
Quando si parla del Risorgimento le donne dove sono? La memoria di quelle, non poche, che lo animarono è pressoché cancellata. Eppure si trattò spesso di figure di grande notorietà, poi celebrate da statue e lapidi. Queste pagine presentano al lettore alcune di quelle protagoniste dimenticate: quattordici profili narrativi restituiscono la vicenda biografica e l'azione politica di altrettante donne, da Colomba Antonietti a Clara Maffei, da Sara Nathan ad Anita Garibaldi, dalla nobile Cristina Trivulzio di Belgiojoso a Peppa "la cannoniera", da Enrichetta Caracciolo ad Antonietta De Pace. Ripercorrendo insieme il racconto della vita di lavandaie e giornaliste, aristocratiche e massaie, italiane e straniere, il libro riconosce in queste "donne del Risorgimento" anche una comune disposizione, in senso proto-femminista, che le portò volta a volta a impegnarsi in battaglie sociali, a lottare contro la prostituzione, a prendere le armi vestite da uomini, accanto agli uomini.
Le autrici del volume fanno parte di Controparola, un gruppo di giornaliste e scrittrici nato nel 1992 per iniziativa di Dacia Maraini. Come opere collettive hanno pubblicato anche "Piccole italiane" (Anabasi, 1994), "Il Novecento delle italiane" (Editori Riuniti, 2001), "Amorosi assassini" (Laterza, 2008).
Il 2 giugno 1946 si tennero le prime elezioni politiche per le quali votarono anche le donne. Un passaggio che segna l'affermazione di un nuovo protagonismo femminile nella società italiana. A restituirci la portata simbolica e politica di quella conquista, quattordici biografie esemplari di donne che con diversi talenti, in vari campi, hanno contribuito alla nascita della Repubblica e a cambiare l'immagine della donna. Non solo le politiche, che fin dai tempi del fascismo si erano battute per la democrazia, come Camilla Ravera, Teresa Noce, Lina Merlin, o le donne della resistenza, Tina Anselmi, Nilde lotti, Teresa Mattei, Marisa Ombra, Ada Gobetti, ma anche scrittrici come Alba de Céspedes, Fausta Cialente, Renata Vigano, un'attrice come Anna Magnani, la famosa sarta Biki, e la leggendaria Dama Bianca compagna di Fausto Coppi. Introduzione di Dacia Maraini.
L'attività costruttiva è uno degli aspetti più impressionanti dell'Europa medievale e viene affrontato considerando i fatti storico-artistici, nell'ampio orizzonte degli eventi culturali, economici e politici. Il volume, a partire da un saggio introduttivo di Dieter Kimpel (che traccia le linee-guida del fenomeno e ne individua i temi di fondo) si svolge con dodici casi esemplari di altrettanti edifici civili e religiosi: Montecassino, San Marco a Venezia, il Duomo di Spira, Santiago de Compostela, il Duomo di Modena, Narbona, Lichfield, Strasburgo, il "castrum novum" angioino a Napoli, San Vito a Praga, il Duomo di Milano, il Municipio di Gand.
Uno dei temi centrali per la comprensione e lo studio del mondo medioevale è quello dell’eredità e della sopravvivenza di Roma antica tra il IX e il XIII secolo. Si tratta di una questione complessa, dalle molteplici sfaccettature, che solleva alcuni interrogativi rilevanti. Come si integrano lo spazio memoriale e le tradizioni della capitale del paganesimo negli ideali e nelle strutture dell’età cristiana per eccellenza? Quale immagine ne è trasmessa ai secoli di mezzo e quali aspetti e realtà ne sono recepiti, dimenticati o volutamente respinti e obliterati? Queste e altre simili domande hanno guidato le riflessioni condotte da medievisti di fama internazionale nel corso della XIV Settimana di studio, tenutasi al Passo della Mendola (Trento) nell’agosto 1998, i cui Atti sono qui pubblicati. Le diverse relazioni muovono dalla rappresentazione ideologica dell’impero e del potere alla sfera del diritto, dalla agiografia alla liturgia, dalla politica alla profezia, attraverso l’elaborazione teologico-filosofica, l’arte, la poesia, la storiografia e le testimonianze cartografiche. Esse mettono in luce le linee di un percorso difforme, non suscettibile di risposte univoche e chiavi d’accesso universali, che si attua con passo diseguale e talora inverso, in ordine ai differenti ambiti. E tuttavia Roma – non importa se per il tramite di successive metamorfosi, nelle quali la città degli apostoli si accompagna o si sovrappone a quella dei Cesari – si conferma, anche per questi secoli, presenza viva, sempre rinnovantesi, e luogo cardinale dell’immaginario collettivo.
Le «Settimane» del Passo della Mendola, che si sono susseguite con cadenza triennale dal 1959, rappresentano per i medievisti uno dei grandi appuntamenti di rilevanza internazionale. Le «Settimane» hanno contribuito in ma-niera decisiva allo studio delle strutture e degli ideali della societas christiana dei secoli XI e XII, talora aprendo nuovi ambiti di ricerca storiografica. I volumi dei relativi Atti, arricchiti dall’apparato degli indici dei nomi propri, delle fondazioni ecclesiastiche, dei manoscritti e delle cose notevoli, costituiscono uno strumento indispensabile per lo studio di un aspetto assai significativo della civiltà medioevale. Tra le Miscellanee del Centro di studi medioevali sono disponibili presso Vita e Pensiero: «Militia Christi» e crociata nei secoli XI-XIII (1992); Chiesa e mondo feudale nei secoli X-XII (1995); Cieli e terre nei secoli XI-XII. Orizzonti, percezioni, rapporti (1998).
Il tema dell'amnistia, nel suo più famoso precedente greco, con il rientro dei democratici in Atene nel 403 a.C. e l'impegno a "non ricordare il male subito", fornisce a più riprese un modello alla politica romana, nella sua ricerca di una riconciliazione fra cittadini divisi dalla spietata crudeltà delle guerre civili.
Dopo vent’anni dalla scomparsa, in questo volume, si sente ancora la voce di Benigno Zaccagnini, che indica la strada alla politica di oggi: una forte unità tra vita e valori, che parte dal mettere insieme le “eccezioni di bene” che sono in questa società.
Dopo un’introduzione di Agostino Giovagnoli, che traccia un sintetico e chiaro profilo del politico faentino, ne parlano il suo ultimo vescovo, Ersilio Tonini, in un dialogo con Domenico Rosati, già presidente ACLI e “compagno di banco” di Zaccagnini al Senato, Achille Silvestrini, il cardinale romagnolo che continua ad essere una grande risorsa per la Chiesa e che è stato, con discrezione, vicino a lui nei momenti difficili dell’esperienza romana, Luigi Pedrazzi, l’amico intellettuale impegnato tra fede cristiana, comunità civile e comunità cristiana, il presidente di Confcooperative, Luigi Marino, testimone della sua passione per la cooperazione, l’on. Bruno Tabacci, che lo incontrò in quella “sinistra DC” che si era costituita per continuare a dare speranza ai cattolici impegnati in politica, Giovanni Bianchi, già parlamentare, che come presidente ACLI consegnò l’ultima tessera del suo movimento a Zaccagnini, Giorgio Tonini, senatore della Repubblica, uno dei tanti giovani che gridavano “Zac, Zac, facci sperare”, l’on. Giovanni Bachelet, la cui sofferenza familiare si incontrò con lui, ed infine Guido Bodrato, che continua ad essere la voce di Zaccagnini, con cui è stato in comunione fraterna.
Si è ritenuto opportuno pubblicare anche l’omelia di Mons. Tonini per l’addio a Zaccagnini ed il saluto di Arrigo Boldrini, che fu suo amico fraterno ed avversario politico.
Il volume è stato curato da Aldo Preda, che è stato parlamentare della Romagna dopo Zaccagnini e Boldrini e che è presidente del Centro studi Donati di Ravenna, voluto dal politico di Faenza nel 1978, per continuare ad avere “memoria”.