
È la storia di una principessa di casa reale: Clotilde di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, e di Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena.
A soli quindici anni è costretta, da ragioni di Stato, a sposare un uomo di circa quarant’anni, il principe Girolamo Bonaparte, nipote di Napoleone I.
Il motivo politico era, secondo i piani del ministro Cavour, di creare con queste nozze, una alleanza con la Francia in seguito al Patto di Plombières del 1858 in cui, tra l’altro, il Piemonte si impegnava a combattere accanto alla Francia contro l’Austria nella eventualità di una guerra che sembrava vicina.
Fu un matrimonio infelice che Clotilde visse con dedizione sofferta accanto ai figli e al marito che la trascurava e la tradiva.
Coinvolta in varie vicissitudini dolorose della famiglia reale, soprattutto della famiglia Bonaparte, la principessa finì la sua vita nel castello di Moncalieri, dove si era dedicata alla preghiera e a opere di carità.
Era molto amata dal popolo che la chiamava «la santa di Moncalieri».
Destinatari
Per chi è interessato a figure storiche.
Autori
Cristina Tessaro è nata a Busto Arsizio, in provincia di Varese, dove tuttora vive. È laureata in Lettere moderne ed è giornalista pubblicista. Ha lavorato nella redazione di giornali e televisioni locali e attualmente opera come libera professionista nel campo della comunicazione aziendale e dell’ufficio stampa. Appassionata di storie di santi, ama scrivere biografie di testimoni della fede antichi e contemporanei.
Fu un ragazzo di colore il più giovane soldato americano morto in combattimento in Vietnam. Il marine veniva da una famiglia povera di Brooklyn e aveva sedici anni. Questa storia è dedicata a quel ragazzo. È la storia del Vietnam nero. La storia, raccontata dalle loro stesse parole, del sacrificio, del coraggio, del patriottismo di ragazzi che hanno combattuto a diecimila miglia di distanza dalla loro povertà e dalla loro discriminazione. Per trovare un'ingiustizia peggiore, per combattere una guerra su due fronti: contro i vietcong e contro il razzismo di commilitoni e alte gerarchie dell'esercito statunitense.
Stanziati fin dal VII secolo a.C, in una regione fra il Caucaso e la Mesopotamia, gli armeni subirono la dominazione prima araba e poi ottomana; erano considerati dai turchi responsabili di gravi colpe: professavano la religione cristiana, parlavano una lingua diversa e perpetravano le tradizioni di una propria cultura millenaria. Ma soprattutto impedivano con la loro presenza il ricongiungimento di Istanbul con i popoli turcofoni dell'Asia centrale. Fu così che tra la primavera del 1915 e l'autunno del 1916, per volontà del movimento ultranazionalista dei Giovani Turchi, quasi un milione e mezzo di cittadini armeni dell'Impero ottomano fu sterminato. Si trattò a tutti gli effetti del primo genocidio del Ventesimo secolo e prefigurò sinistramente gli altri a venire. Parlarne, però, è stato per decenni, se non proibito, considerato inopportuno, e l'ostinato negazionismo storico dei regimi turchi è stato affiancato dai contorsionismi dei governi europei volti a dissimulare l'accaduto. In questo libro Yves Ternon ricostruisce con passione civile la vicenda di un popolo perseguitato e racconta la pagina più tragica della sua storia, stimolando la riflessione su un tema di estrema attualità: la sopravvivenza delle etnie e delle culture di fronte a un nazionalismo segnato dall'intolleranza razziale e religiosa.
Questo libro conduce il lettore attraverso una caccia al tesoro materiale e spirituale. Ripercorre le teorie più diffuse, sostenute da chi ritenne di aver identificato il tesoro dei Templari in determinati luoghi della Francia, del Portogallo, sotto la Montagna del Tempio a Gerusalemme o a Cipro, dimostrando come costoro abbiano trascurato un sito che con ogni probabilità lo ospita. La ricerca delle incommensurabili ricchezze dei Templari porta alla luce ulteriori nuove tracce e prove dell'eresia segreta di questo ordine di monaci cavalieri, colpito a morte fra il 1307 e il 1314 dal re di Francia e dal papa, e coinvolge altri temi in bilico tra storia e leggenda come il Graal, il Bafometto, Rennes le Chateau e l'origine del rito massonico.
"La Metafisica" di Teofrasto è un'opera unica per la complessità e l'ampiezza dei temi esaminati, che vanno da questioni al cuore dell'aristotelica filosofia prima alla fisica, alla matematica, all'astronomia, alla concezione della scienza e alla teleologia. E anche una testimonianza di prima mano delle modalità con cui la scuola nella sua fase più antica seppe accogliere e valorizzare l'insegnamento di Aristotele. L'andamento del testo non ha carattere sistematico, ma dialettico e problematico: di qui le molteplici interpretazioni di quest'opera, gravata da un'ipoteca di antiaristotelismo che tuttavia appare difficilmente sostenibile.
La storia degli Stati Uniti non è solo la brillante vicenda di una democrazia aperta, di una società ricca e all'avanguardia del mondo contemporaneo. Accanto all'America come luogo della libertà che amiamo, c'è un lato oscuro, dove le paure e le ossessioni hanno dato corpo negli ultimi due secoli a movimenti politici e sociali capaci di segnare un risvolto dell'identità nazionale. La storia degli Stati Uniti, allora, è anche quella dei nativisti - ossessionati dalla «supremazia bianca» -, dei populisti - cantori dell'America profonda custode delle virtù tradizionali in declino -, degli isolazionisti - che tra le guerre mondiali si rinchiusero nel nazionalismo dell'«America First» contro la guerra a Hitler -, e degli autoritari - che fiorirono in tutte le stagioni fino al Red Scare degli anni venti e al maccartismo degli anni cinquanta. Massimo Teodori descrive come nel tempo gli americani tradizionalisti con le loro ossessioni abbiano trasformato il patriottismo in nazionalismo e l'amore per la propria comunità in razzismo. Il libro conclude che, quali che siano i tentativi autoritari, l'America resta una società aperta che rispetta la democrazia e i diritti civili perché il suo sistema politico e costituzionale possiede gli antidoti per reagire ad ogni abuso di potere presidenziale.

