
Il futuro della portualità italiana è europeo o non è. Come ogni altra "industria" del nostro Paese anche la portualità si trova di fronte alla necessità di rispondere alle sfide dell'innovazione tecnologica e organizzativa della sua filiera produttiva e della globalizzazione dei suoi mercati. Globalizzazione che nel settore marittimo portuale si presenta sotto la forma del gigantismo navale e di quello del gigantismo portuale, che tendono a escludere dal mercato dei traffici transoceanici i porti che non riescono ad adattarvisi. Il futuro è dei porti ubicati lungo le rotte che collegano i grandi mercati mondiali ma solo se capaci di trattare grandi volumi di traffico e di farlo a efficienza crescente. Da questa condizione di minorità si può uscire solo riordinando i porti in pochi sistemi multiportuali, sfruttando l'"occasione" della nuova strategia di costruzione della rete trans-europea dei trasporti, Ten-T, entro il 2030. La condizione è che l'Italia riformi radicalmente in senso europeo il suo quadro normativo: riducendo e gerarchizzando le sue autorità portuali, aprendo i mercati dei servizi portuali e di quelli tecnico-nautici a una maggior concorrenza, allineando al diritto europeo l'affidamento delle concessioni e il lavoro portuale, riformando il regime di esercizio del traffico ferroviario merci e dell'autotrasporto in un'ottica di più spinta sostenibilità ambientale. Prefazioni di Romano Prodi e Luciano Violante.
Non c'è dubbio che i nostri comportamenti dipendano dal funzionamento del cervello. Tuttavia, la tesi per cui l'impatto delle neuroscienze contemporanee ha indotto una esagerata "neurologizzazione" dell'umanità suscita accese discussioni. Il pericolo della neuromania sarebbe testimoniato dall'indebito uso del prefisso "neuro" per designare lo studio di qualsiasi attività umana. In realtà, se si escludono alcuni eccessi nella divulgazione, le conquiste delle neuroscienze offrono una visione equilibrata della natura umana, che prende in giusta considerazione le radici biologiche di comportamenti complessi e per lungo tempo preclusi all'indagine sperimentale (si pensi alla creatività o alle forme più elevate di spiritualità). Questo libro mostra come molte accuse di neuromania siano ispirate da una più o meno esplicita neurofobia, che può essere altrettanto pericolosa della neuromania.
Di Galileo si parla quasi ininterrottamente ormai da quattro secoli: dalla pubblicazione, cioè, del Sidereus Nuncius, l'asciutto resoconto delle scoperte astronomiche compiute dallo scienziato pisano, allora a Padova, con l'ausilio del cannocchiale. La realtà dell'ipotesi copernicana, già difesa in teoria, veniva messa per la prima volta sotto gli occhi di tutti: con un piccolo libro di circa sessanta pagine, uscito a Venezia il 13 marzo 1610, si voltava pagina una volta per sempre. Le "grandi cose" annunciate dallo scienziato pisano sul frontespizio e in apertura del testo si rivelarono decisive per l'affermazione della teoria eliocentrica, ma il cammino che portò alla sua definitiva accettazione come vera descrizione della struttura dell'universo fu ben più lungo e tormentato di quanto, forse, lo stesso Galileo aveva immaginato. Con gli anni, i suoi contributi scientifici sono diventati un punto di riferimento per gli scienziati, e la sua vicenda personale è divenuta il simbolo della lotta per la libertà della ricerca scientifica contro ogni dogma o vincolo imposto dall'esterno. Fisico di formazione, Heilbron presenta con non comune competenza i dettagli tecnici della scienza galileiana, inserendoli nel più ampio quadro degli eventi storici che l'hanno accompagnata e fornendo un'immagine inedita della personalità e della formazione umanistica di Galileo.
Cos'hanno gli Stati Uniti in comune con Liberia e Birmania? Che cosa differenzia un incidente nucleare da un semplice guasto? Quanto è lunga una pista d'atletica? Perché talvolta possiamo dire che, tipicamente, un uomo è alto un metro? Che senso ha approssimare la forma di un animale a una sfera? Perché la temperatura percepita non è una temperatura? Siamo letteralmente circondati da numeri e formule. Che si tratti del nostro IMC (indice di massa corporea), del numero di calorie che consumiamo abitualmente in un mese, o del punteggio ottenuto dal nostro atleta preferito alle ultime Olimpiadi, sapersi relazionare con quantità e misure è ormai divenuta una parte fondamentale della nostra quotidianità. In questo libro, Göran Grimvall ci insegna a muoverci con facilità in un mondo in cui saper stimare un ordine di grandezza o interpretare correttamente dati e grafici è essenziale per riuscire a tenersi informati non solo in ambito scientifico, ma anche in aree all'apparenza molto distanti, come l'economia e lo sport.
"C'è solo una roccia che può sopravvivere a ogni tempesta e alla quale ci possiamo aggrappare strettamente: l'idea che le leggi fondamentali della Natura siano espresse da una teoria matematicamente bella": così il grande fisico Dirac. Mai, prima di lui, il ruolo della bellezza era stato così centrale nella storia dell'impresa scientifica. Come scrive Freeman Dyson: "Perché un elettrone dovrebbe preferire un'equazione bella a una brutta? Perché l'universo dovrebbe danzare sulla musica di Dirac? Con il suo stile di scoperta, Dirac ha formulato queste domande in maniera più nitida di chiunque altro. Ancor più di Newton e Einstein, egli usò il criterio di bellezza come un modo per trovare la verità".
Nel nostro immaginario sono sinonimi di mistero e distruzione; la fantascienza li ha spesso rappresentati come passaggi verso irraggiungibili universi paralleli. Ma sappiamo veramente cosa sono i buchi neri e quali caratteristiche hanno? Come si può dedurne la presenza nello spazio? Come influenzano la vita delle galassie? A partire dalle prime intuizioni tardo-settecentesche, attraverso la meccanica classica e la teoria della relatività, fino alle scoperte degli ultimi anni, l'autore ci racconta tutto quello che si sa su uno dei temi più affascinanti della fisica contemporanea.
Tentare di comprendere l'uomo attraverso la sua storia è una delle sfide più affascinanti della conoscenza scientifica. È nel tempo profondo che ritroviamo il nostro posto nella natura, è da lì che possiamo provare a disegnare la genesi della biodiversità umana. Una storia prima della storia, ricomposta a partire da ossa, fossili, siti preistorici e biologia molecolare. In questo libro si racconta il grande viaggio che inizia dai primati per giungere al gruppo di scimmie antropomorfe bipedi che, all'inizio del Pliocene, intrapresero in Africa il percorso evolutivo che ha poi dato origine alla nostra specie. Incontreremo Lucy, assisteremo all'emergere del genere "Homo", vedremo evolvere i "Neanderthal" e comparire infine sulla scena "Homo sapiens", destinato ad affermare il proprio dominio sull'intero pianeta.
Ebbene, sì, amiamo i gatti! Dalle fusa che un tenero micino ci invia in segno di saluto all'estremo triste addio del nostro compagno felino, quando giunge al limite della sua vita terrena. Amiamo i gatti sia quando se ne stanno tranquilli accoccolati sul divano sia quando ci giocano i loro tiri mancini. Questo libro, attraverso un'antologia di storie edificanti, costituisce una vera e propria celebrazione dei nostri amici felini e della loro incredibile amabilità.
Ispirandosi alle "Lettere a un giovane poeta" di Rilke, Edward Wilson, il creatore delia sociobiologia, condensa qui sessant'anni di ricerca e didattica. Ci offre ventun lettere, ognuna arricchita di belle illustrazioni, dense di aneddoti autobiografici che illuminano la sua carriera e le sue profonde motivazioni a diventare un biologo. Il successo nella scienza dipende non tanto da abilità matematiche o da un elevato quoziente d'intelligenza quanto dalla passione che spinge a individuare un problema e a impegnarsi nella sua soluzione. Dal collasso delle stelle all'esplorazione delle foreste pluviali, dalla struttura dei fondi oceanici alla "società delle formiche", Wilson instilla nel lettore l'amore per le infinite meraviglie della natura e il rispetto per l'umile posto che l'essere umano occupa nell'ecosistema del pianeta.
Il genere umano non ha mai smesso di indagare i misteri dello spazio cosmico e del tempo, dividendosi tra lo stupore e la sete di conoscenza, cercando di definire il proprio posto nell'universo. La storia di questa indagine, epica e costellata di personaggi straordinari, è anche la storia del pensiero scientifico e del suo accidentato percorso, tracciato nella lotta secolare contro i pregiudizi della politica e delle religioni. Pubblicato per la prima volta nel 1988, "L'avventura dell'universo" è ora un classico della divulgazione scientifica, un'introduzione essenziale alle scoperte della fisica, della cosmologia e dell'astronomia, attraverso gli uomini e gli eventi che le hanno rese possibili. A guidarci sono le parole di Timothy Ferris, non un semplice divulgatore, ma uno scrittore che sa unire all'esattezza scientifica dell'esposizione la seduzione di uno stile avvincente e, a tratti, poetico. L'autore illustra le sfere cristalline di Aristotele, la rivoluzione di Copernico e Galileo, le teorie moderne del Big Bang e delle supersimmetrie, e intreccia i paradossi e i progressi della ricerca scientifica alle evoluzioni della cultura, dell'arte e della Storia. Una materia vastissima per un libro straordinario e appassionante, come le domande che, per quanto possano estendersi le nostre conoscenze, continueremo a porci di fronte ai misteri del cosmo.
"Dove sono tutti quanti?" si chiedeva il grande fisico Enrico Fermi. Considerando i dati osservativi, dovremmo concludere che siamo soli nell'universo, eppure è difficile crederci. Infatti gli scienziati lanciano nello spazio sonde capaci di inviare e raccogliere segnali e tanti studiosi hanno cercato, dagli inizi del Novecento, le tracce di un possibile passaggio di extraterrestri. Sono nati così i misteri dei cerchi nel grano, degli Ufo, delle figure - simili a navicelle o astronauti - scolpite da Sumeri, Egizi e Maya. La pluralità dei mondi è solo un'ipotesi fantascientifica? Il libro scioglie gli enigmi e fa il punto su ciò che sappiamo sulla vita fuori dalla Terra.
Il cervello degli esseri umani è il prodotto di una storia lunga e disordinata, un processo evolutivo tutt'altro che lineare il cui esito, per molti aspetti sorprendente, è la fisiologia attuale di questo chilo e mezzo di materia cerebrale racchiusa nel nostro cranio: eccentrica, creativa, potente e allo stesso tempo delicata, in gran parte ancora misteriosa. Ian Tattersall e Rob DeSalle ripercorrono il viaggio evolutivo del cervello e del sistema nervoso, a partire dalla loro fisionomia primitiva fino alla straordinaria complessità di Homo sapiens. Un viaggio che è anche l'occasione per i due autori di affrontare alcune questioni fondamentali delle neuroscienze: lo sviluppo e l'unicità della coscienza umana, le differenze tra il cervello dell'uomo e quello degli altri animali, l'importanza del linguaggio e della memoria, e molto altro.

