
Un libro sull'etica della psicoanalisi negli adolescenti. L'adolescenza, in passato cenerentola della psicoanalisi, si e oggi trasformata in una star. La psicoanalisi, la psicologia, la sociologia, il costume le dedicano grande attenzione. Molteplici a me ignote sono le cause dell'accendersi di tanto interesse, solo voglio segnalare l'analogia tra la crisi adolescenziale che si evidenzia nelle trasformazioni del corpo e della mente, nel tumultuoso mutare delle relazioni affettive, delle credenze infantili, della visione del mondo e l'attuale crisi della concezione di persona umana, alla quale concorrono le trasformazioni politiche, socioeconomiche e non da ultimo il progresso scientifico. La comunicazione mediatica ha cambiato non solo i tempi, ma anche le modalita di percezione e di utilizzo delle comunicazioni stesse..." "
Un libro di psicoanalisi. Femminile e malinconico: legare tra loro questi due termini puo sembrare provocatorio nell'associare troppo affrettatamente la femminilita al masochismo e alla perdita. Ma, in tutti i trattamenti, si ascolta un duplice messaggio: uno che percorre le trame del complesso edipico, l'altro che si cela nei misteri di perdere l'amore. Il femminile accoglie nel suo vuoto il bambino, l'infanzia e la componente infantile, attribuendogli le immagini della passivita, dell'impotenza, della mancanza di risorse. Questo femminile e presente in entrambi i sessi; e il punto di cristalizzazione della bisessualita e delle identificazioni, da cui dipende il destino sessuale di ogni individuo. La sua parte vivente puo allora liberarsi dalle pastoie della melanconia.
Un approccio ai metodi proiettivi piu utilizzati: il Test di Rorschach ed il T.A.T. Il presente volume, privilegiando come supporto d'analisi il modello del funzionamento psichico costruito dalla psicoanalisi, permette un primo approccio dei due metodi proiettivi piu utilizzati: il Test di Rorscharch ed il T.A.T.. La sintesi proposta esplora, alla luce del materiale dei test, le problematiche che sono al centro dei sistemi conflittuali essenziali della psicopatologia psicoanalitica (nevrosi, psicosi, stati limite e patologie del narcisismo). Essa mostra, inoltre, l'efficacia e la pertinenza dei metodi proiettivi per l'elaborazione di una diagnosi, appoggiandosi ugualmente sullo studio dei processi di cambiamento del funzionamento psichico.
In questo lavoro, gli Autori offrono un quadro generale delle caratteristiche dell'istituto giuridico dell'adozione, e si propongono di indagare i processi psicologici e le dinamiche insite nel nucleo familiare adottivo.
Questo libro costituisce il secondo dei quattro volumi in cui si articola il "Trattato di psicologia junghiana" di Carl Alfred Meier. Esso tratta del sogno, e, in modo specifico, della sua interpretazione; interpretazione che viene affrontata dall'autore con spirito scientifico e rigoroso, per cui se ne deduce che, nonostante la diffusione e la divulgazione quasi banale di tale tecnica "divinatoria", essa rimane tuttora procedimento molto serio, strumento indispensabile e prezioso per ogni coscienzioso, psicoterapeuta. Grande rilievo assumono altresì nel testo le varie teorie sul sogno, i moderni esperimenti sul sogno e sul sonno, il sogno così come concepito da Freud e dallo stesso Jung. Grande importanza viene inoltre attribuita ai sogni "telepatici" e "profetici", cosa che indirettamente conferma la validità della parapsicologia.
Ci sono amori che quando finiscono ti scaraventano in un baratro, senza appigli per venirne fuori. Non ti sostengono il conforto degli amici né le spiegazioni che provi a darti. Puoi solo raccogliere ogni briciola di coraggio rimasta e trovare la forza di alzare lo sguardo cercando una luce. Cosa hanno in comune una moglie e un'amante? Un timido ragazzo di provincia e una donna andata in sposa a un generale dalle mille stellette? Sono uomini e donne che hanno sofferto per amore con «storie diverse per gente normale», come avrebbe cantato Fabrizio De André. In queste pagine s'intrecciano i grovigli dolorosi di Paola, Domitilla, Tommaso e Carla: raccolti da Alessandra Arachi e interpretati da Paolo Crepet per scandagliarne la mente e i comportamenti. Un racconto denso e articolato in cui gli autori scelgono di stare dalla parte in ombra dell'amore, quella parte di cui altrimenti finisce per occuparsi solo la cronaca nera. I due autori scavano nel vissuto dei protagonisti nel tentativo di aiutare loro a capire il significato delle sconfitte e noi tutti a riconoscerci e a ritrovare noi stessi. Perché la vita è un lavoro duro, soprattutto quando si cade e quando di mezzo ci sono i nostri sentimenti, la parte più fragile e sconosciuta della nostra anima.
L'uomo è ancora «un grande sconosciuto» e la sua coscienza è il più difficile interrogativo che la scienza sta affrontando oggi, potendo contare sempre di più su nuove tecnologie che permettono di osservare il cervello mentre svolge funzioni motorie o puramente mentali e persino in differenti stati emotivi e sentimentali. Vittorino Andreoli, che ha vissuto nei laboratori della ricerca scientifica applicata al cervello per una decina di anni prima di passare alla clinica e, dunque, di osservare il cervello «dentro un uomo tutto intero», ha maturato un'affascinante teoria della coscienza, che espone per la prima volta in queste pagine. Dalla fantasia al sogno, dall'immaginazione alla meditazione, dal linguaggio al dolore, dall'inconscio alla follia, dalla moralità al tempo, dal sesso alla morte: l'autore ci accompagna in un viaggio che porta alla nascita di una nuova visione della consapevolezza di noi stessi e dunque a un'analisi dell'uomo nel tentativo di mostrare come i suoi comportamenti siano sempre legati alla sua mente.
Da una parte il cervello, uno degli organi più complessi del corpo umano; dall'altra il denaro, come strumento da lungo tempo utilizzato per favorire il commercio, le attività umane e l'organizzazione stessa della società. Il loro rapporto non è mai stato semplice. Già Aristotele distingueva tra ciò che è «naturale», soddisfare le necessità primarie, e il «non-naturale», in cui è inclusa la ricchezza. Il denaro non ha alcuna caratteristica per rispondere alle dinamiche dei bisogni del corpo, della mente, delle relazioni con l'ambiente, naturale e sociale. Se esce dalla sua dimensione di strumento, genera anzi lotta, confusione, egocentrismi e maniacalità. Il denaro permette la «sopravvivenza », ma anche il «potere», insito in quella parola «profitto» che per l'economia è la modalità per ottenerlo. E può produrre veri e propri disturbi di dipendenza quando da mezzo diventa fine ultimo, condizionando il presente e il futuro del singolo. In questo senso il minimalismo che nasce come rigetto in molti giovani, se non è un modello da proporre, rappresenta però un primo passo in cui si cerca un modus vivendi che prescinda dai condizionamenti alienanti della dittatura dell'economia. Il dramma, e nello stesso tempo la consapevolezza, è che di fronte al profitto l'etica umana viene dimenticata. Ecco perché - sostiene l'autore - occorre allontanarsi dal culto del Dio-denaro per tornare a un'economia dal volto umano, all'individuo e al suo significato di essere nel mondo. Una «psicoeconomia» del bene aperta a campi come quelli della fragilità dei sentimenti e delle relazioni e ai valori che sono alla base del vivere comune.
Un affresco della coscienza che utilizza gli apporti della psicologia occidentale e della cultura filosofica e mistica dell'oriente. Quinta edizione. Il volume è un'esplorazione dei diversi gradi di coscienza attraverso i quali passa la persona che si autorealizza, dissolvendo progressivamente i confini tra il sé e il non sé. Il titolo allude infatti alla coscienza ultima che non ha piu barriere e include sia l'immanente che il trascendente, il relativo e l'assoluto; tale coscienza unisce l'individuo a cio che lo ha generato e da un senso all'unità della vita.
Per potersi accettare è necessario conoscersi bene, è necessario sanare le ferite affettive, smontare i pensieri inconsci esagerati, o completamente falsi, sulla propria incapacità di farsi amare o sul non sentirsi degni di essere amati. La relazione non è certo al riparo da possibili conflitti, di cui però non dobbiamo mai avere paura. L'autore, in virtù della sua decennale esperienza di psicoterapeuta, offre anche un percorso di possibile soluzione dei conflitti. È il deficit di autostima - ricorda - a creare difficoltà nelle relazioni. Una questione centrale nelle relazioni, che oggi emerge con sempre maggiore virulenza anche nei contesti comunitari eche l'autore affronta con chiara lucidità, è il voler dimostrare qualcosa a qualcuno. Quando una persona, ad esempio, non ha la consapevolezza che la sua dignità «non dipende dal suo agire bene o male», quando una persona confonde la propria dignità con i propri errori, può emergere la necessità di "acquistare meriti", di dimostrare la propria valenza. Il libro, nella sua ricchezza narrativa, frutto di incontri psicoterapeutici personali e di gruppo, offre un riferimento costante a studiosi che permettono di aprire altrettanti percorsi di lettura e di studio.
Il testo indaga la relazione che si crea naturalmente, in tutte le culture del mondo, tra gli alcuni aspetti originali di ogni persona, sia dal punto di vista mentale sia esistenziale, e alcuni aspetti comuni a tutti. La pretesa umana di considerarsi originali crea spazi incolmabili tra gli individui
e produce la convinzione che non soltanto si è padroni delle proprie scelte, ma anche che si è autonomi nelle proprie azioni. In genere si ha un’idea megalomane del proprio io, che deborda oltre i confini naturali della relazione con l’altro da sé. Partendo da questo presupposto, il volume analizza la formazione del concetto di io, proponendo la sua sostituzione con il termine noi, per poi approdare a quelli di altro e di mondo.
Noi, gli altri, il mondo sono quindi le coordinate della riflessione proposta dall’Autore e costituiscono le tre parti del testo:
• Noi: ovvero imparare a percepirsi come sintesi di quello che si crede di essere e di ciò che gli altri credono che noi siamo per migliorare il proprio benessere e a mutare comportamenti inadatti, specialmente in contesto sociale;
• gli altri: ovvero imparare ad abbandonare la propria casa per spostarsi verso la terra promessa che desideriamo e che possiamo raggiungere con l’aiuto della relazione affettiva con il mondo e le persone (concetto chiave: altruismo).
• il mondo: ovvero imparare a reimpostare il nostro rapporto con il mondo, inteso come insieme di oggetti, situazioni ed eventi, per assumere la possibilità di cambiare investendo sulle proprie motivazioni e intenzioni. In questa parte sono inseriti anche i contributi della dottoressa Raffaella Fagnoni e del dottor Carlo Vannicola, docenti all’Università di Genova.
Prefazione della professoressa Edda Bresciani, Professore Emeritus di Egittologia all’Università di Pisa– Accademia dei Lincei.
L’AUTORE
Alessandro Bertirotti, laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze, è docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova (Dipartimento di Scienze per l’Architettura). Visiting Professor presso l’Universidad Externado de Columbia–Bogotà, è Vice–Segretario Generale dell’UNEDUCH (Universal Education Charter), ONG presso l’ONU e il Parlamento Europeo. Ha fondato l’Antropologia della Mente e partecipa a un programma radiofonico su Rai Uno, dedicato al benessere della vita quotidiana (www.bertirotti.info).

