
Evitare le normali, quotidiani paure, può portare a disturbi d'ansia. Questo testo ne affronta l'approccio psicologico.
La fiaba e i luoghi narrativi studiati con un approccio jungiano. LA QUESTIONE CENTRALE DEL VOLUME E`LA SOPRAVVIVENZA DEL DESIDERIO NEL PERCORSO DELLA NOSTRA INDIVIDUAZIONE PERSONALE: COME SI MASCHERA, E SE NOI SAPREMO RICONOSCERLO, O NON LO LASCEREMO CADERE NELLA NOTTE DELLA ESTRANEITA. E CON QUALE LINGUAGGIO ACCOSTARSI AD ESSO, PERCHI SVILUPPI ATTRAVERSO NUOVE SOLIDARIETA NUOVA VOCE. DI QUI EMERGE QUELL'INDEFINIBILE CAR ICA SIMBOLICA CHE IMPREGNA IL TESTO. ED E`COME UN SENSO IN PIU`CHE SI APRE. DIETRO IL LIBRO CHE LEGGIAMO, E CHE CI INCANTA CON LE SUE LIEVISSIME SEDUZIONI FIABESCHE, ABITA UN TESTO NASCOSTO, COMPOSTO DALLE VOCI DI UOMINI E DONNE RACCOLTE DALL'AUTRICE IN ANNI DI PRASSI PSICOTERAPEUTICA. IL GIOCO DI CERTE METAFORE CI FA SCOPRIRE CHE NEL TESTO VIBRA UN SECONDO TESTO, CHE STA DIETRO IL PRIMO, TESSUTO DI RIMANDI IN CUI TUTTI POSSIAMO RICONOSCERCI MENTRE CREDIAMO DI SCIVOLARE LIEVEMENTE SULLA SUPERFICIE DELLA LETTURA.
Il libro, scritto sulla base della più: recente letteratura scientifica, è: utile a capire la figura dell’:uomo Bergoglio, quale educazione ha ricevuto e che strade ha percorso. Soprattutto, quali sono stati i processi psichici che lo hanno aiutato a trovare un equilibrio fra tradizione e innovazione, dottrine ed esigenze sociali. Quindi un libro non sul papa come autorità: religiosa, ma come uomo di religione, con le sue psicodinamiche per risolvere i problemi pratici della vita di tutti.
Siamo stati abituati a ritenere che all'uomo, in quanto essere dotato di razionalità, sia sufficiente tenere a freno l'istinto e l'emotività per essere in grado di valutare in modo obiettivo le situazioni che deve affrontare e di scegliere, tra varie alternative, quella per sé più vantaggiosa. Gli studi sul processo decisionale condotti ormai da molti anni dal premio Nobel Daniel Kahneman hanno mostrato quanto illusoria sia questa convinzione e come, in realtà, siamo sempre esposti a condizionamenti - magari da parte del nostro stesso modo di pensare - che possono insidiare la capacità di giudicare e di agire lucidamente. Illustrando gli ultimi risultati della sua ricerca, Kahneman ci guida in un'esplorazione della mente umana e ci spiega come essa sia caratterizzata da due processi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (sistema 1), e uno più lento ma anche più logico e riflessivo (sistema 2). Se il primo presiede all'attività cognitiva automatica e involontaria, il secondo entra in azione quando dobbiamo svolgere compiti che richiedono concentrazione e autocontrollo. Efficiente e produttiva, questa organizzazione del pensiero ci consente di sviluppare raffinate competenze e abilità e di eseguire con relativa facilità operazioni complesse. Ma può anche essere fonte di errori sistematici (bias), quando l'intuizione si lascia suggestionare dagli stereotipi e la riflessione è troppo pigra per correggerla.
A che età mettere nelle mani del figlio un tablet? Quante ore di computer al giorno consentire? Che cosa dirgli se si scopre che visita siti non adatti alla sua età? Sono questi i dubbi e le domande che assillano padri e madri preoccupati dell'effetto delle nuove tecnologie sullo sviluppo fisico, intellettivo, scolastico ed emotivo dei loro figli, i cosiddetti "nativi digitali", esponenti della nuova "generazione tablet". Cresciuti in un ambiente sempre più affollato di nuovi media, che hanno imparato a conoscere fin dai primi mesi di vita, sono perennemente connessi e stabiliscono e coltivano relazioni e legami d'amicizia attraverso i social network. Ed è proprio il timore di un'eccessiva dipendenza dai rapporti virtuali e di un pericoloso allontanamento dalla realtà che porta spesso i genitori a controllare ossessivamente, o addirittura a proibire, l'uso di cellulari e videogiochi. Prendendo atto della profonda rivoluzione culturale innescata da internet e dal progresso tecnologico nel campo delle telecomunicazioni, Katia Provantini e Maria Longoni ne illustrano tutte le problematicità e le insidie, ma insieme, analizzando con cura le fasi della crescita psicofisica e delle modalità di apprendimento da zero a dodici anni, ne sottolineano i numerosi aspetti positivi, anche in questa fascia d'età. E indicano ai genitori come accompagnare passo passo i loro ragazzi in tali esperienze, come aiutarli a sviluppare il senso critico e a raggiungere la necessaria "saggezza digitale".
Chiunque abbia un figlio adolescente si troverà prima o poi a doversi confrontare con ribellioni, rispostacce, ostilità, una gamma di reazioni che spesso coglie alla sprovvista i genitori perché costituisce una radicale trasformazione del bambino affettuoso che fino a ieri pendeva dalle loro labbra e li colmava d'orgoglio. Eppure dovremmo saperlo, perché ci siamo passati tutti: se ripensiamo alla nostra adolescenza. Quello che forse non sappiamo, ci dicono Stefano Gastaldi e Paola Di Pietro, è che tali comportamenti aggressivi sono solo alcuni dei modi con cui gli adolescenti provano a "differenziarsi", cioè a costruirsi un'identità, a ritagliarsi un proprio spazio nel mondo e a conquistarsi la necessaria autonomia dai "grandi". Nel periodo dell'adolescenza l'aggressività può rivelarsi quindi un indicatore di salute emotiva e uno strumento che "crea benessere, cultura e civiltà", ma se assume forme gravi ed eccessive, può segnalare una sofferenza psichica o un blocco nella crescita, problemi che vanno affrontati senza inutili allarmismi ma nella maniera adeguata. Di fronte alle manifestazioni aggressive dei figli, i padri e le madri sono chiamati a cambiare profondamente il modo più spontaneo di porsi con loro e ad assumere invece un atteggiamento di apertura e di ascolto nei confronti delle mille difficoltà che gli adolescenti incontrano in famiglia, a scuola, con gli amici.
Il "cyberbullismo", un termine diventato recentemente di tragica attualità, rappresenta oggi per la stragrande maggioranza dei minorenni una minaccia molto concreta, quasi come l'alcol e la droga, in una società in cui la dimensione "digitale" della vita privata, in particolare di quella dei più giovani, ha conquistato un ruolo predominante. Federico Tonioni, esperto di bullismo online, ci guida nel nuovo mondo delle relazioni via web, che noi adulti in gran parte non conosciamo e che quindi ci spaventa, facendoci sentire impotenti. Alla fine della scuola primaria, i ragazzi avvertono con maggior urgenza il bisogno di passare più tempo con i coetanei, di costruire amicizie solide, stabilire alleanze e complicità, non solo in classe. Oggi ciò che è cambiato sono i tradizionali luoghi di appuntamento, spesso sostituiti dalla "piazza virtuale". Un cambiamento non privo di conseguenze sulla natura e sulla qualità dei rapporti personali. Perché se è vero che l'adolescenza è una fase della vita che è sempre stata caratterizzata dal rischio di essere sbeffeggiati, il cyberbullismo è molto più spietato: protetti dall'anonimato della rete, resi insensibili dalla mancanza di contatto fisico con la vittima, i carnefici non sanno misurare e prevedere le conseguenze dei loro atti. Il tutto sotto gli occhi della sterminata platea della rete e nell'assoluta mancanza di controllo da parte degli adulti, spesso all'oscuro delle dinamiche in cui sono immersi i cosiddetti "nativi digitali".
Jill Bolte Taylor ha trentasette anni, una laurea ad Harvard e un lavoro come neuroscienziata e ricercatrice universitaria quando, una mattina, un capillare esplode improvvisamente nell'emisfero sinistro del suo cervello provocandole un danno cerebrale esteso e devastante. Il suo percorso verso la completa guarigione è durato otto lunghissimi anni, nel corso dei quali ha potuto sperimentare la duplice veste di medico e paziente. E da questo insolito doppio ruolo ha ricavato spunti, consigli e suggerimenti terapeutici utili a chiunque sia rimasto vittima di un ictus o di un trauma cerebrale e a coloro che li curano e li circondano. Ma "La scoperta del giardino della mente" non è soltanto la cronaca dettagliata e diretta di una straordinaria ripresa fisica, è soprattutto la testimonianza di un'esperienza umana unica. Jill, infatti, non è più stata la stessa di prima: l'ictus, mettendo temporaneamente fuori gioco il preponderante e razionale emisfero sinistro, ha dato spazio alla creatività e alle sensazioni, emozioni e intuizioni proprie dell'emisfero destro; e oggi, pur continuando a occuparsi di ricerca, la neuroscienziata scrive, canta e realizza sculture in vetro colorato, felice di vivere e forte di una nuova pace interiore.
Quante volte a tutti noi capita di vivere coincidenze assolutamente inspiegabili: di sognare qualcosa che poi si avvera, di pensare a qualcuno ormai dimenticato che poi si incontra, di avere l'impressione di essere già stati in un posto... Secondo l'autore queste coincidenze mettono in luce come spesso gli eventi esterni riflettano in modo esatto eventi e stati d'animo interiori e ci facciano apparire le nostre vite come storie di cui noi siamo i personaggi.
Nel loro precedente saggio, "Nostro figlio", Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli hanno spiegato ai genitori come applicare i principi dell'Educazione Emotiva. Ma cosa succederebbe se per una volta si desse la parola a loro, ai protagonisti del processo educativo, cioè ai bambini e agli adolescenti? In questo libro i due autori si mettono dalla parte dei figli e raccontano cosa significa davvero crescere. Un cambio di prospettiva che diventa un vero aiuto a mamme e papà per comprendere il mondo del loro piccolo e aiutarlo a diventare un adulto consapevole e sereno.

