
Questo volume ci accompagna alla scoperta delle strategie migliori per avvicinare bambini e ragazzi alla “cultura”. Dalle fiabe della buonanotte agli ultimi casi editoriali, dalla scoperta dei classici alle visite ai musei, tutte le tappe di un percorso fondamentale non solo per l’apprendimento ma per la costruzione dell’identità. Ricordando che quella delle “storie” è un’esperienza antica, per la quale siamo tutti intimamente predisposti: si tratta di accendere una fiamma, sperando che basti solo una scintilla.
Valutazione clinica e diagnosi al servizio del trattamento. Integrando una lunga esperienza di insegnamento, ricerca empirica e pratica clinica, questo volume mette per la prima volta a confronto i principali sistemi diagnostici: DSM-5, ICD-10, PDM e SWAP-200. L'obiettivo è promuovere un approccio alla diagnosi psicodinamica (ma non solo) che sia moderno, informato e dialettico. Al servizio non di una modellistica astratta, ma di un invio al trattamento attento alle caratteristiche del paziente e della sua personalità. Per insegnare la psicopatologia clinica gli autori si servono anche di un "casebook diagnostico" supplementare: il cinema.
Tutti, prima o poi, riceviamo una diagnosi. Un giorno arriva un esperto e con una parola ci dice qualcosa che modifica il corso della vita, in peggio o in meglio. Momento chiave della relazione medico-paziente, la diagnosi non è solo un processo di conoscenza compiuto da chi la formula, è anche un'occasione importante della conoscenza di sé. Ed è sempre un incontro: con il corpo, la chimica dei farmaci, la cura di sé, la scienza medica, la (s)fiducia nella medicina, il passato dell'anamnesi, il futuro della prognosi, la nostra personalità, le nostre paure e difese. Sulla malattia e l'essere malati si è scritto molto. Meno sulla diagnosi e l'essere diagnosticati. O con internet, sull'autodiagnosticarsi, solitari esploratori dei nostri sintomi. Le diagnosi non sono sentenze e le malattie non hanno un «significato», non sono metafore o colpe. Possono però abitare le nostre vite come narrazioni e mitologie personali.
Ogni giorno ci imbattiamo in noi stessi. Non ci piacciamo, ci disapproviamo. Vogliamo cose diverse, incompatibili: l'avventura e la sicurezza, la solitudine e la compagnia, la fermezza e il patteggiamento, la parola e il silenzio. Non siamo un Sé unico, centrale e coeso, ma una pluralità di sé: il nostro funzionamento psichico è il risultato della loro convivenza, morbida o accesa, ma sempre legata all'altro. Non siamo un sistema isolato, impensabile è un io senza un tu, il tu dell'amore e di tutte le relazioni che cercano un riconoscimento reciproco: essere genitori, terapeuti, insegnanti, amici. Ma cosa significa convivere? Questo libro, la sua scansione in tre piani, ci invita a immaginare la convivenza come l'incontro di tre livelli dell'esperienza psichica: io-tu-noi. Il mondo delle convivenze è circolare e concentrico: se non vivo con me stesso, dialogando con i molti che mi abitano, non saprò vivere con l'altro e con gli altri. E questo si ripercuoterà sulla mia vita interiore. Con esempi dalla letteratura e dal cinema, dalle storie cliniche e dalla vita di tutti i giorni, Vittorio Lingiardi ci guida nelle stanze di un'anima a tre piani, mostrandoci la difficoltà e la bellezza di addentrarsi in ciò che è complesso e molteplice; di conciliare i nostri conflitti; di imparare ad amare nel ritmo delle rotture e delle riparazioni; di abitare i permeabili confini del mondo tra curiosità e paura, nostalgia e trasformazione. Partendo da due presupposti: che la psiche è una città aperta e la convivenza sociale nasce dentro di noi. Con e-book scaricabile fino al 30 giugno 2020.
"Mindscape" è un neologismo per evocare il rapporto tra psiche e paesaggio e collocarci a metà strada, là dove dobbiamo stare: con la psiche nel paesaggio e il paesaggio nella psiche. Guidato da bussole psicoanalitiche, letterarie e neuroestetiche (da Searles a Winnicott, da Schnitzler alla Dickinson, da Zeki a Gallese), Vittorio Lingiardi ci invita a ripensare l'idea di ambiente e, in particolare, di paesaggio elettivo. Un luogo che cerchiamo nel mondo per dare forma e immagine a qualcosa che è già in noi. Al tempo stesso una scoperta, un'invenzione e un ritrovamento. Fiumi, montagne, ruderi e spiagge abitano la nostra mente, i nostri viaggi e i nostri sogni. Come oggetti psichici sono immersi nella nostra memoria, e forse risalgono al primo incontro con il volto di chi ci ha guardato. O ha distolto lo sguardo. Per stare al mondo dobbiamo conoscere il paesaggio. Soprattutto, dobbiamo avere molti luoghi dentro di noi per avere qualche speranza di essere noi stessi.
Seconda edizione riveduta e corretta
Il PDM-2 è il primo manuale diagnostico fondato su modelli clinici e teorici a orientamento psicodinamico. Espressamente rivolto alla formulazione del caso e alla pianificazione dei trattamenti, offre un’alternativa, o semplicemente
un’integrazione empiricamente fondata e clinicamente utile, alle diagnosi categoriali del DSM e dell’ICD. Mettendo in luce l’intero spettro del funzionamento psichico, si propone più come una “tassonomia di persone” che come una “tassonomia di disturbi”. La proposta diagnostica del PDM-2 è strutturata per fasce d’età (Adulti, Adolescenti, Infanzia, Prima infanzia e Anziani) ed è accompagnata da casi clinici esemplificativi. A questa seconda edizione, completamente aggiornata (più del 90% del volume è inedito), hanno partecipato i più autorevoli esperti internazionali. Nel 2018 il PDM-2 ha vinto l’American Board & Academy of Psychoanalysis Book Prize (Clinical section).
I CURATORI
Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, è professore ordinario di Psicologia dinamica alla "Sapienza" Università di Roma, dove dal 2006 al 2013 ha diretto la Scuola di Specializzazione in Psicologia clinica. È autore di numerosi articoli e volumi, tra cui La valutazione della personalità con la SWAP-200 (con J. Shedler e D. Westen, 2014). Collabora con l’inserto culturale Domenica del Sole 24 Ore e con Il venerdì di Repubblica.
Nancy McWilliams, psicologa e psicoanalista, insegna alla Graduate School of Applied and Professional Psychology a Rutgers, The State University of New Jersey. È autrice di numerosi articoli e volumi, tra cui Il caso clinico (2002), Psicoterapia psicoanalitica (2006) e La diagnosi psicoanalitica (2012).
Il termine relazionale, scrive Stephen Mitchell, "è stato espressamente scelto per mettere in evidenza il collegamento tra le relazioni interpersonali e le relazioni oggettuali interne". La "svolta relazionale" può essere descritta come un nuovo paradigma psicoanalitico nato negli Stati Uniti, a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta del Novecento, dall'incontro e dal dialogo tra il modello delle relazioni oggettuali, la psicoanalisi interpersonale, la psicologia del Sé, la prospettiva intersoggettiva, la critica femminista e i contributi delle ipotesi psicoanalitiche nati daìYinfant research. Tra i principali esponenti, oltre a Stephen Mitchell, Lewis Aron, Jessica Benjamin, Philip Bromberg, Jody Davies, Jeremy Safran. L'Italia si è mostrata fin da subito interessata a questo movimento, che ha sviluppato radici profonde, ma anche notevoli resistenze, nella nostra comunità psicoanalitica e psicoterapeutica, esprimendosi con iniziative e specificità cliniche, culturali e editoriali che ci proponiamo qui di raccontare. Il volume si divide in due parti. La prima è dedicata alla descrizione delle basi teoriche del paradigma relazionale, delle sue caratteristiche e "contaminazioni" culturali. La seconda è dedicata alla ricostruzione della diffusione in Italia del pensiero relazionale, in ambito editoriale, accademico, associativo e dei training.
La terapia dialettico-comportamentale (Dialectical Behavior Therapy, DBT), concepita inizialmente per il disturbo borderline, si è evoluta verso forme adattate per altre condizioni psicopatologiche (disturbi alimentari, dipendenze da sostanze, comportamento suicidano e disregolazione emotiva nell'adolescenza, depressione resistente al trattamento), fondandosi sempre su una solida base di ricerca empirica. Marsha Linehan, che ha ideato la DBT, propone qui la versione più aggiornata del proprio metodo terapeutico, che rende conto degli importanti progressi nella clinica e nella ricerca. Il primo volume offre indicazioni complete per orientare alla DBT persone con una vasta gamma di problemi e per insegnare loro strategie di mindfulness e modalità per implementare l'efficacia interpersonale, la regolazione emotiva e la tolleranza della sofferenza. Il secondo volume include tutte le schede e i fogli di lavoro esposti nel manuale, insieme a brevi introduzioni a ciascun modulo scritte espressamente per i pazienti. La usb card allegata contiene le schede e i fogli di lavoro proposti, da stampare e utilizzare secondo le istruzioni.
La Dialectical BehaviorTherapy (DBT), che trova applicazione in numerosi settori della psicopatologia, nasce dall'intuizione dell'esistenza di un sistema di regolazione dell'esperienza emotiva, la cui disfunzione sarebbe alla base del disturbo borderline di personalità. A partire da questa idea, all'inizio degli anni Novanta Marsha Linehan elaborò il primo manuale sulla DBT, che è ora proposto ai lettori italiani in una veste ridotta, come introduzione allo studio del DBT® SkillsTraining (2015) e degli altri testi dedicati a popolazioni specifiche (per esempio, il Manuale DBT® per adolescenti, 2016). Introduzione alla DBT resta il punto di partenza per chi vuole avvicinare il metodo DBT in qualità di professionista, di lettore attento alle complesse evoluzioni della psicopatologia legate ai disturbi di personalità o, più semplicemente, di persona interessata a comprendere perché alcuni individui non riescano a controllare determinati comportamenti.
Perché compriamo una cosa invece di un'altra? Che cosa influenza veramente le nostre decisioni, in mezzo alla valanga di messaggi che ci raggiungono ogni giorno? Una pubblicità che cattura l'occhio, uno slogan curioso, un jingle che non possiamo fare a meno di canticchiare? Oppure le decisioni di acquisto avvengono sotto la superficie, così in profondità nel nostro subconscio che non ne siamo coscienti se non in qualche raro caso? Martin Lindstrom presenta in questo libro i risultati di una ricerca originale, durata tre anni e costata sette milioni di dollari, un esperimento d'avanguardia che ha frugato nei cervelli di duemila volontari in tutto il mondo, di cui sono state analizzate le reazioni davanti a pubblicità, marchi, spot commerciali, prodotti. I risultati sconvolgono molto di quel che si credeva su ciò che ci seduce e ci spinge a un acquisto.
Avere confidenza emotiva significa conoscere a fondo emozioni come la paura, l'apatia, il senso di colpa, la vergogna, la collera, la gelosia, l'invidia, l'amore ossessivo, per poi conoscere meglio le proprie. L'autrice, nota psicoterapeuta inglese, mette a punto numerosi esercizi pratici per approfondire la conoscenza di sé, le cause dei propri conflitti emotivi e i mezzi per risolverli.