
Paolo Crepet torna a parlare di famiglia, con un libro che ha il coraggio di affrontare e soprattutto sfidare l'attuale emergenza educativa, arrivando al cuore del più importante dovere della nostra comunità: la crescita delle nuove generazioni, il nostro futuro. Un importante, meditato, utile abbecedario dove ogni parola chiave è l'occasione per raccontare una storia vera, che ci riguarda.
Che essere genitori sia un vantaggio è un'asserzione che suscita stupore, insieme a curiosità. L'idea oggi prevalente è di segno opposto: essere genitori si configura come difficoltà, problema, fatica, peso. Invece si tratta di un vantaggio concreto, reale: il figlio è colui che "ri-eccita" nell'adulto la posizione del ricevente; è colui che - se ascoltato e osservato al di fuori di griglie o schemi - è suscettibile di interrogare rispetto alla propria vita adulta, apportando un beneficio reale in termini di utilità e convenienza. Il libro nasce da un'intensa attività di cura, di osservazione, di ascolto, di formazione con i genitori, ai quali l'autore ha voluto trasmettere il nucleo della sua esperienza di psicoanalista e di padre, ovvero che accettare la "sfida del figlio" è sempre vantaggioso.
"Perché così spesso l'uomo, nel suo percorso di crescita e di sviluppo si ammala e soffre anche quando tutto intorno e dentro di lui appare adeguato e perfetto? Cosa spinge l'essere umano, nato ad 'imago Dei' e con diritto di cittadinanza nel paradiso terrestre, a trovarsi spesso, in difficoltà esistenziali tali appesantirlo, rallentare la sua marcia vitale e chiedere l'aiuto di professionisti diversi della salute mentale? Da secoli teologi, psicologici, medici, sociologi ed antropologi, ciascuno dalla propria personalissima 'torretta di avvistamento' hanno cercato di dare risposta a tale interrogativo, producendo volumi di conoscenze, concetti e significati, che trovano posto in ogni biblioteca avente ad oggetto 'l'uomo e la sua natura'. In questo saggio, breve ed essenziale, prima ancora di dare risposta all'interrogativo sopra menzionato, si offrirà una descrizione dell'identità dell'uomo, del chi è questo essere, in potenza perfetto, ma spesso, altrettanto limitato nell'atto". (Dalla prefazione)
Sedersi a tavola ha sempre avuto molteplici significati: odiarsi, amarsi, tradirsi, arrabbiarsi, lasciarsi andare ai ricordi come alla felicità. E’ lì che l’uomo ha da sempre sviluppato ciò che lo caratterizza: le relazioni basate su sentimenti/emozioni. In questo libro ne sono stati scelti tredici, che per eccesso o difetto caratterizzano l’era moderna.
Parlare di sentimenti è come giocare in cucina, per questo il risultato dipenderà dal giusto equilibrio tra gli elementi. I sentimenti possono interagire tra loro in modo sia positivo sia negativo, inducendone di nuovi se non mediati. L’esempio più classico è quello della gelosia: la sua assenza può oscurare il sentimento d’amore provato, facendoci risultare freddi, distaccati ed egocentrici, mentre, talvolta, quando appare eccessiva, la neghiamo vergognandocene, ci sentiamo in colpa. Tuttavia, è evidente a tutti come, se equilibrata, risulti “spezia” essenziale del processo di innamoramento…
Questo quindi è un libro che propone ricette ed emozioni che partono dalle tradizioni classiche per lasciare al lettore la possibilità/bisogno di cimentarsi in cucina con piatti, sentimenti/spezie nuovi.
Nulla è più desiderato dagli uomini della perfetta armonia tra mente e natura, in quanto garanzia di serenità, sviluppo sano del percorso di vita e della personalità. L'area dei disturbi della sessualità è la prova più evidente di quanto sia fragile questo equilibrio, di quanto facilmente si inceppi e abbia bisogno di essere risistemato. Questo libro si occupa proprio del ristabilimento del rapporto tra lo sforzo di controllo mentale e l'incapacità di lasciarsi andare alle sensazioni. Anni di lavoro del Centro di Terapia Strategica nell'ambito dei disturbi sessuali hanno permesso di sviluppare tecniche terapeutiche il più delle volte orientate semplicemente allo sblocco di ciò che la mente intrappola della sessualità. La potenzialità straordinaria della natura è l'energia che permette di uscire "in bellezza" da situazioni di estrema sofferenza. Per dirla con le parole di Giorgio Nardone: "Considerata l'urgenza di chi soffre di questi problemi, il contributo potrà essere maggiormente apprezzato poiché dimostra che problemi così dolorosi, imbarazzanti e talvolta persistenti non richiedono obbligatoriamente soluzioni altrettanto imbarazzanti, dolorose e prolungate nel tempo". Questo libro è stato precedentemente pubblicato da Ponte alle Grazie con il titolo "La mente contro la natura".
La nostra è una società sempre più avversa al fattore rischio, un concetto spesso associato agli sport estremi o alle azioni di certi avventurieri della finanza e dell'imprenditoria. Tuttavia gran parte degli psicologi concorda che l'attenzione eccessiva verso la "sicurezza" ha prodotto una generazione di adulti ansiosi e privi di fiducia in se stessi. In "Come prendere decisioni" Polly Morland traccia nove spaccati di vita reale, ricchi di intuizioni acute e divertenti, che non guardano agli estremi o alle eccezioni, ma ai rischi che ogni giorno accettiamo di correre, spesso inconsciamente, e che abbracciamo come parte ineludibile della nostra vita quotidiana: famiglie che vivono da generazioni alle pendici del Vesuvio; una ballerina dell'Opera di Parigi che affronta ogni giorno alti livelli di rischio sul piano fisico, psicologico e professionale; genitori che devono valutare i rischi e i benefici delle richieste di autonomia dei bambini che crescono...
Il libro può essere considerato come il manifesto del pensiero polivalente di Maria Zambrano. In esso si mostra infatti la genesi delle due forme di ragione, mediatrice e poetica, che ne hanno guidato tutta l'attività filosofica intrecciandosi con una costante riflessione sulla storia della filosofia e della cultura europea, la sua crisi e i suoi fallimenti dei quali l'Europa intera era arrivata ormai a soffrire mortalmente. La sfida vitale che il filosofare di Maria Zambrano assume è dettata dalla necessità, non solo teorica ma esistenziale e politica, del "rinnovamento di un'amicizia perduta" attraverso un sapere dell'anima.
Avere confidenza emotiva significa conoscere a fondo emozioni come la paura, l'apatia, il senso di colpa, la vergogna, la collera, la gelosia, l'invidia, l'amore ossessivo, per poi conoscere meglio le proprie. L'autrice, nota psicoterapeuta inglese, mette a punto numerosi esercizi pratici per approfondire la conoscenza di sé, le cause dei propri conflitti emotivi e i mezzi per risolverli.
Perché la psichiatria ci attrae e spaventa allo stesso tempo? Alcuni terapeuti affermano che il fascino della psichiatria è dovuto al fatto che la malattia mentale dà volto e forma ai nostri demoni interiori: vediamo nella depressione una versione amplificata delle nostre tristezze, o assistiamo alla plateale ed esagerata perdita di controllo di uno squilibrato consapevoli (magari inconsciamente) di avere inibizioni che abbiamo paura, o il desiderio nascosto, di abbandonare. Quella della psichiatria è una storia travagliata, durante la quale i progressi della medicina e della scienza hanno sempre dovuto fare i conti con i risvolti sociali della malattia, con il pregiudizio e la paura del "diverso", scontrandosi continuamente con quel bellissimo mistero irrisolto che è l'essere umano. Una sfida che si è rinnovata ad ogni scoperta, perché la ricerca di ciò che significa "essere veramente umano" ha imposto un continuo ripensamento delle questioni filosofiche irrisolte (il libero arbitrio, il dualismo mente-cervello, il rapporto tra autonomia personale e obblighi sociali) che di solito mettiamo da parte per riuscire a vivere la nostra vita.
L'utilizzo delle parole spesso vincola e limita l'informazione comunicata rendendola parziale. Il disegno in quanto modalità di comunicazione analogica e visuale, può arricchire questa parzialità, ma non il disegno in sé come insieme di tratti colorati (altrimenti si rischierebbe di considerarlo unicamente una tecnica o un compito) ma come mezzo attraverso il quale i soggetti organizzano, strutturano e interpretano se stessi e il proprio mondo sociale e culturale, rivelando al tempo stesso le loro idee, i loro sentimenti e le loro conoscenze. Le immagini, quindi - come d'altronde le foto, i video, il mito (e i miti familiari), i riti sociali - sono fatti di cultura o fatti sociali totali che riflettono il sistema di valori, i codici interpretativi ed i processi cognitivi del loro autore e mettono in scena la realtà sociale e culturale nella sua globalità, permettendo a singoli o gruppi di confrontarsi con molteplici versioni del mondo oltre quella accettata e dominante della propria cultura.