
Esiste un luogo in cui le cose che amiamo e quelle che siamo bravi a fare si ritrovano insieme. Questo luogo dell'anima si chiama "l'elemento". È essenziale che ciascuno di noi nel corso della vita trovi il proprio elemento, e riesca così a esprimere appieno talento e creatività. Secondo Ken Robinson tutti nasciamo con capacità naturali straordinarie, con cui perdiamo il contatto man mano che cresciamo. Ironicamente, uno dei motivi per cui questo succede è proprio l'istruzione che riceviamo. L'attuale sistema scolastico sembra fatto apposta per soffocare la nostra creatività. Non ci viene mai data la possibilità di esplorare noi stessi, di capire le nostre reali inclinazioni. E il risultato è che la maggior parte di noi non si renderà mai conto delle proprie capacità e di ciò che potrebbe fare. E questo rappresenta non solo una fonte di sofferenza e frustrazione per ciascuno di noi, ma soprattutto un'enorme perdita per il futuro del mondo in cui viviamo... "Dobbiamo imparare ad apprezzare e a coltivare il talento e i modi diversi in cui si esprime individualmente. Dobbiamo creare ambienti - nelle scuole, nei luoghi di lavoro, negli uffici pubblici - in cui ogni persona sia spinta a sviluppare la propria creatività. Dobbiamo assicurarci che tutti abbiano la possibilità di fare ciò che vorrebbero, di scoprire il proprio elemento e di scoprirlo a modo loro." "The element" è un inno alla varietà delle passioni e dei talenti umani, e al nostro potenziale di crescita ed evoluzione.
Che cosa vuol dire davvero accettarsi? Come si difende la salute del corpo, e quella della mente? Cosa dobbiamo fare quando i pensieri ci investono a stormi impazziti? La solitudine è più una risorsa o una condanna? Come vanno vissute le sconfitte in amore? Insegnano qualcosa o fanno solo soffrire? Invidia, gelosia, avarizia, lussuria: come dobbiamo comportarci coi nostri vizi? Qual è il modo migliore per educare un figlio? Come affrontare la vecchiaia? E la morte? Cosa conta poi alla fine nella vita? La strada per la felicità è piena di domande. A cui questo libro cerca di dare una risposta. In un lungo e articolato dialogo, come un allievo davanti al proprio maestro il giornalista Luciano Falsiroli interroga Morelli con le domande che ogni suo lettore vorrebbe porgli. Ne esce un libro denso di spunti e insegnamenti, il primo grande compendio del pensiero uno psicologo diventato oramai un vero e proprio guru.
«Nomi del padre» è una nuova formulazione di Lacan della funzione del mito di Edipo studiato da Freud. Vi si trovano legati il simbolico e l'immaginario. La traduzione di questa funzione sotto la dicitura «Nomi del padre» permette a Lacan di liberarla dell'aspetto immaginario che conserva nel mito e di farla diventare quel punto di struttura che nella clinica psicanalitica determina la separazione tra nevrosi e psicosi. Ne «Il trionfo della religione» l'autore si scosta dal materialismo freudiano affermando che solo la religione si fa carico delle angosce del reale.
"Per non essere traditi bisognerebbe tradire prima, avrebbe detto mio padre, ma non ci sono riuscita". Questo è il racconto del viaggio dentro se stessa di una donna senza nome, senza tempo e senza luogo che è tante donne, la madre, le amiche, la figlia, tutte le donne che sono in lei. Ed è il racconto dei tanti tradimenti che può contare nella sua esistenza. A partire dal più grande, che tutti li riassume: quello verso di sé, nella convinzione che la solitudine e la sterilità dei sentimenti l'avrebbero protetta dal dolore.
Libro tragico, nato in circostanze storiche e personali eccezionali, all'indomani di laceranti conflitti nel movimento psicoanalitico, all'ombra dell'ascesa al potere di Hitler e del drammatico disfacimento della Repubblica di Weimar, nel contesto di una crisi economica internazionale e di dinamiche collettive inquietanti, Il disagio nella civiltà è uno dei testi freudiani piú complessi e controversi. In esso le istituzioni della cultura umana vengono passate al vaglio della decifrazione analitica, che ci mostra il precario equilibrio delle relazioni tra individuo e civiltà continuamente messo a rischio dal conflitto inconscio interno all'individuo, dal sentimento di colpa che tale conflitto produce e dall'aggressività distruttiva che lo accompagna. Freud fa cosí emergere il paradosso di una civiltà che, formatasi per assicurare agli uomini sicurezza e protezione, li ha invece messi in condizione di distruggersi; di una cultura che, lungi dallo strapparli alle feroci necessità della natura, ha consentito loro di infliggersi sofferenze enormi. Freud ci parla della morte iscritta al cuore della nostra psiche e del senso della vita, della lotta inevitabile e dei costi della rinuncia, della colpa e dell'addomesticamento delle pulsioni, della sublimazione e dei suoi limiti, della precarietà - infine - di qualunque cultura e identità. In un'epoca di rinascenti pericoli e alienazioni, in cui la violenza domina nelle relazioni tra esseri la cui naturale aggressività sembra non poter piú essere controllata se non da meccanismi a loro volta mortiferi, il saggio freudiano non ci offre consolazioni, ma solo strumenti per comprendere, insieme a un raro esempio di rigore e di coraggio.
Per quanto siamo immersi in una situazione di relativo benessere, il mostro della spirale delle prestazioni, del non potercela fare, di non riuscire a far fronte alle avversità della vita, è costantemente in agguato nella nostra quotidianità domestica e lavorativa. E, quando sembra che la sorte si accanisca contro di noi o, semplicemente, che le nostre aspettative vengano deluse, sarebbe bello avere una specie di callo sull'anima! Un modo di affrontare la vita che direzioni sempre lo sguardo verso il futuro e che riposi sulla capacità di "lasciar andare" e sulla fiducia in se stessi. Ci sono persone che possono contare su questa forza, solo apparentemente fuori dal comune: molti infatti ne sono dotati, ma molti altri possono apprenderla. Christina Berndt descrive ciò che neurobiologi, genetisti e psicologi hanno di recente scoperto su questa capacità di resistenza, e, dopo aver svelato cosa c'è davvero alla sua base, offre numerosi consigli pratici perché tutti possano fortificarla e avvalersene. Certo, di norma le fondamenta della resilienza si gettano nella prima infanzia, ma si può recuperarle anche più avanti negli anni, con le strategie giuste.
Le rassicurazioni razionali spesso falliscono di fronte alla logica della paura: il risultato sono genitori frustrati, perché si sentono incapaci di aiutare i loro figli, e preoccupati, perché non fanno che interrogarsi sul futuro dei loro bambini. Attraverso la connessione, il gioco e l'empatia, Lawrence J. Cohen guida i genitori a insegnare ai loro figli a gestire adeguatamente il "sistema di sicurezza" di cui sono dotati, a far crescere la loro soglia di tolleranza delle situazioni che generano incertezza o disagio, ad allentare la tensione e favorire la calma nei momenti difficili. "Ho conosciuto quasi tutte le fonti di ansia che un bambino può incontrare. Questo è il libro che avrei voluto che i miei genitori avessero letto quando ero un ragazzino." Bambini che hanno paura dell'acqua, del buio o di sbagliare; bambini riluttanti a provare qualcosa di nuovo, insicuri nelle scelte, che temono di stare da soli o di stare con altri: le paure dei bambini hanno volti diversi. E, sia che prendano le sembianze di un mostro nell'armadio o nascano da nuove situazioni sociali, con gli amichetti, a scuola o nelle competizioni, l'ansia che li assale è esasperante. Lawrence J. Cohen, pedagogista statunitense ideatore del metodo Playful Parenting, improntato sull'educazione giocosa, offre speciali strumenti e strategie estremamente efficaci per superare le ansie e le paure dei bambini.
I cambiamenti disorientano sempre, e la vita ce ne offre di continuo. Molti accadono senza che ce ne accorgiamo e sono così impercettibili da produrre effetti trascurabili. In altri casi, invece, i loro effetti sono radicali e potenzialmente dirompenti. Di frequente preferiamo rimuoverli o ignorarli. Talvolta, invece, vorremmo tanto cambiare, uscire da una situazione insoddisfacente e inseguire un sogno. Ma non ne siamo capaci, perché, per cambiare, non bastano i sogni. Spesso, infatti, sull'impulso al cambiamento vitale prevale il desiderio di lasciare tutto com'è per non dover affrontare la paura del nuovo, dell'incerto, di perdere l'amore o l'approvazione da parte dei nostri cari o di chi ci sta vicino. Così si finisce con il restare fossilizzati in situazioni che non amiamo o, al contrario, con lo sprecare energie alla ricerca di strategie introvabili per impedire che le novità irrompano nella nostra vita, anziché accoglierle. "Sfruttare la creatività volontaria per avere un'esistenza appagante": questo è l'obiettivo che l'autrice si prefigge e che definisce le tappe dello straordinario percorso in cui ci guida, mescolando consigli pratici e concreti con riflessioni che vanno in profondità e che ei impediscono di nasconderei a noi stessi. Per imparare ad accettare, o finalmente a osare, qualcosa di nuovo.
Innamorati di se stessi, i narcisisti vogliono l'elogio degli altri, cercano attenzione, si preoccupano del loro aspetto. Talvolta, i loro comportamenti sono meno decifrabili, ma, in ogni caso, il mondo deve ruotare attorno a loro. In realtà, lungo la scala che va dall'altruismo assoluto, anch'esso espressione del narcisismo, all'arroganza totale, estremi entrambi pericolosi, si collocano forme salutari e, anzi, preziose, di narcisismo. È essenziale dunque sapersi spostare lungo quella scala. Basandosi sulla propria ricerca e sulle ultime scoperte in psicologia, Malkin insegna strategie concrete per fronteggiare i narcisisti nel modo giusto, o per prevenire e combattere in noi le derive più pericolose e conflittuali del narcisismo. Nello stesso tempo, aiuta a dotarsi di una sana autostima anche chi, al contrario, non si sente abbastanza speciale, perché trovi il coraggio di far sentire la sua voce e viva una vita più ricca e appagante. Dimenticate tutti i cliché e fatevi guidare da Malkin nel cogliere il meglio dal bisogno di sentirsi speciali e nell'affrontare consapevolmente la tendenza a essere assorbiti da se stessi. Che siate narcisisti o, al contrario, siate alle prese con qualcuno che lo è, in questo libro troverete molte verità che sfidano le conoscenze convenzionali sul narcisismo.
"Cosa posso fare per i miei figli?", "Qual è il meglio che posso offrire loro?" A queste domande, che sintetizzano le mille preoccupazioni dei genitori nei confronti dei figli, Alain Braconnier dà una risposta univoca e chiara: l'ottimismo! Più dei prestigiosi percorsi formativi, dei tanti corsi "di qualcosa", delle amorevoli cure e attenzioni perché siano sempre ben nutriti, ben vestiti, ben educati, in salute, in forma, istruiti, protetti, e chi più ne ha più ne metta, ciò che serve davvero ai nostri figli è una buona dose di ottimismo. Alain Braconnier ci spiega come trasmettergliela e fare in modo che gli appartenga per tutta la vita, anche se siamo noi per primi perdutamente pessimisti. Con semplicità e interessanti spunti pratici, Braconnier offre il frutto di un'esperienza trentennale di supporto psicologico a bambini e adolescenti: identifica con chiarezza i legami che sussistono fra l'ottimismo, le speranze e i risultati scolastici; mostra a genitori e insegnanti come aiutare un bambino a credere in se stesso, come instillare in lui questa forza basilare che lo renderà più motivato, più fiducioso, più capace e positivo nei confronti della vita, anche nelle avversità. In breve, insegna come renderlo un uomo più felice. E, a chi vede il bicchiere sempre mezzo vuoto, spiega come evitare il "contagio del pessimismo" che può avvelenare la vita dei figli.
Commenti pungenti, ringraziamenti mancati, scarsa considerazione, aspri litigi possono colpirci tanto quanto un licenziamento inaspettato, una separazione, persino un lutto o un evento tragico. L'intensità del dolore non corrisponde sempre alla gravità reale di ciò che ci colpisce, ma da come vi si reagisce. Spesso, anche se apparentemente continuiamo a "funzionare", dentro di noi soffriamo. Rolf Sellin, con la concretezza "ingegneristica" che lo contraddistingue, insegna come far valere i nostri punti di forza e superare la sofferenza. Con il suo aiuto troverete le risposte a mille domande: Far finta di niente e dimenticare? Mostrare il dolore? È sempre utile parlarne? Cosa è rimasto intatto? Come guardare in faccia il dolore? Perdonare?
A volte, non solo non ci rendiamo conto di essere manovrati, ma non siamo neppure consapevoli che noi stessi adottiamo strategie per influenzare ed esercitare un controllo sugli altri per persuaderli, in modo più o meno trasparente, a pensare o fare ciò che vogliamo, magari senza cattive intenzioni o senza essere machiavellici. Perdiamo di vista che, nel gioco delle parti, carnefici, vittime e salvatori si alimentano e sostengono a vicenda.
Lo spiega bene Christophe Carré, uno dei maggiori esperti di questi temi, il quale, senza demonizzazioni e con grande perspicacia, esplora qui le dinamiche e le modalità manipolatorie che ciascuno di noi – chi più, chi meno – sperimenta nel lavoro, nei rapporti di amicizia, in amore e nella relazione con i figli. Lo fa integrando molteplici contributi delle scienze umane e della psicologia sociale, grazie ai quali suggerisce come riconoscere e scardinare il gioco della manipolazione, usarne con intelligenza gli strumenti e imparare a comunicare e agire senza barare.
• Perché ci lasciamo facilmente influenzare?
• Perché finiamo col dire di sì?
• Quali sono le strategie più ingannevoli?
• Chi sono i manipolatori più pericolosi?
• Come evitare di cadere nella loro rete?
E se anche noi, senza rendercene conto, lo fossimo?
Per interesse, perversione o per errore, ma a volte semplicemente a fin di bene, la manipolazione è ovunque. Perché tutti, in fondo, manipolano tutti!