
L’Autore ritorna sul tema del conoscere se stessi, guardarsi dentro e riconoscere eventuali ferite nascoste per guarirne. Soprattutto sottolinea l’importanza di modificarsi, di trasformare i propri istinti negativi in positività.
In questo lavoro di trasformazione di sé, un aiuto può venire anche dai riti religiosi come quelli dei Sacramenti nella religione cattolica. E non trascurare di alimentare la speranza.
Autore
Valerio Albisetti, psicologo e psicoterapeuta, è una delle presenze più significative della psicoanalisi contemporanea. Professore universitario, prestigioso consulente di direzione aziendale, conferenziere internazionale, è autore di numerosi libri di psico-spiritualità, autentici best-sellers, tradotti in molte lingue. Fra i più recenti: Imparare a vivere (2006), Amare la vita e le sue sorprese (2006), Note d’amore e di vita (2006), Felici di essere nati (2007), Una vita a tutto tondo (2007), Il bello dell’età di mezzo (2007), Essere un po’ depressi fa bene (2008), editi da Paoline Editoriale Libri.
Massimo Fagioli si è laureato all'Università di Roma in Medicina avendo intrapreso tali studi con lo scopo esplicito di interessarsi di realtà psichica. Specializzatosi in Neuropsichiatria fece la prima esperienza manicomiale a Venezia venendo in contatto con malati di mente cronicizzati nelle loro sindromi. Passò poi all'ospedale psichiatrico di Padova dove organizzò esperienze di psichiatria attiva con gruppi di malati, vivendo il ruolo di psichiatra nell'ambito di continue riunioni con tutti i componenti della struttura ospedaliera. Volendo approfondire la sua osservazione dei malati si dedicò in Svizzera, nella clinica di Binswanger a Kreuzlingen, ad una esperienza di comunità terapeutica convivendo notte e giorno con i malati senza mediazioni. Questa pubblicazione raccoglie le lezioni tenute nel 2007 all'Università di Chieti.
Un manuale conoscitivo e pratico che affronta il tema dei disturbi alimentari dal punto di vista psicoanalitico spiegando come la “parola essenziale”, parola dell’Altro e per altri, parola intensa, narrazione viva restituisca soggettività e cura. Ciò include la narrazione fiabica come via elettiva per la guarigione. Il testo è rivolto a persone che soffrono di questa complessità, a genitori, psicologi, insegnanti e a tutti coloro che vogliono comprendere meglio se stessi e l’Altro/altro.
Beatrice Balsamo vive a Bologna, è psicologa delle narrazioni e psicoanalista. Insegna all’Università statale di Bologna, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e in Scuole di psicoterapia, Psicologia delle narrazioni: Letteratura – fiabico – cinema. Da trent’anni si occupa di disturbi del comportamento alimentare, con approccio psicodinamico. Promuove gruppi di analisi rivolti ai soggetti coinvolti in tale complessità, ma aperti a tutti, attraverso la fiaba, la letteratura, il cinema. Ha pubblicato Eccesso e difetto nella nutrizione e nella comunicazione – Fiabe e oralità (Giunti, 1991), La parola del narrare e dell’incontro (Effatà, 2001), Il mistero comunicante (EDB, 2003). Presiede l’Associazione “Psicologia Umanistica e delle Narrazioni. Psicoanalisi – Arte – Scienze Umane”.
Il termine è nuovo. Il cyberbullismo, o bullismo informatico, fenomeno emerso dai fatti di cronaca, sta ad indicare atti di bullismo e molestia effettuati tramite mezzi elettronici.
Basta un cellulare, magari qualche foto o un video imbarazzante o solo delle informazioni distorte, ed ecco che la trappola del cyberbullismo è pronta.
L’aggressione informatica, anche se è portata avanti da una persona o da un gruppo, non si esaurisce tra questi ma tramite la rete raggiunge il gruppo più ampio avendo così ripercussioni sia nella vita scolastica sia all’interno del gruppo classe.
Si diventa cyberbulli per lo stesso motivo: per il desiderio di intimidire e dominare. Chi ne diventa vittima sperimenta una condizione di profonda sofferenza, le cui conseguenze possono manifestarsi anche molto tempo dopo la fine dei soprusi.
L’innovativo modello “Stop al bullismo”, il primo in assoluto che si applica al nuovo fenomeno del cyberbullismo, si basa sulla convinzione che il bullismo non sia un problema di singoli studenti, ma il risultato di un’interazione sociale, in cui gli adulti-educatori e gli spettatori svolgono un ruolo essenziale nel mantenere o modificare l’interazione.
Per questa ragione il modello di intervento qui proposto avanza un’articolata proposta di lavoro che coinvolge l’intera comunità scolastica e richiede una continuità dell’impegno.
La prevenzione e il contrasto del bullismo nella scuola per risultare efficaci non si possono esaurire con l’intervento di un esperto esterno, ma devono stimolare l’attivazione di processi educativi di cambiamento per l’intera comunità scolastica.
Linguaggi cifrati compresi solo dalla tribù degli amici, bronci, segreti, passioni totalizzanti e cocenti delusioni, fitte al cuore, bugie, porte sbattute in faccia. È l'adolescenza, indecifrabile limbo tra lo stato di grazia dell'infanzia e l'età adulta. Ogni equilibrio è sovvertito. Non sono consentite certezze né punti fermi. Nemmeno per i genitori, che non riescono a trovare un dialogo e temono che i figli possano non farcela. Eppure, c'è sempre un modo per riprendere in mano le redini, valorizzare le risorse, riattivare le energie, partendo dal cemento che lega genitori e figli: l'amore incondizionato. Il metodo del coaching ci allena a capire come muoverci, attraverso una modalità molto pragmatica. A volte è necessario prendere consapevolezza delle lenti deformanti con cui guardiamo la realtà, fare un passo indietro per andare avanti e gettare un ponte verso il futuro. Ecco allora un terreno di confronto sulla gioventù, una zona franca dove sperimentare parole e strade nuove che aiutino i ragazzi a specchiarsi nelle proprie inquietudini -l'ansia e la paura di cambiare - e i genitori a ritrovare il ruolo di guide cui hanno abdicato smarriti. Attraverso una serie di casi pratici, il coaching offre il punto di vista esterno spesso necessario per rimettere a fuoco gli obiettivi, per darsi il tempo di capire, di ascoltare e individuare dentro di sé le potenzialità inespresse. Ricostruendo un percorso educativo sereno.
In breve
Anni di ricerca sul campo e uso degli strumenti teorici della psicologia cognitiva: con queste premesse il volume indaga il complesso ambito della comprensione dei testi, dell’interazione fra chi scrive e chi legge e dell’empatia come componente importante nel processo educativo.
«L’apporto primo di quest’opera e, del resto, dell’intero percorso intellettuale e scientifico dell’Autrice è farci intendere che la comprensione della lettura, il capire ciò che si legge, va capito e compreso a tutto tondo, dunque sfruttando quanto proviene da ambiti di ricerca che gli assetti accademici tengono separati: teorie degli psicologi cognitivisti, ricerche e riflessioni della pedagogia, tecniche di verifica degli apprendimenti e della comprensione, analisi della comprensione dei testi letterari, teorie semiotiche e non semiotiche della letteratura, linguistica teorica e sociolinguistica, esperienze di redazione di testi altamente leggibili. Di qui la grande apertura pluridisciplinare del suo lavoro.»
Dalla Prefazione di Tullio De Mauro
Indice
Prefazione di Tullio De Mauro - Introduzione - 1. Seguendo la mente che legge un testo - 2. Prevedere (e risolvere) problemi di comprensibilità - 3. Condizioni cognitive del piacere del testo - 4. Dall’automatismo alla consapevolezza e ritorno: prospettive educative - Epilogo Condizioni cognitive della percettibilità dell’empatia - Riferimenti bibliografici
Il libro
L’idea di psicoterapia che l’autore sostiene parte dal riconoscimento dell’importanza dei ruoli affettivi (figlio, maschio, femmina, padre, madre), che orientano le decisioni che prendiamo sul nostro futuro.
Vengono presi in esame i presupposti teorici di questo modello e le applicazioni pratiche. La possibilità di sperimentare una relazione positiva in psicoterapia è la premessa per superare difficoltà che impediscono il raggiungimento dei compiti evolutivi.
L'autore
Alfio Maggiolini, psicoterapeuta, insegna Psicologia dell’adolescenza all’Università di Milano-Bicocca ed è membro dell’istituto “Il Minotauro”, che svolge attività di ricerca e psicoterapia con gli adolescenti e i loro genitori.
È una forza oscura e potente che, all'improvviso, può impadronirsi di te e spingerti a dire o a fare cose che non avresti mai pensato di poter dire o fare. Può prenderti mentre sei in coda in auto, sul posto di lavoro, o durante una discussione con il partner. E poi, quando si esaurisce e se ne va, è spesso troppo tardi per rimediare ai danni che ha provocato.
È la rabbia.
Ma che cos'è esattamente la rabbia? Da dove viene e perché si scatena? E, soprattutto, che cosa si può fare per combatterla, per evitare che rovini la vita a noi e agli altri?
Da questi pressanti interrogativi prende le mosse l'intervista della giornalista e scrittrice Cinzia Tani al neurologo Rosario Sorrentino, che, dopo il successo di Panico, cercano ora di risalire alle radici neurologiche e mentali di un'emozione diventata la cifra della società contemporanea, con i suoi ritmi sempre più frenetici, l'esasperato individualismo e lo strapotere dell'immagine imposto dai mass media. Un virus, quello della rabbia, che sta a poco a poco avvelenando e corrodendo non solo i rapporti di coppia e quelli familiari, ma anche le più elementari norme della convivenza civile, come dimostrano la preoccupante diffusione dei casi di violenza domestica e i più efferati episodi di cronaca nera degli ultimi anni, che vengono analizzati e discussi nel libro.
La chiave per comprendere il funzionamento della nostra mente e il significato dei nostri comportamenti consiste, secondo Sorrentino, nel riconoscimento dell'estrema plasmabilità e duttilità del cervello umano, che si adatta a ogni possibile situazione e propone di volta in volta le soluzioni più adeguate per affrontarla grazie a un giusto compromesso tra la sua parte più istintiva e animale (l'amigdala), responsabile delle emozioni primordiali, e quella più razionale e saggia (la corteccia prefrontale), preposta al giudizio critico e al controllo delle reazioni impulsive. Quando però per una qualsiasi ragione (non ultima la presenza di stimoli e fattori che alterano profondamente il nostro modo di interagire con gli altri) tale equilibrio non viene raggiunto, ecco che le nostre reazioni risultano eccessive e sproporzionate, con conseguenze talvolta tragiche.
Dunque, a parte i casi in cui l'aggressività e la rabbia presentano un evidente profilo clinico, e che richiedono un opportuno trattamento farmacologico associato a una psicoterapia cognitivo-comportamentale, una reale soluzione del problema potrà essere trovata solo migliorando la qualità delle relazioni interpersonali e "bonificando" il mondo della comunicazione, cioè mediante "il recupero graduale della dimensione sociale, la ricostruzione di un'agorà, del luogo dove si possa tornare a parlarsi, a confrontarsi, dove il dissenso venga espresso in termini formalizzati, e dove sia diffuso e accettato il pluralismo delle idee e delle opinioni".
In breve
Culto della giovinezza, idolatria dell’intelligenza, ossessione della crescita economica, tirannia della moda: sono alcuni dei miti di oggi che Umberto Galimberti passa in rassegna per smontarli e denunciarne la natura ingannevole, mostrando come i falsi miti del mondo in cui viviamo siano in realtà “idee malate”, non avvertite come tali, e quindi tanto più capaci di diffondere i loro effetti nefasti senza trovare la minima resistenza.
Il libro
“Chi non ha il coraggio di aprirsi alla crisi, rinunciando alle idee-mito che finora hanno diretto la sua vita, si espone a quella inquietudine propria di chi più non capisce, più non si orienta.”
Giovinezza e intelligenza, felicità e amore materno. E poi moda e tecnica, sicurezza e potere, e ancora mercato, crescita economica, nuove tecnologie... Sono i miti del nostro tempo, le idee che più di altre ci pervadono e ci plasmano come individui e come società. Quelle che la pubblicità e i mezzi di comunicazione di massa propongono come valori e impongono come pratiche sociali, fornendo loro un linguaggio che le rende appetibili e desiderabili.
I miti sono idee che ci possiedono e ci governano con mezzi che non sono logici, ma psicologici, e quindi radicati nel profondo della nostra anima. Sono idee che noi abbiamo mitizzato perché non danno problemi, facilitano il giudizio, in una parola ci rassicurano. Eppure occorre risvegliarsi dalla quiete apparente delle nostre idee mitizzate, perché molte sofferenze, molti disturbi, molti malesseri nascono proprio dalle idee che, comodamente accovacciate nella pigrizia del nostro pensiero, non ci consentono più di comprendere il mondo in cui viviamo. Per recuperare la nostra presenza al mondo dobbiamo allora rivisitare i nostri miti, sia quelli individuali sia quelli collettivi, dobbiamo sottoporli al vaglio della critica, perché i nostri problemi sono dentro la nostra vita, e la nostra vita vuole che si curino le idee con cui la interpretiamo.
La maggior parte delle donne soffre - spesso senza saperlo - per non avere la vita sessuale che vorrebbe: essere a proprio agio con le sensazioni, poterle adattare a quelle del partner, beneficiare così delle qualità rigeneranti della condivisione amorosa. Spaziando dalla ginecologia alla medicina cinese, dalla psicoanalisi all'approccio transgenerazionale, la dottoressa Flaumenbaum, ginecologa e agopuntrice, grazie alla sua esperienza trentennale spiega come le donne di oggi costruiscono la loro sessualità, il ruolo che in essa gioca la madre, per quali motivi il piacere o anche il desiderio sono così di rado presenti, e come fare per trovare un rimedio.
Un libro che dovrebbe rinvigorire gli uomini e dare vitalità alle donne.
In questo libro vengono messi in risalto temi centrali della teoria e della pratica psicoanalitica lacaniana.
Il libro affronta il problema nel suo punto di massima difficoltà: come stabilire una collaborazione terapeutica con la madre e il padre insieme con il bambino nel qui ed ora della seduta di consultazione.