
Parlare della donna significa spesso, oggi, soffermarsi sulle discriminazioni cui va incontro, sulla necessità di fare altri passi importanti nel campo dell'uguaglianza con l'uomo, sulla preoccupazione per l'escalation della violenza di genere. Molto cammino ci aspetta ancora, ma un aiuto prezioso può arrivarci da una strada finora poco percorsa, che supera gli stereotipi dei luoghi comuni e rovescia i termini della questione: non si tratta di promuovere la rincorsa della donna a essere 'come l'uomo', ma di evocare l'identità femminile come risorsa anche per l'uomo e per la società. Partendo dalla teoria psicoanalitica della donna come portatrice di un'apertura che crea varchi nella realtà ordinata e regolata dallo sguardo maschile, Francesco Stoppa costruisce un'originale riflessione su come l''anomalia' femminile, con la sua capacità di accogliere l'inatteso, di tracciare solchi e aprire spazi di incontro, possa rappresentare un modello diverso di approccio alla vita e di costruzione dei legami. Questa diversità della donna oppone infatti all'autoreferenzialità e alla semplificazione maschile l'esercizio di civiltà che consiste nel dare ospitalità a tutto ciò che non entra mai a regime, ma in cui riposano i tratti più autentici dell'umano. È come il comune 'gioco del quindici', ci suggerisce sorridendo Stoppa, dove è la casella assente a far funzionare tutto, a permettere, per il fatto di essere vuota, il movimento delle altre. Ed è come la costola perduta di Adamo: una 'rottura', una perdita di equilibrio, capace di riportare all'uomo un surplus di vita. «Questo è una donna per l'uomo: il precipitato, la forma, certo effimera ma per i suoi effetti miracolosa, grazie a cui il richiamo della vita, il suo mistero, trovano di che incarnarsi. La vita di cui allora possiamo anche cessare di avere paura, che possiamo accogliere in noi fino a prendercene cura, fino a esserle grati di aver interrotto il nostro sonno senza sogni».
Spesso definita dagli adulti in termini 'deprivativi' (gli adolescenti 'che non') o negativi (bulli, inattivi, prepotenti ecc.), questa generazione di adolescenti sembra mancare di risorse e competenze. Ma è davvero così? Questo libro cerca di rispondere alla domanda, presentando alcuni dati emersi dalla prima rilevazione della ricerca longitudinale Generazione Z, promossa dall'Istituto Toniolo di Studi Superiori in 36 scuole distribuite sul territorio nazionale, che ha coinvolto circa 6000 studenti. L'indagine, grazie al Positive Youth Development Approach, si propone di guardare alle risorse e alle capacità degli adolescenti piuttosto che ai loro limiti. Risorse e capacità che possono emergere anche grazie al contesto in cui nascono e crescono. In particolare, in questa fase della ricerca, sono stati presi in considerazione i seguenti aspetti: la presentazione dell'approccio teorico; il contributo che gli adolescenti sentono di poter dare alla famiglia, alla scuola e alla loro crescita; il contesto scolastico; l'uso dei media; i comportamenti a rischio 'tradizionali' (abuso di alcool, rapporti sessuali non protetti ecc.); lo studio delle lingue straniere. Chiudono il lavoro alcune indicazioni pedagogiche e riflessioni psicologiche sui risultati emersi.
Il libro rappresenta la prosecuzione della ricerca iniziata con Generazione Z. Guardare il mondo con fiducia e speranza (2018). L'obiettivo è guardare gli adolescenti utilizzando un approccio che mette in primo piano non gli aspetti deficitari, bensì le loro risorse, le capacità e gli interessi: essi dipendono dalle caratteristiche proprie di ciascun adolescente, ma possono trovare la massima espressione solo se il contesto in cui i ragazzi crescono è in grado di sostenerli in questa difficile sfida. Come lente di lettura è stato adottato il "Positive Youth Development", un approccio nato nell'ambito della psicologia di comunità che ha fornito spunti di riflessione interessanti in ambito di ricerca e di formazione. L'intento è rispondere alla domanda: Che cosa è "di valore" per la Generazione Z?
"Vi è mai capitato di anticipare con preoccupazione un evento, di essere terrorizzati da una decisione da prendere, di temere qualsiasi tipo di cambiamento oppure di essere colpiti da una improvvisa crisi di panico? Se è cosi, anche voi fate parte di questo "popolo di ansiosi", ma siete in buona compagnia perché, solo in Italia, ci sono 5 milioni di persone che lottano quotidianamente con l'ansia, una prigione da cui è difficile liberarsi, un tunnel di cui spesso non si riesce a intravedere l'uscita". In questo libro Giampaolo Perna non solo racconta le origini dell'ansia, la differenza tra ansia normale e ansia patologica, l'analisi dei comportamenti ansiosi, ma insegna anche come uscirne. Sì, perché uscirne è possibile, sia per chi vive situazioni di ansia quotidiana, sia per chi è affetto da forme più gravi, quelle che rientrano nel capitolo dell'ansia patologica. Il primo passo, in una società sempre più basata sulla prestazione, è quello di non sentirsi in colpa o inadeguati, di sgombrare la mente dalla sensazione di non essere "normali". Poi è necessario capire che la buona volontà non basta, che spesso è necessario farsi aiutare, sia da un punto di vista psicologico che farmacologico. Partendo da casi esemplari, l'autore conduce lungo un percorso documentato ed efficace, indicando le vie d'uscita da uno dei disagi più diffusi del mondo moderno.
Un’opera fondamentale del fondatore della logoterapia, in una edizione e traduzione rinnovata. Una interpretazione memorabile del soffrire umano.
Dalla quarta di copertina:
L'opera di Viktor Frankl affronta in maniera affascinante e profondamente umana il tema della libertà in stretto collegamento con la realtà tragica, ma pur sempre intimamente vissuta, della sofferenza. Una sofferenza autentica, però, è sempre "per amore di" qualcuno. Ed ecco il passaggio, dopo l'esame critico di varie scuole psicologiche e sociologiche, a Dio come interlocutore silenzioso ma presente, muto ma attivo, dell'uomo che, non fermandosi al contingente, al limitato, al condizionato, si proietta fondamentalmente al di là di se stesso, con un atteggiamento "autotrascendente" che gli consente di superare il facile rischio dell'antropocentrismo narcisistico e infantile.
Il funzionamento dell'economia, la costruzione del benessere, l'approntamento delle difese sociali, le forme della cooperazione e del conflitto hanno cause molteplici. La psicologia, che si occupa di comportamenti e soggettività, può dare un valido contributo su temi cardine della politica come le diverse concezioni della natura umana che ne guidano le scelte; i modi in cui le persone si valutano esprimendo giudizi o differenze; i modi in cui vengono prese le decisioni che portano alla cooperazione o allo scontro.
Una sintesi aggiornata della ricerca e del trattamento dell'ansia a firma di un'autorità indiscussa in questo ambito di studi. Stanley Rachman è professore emerito presso l'University of British Columbia a Vancouver, Canada. I suoi studi hanno fornito valide basi empiriche agli interventi di terapia del comportamento. Tra i suoi principali interessi rientrano i disturbi d'ansia e, in particolare, il disturbo post-traumatico da stress e i comportamenti ossessivo-compulsivi.
Una guida esauriente ai processi della crescita emozionale del bambino, dalla nascita al terzo anno di vita. Una rilettura delle teorie su natura e funzioni delle emozioni: come queste si collocano nel più ampio contesto delle relazioni interpersonali e della formazione dell'identità e qual è il loro ruolo cruciale nello sviluppo cognitivo, comunicativo e motivazionale.
La psicologia sociale studia i comportamenti e la formazione dei giudizi degli individui alla luce del funzionamento del nostro sistema cognitivo. Il volume è un'introduzione, ricca di esempi concreti, ai principali modelli teorici che affrontano le tematiche della percezione dei singoli e dei gruppi e dell'autopercezione.
Il volume analizza come vengono elaborati i suoni linguistici, come il bambino impara a produrli e a usarli per costruire il suo vocabolario, come giunge a combinare le parole per produrre frasi grammaticalmente corrette. Le relazioni esistenti tra le componenti del linguaggio sono esposte all'interno dei principali modelli teorici che offrono una spiegazione allo sviluppo della competenza linguistica. Il ruolo svolto dall'ambiente è discusso sia nei suoi più generali aspetti di scenario sociale, all'interno del quale il linguaggio svolge la sua essenziale funzione comunicativa, sia nei più specifici aspetti di forniture del materiale che il bambino deve immagazzinare ed elaborare per acquisire la propria lingua.