
Recentemente Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante "le virtù eroiche del Servo di Dio Giorgio La Pira". Si tratta del primo passo per l'eventuale apertura di un processo di beatificazione e canonizzazione dell'ex sindaco di Firenze. Giorgio La Pira ha lasciato un segno indelebile nella storia di Firenze, dell'Italia, del mondo riconosciuto come profeta moderno, con la sua capacità di operare pragmaticamente per orientare la politica verso scelte di giustizia, di pace e di unità. Questo libro presenta una raccolta sulla vita e le opere di Giorgio La Pira, il "sindaco santo".
Mai come alla fine del '500 il fenomeno del banditismo assunse proporzioni così imponenti da contrapporsi al Papato, alla Spagna e al Granducato di Toscana e da divenire strumento di ricatto nella politica internazionale. In questi tempi di inevitabili spietatezze, spicca la figura di Alfonso Piccolomini, duca di altissimo lignaggio, pronipote del coltissimo Papa Pio II. Questo libro narra la vicenda umana, sentimentale e pubblica del Piccolomini, il quale si trasformò in un protagonista temibile e implacabile di una lotta senza quartiere; un eroe da romanzo di cappa e spada, amato dal popolo e temuto dal granduca di Toscana, Francesco I de' Medici. Un libro che narra di amicizie tradite, di alleanze improbabili e di segreti inconfessabili. Quante sincere menzogne si possono annidare nell'animo umano?
L'autore, attraverso una narrativa dai tratti semplici, racconta gli eventi rimasti impressi nella sua memoria, traendo origine dai disagi di un bambino costretto a sentirsi "un diverso" e ripercorrendo gli avvenimenti determinanti della propria esistenza. Nei tratti di un percorso che lo ha portato alla consapevolezza della propria realizzazione personale, si delinea il pieno valore di una vita vissuta intensamente.
Una storia straordinaria e vera. La Fede di un Brigatista Rosso, poi arruolato nella Folgore e che ha operato per lunghi anni nella Sezione Speciale Antiterrorismo dei Carabinieri e in altri apparati dello Stato, con l'aiuto spirituale della Chiesa e delle focolarine legate a Graziella De Luca, è al centro dei più importanti risultati nella lotta al terrorismo brigatista e alla pacificazione degli anni di piombo.
Una straordinaria storia vera si staglia fra i tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale. Alceste sta per concludere il servizio militare quando l'entrata in guerra dell'Italia fascista lo trattiene alle armi. Da quel momento, la sua vita si snoda tra fughe rocambolesche e tragici bombardamenti, fino alla sua cattura da parte dei tedeschi. Alceste tocca con mano l'esperienza atroce della deportazione: tra il gelo, le vessazioni e stenti di ogni tipo, nel lager nazista di Zeithain vive fianco a fianco con la morte. È ormai ridotto a uno scheletro quando il 23 aprile '45 arrivano i russi a liberare lui e gli altri sopravvissuti. Una cronaca incalzante, nata dai ricordi di chi ha vissuto direttamente eventi che ancora ci interrogano.
Il libro narra la vicenda di una famiglia toccata dal mistero della disabilità. Maila è una figlia nata prematuramente e costretta, fin dal primo istante della propria vita, a combattere per sopravvivere. Oggi Maila frequenta l'Università e continua a lottare affinché quella parte di mondo cieco e indifferente, che al massimo guarda con pietismo alle persone come lei e le loro famiglie, divenga capace di scorgere la persona e non la disabilità, il mistero e non l'ostacolo. Tutto questo affrontato con un linguaggio semplice, che sgorga, senza alcun filtro correttivo, dal cuore di una mamma.
I due anni di pandemia sono memoria di un tempo storico senza precedenti per tutti i professionisti sanitari, per le famiglie provate dai lockdown, per gli studenti stanchi della didattica a distanza, per i tanti lavoratori scoraggiati e incerti di prospettive future. Questa è una raccolta di testimonianze di infermieri, medici, pazienti, farmacisti, insegnanti e studenti, che si vogliono raccontare in modo semplice e inedito. Un tributo alla bellezza della "relazione di aiuto" che continua ad essere garantita con fiducia, e che ci fa riscoprire un'umanità più bella.
La Fede di un Brigatista Rosso, poi arruolato nella Folgore e che ha operato per lunghi anni nella Sezione Speciale Antiterrorismo dei Carabinieri e in altri Apparati dello Stato, con l'aiuto spirituale della Chiesa e delle focolarine legate a Graziella De Luca, è al centro dei più importanti risultati nella lotta al terrorismo brigatista e alla pacificazione degli anni di piombo. Prefazione di Angelo Picariello.
Rivolta traccia il profilo dell'avo materno Alfonso Colognesi, astronomo e matematico a Bologna tra '800 e '900 e protagonista della fondazione del Liceo Galvani. In un libro del tutto inusuale, dove la scrittura di memorie si coniuga con le note biografiche e con gli scorci di storia economico-sociale, risalta la grande umanità del protagonista e fanno capolino personaggi notissimi, come Giosuè Carducci. Sullo sfondo un'Emilia post-unitaria pervasa da fermenti culturali, slanci innovativi, tensioni politiche e non risparmiata, a più riprese, da violente agitazioni.
Queste pagine offrono una efficace sintesi dell’esperienza formativa e culturale di Aldo Moro nel periodo in cui partecipò alle attività della Fuci. Renato Moro descrive i sentimenti, le attese e il pensiero del giovane studente pugliese dall’entrata nel circolo fucino di Bari nel 1935 sino alla nomina a presidente nazionale degli universitari cattolici nel 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale.
L’itinerario ripercorre la storia della Fuci, erede della tradizione di Giovanni Battista Montini e di Igino Righetti, negli anni travagliati del consenso e della progressiva stretta totalitaria del regime, con particolare riferimento alla collocazione della sua proposta intellettuale nel contesto ecclesiale del tempo.
Un accentuato richiamo alla vita interiore ed ai suoi valori e il primato attribuito alla dimensione dell’impegno in chiave religiosa furono i tratti salienti della personalità del nuovo presidente Moro, all’inizio sconosciuto a gran parte della Federazione ma sin da subito cosciente del ruolo della Fuci in un’ora buia della storia italiana.
Nel pensiero e nell’opera giovanile di Aldo Moro, tesi ad un serio lavoro di formazione delle coscienze e nello sforzo di vivere pienamente la vita di studenti cristiani, si rintracciano le radici di molti sviluppi futuri della sua biografia politica.
Bernard Mandeville è stato a lungo interpretato come un mero provocatore, un irriverente osservatore dell'essere umano e della società, che con la sua satira pungente colpiva coloro che si ostinavano a vedere nell'uomo una creatura benevola e altruista. Generazioni di filosofi e di studiosi non hanno visto in lui altro che questo. Lo scopo di questo volume è quello di proporre una diversa chiave di lettura del pensiero del filosofo olandese, mostrandone gli aspetti più seri e meno votati alla satira. Nello specifico, l'interpretazione che viene qui presentata ruota attorno al rapporto tra ragione e passioni, cardine delle riflessioni non solo antropologiche e morali, ma anche economiche e politiche di Mandeville. L'uomo agisce guidato dalle inclinazioni, tra le quali dominano in assoluto quelle egoistiche. E la razionalità ne esce doppiamente sconfitta: da un lato incapace di governare e dirigere le azioni umane, dall'altro incapace di prevedere l'esito delle azioni presenti o di comprendere fenomeni complessi e a lungo termine, come la nascita, la costituzione e il funzionamento della società civile. Ed ecco che Mandeville rompe lo schema che pareva legare la concezione "negativa" dell'essere umano a una forma di governo e di gestione delle attività dello stato dispotica e repressiva, per consentire solo ai teorici delle virtù morali innate di sostenere idee più orientate verso il liberalismo. Perché non è teorizzando qualità morali o intellettuali innate nell'uomo che si apre la via verso una teoria politica o economica fondata sulla libertà, tutt'altro: dal pensare che l'uomo sia in grado di tracciare una linea tra bene e male, giusto e ingiusto, e dall'attribuire a chi governa questa capacità all'imporre questa visione in modo dittatoriale il passo è fin troppo breve. Mandeville adotta una prospettiva che ha ancora oggi da insegnare qualcosa: non solo non si arreca un danno sostenendo che l'uomo sia schiavo delle passioni e dotato di razionalità limitata, ma anzi, è su questa idea che si fondano le premesse teoriche per sconfiggere le visioni assolutiste.