
Il volume, in inglese, presenta la produzione ceramica dell'età del Bronzo Medio e Tardo proveniente dagli scavi della missione italiana dell'Università di Udine nel sito di Qatna. Identificandone i tratti caratterizzanti durante il II millennio a.C., lo studio giunge a definirne gli influssi sulla cronologia relativa in uso nel Levante settentrionale e a proporre una nuova scansione delle fasi finali del Bronzo Medio e dell'inizio di quello Tardo. L'analisi delle tecniche di produzione unite a dati paleoambientali e archeologici consente inoltre di estendere le conclusioni ad altre aree di ricerca, quali i cambiamenti di tipo socio-economico subiti dal sito e i fenomeni insediativi nella Siria centro-occidentale.
Ricerche archeologiche ancora in corso sull'antico insediamento di Trebbio, localizzato nella piana del Tevere a pochi km a sud di Sansepolcro, hanno introdotto elementi di grande novità nel panorama delle conoscenze sulla tarda protostoria di quest'angolo di Toscana, incuneato fra Umbria, Marche e Romagna. Ne è emerso un insospettato quadro storico risalente all'età del ferro (VIII-VI secolo a.C.), che vede la formazione di un vasto centro di facies umbro-picena, con le sue aree abitative e artigianali, nell'ambito delle quali ha destato particolare interesse il rinvenimento, in località Spinellina, di un settore produttivo destinato alla cottura di vasellame ceramico. All'edizione integrale della prima campagna di scavi (2000) effettuata in quest'area del sito di Trebbio è appunto dedicato il presente volume, in cui archeologi, archeometri e specialisti delle scienze naturali contribuiscono con i loro rispettivi interventi a mettere a fuoco una vasta gamma di problematiche - culturali, tecnologiche, ambientali ed economiche sollevate dai contesti e dai reperti mobili ivi rinvenuti.
Protetto da draghi o spiriti maligni, gravato da maledizioni, rivelato da sogni e visioni, il tesoro è materia magica per eccellenza e fra le più affascinanti. Se cercassimo una ricetta alchemica per crearne uno, avremmo bisogno di alcuni ingredienti fondamentali. Il primo è il valore, quello scintillio che accende il desiderio. Il secondo è il segreto, la consapevolezza che esso esiste senza sapere dove. Il terzo è il tempo, al quale è sopravvissuto e che l'ha reso libero da ogni possesso: attende chi saprà meritarselo ma non è più di nessuno. In queste pagine si proverà a seguire la storia della ricerca dei tesori fra Medioevo ed Età Moderna, analizzando le sfumature del desiderio che ha colto gli uomini attraverso i secoli, descrivendo alcuni degli oggetti che hanno alimentato i racconti più favolosi, svelando come nascono certe leggende, alla scoperta dei nascondigli e dei loro custodi, sulla scia di quei cercatori che, dalle sponde meridionali del Mediterraneo fino all'Europa settentrionale, per secoli hanno seguito il miraggio della ricchezza fra magia e misteriose topografie auree.
"Reinhard Heydrich è forse meno noto al grande pubblico di altri gerarchi nazisti. Ma fu lui il vero architetto del genocidio degli ebrei d'Europa, il progettista principale di una macchina per lo sterminio che continuò a funzionare molto dopo la sua morte, avvenuta nel 1942. Édouard Husson non ha scritto una semplice biografia di Heydrich, ma ha utilizzato la parabola della sua fulminante carriera fino ai vertici delle SS per raccontare un regime intriso di odio razzista e costituito di uomini fanatici, pronti a eseguire e ad anticipare le volontà non sempre esplicite di un capo carismatico. Una ricostruzione magistrale, che affronta in modo innovativo uno dei grandi problemi della storiografia del Novecento: come e quando fu presa la decisione e dato l'ordine che mise in moto l'Olocausto?" Per molto tempo gli storici hanno discusso sui tempi e i modi in cui fu deliberata e organizzata la "soluzione finale". Una scuola di pensiero evidenziava l'antisemitismo violento di Hitler e dei suoi sostenitori fin dagli anni Venti e assegnava un'intenzione genocida al nazismo fin dai suoi inizi. Altri storici mettevano in risalto i cambiamenti della politica nazista nei confronti degli ebrei nel corso degli anni Trenta e poi durante la guerra, sostenendo che alla decisione di mettere in pratica un piano di sterminio totale si arrivò solo nel corso della conferenza di Wannsee, tenutasi nel gennaio del 1942. (Prefazione di Ian Kershaw)
“Noi possiamo vivere senza gli ebrei”. Adolf Hitler, 5 novembre 1941
Il volume ripercorre la storia della persecuzione degli ebrei nella Germania nazista dal 1939 alla conferenza di Wannsee (20 gennaio 1942), nel corso della quale, secondo la maggior parte degli storici, venne presa la decisione definitiva di procedere all’olocausto. Mettendo a confronto le tesi degli storici «intenzionalisti» (il genocidio era già previsto fin dall’inizio) con quelle della scuola «funzionalista» (fu il precipitare gli eventi a portare all’implementazione della soluzione finale), l’autore dimostra che l’intenzione di mettere definitivamente in atto lo sterminio era già presente prima della conferenza di Wannsee.
Edouard Husson, docente e dottore in Storia contemporanea, é conosciuto come un eccellente ricercatore degli archivi tedeschi, avendo anche insegnato presso l’Institut für Zeitgeschichte di Monaco. Ha recentemente pubblicato Comprendre Hitler et la Shoah... (PUF) e Une autre Allemagne (Gallimard).
Qual'è il senso della storia? Che cosa rende possibile la formazione di un fine a tutti comune? Muovendo da una riflessione sulla storia, i tre testi husserliani del 1934 qui tradotti integralmente in prima traduzione mondiale, ambiscono a rispondere proprio a tali questioni, mostrando che la filosofia fenomenologica è in grado di elevare la mente umana verso ciò che sta alla base del nostro esserci e che ci accomuna. Se l'umanità comprende che solo in virtù di questo unico sostrato, vi è l'assoluta condizione di possibilità di tutte le interpretazioni e prese di posizione sul mondo, diviene allora possibile ipotizzare un'umanità consapevole e in armonia, che vive nella condivisione comunitaria di un medesimo senso che attraversa la storia.
L'autrice riporta al centro dell'attenzione l'evento politico della Rivoluzione, il mutamento nei modi di concepire i valori e l'azione politica che ad un tempo ha generato ed è stato generato dalla Rivoluzione, e ne sono il lascito permanente, nel bene e nel male, dal momento che democrazia e terrore, giacobinismo e stato di polizia sono da allora realtà ricorrenti della vita politica. L'assunto fondamentale della politica rivoluzionaria, vale a dire che la politica può cambiare la società, che la comunità degli uomini può essere rifondata, prese corpo allora e portò con sé pratiche politiche nuove, come la propaganda di massa, la mobilitazione delle classi inferiori, la politicizzazione della vita quotidiana.
In breve
«L’empatia richiede fiducia, bisogna immaginare che l’altro sia simile a sé. Le descrizioni delle torture crearono questa empatia immaginata tramite una nuova visione del dolore. I romanzi la generarono suscitando nuove sensazioni riguardo alla vita interiore. Ciascuno a suo modo, essi rafforzarono la nozione di una comunità basata su individui autonomi ed empatici, che potevano rapportarsi con valori universali superiori, al di là dei legami familiari più stretti, delle affiliazioni religiose o persino delle nazioni. Senza questo processo di apprendimento, l’‘uguaglianza’ non avrebbe potuto assumere un significato profondo, in particolare non avrebbe avuto alcuna conseguenza politica.»
Lynn Hunt ripercorre la storia del XVIII secolo alla ricerca della nascita dei diritti umani, individuandola in una serie di mutamenti culturali più generali che hanno trasformato il modo in cui gli esseri umani si relazionano tra loro. I diritti dell’uomo sono infatti il prodotto dell’immedesimazione nell’altro, del riconoscimento dell’altrui sensibilità come simile alla propria. Questo volume è uno straordinario resoconto culturale e intellettuale su come le idee di relazioni umane descritte nei romanzi illuministi, le raffigurazioni delle opere d’arte e il rifiuto della tortura, come strumento di ricerca della verità, abbiano diffuso i nuovi ideali di uguaglianza, autodeterminazione e rispetto delle differenze.
Di questo libro hanno detto:
Elegante… affascinante, persino audace. Joanna Bourke, “Harper’s”
Incalzante e provocatorio. Le dichiarazioni, scrive l’autrice, non sono parole vuote: producono cambiamenti; fanno venire voglia di diventare le persone che affermiamo di essere quando le facciamo nostre. “The New Yorker”
Straordinario. “The New York Times Book Review”
Ricco, elegante e persuasivo. In questo libro e in tutta la sua carriera Lynn Hunt ha dimostrato che si può imparare molto tracciando collegamenti tra gli eventi che hanno plasmato la politica moderna e gli sviluppi letterari che hanno plasmato le sensibilità moderne. “London Review of Books”
Indice
Ringraziamenti - Introduzione. «Noi riteniamo che queste verità siano di per sé evidenti» - I. «Torrenti di emozioni». Leggere romanzi e immaginare l’uguaglianza - II. «Ossa delle loro ossa». L’abolizione della tortura - III. «Hanno dato un grande esempio». La dichiarazione dei diritti - IV. «Non avrà mai fine». Le conseguenze delle dichiarazioni - V. «Il debole potere del senso di umanità». Perché i diritti umani hanno impiegato molto tempo a imporsi - Appendice. Tre dichiarazioni: 1776, 1789, 1948 - Note - Referenze iconografiche - Indice analitico
«I diritti umani sono difficili da definire, perché la loro definizione e addirittura la loro esistenza dipendono tanto dalle emozioni quanto dalla ragione. L'affermazione dell'ovvietà si fonda, in ultima istanza, su un richiamo emotivo: è convincente se fa risuonare qualcosa in ogni persona. Abbiamo la piena certezza che un diritto umano sia in discussione quando la sua violazione ci fa inorridire». Ma come nacquero i diritti umani e in che modo la loro storia tumultuosa ne influenza la comprensione e la nostra capacità di salvaguardarli oggi? Con questo resoconto culturale e intellettuale, che fa risalire le radici dei diritti umani al rifiuto settecentesco della tortura quale strumento di ricerca della verità, Lynn Hunt ricostruisce la loro genesi, dimostra come le idee di relazioni umane descritte nei romanzi e raffigurate nelle opere d'arte abbiano contribuito a diffondere i nuovi ideali e richiama l'attenzione su come i diritti umani continuino ad avere vita difficile.