
"Tutti gli uomini sono stronzi" è un ritornello in voga fra le donne.
Ho il dannato sospetto che anche tu la pensi così.
In questo caso ti consiglio di leggere questo libro.
Non voglio farti cambiare opinione.
So che è impossibile.
Voglio fare una cosa più facile.
Voglio cambiare te.
Voglio farti diventare una stronza, in modo che cominci a girare anche l'altro ritornello:
"Tutte le donne sono stronze".
Questo libro è il seguito ideale di Come diventare bella, ricca e stronza.
Ma stavolta è dedicato a tutti.
Anche agli uomini.
Per diventare stronzi bisogna però prima capire cosa sono veramente gli stronzi.
E perché, nonostante tutto, ci attirano tanto.
In cosa consiste il loro fascino discreto.
Stronzo vuol dire adulto.
E tutti, vogliamo diventare adulti.
Ma pochi ci riescono.
Puoi capire se sei uno stronzo, o una stronza, e non più un "bambino", o una "bambina", leggendo questo libro e facendo il test che trovi nelle ultime pagine.
Buona fortuna!
Come mantenere vivo l'eros dopo anni di vita di coppia? Come essere felici anche da soli? Come gestire lo stress della vita moderna? Come costruire relazioni soddisfacenti negli ambienti di lavoro? Come comunicare con i figli? Come trovare il benessere del corpo e della mente? Quante importanti domande ci poniamo tutti i giorni, sempre tesi verso la conquista della felicità. Un obiettivo che ci sembra irraggiungibile e invece è molto più vicino di quanto pensiamo. Basta cambiare il nostro atteggiamento verso la vita e verso noi stessi. È quello che Raffaele Morelli ha insegnato a fare negli anni con i suoi libri; ed è il messaggio che ancora una volta troviamo espresso in questo volume che raccoglie tre titoli di grande successo ("Come essere felici", "Come amare ed essere amati", "Come trovare l'armonia in se stessi") più un inedito su come gestire il dialogo con i figli. Una summa del pensiero di Morelli che indica a tutti la strada verso la piena realizzazione di sé, sotto ogni punto di vista.
"Gli animali, non avendo il pensiero, non si fanno le seghe mentali. Noi invece con il pensiero ci creiamo un'autoimmagine mentale di noi stessi indipendente dalla realtà. Ed è proprio quell'autoimmagine che ci genera la paura." La paura è il vero grande nemico della nostra vita. Anzi, la paura immaginaria, quella che scatta quando ciò che ci spaventa non è fisicamente presente. Questa paura ci causa ansia, depressione, angoscia, attacchi di panico, comportamenti maniacali e fobici, fino a somatizzazioni anche gravi. Giulio Cesare Giacobbe ha scoperto e sperimentato un metodo per sconfiggerla. Lo ha battezzato "psicoterapia evolutiva", e ha già guarito molte persone. In questo libro, a metà fra "Come smettere di farsi le seghe mentali" e "Alla ricerca delle coccole perdute", con il suo stile ironico e dissacrante, accompagna il lettore in un vero e proprio training per diventare finalmente adulti nel senso vero del termine.
La tecnica per far rivivere i morti è conosciuta da secoli. Si chiama realtà virtuale. Una volta era il teatro, la letteratura. Oggi è il cinema, la televisione, Internet. La grande scoperta della psicologia moderna è che il nostro cervello non fa alcuna differenza fra realtà virtuale e realtà reale. E poi quale è la realtà reale? L'universo è una nostra rappresentazione. Lo ha dimostrato la scienza. Noi dunque possiamo vivere in un universo dove i nostri cari continuano a essere vivi. Certo, il confine con la pazzia è sottile. Ma se manteniamo la consapevolezza che la nostra rappresentazione della realtà è un espediente per vivere meglio, allora non c'è pazzia. E poi, che importa, essere pazzi o no? L'importante è essere felici.
Il decalogo pratico per dimagrire senza dieta, passo dopo passo. Inventati ogni giorno qualcosa di nuovo: un piatto, un discorso, una passione. Smettila di voler essere perfetta e di paragonarti alle altre. Ogni tanto preparati i tuoi piatti preferiti e mangiali da sola, senza i tuoi familiari... Raffaele Morelli scrive questo libro pieno di consigli, esercizi e trucchi psicologici per perdere peso con la tecnica delll'approccio psicosomatico.
Prima ancora che economica, la crisi da cui tutti ci sentiamo attraversati si sta rivelando, essenzialmente, interiore. Nella nostra società, caratterizzata dal venir meno dei tradizionali vincoli di fiducia e di responsabilità, assistiamo infatti a un progressivo indebolimento delle forze mentali e motivazionali degli individui. Se, come sembra, il dominio incontrastato della tecnologia ha tracciato l'unico orizzonte possibile di futuro, non vale più nemmeno la pena chiedersi se Internet ci renda stupidi o intelligenti. La risposta c'è già: essere sempre connessi con un altrove, "condividere" ogni esperienza per la paura di non percepirla come davvero reale, ci sta trasformando in persone disattente, distratte, dissociate. Se non utilizzate in maniera consapevole, le tecnologie digitali - computer, social network, smartphone - riducono la capacità di rimanere concentrati anche per pochi istanti su di un obiettivo, minano le nostre fondamenta corporee e percettive. Sono tanti i fattori educativi e culturali legati allo stile di vita che determinano un simile scenario: crediamo che ogni minima difficoltà possa essere affrontata e superata per mezzo di pillole o aiuti esterni; ci sentiamo demotivati quando la nostra volontà individuale è ostacolata perché in antitesi con la propensione al consumo; miti come "il talento" o le "capacità innate" - supportati dal ricorso a una genetica non di rado fraintesa erodono la fiducia nelle capacità personali del soggetto...
Qualunque cosa sia la felicità, è accanto a te o, per essere ancora più precisi, dentro di te. Tu però non lo sai: non la riconosci e per di più la immagini distante e difficile da raggiungere. E così rinunci, lasci perdere, ti adagi, ti adegui e poco alla volta la vita perde colore, sapore e odore. La strada per la felicità è in realtà molto più breve e semplice di quello che comunemente crediamo. A farcela sembrare lunga e difficile sono i pregiudizi e i luoghi comuni su noi stessi e sulla vita, pregiudizi che assorbiamo dall'esterno e che accettiamo passivamente. Fin da quando eravamo piccoli ce ne hanno propinati di tutti i tipi. Questo libro raccoglie i più diffusi - che sono nel contempo i più pericolosi e i più difficili da estirpare - e li analizza brevemente affinché ciascuno possa capire quanto certe presunte verità granitiche siano in realtà inconsistenti, e come terribili spauracchi che ci hanno tenuto in scacco per anni si rivelino, a un veloce esame, mostri di fumo, da spazzare via con un semplice soffio. E fornisce consigli pratici per aiutare ciascuno a muoversi in autonomia verso il benessere. Ecco allora che le cose si possono chiamare con il loro vero nome, che il dolore ha un senso, che ogni giorno può portare i suoi frutti, che le soluzioni vengono a galla, i problemi trovano la giusta collocazione, i talenti emergono, la spontaneità prende il posto del calcolo, i rapporti si animano, i sentimenti si liberano dalla patina uniforme e triste dei conformismi. E il cuore può battere al suo ritmo.
"Molti pensano che la loro esistenza migliorerà quando risolveranno i problemi che li affliggono: matrimoniali, di lavoro, familiari... E così passano la vita a intervenire per sistemare le cose quando non funzionano. Chiedersi 'Ma io vado bene?' è uno dei più grandi veleni per l'anima. Ancora peggio, forse il male di tutti i mali, è voler diventare chi ci siamo messi in testa di essere. Ogni obiettivo che cerchiamo di raggiungere, ogni miglioramento di noi stessi è una 'coltellata' all'energia cerebrale... Nel mio lungo lavoro di psicoterapeuta mi sono accorto che quasi nessuno 'si va bene': tutti sono alla ricerca di un se stesso migliore. E tutti credono che, quando avranno raggiunto la meta che si sono prefissati, finalmente potranno stare bene con se stessi. Cambiare il proprio carattere, eliminare le ferite del passato, togliere dalla propria vita le cose che non vanno bene, sono in genere i tre principali motivi di infelicità. Le sofferenze nascono soprattutto dalla nostra resistenza a diventare fluidi come l'acqua. Bisogna 'lasciar correre', rinunciando a qualsiasi sforzo di 'cambiare le cose', di salvare gli amori finiti, di andare d'accordo a tutti i costi con gli altri, di fare progetti, di darsi obiettivi, di correre dietro a qualcosa o a qualcuno. Le cose che devono accadere nella vita avvengono spontaneamente quando smetti di dirti dove andare, come fare, di lamentarti, chiedere consigli... È in questo stato che irrompe la felicità." (L'autore)
Capire chi assiste indifferente a carneficine inaudite è impossibile senza spiegare il comportamento opposto, quello dei soccorritori. Inerzia e solidarietà sono le due facce di un'unica medaglia che spesso mette a dura prova la capacità di comprensione degli eventi. La diffusa e rassicurante personalizzazione dell'inerzia e della solidarietà enfatizza il ruolo di singoli individui e dei loro valori morali. Al centro dell'analisi di Zamperini non vi è lo spettatore inerte, con il suo alone negativo, né il soccorritore illuminato dalle sue virtù, ma l'ambiente psico-sociale che caratterizza le atrocità collettive.
Maestro riconosciuto dell'antipsichiatria, Laing ha sorpreso tutti con questo volume di poesie che, apparso nel 1970, rappresenta in realtà, e con coerenza, una delle facce della sua ricerca. Il libro illustra infatti le concezioni di Laing sui modi di relazione fra gli individui, cioè "sull'esperienza e il comportamento interpersonali". Ognuno di noi si fa del comportamento altrui un'idea soggettiva, che rappresenta la sua "esperienza" dell'altro. L'intersecarsi di queste "esperienze", il loro urtarsi e modificarsi senza sosta creano una serie praticamente infinita di "nodi", di legami d'amore, di dipendenza, d'inquietudine.
Essere felici può accadere molto più spesso di quanto immaginiamo, dobbiamo solo lasciare che accada. Per molti lagnarsi è più che un vezzo, una difesa: è ciò che sanno fare meglio perché lo hanno imparato fin dall'infanzia. Combattere questo atteggiamento vuol dire elaborare una nuova grammatica quotidiana, avviare una piccola rivoluzione cui Paolo Crepet dà il suo contributo in queste pagine. E dimostra come educare alla felicità, quella autentica - da non confondere con la gioia effimera - dovrebbe essere il compito primario di ogni adulto e di ogni insegnante. Così i bambini cresceranno più forti e meno ricattabili, e i ragazzi saranno più liberi.
Si fa presto a dire amare, ma quante sono le persone che possono dirsi innamorate sul serio? E quante quelle capaci di andare oltre l'innamoramento? Una cosa è certa: l'amore non può diventare un laconico messaggio lanciato nell'universo distratto, né può contare sulla probabilità che un'anima ne incroci un'altra nella notte dei giochi tecnologici. L'amore ha bisogno di essere contaminato, anche quando costa, anche quando sa di amaro e di lacrime. Sentimento «più dogmatico dell'amore» è l'amicizia, che non conosce sfumature di comodo, che è tutto o niente, e ha bisogno di ancora più coraggio dell'amore, perché richiede l'assoluta conquista dell'altro e la totale perdita di sé. Ultima tappa di questa guida amichevole sul sentiero della maturità affettiva è la felicità: per raggiungerla, dobbiamo impegnarci ad avviare una piccola rivoluzione della gioia e della positività. Perché essere felici può accadere molto più spesso di quanto immaginiamo, dobbiamo solo lasciare che accada.