
Cosa accade dopo la firma di un trattato di pace? Come si può, senza dimenticare la terribile lezione della guerra, tornare a fidarsi degli ex nemici? Si può usare il carico emotivo del passato non per la vendetta, ma per risanare le relazioni tra i gruppi? I media, potenti strumenti di propaganda, hanno un loro ruolo anche nella costruzione della pace? Come narrare la guerra a chi è nato dopo? Il libro esplora il tentativo della ricerca psicosociale di vedere la riconciliazione non come negazione del conflitto, ma come opposizione all'idea che la violenza sia l'unica soluzione possibile.
Capita a volte, nella vita, di vedersi piombare addosso eventi del tutto imprevisti, straordinari. Così è accaduto anche a Paola Leonardi che ha dovuto subire, inaspettatamente, un intervento chirurgico al cuore. Questo evento sconvolgente per il corpo e per la mente, ha offerto in qualche modo lo spunto per una riflessione sul cuore inteso non solo come organo ma anche come metafora. Si potrebbe dire una riflessione che parte dal cuore. Ne è nata questa raccolta di pensieri, esperienze, ma anche testimonianze di chi, come l'autrice, si è fermato ad ascoltare il proprio cuore. Ne è nato un libro che ci farà aprire all'amore, al desiderio, alla vita. Un libro - per uomini e donne, amiche ed amici - da leggere o da consultare, per trovare la soluzione a tanti problemi affettivi, amorosi e lavorativi. Per conoscerci meglio, per avere sempre più il coraggio di essere noi stessi, per fare spazio alle emozioni del cuore.
La psicoanalisi, a seconda del punto di vista da cui la si osserva, confina con molti territori diversi. Come uno stato delimitato da confini geografici, culturali e amministrativi, questa disciplina, che ha poco più di un secolo di vita, acquista la sua specificità grazie a ciò che la distingue ma anche che la avvicina ai territori confinanti: il "confine" è dunque inteso qui nella sua duplice accezione di "distinzione" e di "transizione". Questo volume raccoglie i saggi di otto rappresentanti di spicco della psicoanalisi contemporanea: Janine Altounian, Peter Fonagy, Glen O. Gabbard, James S. Grotstein, Robert D. Hinshelwood, Juan P. Jiménez, Otto F. Kernberg e Salomon Resnik. Con approcci differenti, e affrontando tematiche tra loro distanti, pure tutti questi autori si muovono sul limitare di un confine: tra mondo interno e mondo esterno, tra psiche e soma, tra il setting analitico e la sua violazione, tra teoria e tecnica, tra psicoanalisi e discipline imparentate (psichiatria, psicologia, neuroscienze e via dicendo), tra curabilità e non curabilità, analizzabilità e non analizzabilità, e infine tra psicoanalisi e storia. Ognuno di questi contributi varca un limite e apre un diaframma, illuminando aree tematiche cruciali o controverse del territorio psicoanalitico e creando dialogo e confronto con discipline solo apparentemente incompatibili.
La terapia dinamica interpersonale è una psicoterapia psicodinamica per il trattamento dei disturbi dell'umore. Più specificamente, la terapia è dinamica perché si preoccupa di aiutare il paziente a comprendere l'interscambio tra la realtà interna e quella esterna rispetto a un pattern relazionale disturbato; è interpersonale perché si concentra non già sulle variabili intrapsichiche, ma sulle relazioni del paziente nella misura in cui si connettono con le sue problematiche attuali, dando origine a sintomi depressivi o d'ansia. Ed è breve perché si propone di raggiungere l'obiettivo entro un limite temporale definito, in linea con le necessità imposte dall'offerta di una terapia psicodinamica nei servizi pubblici e, sempre più, anche nel settore privato, dove aumenta la richiesta di interventi brevi. Il volume definisce in maniera chiara ed essenziale il contesto teorico di riferimento della terapia, accompagnato da dettagliate esemplificazioni cliniche utili per guidare l'intervento del terapeuta. Una preziosa risorsa per i clinici specializzati in psicoterapia psicodinamica che desiderino lavorare entro una cornice a tempo limitato.
Si considerano da una prospettiva psicoanalitica le motivazioni che possono portare alle pratiche del piercing, del tatuaggio, di certa chirurgia estetica o di altre modificazioni del corpo. Alessandra Lemma attinge al suo lavoro clinico e alla ricerca ma anche al cinema, alla narrativa e all’arte, per suggerire che l’origine della spinta a modificare in maniera estensiva la superficie del proprio corpo e la preoccupazione eccessiva per il proprio aspetto abitano nel mondo interno della persona, sotto la pelle.
Questo libro delinea il valore di un approccio psicoanalitico per la comprensione del corpo e delle sue vicissitudini e per affrontare questi aspetti nell’ambito della psicoanalisi e della psicoterapia psicoanalitica. I capitoli coprono una gamma vasta e complessa di argomenti che spesso non sono discussi in ambito psicoanalitico, come la funzione della mastoplastica additiva, le origini psichiche dei capelli, l’uso del gabinetto dell’analista, il transessualismo e la relazione tra disturbi dermatologici e fantasie necrofile. I temi del libro vanno anche “oltre il lettino dell’analista” per discutere la natura dei reality televisivi di makeover.
Il libro si basa sulla vasta esperienza clinica di Alessandra Lemma come psicoanalista e psicologa in una quantità di contesti clinici, sia pubblici sia privati, con pazienti per i quali il corpo è il primo problema con cui si presentano o che hanno inconsciamente fatto uso del corpo per comunicare il loro dolore psichico. Pensare il corpo fa ricorso a esemplificazioni cliniche dettagliate, in modo da illustrare chiaramente come l’autrice affronta queste manifestazioni cliniche nella stanza di consultazione, fornendo al clinico sia indicazioni che guideranno i suoi tentativi di riformulare in modo psicoanaliticamente orientato le difficoltà dei pazienti, sia suggerimenti su come aiutare questo genere di pazienti. Sarà una lettura indispensabile per psicoanalisti, psicologi, psichiatri, operatori della salute mentale, accademici, ricercatori e lettori interessati al corpo, alla sessualità e al genere.
Come arriva una persona a valutare ciò che è bene e ciò che è male? Cosa la motiva a perseguire ciò che ha riconosciuto come bene anche in assenza di un «controllore» e quando ciò comporta una rinuncia? Nel volume si argomenta come non sia possibile indagare gli aspetti psicologici che intervengono nelle questioni sollevate da questi interrogativi senza tener conto che essi coinvolgono la prospettiva filosofica e antropologica da cui ci si muove nell'abbordarli. Nella visione cristiana, l'uomo è miscuglio di polvere e soffio: incessante spinta al superamento di sé nella ricerca di un approdo per il desiderio di infinito che si scopre dentro e, al contempo, costantemente alle prese con il suo limite e la sua precarietà.
Neuroeconomia, neuromarketing, neuroestetica, neuroteologia...: si affacciano oggi sulla scena nuove e sempre più fantasiose discipline frutto del cortocircuito tra saperi antichi e scoperte recenti sul funzionamento del cervello. Sui media proliferano articoli divulgativi, corredati da foto a colori del cervello, che ci mostrano il luogo preciso dove si sviluppa un certo pensiero o una certa emozione, facendoci credere che sia possibile vedere direttamente, senza mediazioni, il cervello al lavoro. Ma le cose stanno veramente così? Questo volume, scritto da due studiosi di psicologia e neuropsicologia, discute alcuni luoghi comuni associati alla relazione mente-corpo, cervello-psiche, natura-cultura, mettendoci in guardia dalle ricadute culturali che un uso distorto delle possibilità aperte dalle nuove e potenti tecnologie di neuroimmagine può comportare.
Succede spesso di spiegare i comportamenti degli altri in base alle loro inclinazioni, al loro carattere o alle loro opinioni. Il fatto è che diamo per scontato di avere, oltre al cervello, anche una mente, o - secondo la concezione degli antichi - un'anima che si contrappone al corpo. Che cosa dicono in proposito la psicologia e le neuroscienze? Se in ambito scientifico appare vincente la progressiva riduzione delle funzioni mentali a quelle neurali, perché nella vita quotidiana continuiamo a pensare, sentire e interagire secondo una premessa dualista, come se mente e corpo fossero separati? Le risposte a queste domande sono oggi più rilevanti che mai, dal momento che nascita, vita e morte non dipendono solo dalla natura, ma anche dalle scelte intenzionali degli individui.
Rispondere al cellulare mentre guidiamo l'auto, mandare sms mentre camminiamo per strada, leggere e nel frattempo ascoltare musica, scrivere una mail e parlare a chi ci sta di fronte: spesso, non senza correre qualche rischio, facciamo molte operazioni contemporaneamente. In un mondò saturo di sollecitazioni e informazioni, come funziona l'attenzione? Gli autori ce lo raccontano, illustrando i meccanismi che la regolano, sfatando il mito del multitasking, rivelando i segreti di chi vuole catturarla a scopi più o meno manipolativi. E attirano - è il caso di dire - la nostra attenzione sui "superstirnoliartificiali di cui si nutrono arte e pubblicità.