
Come dice lo stesso Erickson nella sua prefazione, "questo libro non costituisce certo una descrizione completa delle mie metodologie, tuttavia spiega il mio modo di lavorare molto meglio di quanto io stesso non riuscirei a fare". In questo volume Bandler e Grinder intendono presentare al lettore, in maniera facilmente accessibile e graduale, alcuni degli schemi tipici del comportamento tenuto da Erickson quando opera con l'ipnosi, un modello esplicito che gli dia modo di servirsi di queste capacità nel suo stesso lavoro. L'opera comprende tre fasi o livelli di modellamento. La Parte I contiene alcuni articoli di Erickson, esempi stimolanti del suo lavoro personale, con un commento parallelo in cui si individuano gli schemi del suo comportamento. Nella Parte II questi schemi vengono ripartiti nei loro raggruppamenti naturali, allo scopo di dare al lettore un criterio generale sia per comprendere l'opera di Erickson, sia per organizzare la sua esperienza personale dell'ipnosi. La Parte III è un'esposizione esplicita, effettuata per gradi, degli schemi individuati nella I e nella II Parte, e si propone di fare acquisire al lettore la capacità di costruire ciascuno schema attraverso la comprensione delle sue caratteristiche formali, nella convinzione che egli potrà avvantaggiarsi, a beneficio del proprio lavoro personale, degli schemi di comportamento di Erickson.
Il solo trattato sistematico sull'uso dell'analisi transazionale nei gruppi. Si tratta di un testo insostituibile, sia per la facilità espositiva e la scioltezza con cui Berne anzitutto spiega ciò che intende per terapia di gruppo, sia per la cura con la quale specifica e definisce ogni passo del processo terapeutico, soffermandosi su particolari in apparenza ininfluenti ma in realtà fondamentali quali la scelta, il numero dei partecipanti al gruppo o la disposizione dei posti a sedere. Vitali per qualsiasi approccio terapeutico sono poi le considerazioni sugli obiettivi terapeutici, sulla figura del terapeuta e dei suoi eventuali assistenti o aiutanti, sulla supervisione, sull'atteggiamento del terapeuta e naturalmente sul gruppo, sulle dinamiche interne al gruppo stesso e sul suo rapporto col terapeuta. Tutto questo materiale viene costantemente discusso alla luce di altre esperienze e teorie relative alla terapia con i gruppi, come quelle di Moreno, Bion, Foulkes, Perls e altri. Esauriente e articolato, costruito come un manuale pratico ma attento anche al punto di vista teorico, questo libro sarà utilissimo all'analista transazionale o al terapeuta di gruppo di qualsivoglia formazione, ma anche a tutti coloro che hanno a che fare con i gruppi in altri campi o settori, come nell'industria, nella scuola, nel lavoro sociale, eccetera.
Indagate le relazioni tra l'esperienza di un trauma anche infantile e la comparsa di disturbi alimentari quali anoressia e bulimia. Fornite anche specifiche direttive per assicurare ai pazienti il recupero del proprio disequilibrio. Con casi clinici e questionari per l'autotest. Inoltre rischi, complicazioni e insidie.
Negli anni '70 Claudio Naranjo è stato forse il primo psicoanalista e psicoterapeuta a misurare l'impatto che può avere nella pratica clinica un'autentica formazione in discipline meditative di varia estrazione. Questo libro fa il punto su un trentennio di ricerche e sperimentazioni in questa direzione e si pone come il consuntivo di un percorso spirituale e clinico di grande originalità e ricchezza.
La consultazione ha la specificità di accogliere la sofferenza che costringe una persona a chiedere aiuto. Per questo richiede preparazione, esperienza, conoscenze, oltre che un setting adeguato. È uno dei momenti più importanti del processo psicoanalitico perché decide il destino di una domanda e del possibile attivarsi di una fiducia che motivi alla cura. L'ipotesi di ricerca che guida il tipo di consultazione prolungata proposto nel libro si basa sull'idea di permettere al paziente l'accesso a una prima significativa esperienza psicoanalitica che abbia un valore in sé, un suo ritmo aderente ai movimenti interiori, una sua compiutezza. Questo modello di consultazione richiede di conseguenza un setting la cui durata, se pure limitata, non sia definita in anticipo, e dove la conclusione dipenda dal prodursi di nuovi collegamenti, punti di vista e significati che diano forma alla domanda portata. L'idea comune a tutti gli autori è quindi quella di una consultazione che renda possibile una trasformazione iniziale nel paziente. Si evidenzia in questo modo la differenza tra la diagnosi psicoanalitica e quella psichiatrica. La prima è antinosografica, poiché consiste in una conoscenza costruita attraverso l'incontro con il paziente, con il suo modo di reagire e con le sue risorse; il suo oggetto, a differenza della diagnosi psichiatrica, non è la malattia ma la persona.
Nasce dall'esperienza sul campo questo libro che esplora sentimenti e vissuti quotidiani in un percorso che parte da una serie di lezioni in ambito psicoanalitico, ma che sfocia in un originale approccio interdisciplinare, seguendo il filo conduttore delle grandi, fondamentali domande della nostra esistenza: chi è l'uomo e che cos'è la condizione umana. L'autore, un biblista con formazione umanistica, non fa riferimento solo a studi di psicoterapeuti e psicoanalisti, ma attinge a piene mani alla grande letteratura, con romanzi come "L'Avversario" di Emmanuel Carrère, "La vergona" di Annie Ernaux," La nausea" di Sartre, i racconti di Cechov, "Leggere Lolita a Teheran" di Azar Nafisi, per citarne alcuni: «libri che ci svegliano, libri che ci fanno bene facendoci male», come scrive l'autore. Ogni capitolo è dedicato a un tema: parola, narrazione, menzogna, invidia, vergogna, infine volontà. In comune hanno la loro radicalità umana. L'enigma dell'invidia, una passione che non dà alcuna felicità: perché l'uomo la prova? E perché non riconosce mai di essere invidioso? Il mistero della vergogna, emozione dolorosa, eppure importante regolatore dei comportamenti umani. La quotidianità della parola, che può stravolgersi in aggressione, violenza, manipolazione: come fare in modo che diventi carezza e non pugno, ponte verso l'altro e non fossato incolmabile? E che dire della menzogna nell'epoca della post-verità e nell'imperversare delle fake news? Un viaggio che inizia dalle storie narrate, ma a volte più vere del vero nella loro capacità di parlare delle contraddizioni che abitano il cuore di donne e uomini, per arrivare a illuminare alcuni fondamentali dell'esperienza umana.
Nel 1948, tre anni dopo il rientro a Vienna dalla tragica esperienza nei Lager nazisti, Viktor E. Frankl tenne una conferenza dinanzi a un piccolo gruppo di persone sostenendo la tesi che, diversamente dall'interpretazione freudiana, non esiste solo un inconscio istintivo, ma anche un inconscio spirituale. Il materiale fu edito nello stesso anno con il titolo "Der unbewusste Gott (Amandus)" e gli valse il conseguimento della laurea in filosofia. Immediata apparve la contrapposizione con la lettura, troppo riduttiva e unilaterale, che la psicoanalisi faceva non solo dell'uomo preso nella sua globalità tridimensionale di soma-psyche-nous, ma anche dell'inconscio, considerato unicamente come serbatoio di impulsi e di istinti. Mediante quell'opera Frankl offrì ai suoi lettori una griglia di lettura del mondo interiore dell'uomo dal punto di vista della trascendenza. Il testo fu riedito in edizioni successive con integrazioni significative che confluiscono in questa nuova edizione curata da Eugenio Fizzotti.
Uno strumento tecnologico come il computer può farci cambiare modo di pensare, modo di comportarci? Può motivarci a smettere di fumare, a stipulare un'assicurazione, ad associarci a un'iniziativa benefica? La risposta di B. J. Fogg è: si, può. Da circa un decennio Fogg studia, alla Stanford University, i modi in cui la tecnologia può essere utilizzata per influenzare (spesso in modo sottile, non immediatamente avvertibile) idee, atteggiamenti, comportamenti e ha battezzato captologia (dal verbo latino che significa "catturare, attirare") questo campo di indagine. Di captologia ci si può occupare sia per capire e imparare a difendersi, sia per padroneggiare le tecniche migliori per diffondere un'idea, conquistare altri a un'iniziativa o promuovere un progetto. Fogg e il suo gruppo si sono dedicati a lungo in particolare al problema della costruzione di siti "credibili" in Internet, un problema che sta molto a cuore a chiunque faccia informazione o commerci in Rete.
"Emozione" è oggi una delle parole chiave per il mondo del design (e parliamo di design in generale, non dei siti web): anche la settimana del design a Milano, nello scorso aprile, era dedicata alle emozioni. In questo libro Norman riconosce che le sue concezioni precedenti, tutte impostate sulla funzionalità e sull'usabilità, erano limitate e limitative: non si può non tenere conto del piacere che ci procurano o meno gli oggetti che usiamo quotidianamente. Quello che ciascuno di noi è, è determinato anche dagli oggetti che usiamo: li scegliamo, li apprezziamo non solo per la funzione che svolgono per noi, ma anche per le sensazioni che ci danno. L'analisi di Norman è piena di esempi illuminanti, ma anche ricchi di humour: la serietà scientifica non ostacola la leggibilità e la piacevolezza del testo.
Il rapporto fra mente e cervello dall'antichità ad oggi: le tappe principali di un'idea che, come un filo rosso, ha guidato gli studiosi più diversi filosofi e psicologi, fisiologi e biologi, neuroscienziati e cibernetici lungo la storia del pensiero occidentale. Carmela Morabito insegna Storia della psicologia e Fondamenti di neuroscienze cognitive presso la Facoltà di psicologia dell'Università di Chieti.

