
La solitudine è sofferenza maledetta non quando si è soli ma quando si ha il sentimento di contar niente per nessuno.
Enzo Bianchi
Una finestra che dal privato delle relazioni intime si affaccia sull'orizzonte sociale e culturale del nostro tempo. Un libro che dal privato delle relazioni intime, dalle vicende psicologiche e dalle emozioni del quotidiano si affaccia sull'orizzonte sociale e culturale del nostro tempo. Una ricognizione del micro che si interroga sul macro e individua riferimenti, propone alfabeti, traccia connessioni, per leggere queste interfacce cosi dense di eventi tra gli individui e il contesto sociale sul confine di un contatto tra l'ordinario delle esistenze private e lo straordinario dei cambiamenti epocali in cui siamo immersi.
Quale coraggio conosciamo? Quello dell'eroe che sconfigge il nemico o quello che si apre all'imprevisto e fa spazio al cambiamento? E' fatto di slancio, cuore e muscoli, oppure è forza interiore che sostiene il cammino della vita? Ogni forma di questa disposizione dell'animo vive nell'equilibrio dinamico tra vita e morte, azione e passione, esplorazione e sicurezza. Forza dell'istante e sviluppo di solide basi, si impara nel contatto vivo col mondo e si affina nell'assumere la responsabilità di se stessi davanti a ciò che vogliamo trasformare.
Uno sguardo dentro la stanza di terapia, per cogliere nel loro svolgersi le azioni del prendersi cura. Accogliere, sospendere il giudizio, ascoltare empiricamente, offrire sostegno alla persona nella esplorazione di nuove possibilità, co-creare: questo e molto altro è il nucleo del prendersi cura, fatto non solo di pensieri e parole, ma anche di sguardo, voce, emozioni, immaginario, corporeità.
ll tema della violenza di genere è di bruciante attualità e dolorosa realtà per troppe donne che, prima di essere vittime di violenza, sono vittime del silenzio, dell'invisibilità e della cultura dominante, fondata sulla negazione delle donne come soggetti, sul dominio dell'Altro e sul "consumo" dei corpi femminili e degli esseri umani in generale.
ll nostro impegno come professionisti della psicologia e della psicoterapia, oltre che nel campo clinico, nelle case di accoglienza per le vittime di violenza e nei centri di ascolto, si colloca anche nel produrre stimoli culturali e nuove chiavi di lettura del rapporto tra i generi, per lavorare alla radice del fenomeno della violenza sulle donne.
Chi ha paura della paura? Guardare dentro la paura fino in fondo, per scoprirci più umani, far pace con le nostre vulnerabilità.
L'influsso delle immagini animali nutre la psiche. Ab origine, la personalità umana calibra il proprio processo identitario riflettendosi nello specchio delle altre forme di vita. Così essa mantiene in relazione gli opposti di cui è costituita: la permanenza degli istinti con la volatilità dello spirito, il bestiale con il divino, l'immanenza con la trascendenza. La sfera del sacro e il fenomeno della coscienza hanno in ciò fondamento archetipico. Di tale funzione simbolica il polpo (octopus) rappresenta un caso esemplare. Tra i più antichi abitanti del mare, l'octopus ha doti d'intelligenza e duttilità che lo rendono comparabile a mammiferi d'ordine superiore (fatto sorprendente per un mollusco), combinate a facoltà che in natura non hanno equivalente: polimorfo e policromo, esso vive in mimesi con il paesaggio sottomarino, vigilando con vista acutissima e mediante una sensibilità chimico-gustativa tramite cui analizza ogni evento delle acque intorno. Non stupisce allora che nella storia dell'immaginario esso rivesta un ruolo significativo, ben al di là di quel che comunemente si crede. Le immagini che l'octopus ispira ricalcano mimeticamente le vicende della coscienza, sostenendone le peripezie e compensandone l'unilateralità. Remote e aliene, ma non meno empatiche, le tracce mitiche dell'octopus tutelano fin dall'alba dei tempi il senso degli accadimenti umani, rinsaldando il vincolo con l'Anima del mondo.
Tutti siamo vulnerabili di fronte alla morte, ma alcuni lo sono più di altri; tutte le perdite sono traumatiche, ma alcune lo sono più di altre; quando si vive una perdita si entra in un mondo imprevedibile e alcuni mondi sono più assurdi e imprevedibili di altri. Nella maggior parte dei casi il dolore per la perdita sembra risolversi in modo naturale, nel tempo; in altri invece il dolore può persistere per un lungo periodo e influenzare in modo significativo la vita della persona, con un impatto sulla salute fisica e mentale. Maria Luisa De Luca presenta un percorso di supporto psicologico rivolto a chi si trova ad affrontare un'esperienza di perdita. L'autrice si avvale delle basi teoriche della Grief and Growth Therapy - esemplificate attraverso case history - e della sua pratica clinica per indicare al lettore il confine tra il fisiologico dolore e la patologia, per curare il lutto esacerbato e rileggerlo in una prospettiva esistenziale e di ricerca di senso.
Parte prima: La ricerca in psicoterapia: le basi teoriche
Cap. 1: La ricerca scientifica sull’alleanza terapeutica: rassegna critica e nuove prospettive (M.L. De Luca)
Cap. 2: La ricerca in psicoterapia: aspetti epistemologici e metodologici (M.L. De Luca)
Cap. 3: Analisi metapsicologica e teorie del sé: AT e altri modelli a confronto (M.L. De Luca)
Cap. 4: La ricerca clinica e la prassi psicoterapeutica: una valle da colmare (P. Scilligo)
Cap. 5: Il terapeuta come "scienziato locale" (M.L. De Luca)
Cap. 6: Alcune riflessioni sulla ricerca in Analisi Transazionale (M.L. De Luca)
Parte seconda: La ricerca in pratica
Cap. 7: Copione del terapeuta e alleanza terapeutica (P. Scilligo, M.L. De Luca)
Cap. 8: Stati dell’Io Relazionali e Alleanza Terapeutica (M.L. De Luca)
Cap. 9: Metodi di intervento e cambiamenti nella struttura intrapsichica (P. Scilligo, M.S. Barreca, M.L. De Luca)
Cap. 10: Personalità borderline e bambini esistenziali (M.S. Barreca, M.L. De Luca)
Cap. 11: La terapia in Regressione Sistematica (M.L. De Luca)
Cap. 12: Il gruppo di parenting: una lettura secondo l’Analisi Strutturale del Comportamento Interpersonale (ASCI) (C.A. Cavallo, M.G. Cecchini, M.L. De Luca)
Cap. 13: Rigenitorizzazione: l’esperienza di un Gruppo di Parentingnell’IRPIR (B. Coratti, M.L. De Luca)
Cap. 14: Ritrovare il senso perduto. Puntualizzazione clinica secondo l’approccio relazionale (M.L. De Luca)
Prima di partire per un viaggio, lungo o breve che sia, sentiamo il bisogno di salutare, cioè di conservare per il nostro bene il pensiero delle cose o delle persone dalle quali stiamo allontanandoci o ci stiamo separando: un pensiero che deve "fare salute", deve far star bene sia noi sia la persona a cui lo rivolgiamo. In fondo, il desiderio di poter andar via senza la "colpa di separazione", senza il ricatto del dolore subito o provocato, è una molla potente che influisce su nostri stati d'animo "dopo" una separazione, un distacco, un addio.

