerata la Lady Diana di 2.000 anni fa, fu confinata a Reggio Calabria e là morì a causa dell'Imperatore Tiberio suo ex-marito. Felice Vinci, ribelle alle tesi ortodosse, ci fa conoscere suo nonno, calabrese, che dovette andarsene a causa del terremoto, mentre il brano seguente ci fa incontrare Alarico il Re-Guerriero che saccheggiò Roma dopo 800 anni. Con Gioacchino da Fiore incontreremo un Monaco pensatore, profeta e ribelle e perciò condannato dal Concilio del 1215. Parleremo inoltre di Dan Brown, il Priorato di Sion, il brigante "Re Marcone", Tommaso Campanella, Alexandre Dumas, Re Gioacchino Murat, Mussolini ed infine il campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, do ve nessun prigioniero morì di morte violenta.
Nel 2013 si sono celebrati due anniversari importanti per la collettività di studiosi italiani impegnati nelle ricerche sul Giappone: il cinquantesimo anno dall’inaugurazione del Nihon Bunka Kaikan di Roma e il quarantesimo anno dalla fondazione dell’Associazione Italiana di Studi Giapponesi. Le due istituzioni, unite da produttive collaborazioni e da tappe parallele, sono state al centro dell’attività scientifica di diverse generazioni, e si è quindi deciso di dedicare alla coincidente ricorrenza il presente volume, composto di saggi accomunati dalla volontà di proporre riflessioni aperte e aggiornate su tematiche relative a vari ambiti e periodi. Protagonista ne è la riflessione, declinata attraverso cinque sezioni non tagliate su criteri temporali o campi tematici standard. La varietà e l’eccellenza dei contributi proposti, oltre a offrire degli interessanti risultati di ricerca, testimonia allo stesso tempo l’importanza di un’attiva comunità scientifica che si riunisce intorno alla propria associazione di riferimento.
Il libro ripercorre dapprima la storia dei Celti, adottandone il punto di vista, concentrandosi poi sulla spiritualità celtica, la cui eredità (anche attraverso la letteratura, l'arte, la musica) è ancora vitale, sia pure in modo sotterraneo, nell'Europa del XXI secolo. Una spiritualità che presenta molti elementi di interesse per l'oggi, perché è caratterizzata da un senso forte del contatto con la natura, dal rispetto per le sue forme, per i suoi ritmi, per la ciclicità del passaggio del tempo, e dalla ricerca di una consonanza con la struttura profonda dell'universo.
Dopo il successo del libro Ipazia e del film "Agorà", la nostra casa editrice pubblica la biografia di Aspasia, personaggio ancora più noto e conosciuto di Ipazia. Ventenne, bellissima. Educata dal padre a essere libera nel pensiero e nello stile di vita. Colta e straniera, in quanto non Ateniese. Così Aspasia comparve sulla scena splendida e tormentata di Atene alla metà del Vsecolo a. C. Decisa a mirare in alto, incontrò l’uomo più illustre dell’epoca, Pericle, di circa venticinque anni più anziano di lei. Nacque una relazione impossibile a nascondersi. I due, del resto, non fecero nulla per passare inosservati. La loro divenne così ben presto la coppia più celebre e chiacchierata dell’epoca, e non solo. Storia di potere e di sesso per una delle donne più controverse dell’antichità.
Questo libro propone un punto di vista molto particolare per leggere i temi religiosi e spirituali delle opere d’arte: la raffigurazione dell’abito e del corpo.
Mediante la ricerca sulle fonti, sui colori, sulle decorazioni e sulle forme degli abiti è possibile approfondire il senso di alcune immagini sacre, e apprezzarne le più intime e recondite sfaccettature.
Questa originale chiave di lettura è utilizzata per percorrere il tema morale e spirituale del peccato attraverso tre figure femminili tra le più rappresentate nell’arte sacra: Eva, Salomè e Maria Maddalena. Venti tavole di opere di artisti famosi (come Donatello o Masolino) e di autori meno scontati, ma non per questo meno rappresentativi, ci guidano a cogliere negli abiti (o nella nudità) il segno rivelatore di una concezione del corpo, della morale, della donna che ha segnato la storia dell’Occidente cristiano.
Arricchito da cartine, schemi di città, alberi genealogici e fotografie a colori, il libro mette a fuoco l'evento del 12 aprile 1204, quando i crociati conquistarono Costantinopoli: la città venne saccheggiata e sui resti dell'Impero bizantino fu fondato l'Impero latino d'Oriente (1204-1261). In seguito a quell'evento la frattura tra il mondo cristiano cattolico e quello ortodosso si aggravò in modo definitivo, tanto che quella data, a ottocento anni di distanza, pesa ancora come un macigno nelle relazioni tra Santa Sede e Chiese ortodosse e in generale tra Oriente e Occidente.
Raccontare la Grande Guerra "dal basso", cioè come è stata vista, vissuta e descritta dai "piccoli uomini", da quei soldati anonimi che la guerra l'hanno fatta. Sono loro a raccontare nelle lettere spedite a casa, o alla morosa, o in appunti di un diario, la loro esperienza fatta di coraggio, paura, speranze, eroismo, solidarietà, sangue, morte, bestialità.
Con un lavoro paziente gli autori di questo libro- nato dalla trasmissione 4 Novembre. La Vittoria del programma TV La grande storia di Rai Tre - componendo le tante piccole tessere costituite da migliaia di lettere dal fronte, disegnano un originale e inconsueto mosaico del conflitto che ha segnato una svolta nei destini dell'Europa.
L’obiettivo del libro è di rimettere in discussione, con un approccio storico-scientifico, il tema delle origini dell’Ordine dei Templari indagando sulla figura e soprattutto sulle origini del suo fondatore: Hugo de Paganis. Nel corso dei secoli Hugo viene individuato in un cavaliere franco, originario di Payns, un oscuro villaggio della Champagne (Francia), a fronte di una tradizione minoritaria, sostenuta dall’autore, che lo vuole originario di Nocera dei Pagani, oggi Nocera Inferiore in provincia di Salerno. Il problema della nazionalità di Hugo non è questione da poco, ma è uno dei segnali più vistosi che la storia dei Templari è stata a un certo punto riscritta, “modificando” la vera natura del movimento che, da gruppo organizzato di cavalieri posti a protezione dei pellegrini in Terrasanta, diventa nei secoli una vera e propria milizia armata nel nome delle verità cristiane. Il libro introduce molti documenti storici a riprova di questa tesi, riprodotti nel volume in foto o in testo originale con traduzione a fronte in italiano.
Un pamphlet-saggio, scritto con linguaggio giornalistico, ricco di riferimenti a slogan, canzoni, film, libri dell’epoca. Per dimostrare che la vera rivoluzione il Sessantotto l’ha compiuta non nel pubblico, ma nel privato. E al centro di questo mutamento è stata proprio la “questione del padre”, la contestazione della sua figura e del suo ruolo, ma anche la ricerca di un interlocutore, di un “qualcuno” che rispondesse alle domande di chi si affacciava alla vita “adulta” scontento di ciò che vedeva intorno a sé.
L'Autrice racconta, con linguaggio scorrevole e accattivante, unito a perizia storiografica, la storia e la leggenda della Lega Lombarda.
Le infinite vicende degli Alpini sono – insieme – Storia quasi misteriosa delle tante italie che si sono succedute, ma anche storia di un cappello sotto le cui tese, come per un sortilegio grigioverde, gl’intenti si sono sempre fatti più generosi e ogni fatica non è stata disattesa né disertata. Col cappello alpino in capo e quella penna in resta, gl’italiani di molte generazioni, a cui sono toccate le fiamme verdi, si sono rivelati protagonisti, piccoli e grandi, umili o eccelsi, di cose egregie altrettanto grandi o piccole, memorabili o segrete, nobili o comunque ispirate a doveri altrove sfilacciati. Gli Alpini hanno reputazione perché se la sono guadagnata sul campo del loro obbligato o volontario intraprendere. Diciamolo. Degli Alpini, quando li si vede arrivare perché un’urgenza, o uno stato di necessità li convocano, gl’italiani si fidano senza filtrare i pensieri o insabbiarsi nell’abitudine del dubbio. Quelli là tutti uniti – si pensa sempre – ce la faranno con discrezione. la fanfara suonerà dopo, intonando le argute canzoni di popolo che le penne nere continuano a sapere. ecco un caso quasi esclusivo tra noi italiani: gli Alpini fanno patria. E si confermano.