
La schizofrenia, in quanto testo classico della psichiatria del Novecento, ha la sua platea ideale nell'ambito della Facoltà di Medicina e della scuola di specializzazione in Psichiatria. Data la particolare prospettiva assunta dall'autore e la ricchezza di pensiero filosofico e psicologico del libro, è una lettura consigliata anche a tutti quegli operatori della salute mentale i quali, abbandonato per un momento l'atteggiamento irriflessivo di chi pretende una risposta per ogni problema umano, siano disposti a porsi ancora qualche domanda circa l'enigma della psicosi schizofrenica e dell'umano dolore.
Questo volume, insieme a "La schizofrenia", è uno dei più importanti classici della letteratura psichiatrica novecentesca. La polemica contro il naturalismo della psichiatria ufficiale implica un'accusa non solo verso il medico che oggettivizza il malato di mente, limitandosi a classificare i sintomi, ma anche verso chi si illude di fare della fenomenologia solo raccogliendo tracce e testimonianze di stati d'animo personali. Su quest'ultimo punto si coglie un dissenso di fondo con Karl Jaspers, al quale Minkowski attribuisce l'errore di identificare atteggiamento fenomenologico e psicopatologia soggettiva. Un'opera chiave sia sul piano del dibattito sui "metodi" della psichiatria, sia su quello filosofico, come dimostra l'introduzione storica di Enzo Paci.
Nel campo della terapia della famiglia non c'è oggi altro testo che combini in maniera così ampia esempi clinici, dettagli tecnici specifici e prospettive mature tanto sulle famiglie a funzionamento normale quanto su quelle che ricorrono alla terapia. Minuchin presenta sei trascrizioni di sedute con famiglie: due sono dedicate a famiglie normali che hanno affrontato i problemi con relativo successo, le altre quattro riguardano invece famiglie che ricorrono alla terapia per essere aiutate. In ogni trascrizione l'autore aggiunge parallelamente le proprie interpretazioni, dando particolare risalto alle tattiche e alle manovre via via sviluppate dal terapeuta. Le trascrizioni delle sedute sono interpretate con una brillante analisi teorica volta a spiegare perché le famiglie sviluppano problemi e a quali accorgimenti si debba ricorrere per rimetterle in sesto. Particolarmente utile è la descrizione dei metodi per diagnosticare o "tracciare la mappa" dei problemi della famiglia e per determinare mete e strategie terapeutiche appropriate. Sono esaminate differenti situazioni: la famiglia estesa, la famiglia con un figlio genitoriale e la famiglia in transizione a causa di un decesso o di un divorzio. Infine, l'autore esplora la dinamica del cambiamento esaminando le varie operazioni ristrutturanti che si possono impiegare per sfidare una famiglia e cambiarne i modelli di base.
Lo scopo di questo libro è triplice: sviluppare una nuova teoria della malattia psicosomatica, confermarla con dati scientifici e mostrarne l'applicazione nella realtà della situazione terapeutica con pazienti anoressici. Fondandosi sulla loro esperienza clinica e illustrando il loro punto di vista a partire dai casi da loro studiati, gli autori propongono una nuova diagnostica che situa la malattia non nel singolo individuo bensì nella famiglia nel suo insieme. Nel loro metodo il terapeuta è attivamente coinvolto quale agente del cambiamento nella famiglia, stimolando crisi abbastanza gravi da scuotere il sistema e riformularlo in modelli nuovi e più salutari.
È dura. Negli ultimi anni il clima psicologico e culturale nelle scuole medie inferiori e superiori è diventato sempre più difficile. Gli insegnanti appaiono smarriti di fronte alle nuove responsabilità che la società attribuisce loro al di là dell'insegnamento delle materie: prevenzione delle droghe, degli atti di bullismo e più in generale prevenzione di tutto il disagio adolescenziale. A questi problemi, per i docenti si aggiungono poi le difficoltà legate all'inserimento di allievi stranieri che spesso non parlano italiano e il governo degli allievi più trasgressivi e meno abituati alle regole di un tempo. Ma lo sconforto degli insegnanti nasce soprattutto dalla consapevolezza di dover lavorare spesso con ragazzi che non hanno nessuna voglia di imparare. Si può "ri-svegliare" la scuola, cioè ridare vita, emozioni e senso al difficile lavoro quotidiano dei ragazzi e degli insegnanti? Sì, ma solo mettendo in rete tutti gli attori magari con l'aiuto di psicopedagogisti capaci di farli interagire positivamente. Come dimostrano queste pagine nate da una positiva esperienza, la scuola media può interpretare i valori positivi che emergono dalla nuova cultura giovanile e dai cambiamenti sociali in atto. Infatti, dai periodi difficili si esce soltanto con soluzioni innovative. Ed ecco questa proposta creativa per stimolare una strategia di piccoli ma importanti passi per cambiare la scuola e adattarla più velocemente alle nuove generazioni di adolescenti.
Riconoscere in noi stessi gli stili e gli atteggiamenti del bambino che siamo stati è importante perché essi continuano ad agire nella nostra vita adulta causandoci spesso sofferenza e difficoltà. Gli schemi psicologici introiettati dai nostri genitori con l'educazione sono i più diversi: il perfezionismo (e tu allora devi lottare per "fare ancora meglio"), la coercizione (e tu allora tendi a rimandare), la remissività (e tu allora sei impulsivo), l'eccessiva indulgenza (e tu allora sei sempre insoddisfatto), l'abbandono (e tu allora non riesci a provare un senso di "appartenenza"), il rifiuto (e tu allora cerchi di isolarti e ne soffri) ecc. Affrontando questi schemi, è possibile imparare a gestire le relazioni interpersonali e il rapporto con se stessi.
Oggi le idee della psicoanalisi devono e possono essere rese accessibili a tutti quelli che vivono questa esperienza, terapeuti o pazienti. Il libro presenta le idee di quegli autori che, a partire da Freud, hanno contribuito a formare la fisionomia della psicoanalisi di oggi, attenta a cogliere l'esperienza delle persone reali. Appartiene a questa nuova psicoanalisi anche un nuovo modo di affrontare questioni teoriche e tecniche da sempre dibattute: l'origine della psicopatologia nel trauma reale o nelle fantasie, la femmilità e la mascolinità, le perversioni sessuali, la psicoanalisi come disciplina empirica, il privilegiare l'interpretazione o la relazione reale fra analista e paziente, il controtransfert, ecc.
L'amore può durare? A questa domanda, spogliata della retorica che di solito l'accompagna, Mitchell risponde analizzando gli ingredienti principali dell'amore romantico: il sesso, l'idealizzazione, l'aggressività, l'autocommiserazione, il senso di colpa, la dedizione. Il volume si rivolge non solo alla comunità degli psicoanalisti ma a tutti noi.
Stephen Mitchell è unanimemente riconosciuto come il principale autore e portavoce di quella "svolta relazionale" che tanto ha influenzato la psicoanalisi degli ultimi trent'anni. Ma in Mitchell è possibile riconoscere anche un modo profondamente personale di intendere la teoria e la clinica psicoanalitica, non direttamente o esclusivamente rivolto alla creazione di una psicoanalisi non pulsionale. Tanto nella teoria quanto nella pratica clinica, grazie alia sua capacità di sciogliere le principali dicotomie che hanno costellato la storia psicoanalitica, Stephen Mitchell è riuscito a dar vita a una psicoanalisi interessata a comprendere i molteplici modi in cui fantasia e realtà, intrapsichico e interpersonale, passato e presente si fondono, influenzandosi a vicenda, nella relazionalità umana. La capacità di tenere in equilibrio dialettico la natura illusoria e quella reale delle relazioni interpersonali costituisce la qualità principale di una relazionalità sana. In questo volume sono raccolti i principali articoli teorici e clinici di Mitchell, in cui l'autore descrive la teoria e la cura analitica come la capacità di "interiorizzare una sorta di amore per la vita che si conserva senza illusioni, eppure è continuamente arricchito da esse".
L’autonomia, le emozioni, le relazioni tra coetanei, il futuro: come fa a nascere un adolescente, oggi, nel mondo della performance esasperata, delle mille aspe ative, dell’iperprotezione? E come fa un genitore a gestire quel portentoso miscuglio di voglia di libertà, ribellioni, paure, tracotanza, fragilità, entusiasmo che è l’adolescente? Filippo Mi ino, psicoterapeuta che lavora nelle scuole, raccoglie la voce dei ragazzi e li esorta a usare la scri ura per raccontarsi al mondo dei grandi. Ne emerge un libro avvincente, un prezioso manuale che sfi da noi genitori- domatori a “maneggiare” la relazione e a sostenere il loro percorso evolutivo.

