
"Medico e paziente danzano insieme. Si influenzano reciprocamente in un'eterna danza. Hanno bisogno uno dell'altro, e non si può descrivere uno senza l'altro."
Parole inutili. Parole che curano. Relazioni ferite. Relazioni che sostengono. Questo il quadrilatero simbolico nel quale agisce l’incontro tra un medico, o altro operatore sanitario, e un paziente. Salute, malattia, cura e benessere non possono prescindere dalla dimensione relazionale, nella quale l’informazione e la presa in carico efficaci del malato sono radicati in un incontro tra esseri umani. Si cura un corpo abitato e non un insieme di organi malati. Curante e paziente non possono non interagire. Sembra ovvio, ma l’esperienza comune racconta interazioni fugaci, negate, disfunzionali. Eppure, dietro atteggiamenti freddi, distanti, altre volte eccessivamente rassicuranti o invischiati ci sono migliaia di professionisti autodidatti. Questo libro nasce per loro, per tutti i professionisti della salute curiosi e interessati a meditare le parole da dire al paziente, a interrogarsi sul significato di quanto chiede il malato e conoscere le strategie migliori per gestire momenti di empasse relazionale con le persone che a loro si rivolgono, ma anche per coloro che finora hanno trovato questo compito faticoso e troppo impegnativo e hanno cercato di evitarlo e fuggire. Queste pagine offrono strumenti per conoscere le regole e i principi della comunicazione efficace, riflettere sulle emozioni che circolano tra paziente e curante, riconoscere gli stili relazionali del malato e ri-pensare al proprio modo di essere operatori della salute. Acquisire tale competenza migliora la qualità della cura dei propri pazienti, e aiuta a gestire le emozioni generate dal forte coinvolgimento nei momenti più intensi e a volte drammatici della vita altrui.
Negli ultimi secoli la medicina ha considerato il cervello come un organo immutabile e incapace di guarire. Le malattie neurologiche e degenerative erano viste come una condanna senza appello per il malato, i trattamenti farmacologici e riabilitativi poco efficaci o inutili. Ma la visione introdotta dalla neuroplasticità, ossia la capacità del cervello di modificare la propria struttura e il proprio funzionamento, ha aperto la strada a possibilità terapeutiche rivoluzionarie, già presentate da Norman Doidge in «Il cervello infinito». A distanza di qualche anno, l'autore approfondisce il tema della guarigione neuroplastica, descrivendone due elementi centrali: l'esercizio fisico e mentale, e il ricorso all'energia, sotto forma di luci, suoni, vibrazioni. Il cervello non è più una scatola impenetrabile, ma un organismo in grado di connettersi al mondo esterno tramite i sensi, e sono proprio questi ultimi i canali da sfruttare per intervenire in modo non invasivo e del tutto sicuro sulle strutture neuronali, così da ricuperarne le funzioni. Una vera e propria rivoluzione copernicana, che allevierà le sofferenze di moltissimi pazienti, e che Doidge racconta con grande ricchezza di particolari, attraverso numerose storie reali. «Le guarigioni del cervello» è un saggio pieno di speranza, che viene a dirci che il cervello può guarire, anzi, di più: è in grado di curarsi da solo.
Questo terzo libro di Massimo Fagioli è la dimostrazione della validità e della solidità del discorso iniziato con "Istinto di morte e conoscenza" e continuato con "La marionetta e il burattino". Sono tre volumi che si pongono come momento fondamentale nella storia del pensiero. Rendono cioè passato quanto, fino ad ora, era attuale. Il centro intorno al quale ruota questo libro è, infatti, la separazione. Non solo perché parla di essa, ma in quanto è la testimonianza, l'occasione e la proposizione di una separazione dal passato. Dalla castrazione alla nascita. Affinché il castrato possa trasformarsi e nascere come uomo è necessaria la denuncia e il superamento del fallimento teorico di Freud e la dimostrazione della verità di una analisi trasformativa della dimensione psichica umana. È quanto l'autore fa articolando una analisi accurata, ma sempre contenuta all'essenziale, dei nodi centrali del freudismo: la permanenza del dubbio per la mancata scoperta della pulsione umana di rapporto con la realtà, le contraddizioni della teoria del narcisismo primario, il fondamento della teoria del destino della castrazione e dell'identificazione sulla negazione dell'Io del neonato, la negazione del desiderio e la sua confusione con l'invidia, l'identificazione di Freud con Schreber, l'impossibilità di cogliere il reale contenuto patologico dell'omosessualità e di pensare il superamento del complesso edipico... ecco alcuni passaggi specifici del discorso che dimostra il fallimento freudiano.
Massimo Fagioli si è laureato all'Università di Roma in Medicina avendo intrapreso tali studi con lo scopo esplicito di interessarsi di realtà psichica. Specializzatosi in Neuropsichiatria fece la prima esperienza manicomiale a Venezia venendo in contatto con malati di mente cronicizzati nelle loro sindromi. Passò poi all'ospedale psichiatrico di Padova dove organizzò esperienze di psichiatria attiva con gruppi di malati, vivendo il ruolo di psichiatra nell'ambito di continue riunioni con tutti i componenti della struttura ospedaliera. Volendo approfondire la sua osservazione dei malati si dedicò in Svizzera, nella clinica di Binswanger a Kreuzlingen, ad una esperienza di comunità terapeutica convivendo notte e giorno con i malati senza mediazioni. Questa pubblicazione raccoglie le lezioni tenute nel 2007 all'Università di Chieti.
Dalla condanna da parte del Cristianesimo dei sogni e dei loro interpreti fin dall'antichità, al pensiero nazista di Heidegger e l'estremo orrore dell'uccisione di milioni di persone fatte sparire come se non fossero mai esistite con le camere a gas e i forni crematori. Il j'accuse di Massimo Fagioli, che da oltre 40 anni denuncia la responsabilità criminale del pensatore tedesco, si svolge lungo la storia del pensiero, dai presocratici a oggi, intorno all'esistenza di una realtà umana oltre la coscienza. Quell'irrazionale che era per i greci l'animalità e che per la Chiesa cattolica ancora oggi è il male, il diavolo. All'idea di Heidegger di una violenza originaria umana che va oltre la distruzione delle cose, Fagioli oppone la scoperta della pulsione di annullamento, qualcosa che da dentro va verso l'altro essere umano, ma che alla nascita per la realtà biologica è fantasia di sparizione, capacità di immaginare, l'esatto opposto di "essere per l'eliminazione dell'altro".
In questo libro la psicoanalisi fa i conti con il suo passato disconoscimento della Religione e del Fattore religioso. Confrontando il proprio, con il pensiero religioso di personaggi come James, Tolstoj, Balzac, di filosofi passati e contemporanei quali Descartes, Hume, di scrittori, come Solzenicjn, o il narratore in lingua jiddish Singer, delle scrittrici Maraini e Arslan, l'Autrice sviluppa e realizza la sua scoperta dell'Istinto Religioso, da lei descritto nella sua funzione di fondamento innato della Religione Naturale e, transitivamente, delle religioni storiche.
Nell'era in cui l'unica regola è non avere regole, il sesso, da proibito al di fuori dal legame legalizzato contrattualmente (o sacramentalizzato per cattolici e ortodossi), è diventato merce-documento-informazione che primeggia nelle classifiche del giro d'affari internazionale della rete, ed è è sfruttato come richiamo in modo più o meno esplicito in un'infinità di altre merci e servizi. La prima parte del volume, curata da Gordon Cappelletty,- analizza la situazione di crisi e di trauma rispetto alle relazioni umane per mostrarne le potenzialità positive di trasformazione. La seconda parte, di Romano Màdera, tocca le nuove forme di relazioni amorose inquadrate nel passaggio storico del caos socio-economico, per poi interrogarsi sull'interpretazione psicoanalitica e sulle possibili risposte offerte dalla simbolica dell'ebraismo e del cristianesimo. Il sesso non è l'amore, ma l'amore implica spesso la sessualità, e allora si sa che gli incontri a fini sessuali, o i tentativi di incontro, o il sesso virtuale, si sono moltiplicati esponenzialmente, come testimoniano i siti che coprono ogni tipo di domanda potenziale. Se poi si facesse un gran calderone incrociando tutte le varietà possibili del termine «sesso», allora, oltre alla conferma che il consumo pornografico e l'offerta di prostituzione fanno girare più denaro in internet di qualsiasi altra offerta, vedremmo con chiarezza che sesso e amore sono due dimensioni dell'esperienza ben distinte e, spesso, molto distanti l'una dall'altra. E fin qui, in realtà, il caos è soltanto apparente: il circo universale degli affari è molto efficace nell'ordinare ogni attività al fine di accrescere i suoi volumi. Ma nel mondo degli amori - basta guardare alla frequenza delle rotture, alla biografia sentimentale delle persone, all'oceano di scontento e di dolore che le accompagna - sembra che la maggiore libertà si accompagni a una confusione nel sentire, a decisioni sempre sull'orlo della revoca, a un affievolirsi snervante di ogni capacità di mantenere e di costruire.
Che cosa ha a che vedere l'abito con la sessualità? E in che modo i codici d'abbigliamento contribuiscono a organizzare e disorganizzare la società? Donne e uomini si nasce o si diventa? E che legame esiste tra sesso e genere? Perché cinema, teatro e rappresentazione, da Shakespeare a La moglie del soldato, da Andy Warhol a Robert Mapplethorpe, da Boy George al Teatro dell'Opera di Pechino, sembrano vivere della logica del travestitismo? A queste e a varie altre domande il libro prova a dare risposta, in un tour de force di humor, gusto del paradosso e spregiudicatezza intellettuale.
L'estremo digiuno religioso e l'astinenza delle sante, gli scioperi della fame, l'esibizione degli scheletri viventi, il destino dei melanconici, delle isteriche, dei posseduti e delle streghe: il libro di Vandereycken e van Deth si interroga sul rapporto esistente tra l'anoressia, malattia del nostro tempo, e altre manifestazioni che appartengono a contesti storici diversi, mostrando il significato attribuito in epoche differenti all'alimentazione, al suo rifiuto, al rapporto con la corporeità, con il trascendente, con la morte.
Riusciremo mai a capire come è fatta la mente? E saremo in grado di riprodurla artificialmente o di curarla? In questo volume John Horgan accompagna il lettore in un viaggio nell'arcipelago della mente umana, che continua a sottrarsi agli sforzi, tutt'altro che congiunti, di neuroscienziati e psicoterapeuti, filosofi e studiosi di intelligenza artificiale, nuovi darwinisti e fautori della genetica del comportamento. Per dimostrarlo Horgan ci svela la sofisticata crudeltà delle odierne cliniche psichiatriche dove ancora si pratica l'elettroshock, ci mostra i limiti di macchine straordinarie come Cog, il robot di Star Treck, ci spiega che i successi di terapie come il Prozac e la psicoanalisi sono da attribuirsi all'effetto placebo.
Anche se noi siamo vivi e coscienti solo "qui e ora", il momento presente nell'esperienza quotidiana è stato poco studiato. In questo libro l'autore focalizza l'attenzione su quei momenti di esperienza intensa e immediata che durano qualche secondo ma rivelano verità fondamentali sulla psiche. Ponendo il momento presente al centro della psicoterapia, l'autore modifica la nostra concezione del cambiamento terapeutico, evidenziando come il rapporto con gli altri nel presente possa riscrivere il nostro passato e definire il nostro futuro.

