
I ritmi della vita – Perché gli attacchi di cuore sono più frequenti nelle prime ore del mattino? Come fa un bisonte a sapere quando è il momento di spostarsi in altri territori o un salmone quando è tempo di deporre le uova? La risposta a queste domande è negli orologi biologici. La loro esistenza è nota da decenni, ma solo i progressi degli ultimi anni hanno permesso di individuare le complesse interazioni genetiche che letteralmente dettano i ritmi della vita di tutti gli organismi viventi, esseri umani compresi. Attraverso un’avventurosa esplorazione degli sterminati orizzonti della cronobiologia, Foster e Kreitzman introducono il lettore nei segreti di questa nuova disciplina che studia le fluttuazioni periodiche delle funzioni vitali e le loro varie applicazioni in campo medico, dai sintomi del jet-lag a condizioni patologiche gravi come la depressione e i disturbi del sonno.
l'autore
Russell Foster, neuroscienziato di fama internazionale, insegna alla Università di Oxford ed è membro della Royal Society. Ha vinto numerosi premi per la scoperta dei fotorecettori oculari.
Leon Kreitzman, biologo, è un apprezzato giornalista scientifico.
Scritti scelti. 1933-1964 – Kurt Gödel, uno dei massimi logici di tutti i tempi, è autore di un’opera che ha influenzato tutti gli sviluppi successivi della logica, nonché l’ulteriore riflessione sui fondamenti della matematica. Questa raccolta di scritti intende presentare in modo unitario e valorizzare il contributo di Gödel alla filosofia del Novecento. In questo modo essa apre vie nuove alla diffusione del suo pensiero al di fuori della cerchia degli specialisti, rendendolo accessibile al pubblico più generale dei filosofi, degli storici della scienza, degli informatici, dei fisici. Ha scritto Paolo Casalegno: «Leggere Gödel può essere, se si ha un po’ di gusto per queste cose, un’esperienza intellettuale assai gratificante, di cui è bene cercare di approfittare».
l'autore
Kurt Gödel (1906-1978) formula tra il 1930 e il 1931 i due risultati che gli hanno dato fama universale, anche al di fuori del ristretto ambito accademico: la dimostrazione della completezza semantica del calcolo dei predicati, e il cosiddetto «teorema di incompletezza di Gödel», secondo cui all’interno dei sistemi assiomatici contenenti l’aritmetica esistono proposizioni «indecidibili». L’edizione delle sue Opere è apparsa presso Bollati Boringhieri.
Il Tempo ha attirato l'attenzione dell'uomo di tutte le epoche e civiltà, ha ispirato poeti, artisti e pensatori. Ma che cos'è, in realtà, il Tempo? in questo saggio il professor Antonino Zichichi si cimenta in una impresa nuova: portare al grande pubblico le conquiste della Scienza sulla natura del Tempo, mettendone in evidenza i valori e le affascinanti problematiche. Il grande fisico di fama mondiale illustra le due componenti in cui si articola la sfida del Tempo: quella mistica sentita da Dionigi il Piccolo, dalla quale nasce il Calendario perfetto, e quella scientifica, derivata dall'atto di fede galileiano che porta al Teorema del Tempo e agli orologi atomici.
Alla sua nascita la scienza si impose volontariamente dei limiti ben chiari. Galileo e i pionieri dell'indagine scientifica decisero di prendere in considerazione solo i fenomeni direttamente quantificabili, quelli per cui era possibile mettere in opera un'analisi formale ed empirica controllabile. La fisica classica si occupava quindi di quel che «c'era» e sospendeva il giudizio su ciò di cui non poteva parlare, a partire dal vuoto, concepito come l'assenza di materia, il nulla, il non essere.
Soltanto nel Novecento, con la meccanica quantistica, il vuoto diventa un «oggetto» fisico con proprietà specifiche e controintuitive, un oceano in continua ebollizione pullulante di particelle virtuali, la trama attiva del mondo. Coniugando queste idee a quelle della relatività generale, la cosmologia ha infine preso su di sé un compito assai più vasto rispetto a quello iniziale di indagare l'infinitamente lontano, nello spazio e nel tempo.
Nel suo affascinante percorso la ricerca cosmologica è giunta non soltanto a ripensare i fondamenti della fisica, ma anche a invadere il campo della speculazione filosofica, proponendo strade differenti da quelle tradizionalmente battute. Al punto che la domanda centrale della metafisica, che dà il titolo a questo libro - «Perché esiste qualcosa anziché il nulla?» - è divenuta anche la domanda centrale della cosmologia contemporanea. E con i suoi raffinati strumenti di indagine e di formalizzazione, questa disciplina ha abbozzato un primo tentativo di risposta, come ci racconta in questo libro Mário Novello: sembra proprio che l'universo fosse condannato a esistere, semplicemente perché è difficile, è molto difficile, è quasi impossibile non esistere.
Basta poco per cambiare il mondo, passo dopo passo. E basta poco a chi vuole vivere bene, felice e senza sprechi.
Dopo Non sprecare, Antonio Galdo ritorna sul necessario (e possibile) cambiamento del nostro modello di consumo e di sviluppo, raccontando le grandi idee che potrebbero salvare il pianeta, ma anche i comportamenti quotidiani che migliorano il mondo intorno a noi.
Se la crisi globale rischia di rendere tutti più poveri, forse vale la pena di riscoprire la sobrietà; se l'inquinamento e lo sfruttamento delle risorse naturali sta minacciando il nostro futuro, forse bisogna capire che si può vivere meglio con meno; se le nostre giornate sono assediate dal lavoro, dal traffico, dallo stress, forse si può tornare a un rapporto più equilibrato con il tempo e lo spazio che ci circonda.
Come possiamo liberarci dalla dipendenza del petrolio? Come possiamo utilizzare meglio gli strumenti tecnologici che abbiamo, senza farcene dominare?
Come tornare al piacere della normalità, senza finire nell'ossessione della decrescita?
Un libro di storie da tutto il mondo, alla frontiera dell'innovazione, ma anche della dimensione individuale delle nostre scelte quotidiane.
Il mito degli extraterrestri e l'attesa "messianica" che si addensa intorno alla figura dell'Alieno fanno ormai stabilmente parte dell'immaginario dell'uomo contemporaneo. Pochissimi, tuttavia, sospettano quali legami vi siano fra questo mito - apparentemente connotato in chiave scientifica e tecnologica - e le correnti più ambigue e nebulose dell'occultismo moderno. In questo saggio si ricostruiscono le radici "occulte" e ignorate del mito extraterrestre, attraverso i suoi legami con lo spiritismo ottocentesco, la nascita del contattismo, la mediazione di singolari personaggi a cavallo tra scienza e magia, il ruolo del cinema, l'affermazione dell'"archeologia spaziale" e dell'"interpretazione extraterrestre" dei Libri Sacri; con sullo sfondo la realtà, tanto ambigua quanto evanescente, dei cosiddetti "fenomeni UFO". Tutti elementi, questi, caratterizzanti un mito che è anche una delle più incredibili quanto riuscite parodie moderne della religione.
Il volumetto intende dare le prime informazioni a tutti coloro che sono interessati a saperne di più sull’EXPO previsto a Milano nel 2015.
Il tema scelto per l’EXPO milanese del 2015 – «Nutrire il pianeta, energia per la vita» – si presta a considerazioni che coinvolgono non solo il cittadino, ma anche il credente e l’intera comunità ecclesiale.
Gli autori
Cristina Patelli, laureata in Scienze Linguistiche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha compiuto una parte del proprio percorso di studi negli Stati Uniti. Ha collaborato con il Servizio pastorale per il Turismo e i Pellegrinaggi dell’Arcidiocesi di Milano.
Massimo Pavanello, dottore in teologia, è incaricato regionale per il turismo e il tempo libero della Conferenza Episcopale Lombarda. Ha sempre affiancato il ministero pastorale con l’impegno giornalistico dirigendo anche periodici dell’Arcidiocesi ambrosiana. Ha compiuto studi di cooperazione e sviluppo internazionale presso l’ISPI di Milano. È cultore all’Università Cattolica del Sacro Cuore Milano. Autore di vari contributi su diversi periodici, ha pubblicato alcuni lavori frutto di viaggi missionari.
La scarsa considerazione che la nostra classe politica riserva all’istruzione, all’università e alla ricerca è la conseguenza del basso livello culturale della maggioranza dei parlamentari. Margherita Hack
In Italia la ricerca sembra non voler proprio funzionare: siamo agli ultimi posti d’Europa negli studi scientifici, mentre i giovani talentuosi fuggono all’estero cercando condizioni migliori. A rallentarci ci sono problemi culturali e strutturali. Da un lato battaglie come quella sulle staminali dimostrano l’influenza della Chiesa nella gestione di un Paese che si professa laico. Dall’altro lato ci si mette lo Stato: i governi – di destra come di sinistra – hanno tagliato i fondi, sprecato le risorse, ingarbugliato le carriere accademiche senza trovare soluzioni. Tutti decantano l’importanza dell’innovazione, ma chi dovrebbe garantirci il progresso viene quotidianamente ostacolato: concorsi macchinosi, stipendi da fame, precariato a vita.
Margherita Hack affronta con competenza una questione delicata, di cui tanti parlano senza conoscenze: le riforme di diversi governi, gli errori ricorrenti, le molte incongruenze. Ma non tralascia quanto di buono è stato fatto, e propone idee concrete per camminare verso il miglioramento. La speranza è di evitare che i troppi medici al capezzale dell’università malata finiscano con l’ammazzarla.
Nello stato magmatico della fisica novecentesca Albert Einstein è il nucleo solido, la roccia stabilmente configurata che sta al centro. Di qui la sua posizione di «classico», come testimonia al più alto livello questa esposizione della teoria della relatività. Una teoria che ha segnato un vero mutamento di paradigma, non solo in campo scientifico: la potenza teorica dell’equivalenza relativistica massa-energia ha trovato, come sappiamo, la sua tragica verifica a Hiroshima, nel terrificante potenziale distruttivo della bomba atomica.
Oggi, a oltre un secolo dalla originaria formulazione einsteiniana, è la comprensione della «relatività della relatività» che vuol essere perseguita. A introdurre il lettore a questa nuova dimensione provvede un’antologia di scritti di quegli autori che fondarono la scienza fisico-matematica classica e ne avviarono l’evoluzione in senso relativistico.
l'autore
Albert Einstein (1879-1955), premio Nobel per la fisica, deve la sua fama di scienziato soprattutto alla formulazione della rivoluzionaria teoria della relatività (ristretta e generale), oltre che ai contributi da lui dati alla meccanica statistica e alla meccanica quantistica. Le sue Opere scelte sono pubblicate da Bollati Boringhieri.
Al pari della teoria relativistica di Einstein o di quella psicoanalitica di Freud, l’etologia, la scienza di cui Konrad Lorenz è stato l’iniziatore e che studia il comportamento animale con il metodo dell’analisi comparata, è entrata ormai stabilmente nella «coscienza collettiva» e nella cultura dell’Occidente. Questo trattato di «fondamenti e metodi» è una vera summa del pensiero lorenziano, con la quale deve misurarsi anche chi voglia solo contestarne i risultati. Accusato spesso di eccessivo innatismo, Lorenz sorvola qui sugli aspetti del comportamento umano, ma i risultati di etologia animale che vengono illustrati sono di portata così generale che il riferimento è trasparente. Il luminoso ma fragile edificio della nostra razionalità, sembra ammonire Lorenz, poggia su un terreno di istinti primordiali che abbiamo in comune con creature ben più primitive nella scala evolutiva e con cui dobbiamo fare i conti.
l'autore
Konrad Lorenz (1903-1989), uno dei fondatori dell’etologia come disciplina scientifica, vinse nel 1973 il premio Nobel per la medicina per le sue scoperte sull’organizzazione e la formazione dei moduli comportamentali individuali e sociali. Presso Bollati Boringhieri è apparso anche il suo Evoluzione e modificazione del comportamento (1971).
I danni al paesaggio ci colpiscono tutti, come individui e come collettività. Uccidono la memoria storica, feriscono la nostra salute fisica e mentale, offendono i diritti delle generazioni future. L'ambiente è devastato impunemente ogni giorno, il pubblico interesse calpestato per il profitto di pochi. Le leggi che dovrebbero proteggerci sono dominate da un paralizzante 'fuoco amico' fra poteri pubblici, dai conflitti di competenza fra Stato e Regioni. Ma in questo labirinto è necessario trovare la strada: perché l'apatia dei cittadini è la migliore alleata dei predatori senza scrupoli. È necessario un nuovo discorso sul paesaggio, che analizzi le radici etiche e giuridiche della tradizione italiana di tutela, ma anche le ragioni del suo logoramento. Per non farci sentire fuori luogo nello spazio in cui viviamo, ma capaci di reagire al saccheggio del territorio facendo mente locale. La qualità del paesaggio e dell'ambiente non è un lusso, è una necessità, è il miglior investimento sul nostro futuro. Non può essere svenduta a nessun prezzo. Contro la colpevole inerzia di troppi politici, è necessaria una forte azione popolare che rimetta sul tappeto il tema del bene comune come fondamento della democrazia, della libertà, della legalità, dell'uguaglianza. Per rivendicare la priorità del pubblico interesse, i legami di solidarietà che sono il cuore e il lievito della nostra Costituzione.