Questo volume propone un panorama delle diverse scuole di pensiero che hanno improntato lo studio delle relazioni internazionali, dai classici fino alle proposte teoriche più recenti (Huntington, Rosenau, Fukuyama), di cui sono evidenziati punti di forza, sviluppi, contrapposizioni. Ne emergono due tendenze complementari ma concorrenti: da un lato l'approccio stato-centrico, per il quale gli stati sono comunque i protagonisti principali sulla scena politica internazionale; dall'altro l'approccio transnazionalista, i cui sostenitori ragionano in termini di politica mondiale.
Il problema con cui il pensiero politico dell'epoca moderna deve confrontarsi è lo sviluppo dello stato; sia che lo accompagni sia che lo contrasti, l'elaborazione teorica si trova a fare i conti con questo aumento del potere, che da dominio personale nel Medioevo evolve verso l'assolutismo monarchico. L'esposizione di Reinhard segue dunque questo filo conduttore storico, partendo dal primo grande teorico moderno della politica, Machiavelli, per terminare con le dottrine dell'Illuminismo e la Costituzione americana.
Alcuni sostenitori del multiculturalismo mettono in dubbio la pretesa universalistica dei valori liberali e democratici, considerandola una manifestazione di imperialismo culturale. Tali valori, tuttavia, pur essendo il frutto di una storia specificamente occidentale, non perdono per questo il loro significato normativo universale, la loro natura di diritti fondamentali.
Nel volume sono stati raccolti alcuni pensieri, tratti dai sei tomi dell'opera di Luigi Sturzo "Politica di questi anni. Consensi e critiche" (1946-1959). Tali pensieri sono ordinati alfebiticamente secondo l'argomento trattato e consentono di cogliere agevolmente quelli che per Sturzo costituivano i mali principali che affliggevano (e tuttora affliggono) la vita politica italiana. Mali che possono essere così sintetizzati: 1 Lo statalismo; 2 La partitocrazia; 3 La sindacatocrazia; 4 L'imprenditoria liberal-statalista; 5 Il comunismo ed il fascismo; 6 I difetti degli italiani; 7 La burocrazia; 8 L'"entite"; 9 Il sistema bancario; 10 I limiti della classe politica; 11 Il centralismo monopolista; 12. La corruzione.
Il partito politico è al centro di una vera e propria rivoluzione. Stanno cambiando profondamente le sue funzioni, i suoi uomini, la sua presa sulla società e le istituzioni. In questo libro interrogativi inquietanti e nuovi scenari su un attore fondamentale della democrazia.
Pubblicato per la prima volta nel 1967, in un clima che annunciava le agitazioni studentesche e sindacali degli anni seguenti, questo libro fu accolto con diffidenza e, in molti ambienti, con imbarazzato silenzio. I temi fondamentali sono quelli dei libri e degli articoli con cui Giuseppe Maranini denunciava i vizi della democrazia italiana: la "dittatura" del parlamento, la debolezza del governo, lo strapotere dei partiti, le carenze della costituzione repubblicana. L'autore ricostruisce con questo libro una storia politico-costituzionale dell'Italia unitaria dal 1848. Riproduzione a richiesta dell'edizione: Corbaccio, 1995 (Collana Storica) ISBN 88-7972-155-0
Il volume ripercorre la storia del concetto di democrazia come "carta d'identità" dell'Occidente, e ricostruisce i mutevoli significati che nel corso del tempo sono stati attribuiti ai principi dell'eguaglianza politica, della sovranità popolare e dell'autogoverno dei cittadini. Pur restando orizzonte insuperabile della convivenza civile, la democrazia si trova ad affrontare nel mondo contemporaneo nuove sfide, che hanno il volto minaccioso di una globalizzazione dei processi produttivi capace di scatenare, per reazione compensativa, forme di orgoglio etnico e di fondamentalismo religioso.