
Il testo si rivolge a psicologi, orientatori, pedagogisti, insegnanti, medici, assistenti sociali e a tutti gli operatori del settore psico-pedagogico-sociale che abbiano intenzione di affrontare e/o approfondire un argomento emergente. Il counseling riguarda trasversalmente tutti i settori in cui è praticata la relazione d'aiuto: gli enti locali (counseling di orientamento scolastico e professionale, per i genitori, per la coppia e la mediazione familiare, di sostegno per categorie particolari, per la terza età, per le madri nel periodo successivo alla nascita); l'ambito sanitario (nella medicina di base, nell'infezione e nella malattia da HIV, nelle malattie terminali, nei difetti genetici, nella morte improvvisa del lattante); l'ambito scolastico e universitario; il contesto aziendale. Nel counseling convergono i risultati della ricerca psicologica nell'area della comunicazione e della facilitazione del soggetto all'interno della relazione d'aiuto. Il counselor si delinea pertanto come un'esperto di comunicazione e di relazione, in grado di facilitare il percorso di autoconsapevolezza dell'interlocutore attraverso un colloquio tecnico di comprensione-facilitazione.
Scritti di: Guido Amoretti, Alessandro Antonietti, Guglielmo Bellelli, Nicoletta Caramelli, Igino Fagioli, Dario Galati, Lamberto Maffei, Giuseppe Mininni, Maria Pia Viggiano. Indice: Introduzione storica. I metodi della psicologia scientifica. La misurazione in psicologia. Il cervello e la mente. Dalla percezione alla coscienza. Apprendimento e memoria. Linguaggio e comunicazione. Intelligenza e pensiero. Motivazione ed emozione. La collana, diretta da Ada Fonzi e Luciano Mecacci è progettata per gli studenti del triennio dei nuovi corsi di laurea in psicologia.
Scritti di: Luciano Arcuri, Gaetano De Leo, Alessandro Duranti, Francesca Emiliani, Bruno M. Mazzara, Eugenia Scabini, Bruna Zani e Cristina Zucchermaglio. Indice: Introduzione storica. Il parlare come pratica sociale. Vita quotidiana e conoscenza sociale. La relazione con l'altro. Gli atteggiamenti nel contesto sociale. Gruppi e interazioni sociali. I processi di comunicazione. Famiglia, identità e transizioni. Le istituzioni giuridiche e politiche. La collana, diretta da Ada Fonzi e Luciano Mecacci è progettata per gli studenti del triennio dei nuovi corsi di laurea in psicologia.
Il volume contiene scritti di: Beatrice Bauer, Carlo Blundo, Silvana Cilia, Raffaele Cioffi, Davide Dèttore, Daniele Fedeli, Emilio Franceschina, Aldo Galeazzi, Giuseppina Majani, Paolo Meazzini, Paolo Michielin, Daniela Palomba, Rosanna Riedi, Aristide Saggino, Ezio Sanavio, Claudio Sica, Maddalena Tomas, Mariarosa Ventura, Giulio Vidotto, Germano Zanusso.
Pensiero e linguaggio viene pubblicato per la prima volta in Russia nel 1934. Nel 1936 è di fatto messo al bando a causa di un decreto governativo che proibisce la diffusione e l'applicazione in campo pedagogico delle teorie di Vygotskij. L'opera ricompare nel 1956; l'edizione americana del 1962, su cui si basa in parte la presente edizione, fa conoscere Vygotskij in Occidente. Secondo l'autore le operazioni mentali superiori, specificamente umane, si sviluppano da funzioni naturali, organicamente determinate, a mano a mano che il fanciullo interiorizza gli strumenti culturali che mediano e guidano il suo pensiero. I principi teorici formulati in Pensiero e linguaggio sono basati sullo studio della formazione concettuale; in questo ambito l'autore si confronta con la teoria piagetiana del linguaggio egocentrico (in appendice è riportato un Commento di Piaget stesso alle osservazioni critiche di Vygotskij) e analizza temi come le interazioni fra sviluppo mentale e istruzione scolastica e il rapporto fra apprendimento dei concetti scientifici e sviluppo dei concetti spontanei.
I bambini piccoli usano il disegno per arricchire con le immagini le storie che raccontano a se stessi, attingendole dal loro ricco mondo interiore, proprio come nel gioco del ''far finta che''. Quelli più grandi raffigurano invece l'universo esterno, nel modo in cui lo percepiscono. L'autrice ci illustra le caratteristiche del disegno infantile, che hanno entusiasmato anche pittori come Picasso, Kandinskij, Klee, Matisse, Dubuffet, e altri ancora.
Un classico della psicoanalisi. Il caso clinico più perturbante e commovente dell'ultimo secolo. Diario di una schizofrenica riferisce l'esperienza vissuta dal malato e mostra tutto ciò che si mascherava dietro le manifestazioni e i sintomi della schizofrenia. Questo libro costituisce un duplice documento. Un documento scientifico giacché è la descrizione del decorso e della cura di una grave malattia mentale: l'apparizione progressiva dei successivi sintomi, le fasi di parziale remissione, le tappe della faticosa normalizzazione, raggiunta attraverso un procedimento psicoterapeutico originale di grande importanza sia teorica che pratica. Ma anche un documento umano: la descrizione della malattia è infatti opera dell'ammalata stessa, Renée, che la racconta come una propria drammatica vicenda spirituale. Si scopre così una vita sentimentale che le apparenze erano ben lontane dal far supporre e che è estremamente ricca d'insegnamenti. "Un'opera poetica", così ha definito questo libro Cesare L. Musatti, "suscettibile di risvegliare elementi nascosti che sono in ognuno di noi".
Che cosa vuol dire invecchiare? Molte possono essere le risposte a questo interrogativo, che ci coinvolge così profondamente proprio in un periodo della vita, quello finale, in cui ci si sente più fragili ed esposti. Gli psicologi da alcuni anni a questa parte hanno affrontato lo studio di tale fase illuminandoci sui processi cognitivi, emotivi, affettivi che s'instaurano quasi inavvertitamente nella nostra esistenza con il trascorrere degli anni. È vero che si può arginare l'inevitabile perdita di neuroni con una serie di strategie riparatrici? Si può ovviare ad una sorta di atarassia culturale ed emotiva coltivando e mantenendo vivi gli interessi e gli affetti di sempre, magari anzi ampliandoli? In definitiva, si può "imparare" ad invecchiare? Sì, e pare che in questo apprendimento le donne riescano meglio degli uomini, forse perché abituate per tradizione culturale a conciliare ruoli diversi e a dare maggior valore alla trama degli affetti, unico antidoto contro l'inevitabile restringimento dell'orizzonte. Il libro risponde ad alcuni interrogativi percorrendo una strada che non si avvale soltanto dei risultati della scienza, ma di una serie di riflessioni di scrittori, filosofi, pensatori, che hanno permesso di affrontare il problema della vecchiaia nella sua globalità e complessità.
Il libro di Ekman e Friesen, pur risultando semplice ed agile, costituisce uno strumento molto utile per quanti sono interessati ad una comprensione scientificamente fondata dell'espressione facciale delle emozioni, siano essi addetti ai lavori o semplicemente lettori che nutrono una comprensibile curiosità per il suggestivo mondo dell'espressività emotiva.
Non è tollerabile che la scuola possa diventare un'arena gladiatoria per alcuni ragazzi, i bulli, ed un inferno per altri, le loro vittime. È un dovere di tutti, anche dei più esuberanti, porre un limite all'espressione di sé, quando questa può nuocere all'espressione della personalità altrui.