
Al giorno d'oggi, la metafora più diffusa per descrivere il cervello è quella che lo paragona a un computer: la sua struttura fisica corrisponderebbe all'hardware, la mente al software. La psiche in via di sviluppo di un neonato non sarebbe altro che un database da riempire di informazioni. Una simile visione ci porta spesso a interpretare i nostri processi mentali quasi fossero programmi, capaci di offrirci soluzioni semplici, rapide e lineari a ogni problema. Esperienze, pensieri, ricordi e sentimenti plasmano senza sosta le nostre reti neurali, che a loro volta determinano il modo in cui pensiamo e sentiamo. Paragonarci a delle macchine, per quanto meravigliose e sofisticate, ci porta a travisare la nostra natura. Sempre più spesso, invece, la psicologia e la biologia contemporanee tendono a recuperare una metafora antica ma efficace: l'idea che possiamo coltivare il nostro io più profondo, che lo si chiami mente o animo, proprio come faremmo con un giardino. Combinando mirabilmente scienza e letteratura, psicoanalisi e racconto, indagine teorica e consigli pratici, questo libro si propone di ricordarci una verità fondamentale, che chi lavora a contatto con la natura conosce da sempre: prenderci cura di un orto o un giardino, di piante che crescono seguendo il proprio ciclo vitale, può influire in modo positivo sulla nostra salute, il nostro benessere psicologico e la nostra autostima. I carcerati cui viene concesso di dedicarsi a coltivare un piccolo giardino hanno meno probabilità di ricadere nel crimine; i giovani a rischio che si sporcano le mani di terra hanno più probabilità di finire gli studi; gli anziani che si dedicano all'orticultura vivono meglio e più a lungo. Dai richiedenti asilo ai giovani in carriera, dai veterani di guerra ai neopensionati, Sue Stuart-Smith ci racconta storie illuminanti di persone che lottano con depressione, lutti e dipendenze, per mostrarci quanto poco sappiamo ancora del potere rigenerativo che la natura può esercitare sulle nostre vite.
«Le persone che chiamiamo "leader" hanno un campo visivo più sviluppato di noi "follower". La mostruosità della leadership comincia da qui: da questi occhi enormi e deformi, simili a quelli delle mosche, che vedono in lungo e vedono in largo. È una dote innata, ma che soltanto pochissimi riescono a maturare in talento, attraverso una lunga pratica e incessanti esercizi.» È da questi occhi, o meglio dalla capacità di osservazione che sono capaci di esercitare, che prende avvio l'analisi di Antonio Funiciello, già capo di gabinetto dei presidenti del Consiglio Mario Draghi e Paolo Gentiloni. Un'analisi che non rincorre alcun mito del leader forte, ma che dichiara l'assoluta necessità della leadership per affrontare le sfide attuali. Per tracciare una sorta di ritratto del leader assente, Funiciello prende in esame tre coppie di politici del passato: Golda Meir e Harry Truman, Cavour e Lincoln, Nelson Mandela e Václav Havel. Dal confronto di queste figure, forgiate ed emerse dalla lotta politica, riconosciamo quale sia la vera forza della buona leadership: la disposizione a voler imparare a diventare leader; la fedeltà a una causa; la capacità di delega contro ogni narcisistico accentramento; l'abilità di pianificare senza affidarsi alle proprie intuizioni; saper giocare di sponda - e sporco, se necessario; il rispetto degli avversari; la dissidenza come scintilla dell'azione trasformativa. Oltre alle figure del passato, l'autore mette a fuoco alcune qualità di leader che ha avuto modo di osservare da vicino, in particolare il presidente Draghi e Angela Merkel. A fare da apripista in questo avvincente racconto, il leader riluttante per eccellenza, Mosé: colui che guida un popolo nel deserto dell'incertezza, lasciando in eredità ai suoi seguaci - e anche ai suoi detrattori - quella Terra Promessa in cui lui non metterà mai piede. Potenza della vera leadership.
Sei il più preparato, ma appena devi parlare in pubblico la figuraccia è garantita? La donna dei tuoi sogni si avvicina e davanti agli occhi ti cade uno schermo bianco che ti impedisce di parlare? Sono i tipici sintomi dell'introversione, che non è una malattia né un difetto: è il tuo modo di essere, e racchiude un grande potenziale. Solo che non sai come esprimerlo. Gli introversi, infatti, sono per natura acuti e riflessivi, grandi osservatori, portati all'analisi puntuale e alla connessione empatica con il prossimo. E per di più molto ironici e divertenti. Tutte doti che li rendono ottimi collaboratori sul lavoro, grazie allo spirito di squadra e a una dedizione non prevaricante, e partner attenti, affidabili e premurosi nella vita. Marco Bonora, da vero introverso, conosce bene i limiti del suo carattere e, forte dell'esperienza maturata come coach, ha capito come evitare di "autosabotarsi". In questo manuale pratico ed essenziale, descrive le situazioni tipo che potrebbero mettere in difficoltà - dal public speaking al corteggiamento, dal colloquio di lavoro alla gestione dei conflitti -, spiega le incomprensioni che spesso sorgono con gli altri (estroversi e non solo), suggerisce come prevenire i problemi e come reagire per migliorare le relazioni interpersonali.
Nelle situazioni ad alta tensione - esami, colloqui di lavoro, incontri decisivi a livello personale -, quando vorremmo dare il meglio di noi, ci ritroviamo spesso a dare il peggio. Sentendoci inadeguati, tendiamo a ripiegarci su noi stessi, come se volessimo passare inosservati; oppure esageriamo e diventiamo aggressivi. In entrambi i casi trasmettiamo solo nervosismo e incertezza. Cosa fare allora? Dobbiamo acquisire la "presenza", quella condizione in cui comportamento e atteggiamento mentale sono perfettamente sintonizzati e comunicano autenticità, sicurezza, fiducia. Come? Assumendo una postura spontanea e naturale di potere, che consiste nell'espandere il corpo occupando più spazio, senza intimorire l'interlocutore. Solo così comunichiamo la nostra determinazione all'altro e soprattutto... a noi stessi! Infatti, più ostentiamo sicurezza (nei modi giusti), più ci sentiamo davvero sicuri e convinti, perché particolari gesti ingannano il cervello, inducendolo a rilasciare testosterone (l'ormone dell'assertività) e a frenare il cortisolo (l'ormone dello stress). Questa è la rivoluzionaria scoperta di Amy Cuddy, fra le massime esperte a livello mondiale di linguaggio del corpo, che ha anticipato i suoi studi pionieristici in una delle TED conference più viste e applaudite di sempre. In questo libro espone le sue ricerche, che si muovono fra antropologia, psicologia e neurologia, e spiega come applicarle nella vita di tutti i giorni.
Un libro utile per genitori, insegnanti, ragazzi e per tutti coloro che cercano di capire quanto le nuove dinamiche sociali modifichino i vissuti della contemporaneità. Attraverso il caso clinico di Enrico, un adolescente che non ce la fa a vivere nel nostro contesto sociale, il testo tenta di cogliere le ragioni di un comportamento così estremo come il ritiro dalla società. Alcuni dei nostri ragazzi stanno sparendo: abbandonano la scuola, si nascondono nella loro stanza, rifiutano di uscire e di incontrare gli amici, dormono di giorno e si svegliano la notte per connettersi ad Internet. Passano la loro vita al computer immersi in giochi virtuali e rifiutano ogni tipo di relazione sociali. In Giappone, dove ce ne sono quasi un milione, li hanno chiamati hikikomori, che significa "reclusi"; gli psichiatri occidentali parlano di "ritiro sociale acuto"; ovunque, genitori sconcertati e allarmati cercano una risposta ed un aiuto mentre la questione del ritiro sta diventando un problema sociale. Proprio come nel caso clinico qui narrato in prima persona dove uno psicoterapeuta da voce ad uno di loro, Enrico, illustrando nel modo più diretto e più chiaro i pensieri di un adolescente che non ce la fa a vivere nel nostro contesto sociale. Un libro utile per i genitori, gli insegnanti, i ragazzi e per tutti coloro che cercano di capire quanto le nuove dinamiche sociali modifichino i vissuti della contemporaneità.
Doppia vita. Nugoli di amanti coperte da bugie più o meno credibili. Mogli esauste per le ripetute promesse non mantenute. Truffe. Comportamenti impulsivi e smaccatamente trasgressivi. Questo è, in genere, il ritratto del Pinocchio di oggi: una persona che vive senza porsi problemi, che non ha vere emozioni e, soprattutto, non ha remore. Una persona che continua a comportarsi come quando era bambino e che, nonostrante i "buoni propositi", non riesce a crescere. Perché le continue bugie? Perché le clamorose fughe? Perché l'incapacità di mantenere programmi costruttivi? Come uscire da questo copione? Come può aiutarlo chi gli sta accanto? Attraverso le storie di casi veri, si può ricostruire la nascita e l'evoluzione del futuro "Pinocchio".
La domanda sull'identità genitoriale si fa sempre più urgente. Dopo dieci anni dalla prima edizione, continua il dialogo attraverso la parola scritta sui grandi temi della nostra persona e della nostra vita. Oggi più che mai l'identità genitoriale rivela la ferita, la confusione, la crisi in cui la persona è immersa. L'amore per il figlio rappresenta ancora una risorsa per recuperare l'energia di un amore per la propria vita. Questa nuova edizione si propone ancora una volta come una tenera compagnia allo sforzo del genitore di essere vero.
Il presente manuale, alla sua quarta edizione riveduta e aggiornata, intende essere un punto di riferimento per tutti coloro che desiderano accostarsi alle tecniche proiettive o che già operano nel campo della psicodiagnosi. In particolare, intende essere un’occasione e uno stimolo per una loro conoscenza ampia e approfondita e ciò al fine di favorirne un utilizzo il più possibile accurato e costruttivo.
Poiché, rispetto ai test strutturati, gioca un ruolo decisivo la preparazione e la competenza di chi somministra e interpreta il materiale proiettivo, non sarà mai ribadita a sufficienza la necessità di una puntuale messa a fuoco degli aspetti teorici e metodologici comuni che stanno alla base di tali strumenti psicodiagnostici. Iniziare l’apprendimento, ad esempio, del Rorschach, del T.A.T. o dei Test grafici senza conoscere i pilastri teorici su cui essi poggiano è quanto mai limitante e rischioso.
Nel volume vengono tracciate, sia le linee di fondo della psicologia clinica in vista della stesura del referto psicodiagnostico, che le qualità (la curiosità, il dubbio, l’empatia, la conoscenza esperienziale dell’inconscio, l’intuizione e la disponibilità al nuovo) che lo psicodiagnosta deve possedere allorché somministra e interpreta le tecniche proiettive. In particolare, viene delineata la carta d’identità delle tecniche proiettive nelle sue varie articolazioni. Il tutto all’interno della teoria psicoanalitica da cui le tecniche proiettive sono nate e a cui si ispirano.
Vittorio Luigi Castellazzi, psicologo clinico, psicoterapeuta-psicoanalista. Docente di Tecniche proiettive e diagnosi della personalità (1976-2012) e di Psicopatologia dell’infanzia e dell’adolescenza (1979-1996) nella Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Salesiana di Roma. Docente di Psicologia della religione presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, di Psicopatologia dello sviluppo all’Università Lumsa di Roma (1995-2000), all’Università degli Studi RomaTre (1995-2003), all’Istituto Superiore Universitario di Scienze Psicopedagogiche e Sociali “Progetto Uomo” di Viterbo-Vitorchiano (1997-2007) e alla Scuola di specializzazione post-universitaria di Psicoterapia della Simpat di Roma (1996-2016). È membro di diverse società scientifiche nazionali e internazionali tra cui la Society for Personality Assessment e l’International Society of the Rorschach and Projective Methods.
È autore di numerosi saggi comparsi su riviste specializzate, in volumi di Autori Vari e in Dizionari ed Enciclopedie. Presso l’Editrice LAS ha pubblicato: Psicoanalisi e infanzia. La relazione oggettuale in M. Klein (1974); Psicopatologia dell’infanzia e dell’adolescenza: Le psicosi (1991) – La depressione (1993) – Le nevrosi (2000 2ed.); Quando il bambino gioca. Diagnosi e psicoterapia (2006 2ed.); L’abuso sessuale all’infanzia (2007); Il Test di Rorschach. Manuale di siglatura e d’interpretazione psicoanalitica (2010 2ed.); Il Test del Disegno della Famiglia (2014 6ed.); Il Test del Disegno della Figura Umana (2017 5ed.); Il Test del Disegno della Persona sotto la Pioggia (2017); Introduzione alle tecniche proiettive (2018 4ed.). Per i tipi delle Edizioni Magi-Roma si segnalano: Dentro la solitudine. Da soli felici o infelici? (2010); Ascoltarsi, ascoltare. Le vie dell’incontro e del dialogo (2011); Dentro la felicità. Ritrovare i luoghi del cuore (2013); L’omosessualità. Una lettura psicoanalitica (2014); Il desiderio. Respiro della psiche (2016). Il volume Dentro la felicità è stato tradotto in portoghese, spagnolo, polacco e croato.
Ogni vita che nasce è un’avventura incerta e sublime: ogni bambino viene al mondo tra il pianto e la gioia e inevitabilmente i genitori si chiedono: come posso essere il miglior genitore possibile? Come crescerlo al meglio? In che modo posso alimentare il suo sviluppo fisico e mentale? Questo libro, vero e proprio manuale pratico, risponde a tali interrogativi; basato sulle più recenti ricerche in psicologia dello sviluppo vuole essere di aiuto nel “mestiere” di papà e mamma:
• illustra come si sviluppa il bimbo da
0 a 3 anni dal punto di vista fisico,
mentale, linguistico ed emotivo;
• di quali stimoli ha bisogno in base
alla tappa di crescita in cui si trova;
• approfondisce cos’è la stimolazione
infantile;
• spiega – attraverso una serie di
esercizi semplici ed efficaci – in che modo i genitori possono applicarla ai loro figli.
Liliana Jaramillo è mamma e psicologa esperta in stimolazione infantile. Di origine colombiana, lavora come libera professionista nella provincia di Lecce. Laureata in psicologia ad indirizzo sistemico presso la “Universidad Javeriana” di Bogotá, ha studiato presso l’Università di Salamanca (Spagna), nell’ambito
di un progetto internazionale di psicologia clinica e della disabilità. È operatrice certificata dal 2009 nel “Metodo Canguro” preso la fondazione omonima di Bogotá. È direttrice del sito www.stimolazioneinfantile.it, dove si possono trovare informazioni e programmi multimediali per favorire lo sviluppo del bimbo da 0 a 3 anni.
Tonino Cantelmi, il primo a studiare in Italia la tecnodipendenza e l’impatto della tecnologia digitale sulla mente umana, sostiene che stiamo vorticosamente precipitando in una “società incessante”, sempre attiva, sempre più incapace di staccare la spina, sempre intenta a digitare,
a twittare, a condividere, senza differenze tra giorno e notte, tra feriale e festivo, tra casa e ufficio, forse avviata verso una colossale dipendenza dalla “connessione”. In tal modo la rivoluzione digitale e la virtualizzazione della realtà intercettano, esaltano e plasmano alcune caratteristiche dell’uomo liquido: il narcisismo, la velocità, l’ambiguità, la ricerca di emozioni e il bisogno di infinite relazioni light. Tuttavia la caratteristica fondamentale della socialità tecnoliquida consiste nella pervasiva tecnomediazione della relazione. In fondo, però, si ha la sensazione che la fine della società di massa e il transito nella tecnoliquidità postmoderna dovranno fare i conti con l’esasperazione della solitudine esistenziale dell’individuo e forse non sarà Facebook, né Twitter o neanche ogni altra forma di “socializzazione virtuale” a placare l’irriducibile bisogno di “incontro con l’altro-da-sé” che è proprio dell’uomo e della donna di
ogni epoca: il bisogno di “incontro con l’altro” nell’autenticità è così prepotente e vitale che oltrepasserà il mondo tecnoliquido.
L'AUTORE
Tonino Cantelmi è psichiatra e psicoterapeuta. Dirige la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo interpersonale di Roma. È presidente e fondatore dell’Associazione Psicologi e Psichiatri Cattolici. È professore universitario e autore di oltre duecento pubblicazioni scientifiche e di numerosi libri, tra cui: Amori difficili (San Paolo, 2007), Cattolici e psiche (San Paolo, 2008), L’immaginario prigioniero (Mondadori, 2009), Omosessualità e psicoterapie (Franco Angeli, 2010), Scusa se non ti chiamo (più) amore. Come scegliere il partner e vivere felici (San Paolo, 2010 con Michela Pensavalli) e Erosi dai media. Le trappole dell’ipersessualizzazione moderna (San Paolo, 2011 con Emiliano Lambiase, Stefano Lassi e Daniele Mugnaini).

