
Raccolta di saggi sul Social Dreaming, un nuovo metodo per lo studio dei fenomeni psicologici collettivi. Questo e il secondo volume dedicato al Social Dreaming che compare in Italia. E' una raccolta di saggi che fornisce un ampio e articolato panorama e mostra come si stia approfondendo la conoscenza di questo nuovo metodo per lo studio dei fenomeni psicologici collettivi. I testi ci accompagnano nelle esperienze, condotte negli ambiti piu diversi, mostrandoci in modo chiaro e concreto, lo svolgimento delle matrici, evidenziando il concatenarsi di sogni ed associazioni, il progressivo manifestarsi dei temi dominanti ed il rapporto che questi hanno con il passato, il presente e il futuro del contesto istituzionale di cui la matrice e parte. Tutti gli interventi contribuiscono a comporre un'immagine del Social Dreaming come di un modo di guardare alla vita mentale collettiva - e anche individuale - che ci ha dischiuso orizzonti di cui non vediamo i confini.
Questo breve e denso testo fornisce un'esauriente descrizione del metodo del social dreaming, uno strumento di ricerca-intervento nelle istituzioni nato nei primi anni '80 dalle ricerche di Gordon Lawrence al Tavistock Institute di Londra. I sogni sono personali o sociali? Si puo' sognare socialmente? Come il suo scopritore scrive, il social dreaming ha una storia piuttosto breve, ma una lunghissima preistoria. L'uso di narrare sogni in un collettiva e' forse antico quanto i gruppi umani stessi. Il social dreaming si distingue dall'uso terapeutico convenzionale del sogno, in quanto l'attenzione si focalizza sul sogno e non sul sognatore. In quest'ottica, il sogno non e' un possesso personale, giacche' coglie gli aspetti sociali, politici, istituzionali e spirituali dell'ambiente sociale del sognatore, e il suo significato si rivela attraverso l'uso della libera associazione e dell'amplificazione. Queste esperienze hanno confermato che il social dreaming aiuta a comprendere la vita delle istituzioni, delle imprese e delle aziende.
L'identità dell'uomo di oggi è imperniata sull'uso del web: Internet, mail, contatti, informazioni, video, social network, blog, chat, giochi, consulenze e compravendite online, internet mobile e molto altro ancora. Ci affidiamo alla rete anche solo per velocizzare una ricerca, una transazione bancaria, una comunicazione con chi è lontano. Ma la rete, che ci porta al superamento del confine del nostro sé, può innescare modalità patologiche di utilizzo. Internet e le sue dipendenze tratteggia i risvolti psicologici dell'era virtuale presentando, in maniera sistematica, il graduale sviluppo di coinvolgimento con la rete che passa dalla normalità e può approdare alla psicopatologia, descrivendo sintomi e criteri diagnostici dei disturbi osservati. Il testo si rivolge a tutti coloro che sono interessati agli aspetti psicologici che entrano in gioco nell'uso quotidiano del web: psicologi, medici, educatori, insegnanti e operatori che desiderano uno strumento di lettura della realtà tecnologica e delle sue influenze psicologiche e comportamentali. Esso nasce da oltre dieci anni di ricerche e di approfondimento del rapporto tra la persona e la rete e da un'esperienza decennale di pratica clinica con la psicopatologia collegata all'uso di Internet. Delinea quelli che, all'oggi, possono essere ritenuti gli approcci terapeutici più evoluti rispetto a queste nuove patologie, dilaganti ma sottostimate, e comunque proprie dell'era tecnologica e virtuale.
Quando, e in che modo, i lattanti di pochi mesi iniziano a entrare in contatto con gli stati affettivi degli altri? Il volume affronta tali interrogativi alla luce delle ricerche più attuali nel panorama internazionale. La prima parte mette a confronto le principali teorie sulle prime forme di intersoggettività, la seconda illustra le origini dell'esperienza intersoggettiva dal periodo neonatale ai dodici mesi di vita, mostrando che questa prima compartecipazione emotiva costituisce la base per la condivisione di ogni altro stato mentale che si manifesta nella comunicazione del bambino con gli altri.
Le dipendenze sono state oggetto di innumerevoli studi e ricerche, con diversità di approccio nel corso degli anni. Nella ricerca scientifica entrano in gioco, ormai, non solo le caratteristiche dell’individuo, delle sostanze e il contesto, ma anche le interazioni, le pressioni e i modelli sociali: come i bisogni e le identità si costruiscono anche attraverso comportamenti di uso e abuso. Le nuove dipendenze sembrano essere una forma di cura dell’alessitimia sociale. Una società senza parola per le emozioni che cerca di emozionarsi con comportamenti a rischio e di abuso. La definizione di dipendenze sociali appartiene a una rappresentazione in cui ciò che è legale è accettato socialmente, e ciò che è illegale è disapprovato. In un contesto in cui sono importanti gli attori sociali, le fonti di influenzamento, i pari, gli atteggiamenti e i comportamenti del gruppo, i messaggi pubblicitari associati al consumo.
Questo volume è un approfondimento degli elementi che costituiscono il contesto (i giudizi, i valori, gli stili di vita della comunità e del gruppo di appartenenza) in cui si determina la scelta del comportamento da intraprendere: dall’alcol al gioco d’azzardo, allo shopping compulsivo, alla dipendenza da lavoro o da cellulare, all’abuso da palestra, solo per citare alcuni dei temi che percorrono il volume.
Il libro non può raccogliere l’intero panorama - siamo ancora agli inizi di una riflessione - ma contributi che individuino nuovi interrogativi sui quali costruire percorsi di ricerca.
avvallendosi di contributi clinici, il libro recupera l urgenza dell accertamento e del trattamento del disturbo psichiatrico nell adolescenza, sottolineando con forza l importanza della psicoanalisi allo scopo. Per molti anni moses laufer ed i suoi colleghi al brent adolescent centro/centro di ricerca sul crollo adolescenziale hanno portato importanti contributi alla nostra comprensione dell'accertamento e del tratta mento del disturbo psichiatrico nell'adolescenza. Qu esta e`la seconda monografia pubblicata per conto del centro che, disponendo dell'esperie nza unica in questo campo propria del centro, contiene articoli che forniscono le piu`recenti prospettive psicodinamiche sul crollo adolescenziale, da parte di preminenti esperti clinici. Esse coprono una gamma di argomenti, come i diversi sviluppi in adolescenti maschi e femmine, ed i particolari problemi dell'intervento psico terapeutico in questi casi. Vengono anche presentati gli atti di un convengo sul tema tenutosi nell'ottobre 95. In defi nitiva questo libro da una visione attuale e precisa di un argomento la cui importanza viene sempre piu`riconosciuta sia all interno che al di fuori della comunita psicoterapeutica.
Bambini che non dormono, non mangiano, gridano senza motivo, vogliono solo gelati e patatine, sfrattano i genitori dal loro letto, rispondono loro male e in alcuni casi, li insultano: perché è così difficile essere genitori? E perchè i bambini sembrano fare sempre il contrario di quello che ci si aspetta da loro? Nella maggior parte dei casi quello che sembra un problema insormontabile può essere risolto facilmente. "Aggiustare" i comportamenti sbagliati è il mestiere di Nigel Latta e questa sua guida, corredata da casi di vita comune felicemente risolti, offre strategie semplici ma efficaci per insegnare il rispetto, togliere brutti vizi e pessime abitudini senza troppa fatica e sempre con moltissimo amore.
In una società ideale ogni individuo potrebbe condurre una vita giusta. Saprebbe come soddisfare i propri bisogni, seguire le proprie inclinazioni ed esprimere la propria individualità. Si sentirebbe protetto e al sicuro all'interno della comunità e vedrebbe appagato il desiderio di riconoscimento sociale. Sotto ogni aspetto, la sua sarebbe un'esistenza piena e consapevole. Purtroppo questo paradiso in terra ancora non esiste. I progressi scientifici, tecnologici ed economici che hanno assicurato all'Occidente un diffuso benessere, un elevato sistema educativo, un'incredibile aspettativa di vita e una pace mai conosciuta prima non sono stati in grado di dare risposta alla generale insoddisfazione e al diffuso senso di disagio e di inadeguatezza. Anzi. Una società e un sistema economico anonimi e complessi come quelli attuali, caratterizzati dalla precarietà e dalla competizione, dall'assenza di relazioni sociali solide e durevoli, dal dissolversi di valori identitari e condivisi, non possono che esasperare il senso di insicurezza, di fallimento, di mancata realizzazione di sé. Partendo da questa analisi non certo ottimistica, oltre che da una trentennale ricerca condotta in qualità di pediatra all'ospedale di Zurigo, in "Vivere la vita giusta" Remo Largo ci invita a «pensare l'impossibile», cioè a rimodellare su altre basi il nostro rapporto con l'ambiente, la società e l'economia. Il «principio di compatibilità», sostiene Largo, è la chiave per ristabilire l'armonia tra l'essere umano - il bambino in particolare - e il mondo che lo circonda. Crescere un figlio secondo questo principio significa rinunciare alle prospettive irrealistiche e spesso frustranti del successo a ogni costo, delle prestazioni vincenti, dei risultati migliori o dello status sociale più elevato, per entrare invece in sintonia con lui, riconoscerne i limiti e le debolezze, e al tempo stesso valorizzarne i punti di forza, potenziarne le capacità, esaltarne le attitudini. In altre parole: aiutarlo a esprimere le esigenze più vere e profonde, a vivere la propria individualità, a essere se stesso, garantendogli così quel benessere psicofisico indispensabile per crescere in armonia con l'ambiente e aspirare a un'esistenza autentica.
Il periodo dai 6 ai 12 anni costituisce una tappa cruciale nello sviluppo dell’autostima. L’immagine di sé che il ragazzo vede crescere si arricchisce, dopo l’aspetto fisico ed emotivo, della dimensione intellettuale, della riflessione che lo porta ad esprimere giudizi e a collaborare nella società.
L’equipe del CHU Saint-Justine lavora in stretta collaborazione con l’esperienza clinica ospedaliera ed ha come obiettivi il miglioramento della salute dei bambini, degli adolescenti e della madri del Québec. è molto chiara la loro visione e missione: “Un Québec dove i bambini, gli adolescenti e le madri abbiano e mantengano uno dei migliori livelli di salute e sanità mondiali”.
Danielle Laporte è psicologo clinico.
Germain Duclos è psicopedagogista e ortopedagogista.
Il libro analizza ciascuna delle fasi classiche in cui è suddiviso lo sviluppo del bambino da 0 a 6 anni: nel bebè (da 0 a 9 mesi); nel bambino “esploratore” (da 9 a 18 mesi); nel bambino “decisionista” (da 18 a 36 mesi); e negli anni “magici” (da 36 mesi a 6 anni).
L’equipe del CHU Saint-Justine lavora in stretta collaborazione con l’esperienza clinica ospedaliera ed ha come obiettivi il miglioramento della salute dei bambini, degli adolescenti e della madri del Québec. è molto chiara la loro visione e missione: “Un Québec dove i bambini, gli adolescenti e le madri abbiano e mantengano uno dei migliori livelli di salute e sanità mondiali”.
Danielle Laporte è psicologo clinico.
Germain Duclos è psicopedagogista e ortopedagogista.