
Per anni il tentativo di aggirare o censurare la fragilità è stato tanto utopistico quanto voler sorpassare la propria ombra correndo più forte. Fragilità e limite sono una dotazione naturale che ci permette altresì di poter costruire su quanto ci manca e non su ciò che eccede. Essere antifragili pertanto non è negare la fragilità, ma esattamente l'opposto: prenderne coscienza per mettersi in sicurezza, conoscere i punti di minor resistenza per proteggerli e valorizzarli, accogliere i contraccolpi che se interiorizzati ci fanno avanzare e generano cambiamento reale. Gli otto movimenti qui presentati rappresentano un tentativo e un metodo per facilitare e rendere possibile un cammino alla volta di un pensiero aperto con coraggio e speranza al cambiamento: afferrando il meccanismo dell'antifragilità possiamo costruire una guida, sistematica e di ampio respiro, ai processi decisionali nonpredittivi in condizioni di incertezza e nei più diversi campi. Riconoscere d'esser fragili è il primo passo dell'antifragilità poiché non c'è opportunità migliore che dentro i nostri limiti.
In "L'avvenire di un'illusione" Freud sosteneva che le religioni, come espressione di un pensiero illusorio, sarebbero ben presto tramontate. Si sbagliava. Il pensiero illusorio è tuttora vivo e l'illusione continua a essere il propellente principale di miti, fiabe, sogni e idealizzazioni; c'è illusione nell'innamoramento, nel gioco, nella creatività e in qualsiasi relazione oggettuale, compresa la relazione analitica. È possibile un uso terapeutico dell'illusione? Questo libro mostra come essa sia un prodotto psichico ineliminabile, persino necessario, dato che è all'origine di tutto ciò che la nostra mente può inventare per assicurarci benessere psichico.
Siamo nella “Seconda repubblica dell’educazione”, in cui regole e punizioni tendono a diventare sempre più severe. Ma, in modo direttamente proporzionale, anche sempre più inapplicate. Punire, dire dei no, tornare finalmente a battere solidi pugni sulla cattedra sembrano essere diventate le nuove fondamenta delle pratiche educative che promettono di salvare noi e la nostra generazione di figli anarchici. Ma spesso solo a parole. Nell’affrontare questo delicato tema, l’autore si chiede se si possa educare con disciplina senza considerare la domanda di giustizia che sale oggi dai giovani e non solo da loro. Non è forse l’assenza di giustizia a generare la violenza e l’anarchia che oggi respiriamo nell’aria piuttosto che la mancanza di regole? Non è che più proliferano regole disattese più si moltiplica il sentimento di ingiustizia?
Giovanni Cappello, psicologo e psicoterapeuta, analista S.I.P.I., è Responsabile del Ser.T. dell’ASL TO5 della Regione Piemonte, sede di Nichelino (To). Svolge attività di formazione e di docenza per la Scuola Adleriana di Psicoterapia di Torino e di Reggio Emilia nell’area di Psicologia dell’età evolutiva e dell’adolescenza. Ha pubblicato numerosi studi in volumi e su riviste specializzate e, con Effatà Editrice, il testo Crescere e far crescere. Il mestiere dei padri, delle madri e dei figli di oggi (2007).
Storie vere di genitori alle prese con figli adolescenti.
Il libro affronta un argomento delicato ma fondamentale per tutti gli operatori che hanno a che fare con le relazioni di aiuto. L'Autore si colloca all'interno di una cultura psicologica che osserva la persona, il mondo e le dinamiche al suo interno, in una dimensione di tipo esistenziale; una scelta di cammpo decisiva che caratterizza tutta la pratica professinale della psicoterapeuta. Siamo davanti ad un nuovo modello di terapeuta che, avendo affrontato un percorso spirituale, cambia le classiche regole del setting psicoterapico...
Dipendenza: una parola inquietante, che evoca immagini e situazioni drammatiche, legate all'abuso degli stupefacenti. Ma se ci riflettiamo con attenzione, ci rendiamo facilmente conto che siamo dipendenti da tante cose, niente affatto negative: per esempio dall'aria, dall'acqua, dal cibo. Dunque è necessario distinguere tra la "dipendenza" intesa come la naturale attitudine del nostro organismo a mantenersi attivo e in forma, e l'effetto che alcune sostanze e alcune attività producono sul cervello, alterandone le risposte e inducendo comportamenti patologici. La scienza oggi definisce più correttamente addiction questa dipendenza "negativa" ed è in grado di tracciare con maggior precisione i contorni del problema: l'individuo dipendente non è vittima detta propria mancanza di volontà, ma soffre di una vera e propria malattia cronica, caratterizzata della perdita di controllo sull'uso delle sostanze e su determinati comportamenti. In questo volume, Maria Rita Parsi intervista Luigi Pulvirenti, uno dei più insigni studiosi mondiali di neurofarmacologia, sulle più scottanti tematiche legate al funzionamento del cervello: che cos'è il "cervello dipendente", cosa accade quando l'addiction non è causata da droghe ma da altre attività apparentemente innocue (il gioco d'azzardo, il cibo, l'attività fisica), come la scienza è in grado di aiutarci ad affrontare i problemi sociali e comportamentali connessi alta patologia dell'addiction.
Il Freud psicoanalista della civiltà dà vita a un’analisi pessimistica, dura e spietata: la promessa di felicità, il miraggio su cui la società moderna poggia la propria superiorità e perfezione, è destinata a rimanere nient’altro che una promessa. Anzi, è proprio lo sviluppo della civiltà, con le sue norme, divieti e permessi, a comprimere l’individuo negando quella felicità a cui ognuno aspira. Arte, religione e scienza si rivelano enormi monoliti istituiti dalla civiltà per arginare le forze primordiali e le pulsioni che agitano l’uomo. In una società dove l’uomo è in apparenza pienamente libero di autodeterminarsi, dove sesso e ostentazione di forza imperversano incontrastati, quest’opera potrebbe apparire ingenua o inattuale. Ma la nostra civiltà ha preso un’altra e più sofisticata direzione: la società odierna, uguale a quella di un secolo fa, è impegnata a fornirci strumenti per rendere più tollerabile il compromesso con la nostra dimensione perennemente svuotata e inappagata...
I Vangeli ci offrono esempi straordinari di preghiera di intercessione. Questi episodi ci insegnano che l'intercessione non è solo un atto di fede, ma anche un gesto d'amore capace di trasformare le vite. Attraverso questo libro, il lettore è guidato in un percorso di guarigione interiore che abbraccia ogni aspetto della vita: il rapporto con Dio, con gli altri e con sé stesso. Superare le relazioni conflittuali, imparare l'arte dell'autoperdono, vincere la bassa autostima e la mancanza di umiltà sono passi fondamentali per una crescita spirituale autentica. Il testo propone cinque condizioni essenziali per costruire una relazione profonda con Dio e offre preziose preghiere per liberarsi dal male, guarire il proprio passato, vivere con serenità il presente e affrontare il futuro con fiducia.
Ansia, stress, paura e panico spesso affliggono l'anima e il corpo, ma la preghiera è un potente strumento di guarigione. Il libro si conclude con una raccolta di preghiere specifiche per la guarigione interiore e psicologica, offrendo un auto concreto per chi desidera ritrovare equilibrio, pace, speranza.