
La Cina è ormai un argomento di cui tutti parlano e scrivono, nella consapevolezza del suo crescente ruolo nel mondo. Eppure i grattacieli di Shanghai e i monasteri buddhisti, Piazza Tiananmen e il Tempio del Cielo pongono più di un interrogativo. Il passato riaffiora continuamente nel presente così come ce lo ha ricordato la comparsa e poi la scomparsa, nella primavera del 2011, di una possente statua di Confucio nella Piazza della Pace Celeste. Un quadro della Cina degli ultimi secoli rivela la complessità di questa civiltà che ha seguito un suo sviluppo autonomo e continuo sino a oggi. Se la Cina imperiale copre un periodo bimillenario e fondamentale nello sviluppo dell'umanità, la comprensione della Cina attuale non può prescindere dalla conoscenza della sua precedente 'unità imperiale'. Il periodo in esame va dalla fine del XIV secolo al XIX e corrisponde alla fase della maturità dell'impero e alla durata delle due ultime dinastie, dall'ascesa dei Ming (1368-1644) alla vigilia della proclamazione della Repubblica (1911). Partendo dall'evoluzione istituzionale dello stato pur nel solco della tradizione, Paolo Santangelo si sofferma sui rapporti col mondo esterno, l'economia, la stratificazione sociale e le varie forme di aggregazioni, la famiglia, il ruolo della donna, le ideologie e le religioni, la religiosità e i sistemi etici, la vita privata e il modo di rappresentare le passioni quotidiane.
L'Autore, descrive Quindici, sua terra natale (e i comuni che hanno lo stesso nome qui in Italia e altrove), nelle sue chiese, nei suoi segni.
Un testo sulla storia di Quindici (Avellino). Cronistoria, feste, biografie, cognomi, archeologia, documenti longobardi, vocabolario della parlata del luogo.
Muovendo dalla crisi attuale, dalla sua profondità e acutezza, questo libro sull'Italia contemporanea, ripercorre analiticamente l'intera vicenda di un cinquantennio, dalle promesse ideali e politiche della Repubblica sino ai nostri giorni.
Molto si è scritto sulla Resistenza nell'Italia centrosettentrionale, mentre poco o nulla si sa della contemporanea vita nel Regno del Sud, e delle esperienze di soldati e civili, uomini e donne, gente di campagna e di città negli anni della Liberazione. L'autore in questo libro ci consegna una testimonianza diretta e autobiografica su una fase della storia nazionale piuttosto trascurata. E' la scoperta di una realtà sociale e politica in una fase di transizione e di scontro nella rievocazione di un'esperienza personale e di un ripensamento collettivo dei modi e dei nodi dell'unificazione d'Italia.
Il 1968 è stato un anno spartiacque, segnato da molteplici eventi: dal Vietnam al Messico, dagli omicidi di Martin Luther King e di Bob Kennedy alle contestazioni studentesche. La rivoluzione è globale: a Roma, Parigi e Berlino centinaia di migliaia di persone manifestano nelle strade. A Città del Messico, il 3 ottobre, a piazza delle Tre Culture l'esercito spara sugli studenti uccidendone centinaia e ferendone migliaia. Il mondo dello sport non è da meno. Alle Olimpiadi messicane di quell'anno Bob Beamon salta 8,90 metri, Dick Fosbury rivoluziona il salto in alto, Tommie Smith nei 200 piani fissa sulla prima pista in tartan della storia il record del mondo a 19"85 e si fa immortalare sul podio insieme a John Carlos con il pugno guantato di nero, pagando a caro prezzo quel gesto. Ai Giochi stupiscono anche gli italiani: Giuseppe Gentile, Eddy Ottoz e Giacomo Crosa si fanno valere nell'atletica; Klaus Dibiasi stupisce il mondo nei tuffi. Questo libro di storia dello sport fa rivivere quell'anno e tutte le sue rivoluzioni. Prefazione di Italo Cucci e postfazione di Michele Maffei.
Il presente studio indaga la funzione cosmologica e cosmogonica che la prassi ritualistica divinatoria ebbe nel mondo Romano. Oltrepassato il livello dello scetticismo pregiudiziale, il materiale disponibile è stato considerato, alla luce della comparazione, nel suo svolgimento storico-culturale, al fine di rilevare gli elementi di continuità e di cambiamento prodottisi all'interno del sistema di divinazione di Roma antica, nel corso di quasi mille anni di storia. Ricostruire il significato religioso e civico della prassi ritualistica del sacra facere significa comprendere uno dei meccanismi essenziali di regolazione del sistema politeistico romano, del suo continuo ristrutturarsi nella storia, del suo rispondere alle sollecitazioni politico-religiose provenienti dall'esterno, senza rinunziare ai valori del mos maiorum.